parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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le macchine si spostano da tutte le parti e
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andando?» le grido. ¶ «Fuori da queste strade ingorgate di
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più forte. Siamo usciti da quel groviglio di lamiere
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case vengono continuamente lesionate da queste scosse che si
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dai turbini della morte da arredare di nuovo prima
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essere abbandonate ancora, lampadari da issare al centro di
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del motore sembra venire da sempre più lontano, da
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da sempre più lontano, da prima. ¶ «Io ero là
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l’uno all’altra da questa cinghia da traino
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altra da questa cinghia da traino per non venire
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chierica tagliata in due da una rasoiata... Chissà perché
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rombo del motore viene da sempre più lontano, intontisce
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di monaca appena arrivata da un lontano Paese del
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buio fitto rischiarato appena da quella lucina accesa sotto
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Fin dalla prima volta, da quando lui è entrato
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veniva dentro così forte da farmi sprofondare un po
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chiesina, fin dall’inizio, da prima, mentre vedevi e
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era riuscito a sollevarli da terra, li aveva trascinati
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peso, nella vecchia costruzione, da dove continuavano a venire
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facevo oscillare troppo forte da una parte all’altra
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è inclinato un po’ da una parte, come una
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perché era già passata da un paio d’ore
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me così a fondo da farmi sanguinare di nuovo
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mi aveva appena penetrata da dietro, da dove anche
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appena penetrata da dietro, da dove anche le donne
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eravamo usciti in fila da dietro la quinta, usciremo
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facevo oscillare il turibolo da cui si levavano nubi
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profondo che gli attraversava da parte a parte la
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ossa, quando è venuto da me subito dopo, anche
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di ordinarmi delle particole da consacrare, e ci eravamo
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istante, perché sta crescendo, da dietro, un boato forte
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intersecano soprelevate, sono spazzate da fiumane di luci nere
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anche se mi sembra, da un leggero rumore liquido
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stesse bisbigliando o cantando da sola, a fior di
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perché doveva essere allontanato da me, se qualcuno sapeva
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veste sopra la camicia da notte, sono corsa fuori
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la ringhiera di marmo da cui si vedeva la
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di nascosto, tu andavi da lui e lui ti
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volta, guardandolo nella penombra, da dentro la cortina nera
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bianco. “Devo essere io da sola a portare questo
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più incernierati. Mi spostavo da sola attraverso piccole stanze
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ero passato anch’io da uno di quei rifugi
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mentre ficcavi un ferro da calza in una narice
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Ero passato anch’io da un rifugio all’altro
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altro, poi ero uscito da quel turbine, ero entrato
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un altro turbine. Camminavo da solo, di notte, lungo
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ai processi. Era stato da poco rapito e ammazzato
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cielo nero è attraversato da aerei che volano verso
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Sei dovuto andare avanti da solo, e io quando
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buio... Ho dovuto staccarmi da lì, ho ripreso a
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a staccare gli occhi da quei piccoli corpi e
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quei piccoli corpi e da quei piccoli volti che
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che si vanno precisando, da quelle piccole bocche che
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morte. Che altro resta da dire... Chissà, in questo
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gradi? Per venire consumato da quella radiazione che viaggia
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bombardamenti, nei grattacieli attraversati da parte a parte da
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da parte a parte da aerei lanciati contro le
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e di sangue venuti da altri continenti pieni di
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queste immense città attraversate da crepe, ancora, ancora, ancora
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sento niente. Avverto solo, da qualche parte, la mano
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spaccati. Si sente venire da dietro un rumore assordante
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scorgere davanti a me, da molto lontano, un chiarore
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una figura in abito da sposa e scarpe da
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da sposa e scarpe da ginnastica bianche, che corre
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perdifiato nel buio crivellato da questo sfracello di luci
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organza... era un abito da sposa anche quello! E
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sul pavimento quell’abito da sposa ancora imbastito ed
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chiazza del suo vestito da sposa balenare nel buio
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nel buio, come se da quel punto si liberasse
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dentro il turbine sollevato da lei con la sua
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sua corsa in abito da sposa nelle città dei
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toglierà il suo vestito da sposa di fronte ai
