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Giovan Battista Marino, La strage degli innocenti, 1632

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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rode, ¶ quindi esce fuor da la perpetua notte ¶ Furia
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Borea arsura o neve, ¶ da cui suggendo alte dolcezze
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lampadi le ciglia. ¶ E da le nari e da
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da le nari e da le labra smorte ¶ caligine
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Narciso, empio Fetonte? ¶ Questi da l’ombre morte a
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le presenti accorda. ¶ Vede da Dio mandato in Galilea
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e i tenebrosi orrori ¶ da le voci del Ciel
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e rotte, ¶ e vinti da gli angelici splendori. ¶ Vede
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ancella ¶ tragge di là da gli odorati Eoi ¶ l
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l’incatena e fascia ¶ da l’eterna prigion partir
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partir nol lascia. ¶ Poiché da’ bassi effetti egli raccolse
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in terra il riso, ¶ da queste cure stimulato e
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dal ciel, l’ombre da i marmi, ¶ por sossopra
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mar profondo ¶ crollar, spiantar da le radici il mondo
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in biechi ¶ torse colei da le tartaree sponde, ¶ e
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Parche inessorabili e proterve, ¶ da le cui man fur
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nel cor gli entrò da prima; ¶ poi da che
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entrò da prima; ¶ poi da che vide i tributari
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nel suo regno passar da strano clima, ¶ a rodergli
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sognando il male intende, ¶ da Giudea ne l’Egitto
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i senatori uniti ¶ fur da le guardie in ampia
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con paterno ¶ zelo armato da me sempre e nodrito
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fretta ¶ che precorsa sarà da la vendetta. ¶ Ore non
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fiamme del regno mio da curar poco? ¶ O deggio
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consigliarti io veggio: ¶ se da te fia discorde il
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riesca. ¶ Né dèe, tratto da l’impeto crucioso, ¶ altri
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che poi nel essequir da chi ben regge ¶ con
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destrutta ¶ abbia a restar da cittadina spada, ¶ povera signoria
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notturno innanzi: o fur da gioco e scherno ¶ falsi
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difesa avresti? ¶ o come da l’essercito lucente ¶ de
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come celarsi o dove ¶ da lui, che tutto vede
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impero. ¶ Quand’altro ben da così fatto scempio ¶ non
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sue trami ordisca, ¶ tutti da strage tal già sbigottiti
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corona tua machini inganno, ¶ da la fama a temer
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incorrotto, avrai ¶ loda immortal da gli uomini che sanno
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sua comandi. ¶ Or se da lui favoreggiato Erode ¶ con
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gl’indovini eroi scorti da quella, ¶ che con voci
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dura? ¶ Questo è ben da temer. Punir l’aguato
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fera voglia e lusingato ¶ da dolce suon d’adulatrice
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adulatrice laude. ¶ Sorge, e tosto a i principi
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ebrea ¶ la vide uscir da’ tenebrosi abissi, ¶ quanto si
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re d’indugio impaziente ¶ da l’empia crudeltà spinto
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suon del cavo bosso. ¶ Da timori solleciti si sente
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vista è tal che da ciascun veduto ¶ dèe, vie
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ch’apprestata è lor da lui: ¶ l’editto altre
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gl’oltraggi ebrei ¶ son da te non curati o
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il buon lignaggio ebreo da’ suoi furori, ¶ e che
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duol ristora e molce ¶ da le non vòte mai
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rai se stesso cela. ¶ Da sé solo compreso, in
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vacillaron l’Orse; ¶ e da l’alta immortal bocca
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quell’opra ¶ che commessa da me gli fu qua
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copia ammassa, ¶ gl’invia da cibi e vini eletti
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nari. ¶ Là drizza ratto da gli empirei scanni ¶ l
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e non matura, ¶ guarderà da l’insidie; ivi coverto
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materno, ¶ ecco in tanto da te per destra via
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egli mira e sente ¶ da l’alte cateratte il
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d’Africa i confini ¶ da sconosciuta origine sen viene
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muro fabril che sì da lunge ¶ Pelusio ad Eliopoli
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la stellata loggia, ¶ e da festive lacrime recisa ¶ apre
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coppia seguace, ¶ e già da l’altrui froda empia
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mura, ¶ non Ermopoli ancor da l’altrui spade ¶ stima
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v’effigiò d’Egitto. ¶ Da quest’opre talor famose
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Essecuzione della strage ¶ ARGOMENTO ¶ Da sublime palagio Erode mira
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Occaso, e pur sorgea da l’Orto. ¶ Fuggite, o
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pianger fur viste, e da pietà commosse ¶ al suon
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e con furor rapito ¶ da le braccia materne apre
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Qual giovenca talor se da pesante ¶ maglio o mazza
