parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
1
1620
volume d'Idilli, già da me composti in su
2
1620
prima età, ma tenuti da me suppressi infino a
3
1620
avvenne; la qual, chiamata da Giove nela rassegna universale
4
1620
sono lasciato nondimeno prevenire da molti peregrini ingegni, i
5
1620
Laonde non tanto merito da Vostra Altezza perdono del
6
1620
veggono a tempo essercitar da lei ottimamente con infinita
7
1620
con tanto coraggio, seguito da poca gente, la moltitudine
8
1620
Marte, però, non discompagnato da Pallade per la matura
9
1620
migliori. ¶ Né disgiunto anche da Venere, sì per la
10
1620
fronde del lauro, se da una parte attende al
11
1620
et abbia ad essere da lei gradito. ¶ Et ancorché
12
1620
et dilettosa Partenope; ma da indi in qua nel
13
1620
che quella fu inventata da un avversario et competitore
14
1620
dal Signor Parco, o da questa carta, fusse rappresentata
15
1620
dico, perché mi vengono da due de' più cari
16
1620
d'adulazione, sì perché da animi così candidi come
17
1620
non saper ritrovare invenzione da lodar con efficacia, né
18
1620
essaltano, percioché ne' lodati da cotali uomini si presume
19
1620
vere glorie si derivano da' par vostri; et s
20
1620
sussistenza per essermi accusati da chi ha in sé
21
1620
onorevolezza che mi viene da testimoni sì grandi; sì
22
1620
darei l'onor fattomi da Filippo di Portes, dal
23
1620
dal marchese d'Urfé, da monsignor il Secchi, da
24
1620
da monsignor il Secchi, da monsignor di Vaugelà, da
25
1620
da monsignor di Vaugelà, da monsignor di Brussin et
26
1620
monsignor di Brussin et da altri nobilissimi ingegni che
27
1620
ora mi viene ratificato da voi. ¶ Questi sì che
28
1620
hanno avute altre armi da pungermi che titoli gloriosi
29
1620
alcun poemetto favoloso già da me disteso in sonetti
30
1620
liriche in capi, ordine da niuno altro osservato prima
31
1620
altro osservato prima che da me et poi seguito
32
1620
me et poi seguito da essi, non solo nella
33
1620
non è tempo ora da spianar queste cifere. ¶ Se
34
1620
mercé) son pur lodato da voi; o altri che
35
1620
improvisanti di Puglia, o da' pitocchi di Spoleto. ¶ L
36
1620
di riconoscere il bene da chi 'l ricevono, e
37
1620
composta, né sanno comprendere da qual fontana scaturisca una
38
1620
leggieri essere stati investigati da altri. ¶ Le cose belle
39
1620
intendo, non già vulgarizare da parola a parola, ma
40
1620
nella latinità, et non da altro idioma, et sempre
41
1620
a due canzoncine, trasportate da due Elegie d'Ovidio
42
1620
Amore. ¶ Qualora si prende da autori noti, non si
43
1620
del Petrarca, così chiunque da essi o da altri
44
1620
chiunque da essi o da altri piglia a volgere
45
1620
presuppone che si sappia da coloro che son versati
46
1620
potrà forse parer traslato da altro linguaggio straniero, tuttoché
47
1620
primo et antico fonte da cui procedono amendue i
48
1620
sudette cose (come dissi) da me accresciute et arricchite
49
1620
tante mie poesie che da' sopraccennati et da altri
50
1620
che da' sopraccennati et da altri bell'ingegni sono
51
1620
con la natura et da cui nasce il verisimile
52
1620
parole altrui, ritraendo sovente da un conciso et semplice
53
1620