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lasciato cadere il vestito da sposa davanti a me
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so cosa si vede da morti, ma non so
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cosa si vede veramente da vivi, perché la morte
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morte che correvano spuntando da quel vestito da sposa
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spuntando da quel vestito da sposa tenuto sollevato un
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chiazze delle sue scarpe da ginnastica che mulinavano bianche
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se venisse raggiunta anche da uno solo dei morti
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cominciano a venire giù da zone infinitamente alte i
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mare lungo sentieri costeggiati da piante di limoni su
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stata.’ Mi era venuto da dire così, in quel
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occhi il suo vestito da sposa, che ha indossato
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si staccano di colpo da quelle della mano di
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sventola e si contorce da una parte e dall
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franano, e poi saltando da un tetto all’altro
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a una a una da quel foglio azzimo, con
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dopo che ero tornato da Ducale addormentato e privo
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le vesti, e sentivo da infinitamente lontano le loro
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Suora Nera. ¶ Si getta da una parte, mi attira
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uno scivolo curvo, attraversato da parte a parte da
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da parte a parte da una crepa, che scende
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succedendo qui è difficile da raccontare, perché non ero
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c’era per terra, da traino, e ha avvolto
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cruscotto, vicino al perno da cui si levava la
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tutto inclinato che inclinava da quella parte anche il
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al buio, persone suscitate da morte che vi vengono
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sembrava sempre di venire da un’altra parte e
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un’altra parte e da un altro mondo. Adesso
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sembra ancora di venire da un’altra parte, da
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da un’altra parte, da un’altra parte e
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un’altra parte e da un altro mondo. Ve
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le strade, di notte, da solo, e vedevo intorno
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e che era già da una parte mentre credeva
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del mondo, che era da un’altra parte, che
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vita era stata saturata da quella violenza e da
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da quella violenza e da quella lacerazione e da
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da quella lacerazione e da quella profanazione. Quel silenzio
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tutta dentro la morte, da cui è cominciata questa
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se fossero tenuti uniti da un elastico al resto
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arrivava ogni tanto chissà da dove e che cercava
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di ritrovare il punto da cui era iniziata questa
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mentre conficcava quel ferro da calza nella narice di
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con la testa ricoperta da una crosta gelatinosa e
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buie che la serrano da ogni parte. Credo che
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qualcosa che si trova da qualche altra parte dentro
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Io desidero solo vivere da solo, lontano da questo
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vivere da solo, lontano da questo piccolo mondo perduto
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perché cerco di evadere da questa prigione buia? Perché
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suo infinito silenzio. ¶ Poi, da un leggerissimo fruscio di
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fila per essere confessati da lui in uno di
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fila per essere fotografato da morto, lungo quel corridoio
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dai bagliori che venivano da quello stanzino dove la
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sisma che sta attraversando da parte a parte la
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la morte. Mi ero da poco infilato la giacca
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d’acqua che scendevano da ogni parte e scavavano
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terra. Sono morto così, da solo, al freddo, in
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un altro modo, investito da una macchina mentre camminavo
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del mondo. Io sono da un’altra parte. Oh
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poi, subito, mi allontanerei da quel posto e ricomincerei
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storia dei vivi, separata da tutto quello che non
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stato fin dall’inizio, da quando l’uomo che
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formiche che si sollevano da terra nei loro voli
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abitanti di interi continenti da parte dei nuovi uomini
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ricomincia a parlare, ma da più vicino, come se
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con la sua bocca, da dietro, al mio orecchio
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tormenta, che non mi pace anche adesso che
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di sterminio di Treblinka, da Polonia, Bielorussia, Cecoslovacchia, Austria
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altri corpi più grandi da cui erano appena scaturiti
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lungo il corridoio attraversato da parte a parte dalle
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la morte, quando, proveniente da una delle stanze che
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sono affacciato alla stanza da cui avevo sentito venire
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perché, non so come, da ciò che emanava dalle
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perché ti hanno strappato da me, che ti tenevo
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continuando a correre, perché da morti si può correre
