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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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era davvero ben differente da’ cugini e dagli eleganti
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non conosceva ancora, apparì da lì a poco. Era
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di freschezza veniva su da tutto quel verde, su
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giornate nel suo studio. Da tanti anni, da che
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studio. Da tanti anni, da che viveva a Santa
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appartandosi per lunghe ore da tutti. A Vico, l
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era dato il condurre, da solo, la vita fastosa
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misteriosamente, aleggiare invisibile, sempre, da per tutto. Certo quelle
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ignari ancora, sentivamo venire da quella luminosa visione di
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più riveduto lo zio, da quel breve momento a
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breve momento a pranzo: da allora io desinai solo
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nella troppo vasta sala da pranzo. Un pauroso presentimento
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arrivò il cugino, Vico, da Milano: un giovane pallido
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La vecchia donna spaventata da quella mia paurosa rigidezza
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piena la mia mente da fanciulletto. ¶ In quella luce
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visione di neve. ¶ Ma da un lato, per terra
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meravigliarmi, chè io conosceva da molto tempo il buon
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del mio collega Franz, da dare al suo onesto
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Franz. ¶ — Oh, signor Enrico, da due giorni! da due
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Enrico, da due giorni! da due giorni è che
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non fa che parlare da solo, poi canta, urla
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so. È molto inquieto da due giorni.... Ed è
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e un enorme trepiedi da cannocchiale, mentre lei era
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Un altro piccolo incoraggiamento da quegli occhi verdi irresistibili
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lo eravamo, e come! da un pezzo fidanzati. ¶ Le
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invidiavano me.... ¶ Tutti, tutti, da un miglio lontano, scorgevano
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quesiti erti di cifre da svolgere, io a bruciapelo
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che «aveva molte ragioni» da credermi corrisposto; gli parlai
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avevan dato un coraggio da leone. ¶ Il professore, al
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osservare anzitutto alcuni calcoli da me sbagliati, al solito
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lontana in quel momento, da me, e pur così
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vecchia Agnese, vedi, che da trent’anni non ha
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doveva staccarla per sempre da me. Ella, nata nel
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che l’allontanava lentamente da me, che me la
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recarmi alla sua tomba, da tutti dimenticata, a portarvi
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Gli esami eran terminati da quindici giorni ed io
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poco nota e pur da tanti anni argomento per
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il colle, lo cingeva da tutti i lati. Il
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lo strano paese che da ogni lato circondava il
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saliva sempre. ¶ Il cielo, da prima sereno, s’era
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cupo e profondo: rotto da squarci enormi, da’ quali
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rotto da squarci enormi, da’ quali il sole a
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dal sole. Veniva ora da tutto il paesaggio luminoso
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il piede qua dentro, da quel giorno. Tutti ne
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cose morte o addormentate da tanti anni; ma sotto
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visitatore si arrestò pallidissimo. ¶ — a me la chiave
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gli era stato finalmente, da pochi giorni, svelato, ora
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penetrato in quelle stanze, da quel giorno. Dopo venticinque
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aprire le imposte che da venticinque anni avean impedito
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altra stanza. ¶ Era quella da letto. Anch’essa scura
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dolore e di confusione, da due mani pietose.... Ai
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belle membra eran prese da un brivido e piangeva
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sull’inginocchiatoio singhiozzando. ¶ Ma da un angolo della stanza
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miei sogni di giovinezza.... Da troppo tempo pesava sul
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pesava sul mio cuore, da troppo tempo esso s
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rinnovellato, hai dei doveri da compiere ancora, tu. Hai
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tu. Hai.... il passato da fare obliare, non lo
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vi ho sempre ubbidito da ragazzo. Voi siete buono
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cuscini, un po’ spaurito da quel diavolìo di corsa
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tutti in collera perchè da otto giorni sior Tonino
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anche data un’anima da sensitiva. Egli temeva anche
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lui! ¶ Povero sior Tonino! Da quel giorno che il