l'Ippogrifo sia imitato da Perseo? lo scudo d
54
1620
di Medusa? Isabella uccisa da Rodomonte, da Medea con
55
1620
Isabella uccisa da Rodomonte, da Medea con le sorelle
56
1620
l'Orco con Norandino, da Polifemo con Ulisse? Orrilo
57
1620
subito che Olimpia abbandonata da Bireno sia imitata da
58
1620
da Bireno sia imitata da Arianna abbandonata da Teseo
59
1620
imitata da Arianna abbandonata da Teseo? Angelica esposta al
60
1620
esposta al mostro marino, da Andromeda condannata ad esser
61
1620
nell'assedio di Parigi, da Capaneo in Tebe? Cloridano
62
1620
Tebe? Cloridano et Medoro da Niso et Eurialo? Sobrino
63
1620
Niso et Eurialo? Sobrino da Nestore? l'Arpie dall
64
1620
Turno; Rinaldo quando parte da Armida, d'Enea quando
65
1620
egizzio seguita et abbracciata da Rinaldo, d'Abra sconfitta
66
1620
imitazione et della regola da tenersi nell'uno et
67
1620
ingenuità non esser punto da dubitare ch'io similmente
68
1620
d'un autore che da un altro sarà rifiutata
69
1620
bisogna accattar delle ricchezze da chi n'è più
70
1620
inventar novità, né dottrina da potere scrivere con fondamento
71
1620
pure alla fine hanno da me imparato) d'esser
72
1620
son fanciullacci più tosto da scudisciar per burla a
73
1620
di sonetti coduti, che da confondere con salde ragioni
74
1620
io mi ritrovo già da un pezzo fa avere
75
1620
lucerna. ¶ Quelle di Cicerone da Calvo erano stimate trite
76
1620
stimate trite et essangui, da Bruto dirotte et dislombate
77
1620
Bruto dirotte et dislombate, da altri aride et secche
78
1620
gusti? o come guardarsi da simili zanzare fastidiosette, che
79
1620
tutte quelle cose lasciando da parte che in una
80
1620
in cui alcuna cosetta da emendare non si ritrovi
81
1620
di ferro per difenderci da' morsi loro. ¶ Buon per
82
1620
è sopragiunta la Galeria da voi stampata sì sconciamente
83
1620
racconta quando fu tentato da Satana et La Vernia
84
1620
manca altro che tempo da trascriverle. ¶ Quanto alle Dicerie
85
1620
Qual suol timida cerva ¶ da fier leon massile, ¶ tal
86
1620
così curva il seno ¶ da' soffi d'Euro ingravidato
87
1620
donna. ¶ Pallida come giglio ¶ da vomere, o da piede
88
1620
giglio ¶ da vomere, o da piede ¶ o reciso o
89
1620
calcato; ¶ languida qual ligustro ¶ da grandine, o da vento
90
1620
ligustro ¶ da grandine, o da vento ¶ o battuto, o
91
1620
altro addolorato Orfeo? ¶ Lasso, da indi in poi la
92
1620
o non mai, cerchi da' vivi, ¶ spargendo rivi d
93
1620
ruppe e disciolse. ¶ Punta da velenoso e rigid'angue
94
1620
fatiche; e così vide ¶ da capo il sol di
95
1620
e tu tornasti pur da me divisa ¶ al sempiterno
96
1620
dolcezze e dolci versi ¶ da quest'amaro pettine. ¶ Più
97
1620
e lugubre ¶ vo che da oggi in poi sempre
98
1620
dele mie voci, ¶ deh da' vostri antri omai crude
99
1620
elce negra et annosa, ¶ da que' versi animata ¶ stese
100
1620
casi, ¶ dale foglie e da' frutti ¶ stillò di puro
101
1620
su i vaganti arboscelli ¶ da forza occulta co' lor
102
1620
soave innebriato e preso ¶ da melodia sì nova, ¶ cadea
103
1620
amica, ¶ e quasi doma da soave giogo ¶ sua natural
104
1620
e setolosa palla, ¶ dipartir da quel suon non si
105
1620
Orfeo, che tutto cinto ¶ da' selvaggi uditori ¶ in quella