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corsa che ci divide da qualcosa di infinitamente vicino
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stati sconquassati e sconnessi da queste nuove scosse determinate
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queste nuove scosse determinate da quest’ultima tracimazione della
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Ci guardiamo in faccia da molto vicino, nella luce
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nero è stato spezzato da parte a parte dalla
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viste solo dall’alto, da dove sembravano buie e
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vedono tanto sono lontane da terra le cime dei
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attaccati e quasi saldati, da morti, perché se no
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suo, che è scosso da un brivido di esultanza
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mondo dei morti pullula da ogni parte di vita
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porte scentrate delle discoteche da cui erompe la percussiva
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strade continuano ad arrivare da un’infinita distanza quegli
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morto che sta camminando da solo sul marciapiede e
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abbastanza veloce a farsi da parte, di qualche coppia
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di grida. ¶ Allora viene da piangere anche a me
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mio corpo è scosso da questo primo pianto da
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da questo primo pianto da morto, che è diverso
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morto, che è diverso da quello dei vivi, perché
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vivi, quelle imprecazioni gridate da teste infuriate che sporgono
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la sigaretta nell’altra, da cui suggevano quell’aria
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mi sembravano morti animati da qualche inarrestabile energia elettrica
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solo la piscina coperta da una fredda cerata, a
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inverno, qualche palma illuminata da un riflettore posto alla
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aprivano a distanza azionate da fotocellule che continuavano a
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non veniva un suono da nessuna di quelle successioni
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e non potrei andare da nessun’altra parte. ¶ E
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piedi femminili morti tormentati da piccoli strumenti di metallo
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strumenti di metallo e da uncini maneggiati da altre
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e da uncini maneggiati da altre figure femminili attonite
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dopo la vita e da quella che viene prima
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Ma se sei risorto da duemila anni!» ¶ «No, quello
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piene di macchine guidate da morti che piangono dietro
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se qualcun altro sbucato da chissà dove stesse correndo
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avvertito all’improvviso anche da là dentro il vento
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balzati fuori dalle discoteche da cui viene quel rimbombo
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terra di schianto, perché da morti si può continuare
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corpo si è separato da quello del risorto, che
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allontana continuando a correre da solo alla testa dei
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spaccate, nelle piazze tagliate da parte a parte dalle
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una ragazza in abito da sposa» gli dico irresistibilmente
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si può fantasticare solo da morti, che d’un
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corsa, col suo abito da sposa, i suoi occhi
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che allora mi veniva da pensare improvvisamente: “Verso cosa
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morte per farle dipingere da altre mani morte negli
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spalle, continuano a domandarsi da quale morte si sono
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pensare e a fantasticare: “Da quale morte ci siamo
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cerca di altri morti da raggiungere dentro la morte
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perché tu possa uscire da questa tomba ed entrare
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vederci. Ma ho capito, da un leggero movimento nel
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movimento nel buio e da un suono lieve, che
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braccia verso la pietra da cui mi ero appena
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a distendersi sulla pietra da cui mi ero appena
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e si sentivano venire da dentro i gemiti disperati
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nessuno dei due uscire da quel sepolcro. Eppure adesso
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mia voce stava gridando, da qualche parte della vita
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della morte. Sentivo, come da lontano, da infinitamente lontano
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2015
Sentivo, come da lontano, da infinitamente lontano, la mia
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la mia voce gridare da qualche parte: “Oh, Signore
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per qualche istante, atterrite da questo grido. ¶ E poi
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voce che mi parlava da vicino, nel buio, «se
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fai risorgere i vivi, da che cosa fai risorgere
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è dentro la vita, da che cosa fai risorgere
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create?» ¶ «Io sono fuori da questo cerchio. In me
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preso il tuo posto da vivo. Perché tu hai
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preso il suo posto da morto.» ¶ «Allora lo vedi
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e si sentivano venire da dietro i poveri muri
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resurrettore!” gli ho risposto. “Da dove salti fuori?” mi
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qui? Che cosa vuoi da me?” mi ha chiesto
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ho provato a domandargli, da dove mi trovavo, dal
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per un po’, lontano da me stesso, ammutolito, annientato
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mondo dei vivi o da quello dei morti. Mi