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una contessina, che veniva da Milano e dal Conservatorio
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mettessero paura gl’insegnamenti da impartirle: oh, per questo
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Intanto il calessino, guidato da quel diavolo di Rico
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termini: una fortunosa spedizione da Milano, veduta la permanenza
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un tratto, come preso da un’idea, gli disse
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finire per far essa da cavaliere a sior Tonino
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si trovò solo, nascosto da un alto cespuglio: intorno
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li voglio.... dateli qua, da bravo. ¶ E subito soggiunse
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subito soggiunse, come colpita da una idea: ¶ — Per me
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facevano volare la carrozza da posta del Conte giù
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bianco dalla sua borsetta da viaggio e cominciò a
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e polverosa, piena sempre da mane a sera di
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nascosta tra gli alberi da frutta e le pergole
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incorniciava, con un macinino da caffè sulle ginocchia occupato
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si è veduto, tutto da per sè. La sua
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al mondo, chissà come, da quella sua testa pazza
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viversene tranquillo, quieto, obliato da tutti, nel suo cantuccio
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là s’innalzavano, sorrette da cannuccie intrecciate, grandi piante
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quando se la passeggiava da padrone nel suo bell
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cura o di rimedio da applicare ad un cespo
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prima volta che, invitato da maestro Piero, misi piede
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cantanti e cantatrici dimenticati da anni: e poi v
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tutto legato, tenuto insieme da una corona di metallo
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dimenticati, morti e seppelliti da un pezzo.... ¶ La famosa
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n’era un po’ da per tutto: tra i
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la polvere si depositava da anni e anni, tranquillamente
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maestro Piero aveva concesso, da tanti anni, l’onore
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curati. Uno zampillo scaturiva da una vaschetta di marmo
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un giornale; lui che da anni ed anni aveva
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in mezzo al giardinetto, da una pergola pendeva un
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penetrante di cose verniciate da poco, sotto la luce
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più ancora, buoni cani da caccia, chè in quanto
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fidati suoi bravi e da’ suoi magnifici bracchi e
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La bellissima fanciulla, seguita da un’ancella, altri non
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tempo, un suo fedele, da lui mandato segretamente a
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Stabilì di farla rapire da’ suoi bravi. ¶ Ed ecco
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aveva colta appena deposta da’ suoi rapitori in quella
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scudiero si fermò lontano da lei e così le
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dal Castello, chiamato altrove da urgente contrattempo, e lontano
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tempo non sarebbe venuto. Da ciò rassicurata decise di
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conte della Torre, sì da fargli sapere come la
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per parlargli ed impetrare da lui stesso, se nobile
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torneo, cinta la sciarpa da esse donata, alla cintola
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pregava di lasciarsi accompagnare da lui. La fanciulla raccolse
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lo stagno ricevon così, da soli, tutta la bianca
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tutto all’intorno, circondato da piccole roccie che cadon
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sogna l’ellenica patria da cui la trasse dopo
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piccola isola che serve da giaciglio alla dea il
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il musco che fa da tappeto alle bianche membra
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già piacque a Syrene: da prima fioco e lene
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non c’è tempo da perdere. Un fischio acutissimo
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angioletto biondo, muta, agitata da un tremito convulso. Il
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Se ne parla ancora da tutti, nel paese.... Ma
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le dico nulla.... vedrà da lei, tra poco. ¶ * ¶ * * ¶ Terminata
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ben di rado turbata da avvenimenti così commoventi. Tutti
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lapide spedita dalla mamma da Milano, e il giorno
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che avendo ben poco da fare nel suo piccolo
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ebbe detto: – Maddalena, viene da Milano per visitare il
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camposanto, così poco usufruito da que’ felici contadini. Oh
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mandato al suo morticino da Milano, era piena di
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descrivevano le nostre mamme da bambini. E il curato
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ribaciai, dicendole: ¶ — Questi sono da parte della mamma del