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che nacque di me da me dividi? ¶ io l
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carne è questo manto ¶ da natura contesto, e tu
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dolce albergo, anzi scatena ¶ da l’amara prigion l
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egual sembrava ¶ che distinguer da lui mal si potea
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sviscerarti, e così poi da lei ¶ sviscerato figliol potrai
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cara. ¶ «Saziati» disse «e da la madre ebrea ¶ incrudelir
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ferir più fere guise ¶ da questa destra», e qui
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disse, ¶ e spinto pur da pueril vaghezza, ¶ le man
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e ’n quella ¶ sembra da lupo insidiata agnella. ¶ Con
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è ch’io te da lui divida, ¶ ma perché
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e l’altra mamma ¶ da la faccia del ferro
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mai con dotto stile ¶ da la tua man la
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tenore ¶ fuor che ’nfanti da latte altri non cheggia
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e mal accorta, ¶ cui da senso l’amor, vita
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tanto di vigor le pietate, ¶ la ministra crudel
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fregi e ricami; ¶ or da ferro crudel ne’ vostri
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altere a vaghe ¶ che da la genitrice in prima
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tanto e torbida procella ¶ da mille spade in altra
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regni, ¶ che sien lunge da te fede e bontate
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cotal guisa ¶ quaggiù fin da quel dì rimase uccisa
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i denti. ¶ Sorto Erode da loco onde pur dianzi
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suoi furor perversi, ¶ più da presso si fece e
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pensar, spazia e passeggia. ¶ Da i fianchi aperti e
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i fianchi aperti e da le rotte fronti, ¶ vede
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ciel lume sereno ¶ saetti da tre lingue ira e
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si consola ¶ in tòr da terra i figli anco
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Il limbo ¶ ARGOMENTO ¶ Spinto da Erode il fier Malecche
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gia, quasi di pianto, ¶ da l’ombre sue caliginose
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sol per piacerti incominciar da’ miei». ¶ Mentre de’ suoi
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quella guisa ¶ che suol da gli Austri il combattuto
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voci a Dio ¶ che da’ colli di Ramma il
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va cullando, ¶ l’altro da fonti candidi e vivaci
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il brando rota, ¶ e da la nuca, ov’egli
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con quel che partorì da l’alvo, ¶ verso colui
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il letto. ¶ Vinta colei da la soverchia ambascia, ¶ gela
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anima stanca. ¶ Quei, strangolato da la propria fascia, ¶ si
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il capo scioglie, ¶ qual da l’omero molle il
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era per tutto. ¶ Braccia da’ busti lor tronche e
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gole strozzate; ¶ teste, quai da secure aspra divise, ¶ quai
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et esce ¶ l’alba da l’Indo e ’l
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tuo, sì come imposta ¶ da te stesso ne fu
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andammo e taciturni ¶ chiusi da l’ombre e da
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da l’ombre e da gli orror notturni. ¶ Presa
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ogni interno e circondati ¶ da custodi fedeli e guardie
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il tuo real commando ¶ da’ tuoi servi, signor, meno
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donna. ¶ Non lunge dunque da quest’alta reggia ¶ verso
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è tra noi, che da la fame astrette ¶ risepelir
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permette, ¶ e celar voi da quelle ingorde Arpie ¶ ne
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duo bambini -. ¶ – E tu, da la cui destra il
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ecco il primo fanciul da l’urna chiusa ¶ con
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bruna, ¶ e fa sospinta da crudel pietate ¶ tutto d
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di sangue ancor fumante, ¶ da cui non so non
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momento ¶ tratto, o come da lei trattato fosse) ¶ ne
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camera uscìa la sventurata, ¶ da lacrimoso coro e pien
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la vita mia?». ¶ Qual da poi che perduta aver
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nacque ¶ tanta pietà che, da soverchia angoscia ¶ impedita fermossi
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afflitta? ¶ così così ti d’oro e d
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la feminil famiglia ¶ tempo da ritener l’irata mano
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in te cade e da te stesso ¶ fu punito
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talor tronco repente ¶ o da ferro crudel traffitto al
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rivo, ¶ e, quasi onda da fonte, apre la vena
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i gemiti distinse, ¶ e da gli occhi rivolti al
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et io l’uccisi; ¶ da me l’onor de
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di odorati favi, ¶ così da’ veli lor tutte contente
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affrenò? chi vi ripresse ¶ da l’usato vigor, nembi
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le vendette, ¶ l’opra da far tra l’ira
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egli per voi; ¶ colti da dura man pomi acerbetti
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lavate; ¶ vittime prime e da rio ferro aperte ¶ al
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sfere; ¶ o dolcissimo duol, da’ cui martiri ¶ tutte le