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due, per farla risorgere da questa parte, e trascinare
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d’aria che scaturiva da qualche punto invisibile del
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risorgerai» mi ha detto, da molto vicino, tranquillamente. ¶ «Perché
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Ho cominciato a sciogliermele da solo, nel buio più
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roccia, accanto alla pietra da cui mi ero appena
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era nera. Sono scaturito da quella fenditura. Fuori era
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sembrava di essere uscito da una tomba e di
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sono stato fatto risorgere da lui e che sono
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notte, atterriti, mentre salivano da qualche punto infinitamente profondo
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causa credono siano determinati da scontri immani di pareti
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risorti una seconda volta da morte continuavano ad avanzare
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strade, che stavo ripercorrendo da morto risorto una seconda
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che avevo appena percorso da morto risorto una prima
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dentro la prima volta, da morto. ¶ Mi sono avvicinato
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Mi è venuto ancora da piangere. ¶ «Ma io ho
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bende che stavo liberando, da infinitamente vicino, dal buio
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quando tu sei risorto da morte e sei tracimato
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voci venire dall’esterno, da oltre la porta dai
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vivi, ma mi sembra, da un lieve soprassalto del
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del suo respiro e da un movimento all’indietro
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seduto, con un piede da una parte e l
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i morti, dall’incontrario, da prima ancora, da dietro
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incontrario, da prima ancora, da dietro. ¶ Mi alzo anch
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morti terrorizzati che vagavano da una stanza all’altra
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quello che si fantastica da morti è ciò che
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che si viene fotografati da morti! È così che
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si vedeva ogni tanto, da fuori, da quel corridoio
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ogni tanto, da fuori, da quel corridoio immerso nell
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la farò. Verrò abbandonato da me stesso prima del
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cui luce riflessa arrivasse da uno spazio e da
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da uno spazio e da un tempo ormai al
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una sterminata città formata da una moltitudine di città
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allontanarle a tal punto da non farle più incontrare
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ma deve pur esserci da qualche parte, in una
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delle scosse violente seguite da altre scosse di assestamento
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primo sonno di morto da quelle grida e da
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da quelle grida e da quei singhiozzi e quei
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fracassati e compenetrati causato da un terremoto, non come
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crescono sempre più, alimentati da guerre umane, catastrofi, epidemie
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più spaccata in due da questa compresenza e da
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da questa compresenza e da questa immobilizzazione e da
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da questa immobilizzazione e da questo fronteggiamento. Significa che
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che salute può venire da lei?» ¶ Il medico ride
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morti! È una cosa da non credere. Donne e
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mai dato dentro come da morti. Sta prendendo piede
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a cunicoli escretori attraversati da sbarre di luce fracassate
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intasati di messaggi venuti da chissà dove, da chissà
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venuti da chissà dove, da chissà chi, che palpitano
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ne accorgerà anche lei, da qui a un po
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mio piano in abito da sposa, di fronte alla
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il mio primo sonno da morto e dove poi
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grattacieli fatiscenti e vertiginosi da dove arrivavano le voci
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si trova all’improvviso da un’altra parte, si
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più in alto, abitati da donne e uomini morti
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2015
ne sto al buio, da solo, nella mia piccola
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2015
crepe che le attraversano da cima a fondo. “La
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2015
di morti che vagano da una stanza all’altra
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2015
nuove crepe che attraversano da parte a parte pareti
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Anche lui si siede, da qualche parte. ¶ «Tu chi
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hanno le gambe poste da una parte e dall
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2015
testa. Chiude gli occhi. ¶ Da fuori continuano a venire
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mai raccontate, la rileggevo da solo durante gli esercizi
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testa ben pettinata ricoperta da quell’involucro trasparente su
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dice: “Signore, è sepolto da quattro giorni, puzza! Sotto
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sembrava di non essere da nessuna parte, eppure c
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2015
che si sentono venire da fuori, da sopra, da
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2015
sentono venire da fuori, da sopra, da qualche parte
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da fuori, da sopra, da qualche parte. Chi è
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aspettando chi li resuscitasse da morti. Non si sentivano
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sussurrato d’un tratto, da molto vicino alla mia
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avuto molte altre cose da dirgli, con la mia
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tratto la sua voce, da vicino, dal buio. Poi