106
1620
guiderdon del gran diletto ¶ da' dolci accenti preso, ¶ a
107
1620
gli recò la colomba. ¶ Da l'Eridano il cigno
108
1620
l'elettro fin, tolto da' rami ¶ dele meste sorelle
109
1620
fenice immortale, ¶ di là da l'odorifere contrade ¶ de
110
1620
andò) di tanto sdegno ¶ da lui spregiate le Ciconie
111
1620
rendeste ¶ al buon Cantor, da' cui divini accenti ¶ riceveste
112
1620
fresco, occhio tremendo. ¶ Spesso da qualche balza ¶ benché ratto
113
1620
e nel sinistro fianco ¶ da cintura barbarica gli pende
114
1620
mutato ¶ non fossi alfin da' tuoi voraci cani ¶ fieramente
115
1620
oggetto amoroso, non sapea ¶ da sì dolce spettacolo levarmi
116
1620
specchiarmi, e fatto ¶ altro da quel ch'io m
117
1620
can loquaci ¶ mi sgridano da lunge. ¶ I veltri iberi
118
1620
molle, e tutto stanco ¶ da così lunga fuga, ¶ anelando
119
1620
s'esser alfin devea ¶ da' miei cari custodi ¶ oltraggiato
120
1620
volgeranno i passi, ¶ distillando da' sassi ¶ dele tue ciglia
121
1620
parte a parte alfin da' miei ¶ divoratori immansueti e
122
1620
d'alta vaghezza ¶ pende da quell'oggetto ¶ l'immortal
123
1620
disparte. Et ella, sciolta ¶ da' legami di Lete, ecco
124
1620
e con la man da lunge; ¶ ma poco val
125
1620
cor traendo a forza ¶ da largo pianto accompagnati e
126
1620
pianto accompagnati e tronchi ¶ da ferventi sospir spessi singulti
127
1620
Teseo mio ¶ sen va da me lontano, ¶ abbia al
128
1620
al patrio monte Ideo, ¶ da cui golfo sì largo
129
1620
buon consorte, ¶ lo qual da me per l'onde
130
1620
in questa ¶ solitudine orrenda, ¶ da cui sbandito veggio ¶ ogni
131
1620
ventre ferino ¶ non mi pur sepolcro) ¶ insepolta morire
132
1620
che con mortal ruina ¶ da questa balza alpina ¶ traboccando
133
1620
Ma s'io verso da' lumi ¶ e mari e
134
1620
mi giova poco, ¶ che da maggior fornace ¶ sento ognor
135
1620
la gola ¶ e qui da qualche ramo ¶ mi rimarrò
136
1620
il core, ¶ né mi morte Amore. ¶ Sorbir tosco
137
1620
già marito? ¶ Fia più da te gradito ¶ dunque un
138
1620
Dio fidata amica, ¶ e da lui scompagnata agghiaccia e
139
1620
man di vario intaglio ¶ da ricettare i fior vago
140
1620
Amor Parca innocente, ¶ parea da man sì bella amar
141
1620
schiera ¶ che per esser da lei mirato e colto
142
1620
sostiene, ¶ e corteggiata intorno ¶ da lasciva famiglia ¶ di Zefiri
143
1620
unico domator, videla sciolta ¶ da' suoi lacci tenaci ir
144
1620
venir spavento, anzi spirando ¶ da' celesti suoi fiati aura
145
1620
bianche spume ¶ nacque colei, da cui nascesti, Amore? ¶ Sbigottita
146
1620
ali, ¶ stendon la man da lunge e volgon gli
147
1620
il cacciava. ¶ Mirò Nereo da lunge ¶ fatta del gran
148
1620
al predator felice, ¶ sorse da 'l cupo gorgo ¶ col
149
1620
accorto, errasti. ¶ Non fu da Giove fatta ¶ navigabil la
150
1620
donde avrai ¶ onda dolce da bere? ¶ Certo (quant'io
151
1620
in ciel traslato, ¶ quivi da indi in poi cinto
152
1620
s'avicina. ¶ Cerere combattuta ¶ da preghiere importune ¶ di Dei
153
1620
per ventura ¶ lunge è da lei la sua custode
154
1620
fede in guisa, ¶ che da tanto calor securo il
155
1620
innocente arsura ¶ sempre difesa da secreto gelo, ¶ dele rupi
156
1620
vicine ¶ lambisce le pruine. ¶ Da qual fontana original derivi