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la testa fuori, gridando. «Da dove vengono queste scosse
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qui è tutto morto? Da dove viene questa forza
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quei pianti che riempiono da tutte le parti il
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fragore ancora più forte, da quel numero enorme di
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che un’altra voce, da qualche altra parte, in
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vanno mentre stanno dormendo da vivi. Noi non sappiamo
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andiamo mentre stiamo dormendo da morti. Tutto, tutto, tutto
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2015
vi disperate e piangete da tutti questi grattacieli morti
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E allora perché sento da tutte le parti questi
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2015
a raccontare i vivi da vivi, se si è
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a raccontare i morti da morti, se noi divoriamo
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suo numero, come quando, da vivi, si fa la
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nera non ancora folgorata da un lampo di luce
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memoria non ancora attivata da un fotosensore tormentato da
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da un fotosensore tormentato da una parvenza contrapposta di
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dentro è così forte da attraversare come un velo
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di tanto in tanto da quel lontano uovo di
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dall’altra parte, chissà da quale altra parte, con
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interno fosse così forte da cancellare per un istante
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la luce provenga direttamente da lei, dal suo corpo
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ascensore, con quell’abito da sposa!» provo a dire
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sua bella testa sormontata da una nuvola di capelli
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morti, non i vivi da morti! Hai fotografato tu
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col suo leggero vestito da sposa che emana luce
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ha accolto in abito da sposa all’arrivo, quando
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acqua tiepida che prendevo da un pentolino. E un
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rinunciato» mi interrompe, guardandomi da vicino con i suoi
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e inturgidito dalla fasciatura da cui lo avevi appena
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sangue secco che faceva da collante, anche qualche goccia
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viaggiatori arrivati col treno da molto lontano, nelle ceste
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con il soffitto sfondato da cui di notte si
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Turchina con l’abito da sposa ancora imbastito disteso
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attorno a me, ma da lontano, con la tua
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sei venuto più vicino, da dietro, mi hai guardato
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anche tu quella vibrazione, da qualche punto del parco
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dall’alto in abito da sposa. Non so se
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se mi hai vista, da qualche punto del parco
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Sono passata nella camera da pranzo, nella cucina del
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Sono entrata nella camera da letto di Turchina. Il
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Turchina. Il suo abito da sposa ancora in prova
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chinata per guardarlo più da più vicino ancora, ho
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nel varco dell’abito da sposa, lo stesso con
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ondata di morti, quando, da un rumore leggero dietro
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a terra il vestito da sposa e un istante
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respiro, ma dall’interno, da dentro. E allora hai
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ancora più vicini, perché da morti si può essere
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niente, non vengono suoni da nessuna parte dello spazio
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spazio, del tempo, neppure da quel corridoio che c
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carne rigettato con furia da un altro corpo, concepito
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concepito nove mesi prima da un soldato reduce dalla
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su questo pianeta e da sei anni di campo
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campo di concentramento, e da una domestica non più
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cuore della notte, investito da una macchina mentre camminavo
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essere andato di persona, da vivo, nell’aldilà e
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primo che vi racconta, da morto, quello che succede
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disattivando. Questo siete voi da morti, sono i vivi
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morti, sono i vivi da morti, non i morti
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pronte a balzare fuori da qualche pertugio del loro
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un’ultima volta qualcosa, da qui dove sono, da
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da qui dove sono, da dopo, da prima. Vi
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dove sono, da dopo, da prima. Vi farò arrivare
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che possano essere intesi da voi, da questo tempo
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essere intesi da voi, da questo tempo compresente e
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carovane dei morti. ¶ Viene da ogni parte un rumore
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come bendati. Macchine guidate da morti e piene di
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alzano in volo guidati da piloti morti e tutti
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gli occhi socchiusi, velati da quelle lacrime che si
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c’è nessun tassametro da guardare durante il viaggio
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per l’ultima volta da dietro i vetri le
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cellule divorate. Escono imbambolati da quelle pance piene di
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sono andati per separarsi da tutto e da tutti
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separarsi da tutto e da tutti e sparire, dopo
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e piove a dirotto da tre giorni e tre