157
1620
del monte, ¶ trae qualità da quelle ¶ sotterranee miniere, ¶ sì
158
1620
fronde, e foglie. ¶ Or da costui cortesemente accolta ¶ la
159
1620
verdeggiano le fronde; ¶ e da cui solo impara ¶ la
160
1620
l dì conduce; ¶ e da' confini eoi ¶ la lampa
161
1620
com'un mar gonfio da' venti ¶ l'ondeggia intorno
162
1620
estreme un aureo fiocco, ¶ da cui pendon puntali ¶ di
163
1620
divide, ¶ l'imagini scolpite. ¶ Da' quattro lati in piedi
164
1620
onde il giardin listato ¶ da dodici sentieri, ¶ sembra stella
165
1620
un mese del'anno ¶ da divino scarpel l'effigie
166
1620
minuti esserciti commove, ¶ che da' faggi e dal'elci
167
1620
molle ¶ sceglie e distingue da' men degni germi, ¶ qual
168
1620
di mirar si compiace, ¶ da' cui rami pendenti aranci
169
1620
Arbitro dela notte, ¶ ammonito da Giove, il camin piglia
170
1620
impallidir la luce; ¶ e da' freni sonanti ¶ mandan di
171
1620
o percossi dal turbo, ¶ da quel tosco letal subito
172
1620
che Triforme s'appella, ¶ di piglio agli strali
173
1620
colorato lampo, ¶ e torcendo da manca ¶ con pacifico tratto
174
1620
pianse, e le parlò da lunge ¶ la figlia di
175
1620
né ripugnar si pote. ¶ Da maggior forza di più
176
1620
costume di quante infelici ¶ da predatrici man rapite furo
177
1620
adio per sempre, adio –. ¶ Da sì pietose e flebili
178
1620
infelici, ignudi, abietti ¶ attender da' tuoi detti la sentenza
179
1620
vasto Flegetonte, ¶ a cui da tutto il volto ¶ piovono
180
1620
destrier già stanchi, ¶ sciolti da' curvi gioghi, ¶ per le
181
1620
E tra lieti conviti ¶ da' passati martiri ¶ intente a
182
1620
l'ombre. ¶ Poiché sollecitata ¶ da sproni acuti di gelose
183
1620
di gelose cure, ¶ e da fredde paure ¶ d'auguri
184
1620
di quella, ¶ ch'ebbe da lui la velenosa fiera
185
1620
amorose già fiamme matura, ¶ da mill'amanti in maritaggio
186
1620
segue Diana. ¶ Questa infin da quel di, ch'egli
187
1620
così stato alquanto ¶ quasi da grave sonno alfin riscosso
188
1620
corso, ¶ e per pietà da' più riposti gorghi ¶ uscir
189
1620
Ninfe deh voi, che da' vicini fonti ¶ tutto quant
190
1620
erbette e fronde, ¶ secche da' miei sospiri, ¶ dite, ditele
191
1620
l mio male, ¶ poiché da' miei sospir l'anima
192
1620
di queste macchie folte ¶ da me forse t'ascondi
193
1620
elle han di beltà, da te la prendo. ¶ Io
194
1620
te sol vivo, e da te sol ricevo ¶ l
195
1620
fai, per me respiri. ¶ Da me quegli occhi avari
196
1620
il cui fertil vigor da me non piova. ¶ Io
197
1620
me non piova. ¶ Io da te traggo, o mia
198
1620
guisa d'una fiaccola. ¶ Da che rischiara Bosforo ¶ le
199
1620
offusca l'emisperio, ¶ e da che Febo attuffasi ¶ nel
200
1620
O traesti l'origine ¶ da qualche dura pomice? ¶ Sei
201
1620
ad or a or da l'aura instabile ¶ agevolmente
202
1620
le labra appressavi ¶ fugge da lor, quasi i suoi
203
1620
e fremiti, ¶ ch'ognor da' mantici ¶ del petto essalano
204
1620
novo essercizio, ¶ l'uso da lui per celebrarlo appresero
205
1620
E tu Ninfa celeste, ¶ da cui pende, a cui
206
1620
che l'un voler da l'altro ¶ giamai non
207
1620
parete, ¶ ma questo cor da quello ¶ divider non potea
208
1620
tra le labra, ¶ uscian da' penetrali ¶ del'alme innamorate
209
1620
inesperto, ¶ percosso e lacerato ¶ da martelli e da chiodi
210
1620
lacerato ¶ da martelli e da chiodi, ¶ spine, vipere e
211
1620
l mio morire ¶ cominciò da quell'ora, ¶ che lasciai
212
1620
più tarda a svelarsi ¶ da questa nube oscura ¶ lo
213
1620
Tisbe, che cerca modo ¶ da parlar al garzone, ¶ ecco
214
1620
talora ¶ abbandonato in tutto ¶ da' fisici più saggi, ¶ quando
215
1620
a caso colta ¶ gli salute intera, ¶ così la
216
1620
mentre la morte attende, ¶ da un insensibil muro ¶ quella
217
1620
pur qualch'astuta via ¶ da ristorare i danni ¶ dela
218
1620
motivi, e sensi ¶ facili da sentire ¶ impossibili a dire
219
1620
pur tempo, e loco ¶ da disfogar alquanto ¶ le faville
220
1620
poiché più nulla omai ¶ da desiar m'avanza; ¶ né
221
1620
tua? ¶ Quante volte affidata ¶ da speme lusinghiera, ¶ ti figurava
222
1620
il giorno ¶ quand'io da te sparisco: ¶ rimanti, ah
223
1620
foro ¶ pur si traean da capo. ¶ Quando l'un
224
1620
l'ali eran portati ¶ da' fervidi sospiri, ¶ peròche quella
225
1620
avendo morso ¶ la ragion da frenarlo, ¶ e stimando follia
226
1620
Taceano gli elementi, ¶ e da silenzio grave ¶ le contrade
227
1620
e con fievol sussurro ¶ da venticel soave ¶ leggiermente agitate
228
1620
breve ivi il conduca, ¶ da per tutto l'ascolta
229
1620
negligente e crudele. ¶ Se da liev'aura tocco ¶ tenerello
230
1620
Eufrate, ¶ mentre loco procaccia ¶ da ricovrarsi in salvo, ¶ vede
231
1620
non resta, ¶ com'ei da gran tempesta ¶ di timor
232
1620
così quel core oppresso ¶ da soverchi tormenti, ¶ quando in
233
1620
già di cristallo, ¶ or da quel sangue bello, ¶ smaltato
234
1620
amor ti deggio, ¶ ben da bramar avrei ¶ più vita
235
1620
cadaveri essangui; ¶ in cui da nobil fabro ¶ fu l
236
1620
credi pure ¶ che quando da te lunge una brev
237
1620
ma peròche lasciando, ¶ qualor da te mi parto, ¶ ne
238
1620
Il buon Fileno, ¶ Filen, da cui la turba ¶ de
239
1620
farfalla malcauta, ¶ delusa ancor da quel secreto raggio ¶ che
240
1620
morte. ¶ Cari Etiopi adusti ¶ da' raggi di quel sol
241
1620
involaste, ¶ ch'anch'io da voi rapisca ¶ l'esca
242
1620
passi corti e lenti, ¶ da ricondur gli armenti. ¶ Lidio
243
1620
mare e come foco, ¶ di pensier, di pianto
244
1620
un tempo, inutil pianta, ¶ da' cui ruvidi rami ¶ nascer
245
1620
ad altrui, ¶ perché fuggi da me, s'ei da
246
1620
da me, s'ei da te fugge? ¶ Verrà, verrà
247
1620
sen fugge e vola ¶ da chi prenderlo tenta. ¶ Fileno
248
1620
se vuoi) ¶ canzonette leggiadre, ¶ da far mirabilmente ¶ risentir di
249
1620
di versi satolla: ¶ tanti da mane a sera ¶ ne
250
1620
e prese? ¶ Fu già da un pomo d'oro
251
1620
fai, ¶ son publiche ricchezze, ¶ da Natura a ciascun fatte
252
1620
Ma tempo è già da girne ove m'attende
253
1620
di tanta infelice ¶ gente, da me spietatamente uccisa? ¶ Laurino
254
1620
di debito il dimando, ¶ da te, ch'amata sei
255
1620
faticose esporti. ¶ Quel che da te richeggio, è meno
256
1620
ciò che 'l difende ¶ da morte, ha per sua
257
1620
stesso sei. ¶ Selvaggia ¶ Quando da me gradito ¶ fusse l
258
1620
è l'amor mio. ¶ Da te dunque deriva ¶ quest
259
1620
talor difetto ¶ di chi da ver non ama, o
260
1620
vere. ¶ Quel che tu da me brami, in Ciel
261
1620
o quella pur, che da rapace mano ¶ colta, in
262
1620
convien ch'io pur da te vinta mi chiami
263
1620
è nel mondo, che da voi lume non prenda
264
1620
che se ben talora da qualche importuno nuvoletto è
265
1620
qual se pur talvolta da maligna nebbia di sdegno
266
1620
non sì tosto uno da' vostri begli occhi ne
267
1620
il pregio vi cede, da voi vinto si chiama
268
1620
esser giamai o più da me dovuto, o più
269
1620
petto, lavato del continovo da due vivi fiumi di
270
1620
innocente, il quale svenato da mille strali, dimostra nelle
271
1620
o parlo o scrivo da voi sola mi viene
272
1620
Deh, volgi a me da que' felici colli ¶ dove
273
1620
a tanta pena, ¶ che da que' dolci lumi, ond
274
1620
o che l'anno da noi, mutando i giorni
275
1620
che spiega il volo ¶ da l'orno al mirto
276
1620
mio cantar inteso ¶ fu da più d'una ninfa
277
1620
formar lamenti, ¶ gonfie talor da' miei sospiri ardenti. ¶ XII
278
1620
mezo al foco. ¶ XIV ¶ Da che la terra in
279
1620
in vento. ¶ XV ¶ E da che poi dele fredd
280
1620
la vita mia mi la morte.» ¶ XXII ¶ Ma
281
1620
testessa altera. ¶ XXXIII ¶ Tu da me fuggi, e 'l
282
1620
e s'io fuggo da lei, più che non
283
1620
i miei dogliosi accenti, ¶ da me non lunge, e
284
1620
stato nostro. ¶ Io fuggo da' pastor, tu da me
285
1620
fuggo da' pastor, tu da me fuggi; ¶ tu col
286
1620
Alceo; ¶ Alceo per essa da Menalca ottenne ¶ quattro e
287
1620
forse. ¶ Già, pregandomi invan, da quel boschetto ¶ fin su
288
1620
avvenne; la qual, chiamata da Giove nella rassegna universale
289
1620
mi son lasciato prevenire da molti peregrini ingegni, ed
290
1620
sospetto d'adulazione, perché da animo così candido come
291
1620
spera ò chiede ¶ altro da bella donna alma, e
292
1620
languisco e pero, ¶ che da quegl'occhi ond'egli
293
1620
mio morir non voglio ¶ da sì begli occhi, e
294
1620
dolce aria oscura ¶ vinte da gl'anni andran le
295
1620
et à le Stelle, ¶ da' suoi confini tenebrosi, e
296
1620
Amore è quel, che misura e legge ¶ à
297
1620
fecondo ¶ vita e virtù da le sue fiamme accenso
298
1620
colora: ¶ e i vapori da le viscere anhelante, ¶ quasi
299
1620
dal suo gradito Amor, da la sua speme. ¶ Volano
300
1620
l'amorosa fiamma ¶ sgombra da lei la natural paura
301
1620
sagace Volpe, ovunque cova, ¶ da l'insidie d'amor
302
1620
Amor possente allaccia. ¶ Più da l'aureo quadrel l
303
1620
geme d'Amor, che da lo spiedo in caccia
304
1620
la scaccia, ¶ né disgiunta da quel meno si dole
305
1620
pur son già mai da scuri ò falci ¶ tronchi
306
1620
arretra; ¶ anzi tal hor da viva pietra à prova
307
1620
mille spoglie; ¶ hor più da questa man sperar non
308
1620
mio scempio. ¶ Qual te da queste luci invido intoppo
309
1620
imagine l'esempio; ¶ cui da mia man con torta
310
1620
onde, e vita hebbe da l'acque. ¶ 930 ¶ Saturno v
311
1620
spuma; ¶ un nuovo Sol da l'Ocean risorge, ¶ che
312
1620
alga le fasce. ¶ 96 ¶ Sorge da bassi gorghi, e cristallini
313
1620
un'orca affrena; ¶ tratto da' nuovi suoi curvi delfini
314
1620
si legge: ¶ e come da le belle ignude Dive
315
1620
egli è ver, che da le Ancelle sue ¶ fu
316
1620
l'agnelle. ¶ 110 ¶ Mostran Endimion da l'altro lato ¶ indi
317
1620
e creder vuò, che da quest'arme elette ¶ qual