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un bagliore, un riflesso, da nessuna parte, dalla terra
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ma percorso dall’incontrario, da dentro. Il fragore sale
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un suono di finimondo da quella poltiglia di figure
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la ringhiera di marmo da cui si vedeva sul
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larvale che usciva ingigantita da un microfono a gelato
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intorno come per proteggerlo da quell’intruso che gesticolava
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fronte ai vostri occhi da cui una mano ha
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di una città formata da molte città o di
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penombra. Siete già scesi da quella macchina buia gremita
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anche solo a concepire da vivi, perché non smette
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una ragazza in abito da sposa che vi aspetta
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sfilando una tessera magnetizzata da una fessura, con le
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la cameriera in abito da sposa non c’è
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sulle sue guide, mentre da fuori continuano ad arrivare
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rincasando in piena notte da solo, sprofondato nei suoi
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grattacieli, a vederle così da vicino, sono in rovina
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fragore che avevate sentito da dentro, anche se le
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sonno dei morti. Arrivano da tutte le parti quei
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si muore. Si sentivano da tutte le parti i
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risponde qualcuno dei morti da uno dei grattacieli vicini
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grattacielo, gridando. «A guardarle da lontano, le città dei
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bagliore di luci, ma da vicino sembrano abbandonate, le
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risponde una voce diversa da un’altra finestra dello
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mia voce sta dicendo da qualche parte, nella pioggia
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ci fosse più niente da dire, come se si
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le teste quasi cancellate da queste muraglie d’acqua
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reale portata al macello da chi credeva che si
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sia uscita di nascosto da quella cantina, e che
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attraverso la Russia vestita da contadina, e che poi
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vengono dopo e non da quelle che vengono prima
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che le sta accarezzando da dietro i capelli incollati
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sussurra Lenin, con dolcezza, da dietro. ¶ «Perché?» gli domando
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morti spaccato in due da questo sisma e da
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da questo sisma e da questa tracimazione di vita
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col mio corpo inondato da quella massa liquida che
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strapiombo dal cielo, crivellato da quelle miriadi di gocce
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come si può fantasticare da morti nella morte che
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morte che viene prima, da prima, da ancora prima
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viene prima, da prima, da ancora prima, e che
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e vessilli fatti sventolare da mani morte, con esaltazione
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poi altri canti, scaturiti da gole e da bocche
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scaturiti da gole e da bocche che si stanno
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precipitando, perché arrivano anche da zone di buio molto
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questi canti che vengono da così in alto?» provo
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succedendo?» domando, a qualcuno, da qualche parte. ¶ «La tracimazione
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cominciata!» mi risponde Anastasia, da questo oceano di pioggia
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quei corpi che oscillano da tutte le parti?» domando
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si solleva di colpo da una parte, si capovolge
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capovolge, iniettata in alto da uno strato ascensionale di
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che mi sta gridando da qualche parte, nel buio
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voce le sta rispondendo da qualche parte, nel buio
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l’ho già portata da vivo la rivoluzione dentro
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prima! Io non porterò da morto la rivoluzione dentro
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che la sta contemplando da vicino con adorazione infantile
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sento più. Sto correndo da qualche parte, da solo
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correndo da qualche parte, da solo, in questa pioggia
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Noi siamo un po’ da una parte e un
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per la prima volta, da prima! Perché se tu
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dice la sua voce da bambina impiccata, dall’alto
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ho fatto a impiccarmi da viva se mi sono
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per la prima volta da morta?» ¶ «Eppure io mi
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suo corpicino che pende da una corda fissata a
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le piccole gambe nude da cui scola l’acqua
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ancora più vicino. Guardami da più vicino. Vieni con
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la guardo, la guardo, da più vicino, da adesso
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guardo, da più vicino, da adesso, da prima, tenendole
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più vicino, da adesso, da prima, tenendole abbracciate le
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dico ancora, le sussurro da più vicino, nella pioggia
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ma era una fotografia da cui non ti si
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durante la tua messa da tracimata, nella vita che
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un’altra casa, lontana da quella dove tu eri
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informatiche, raggi che attraversano da parte a parte le
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voci femminili e maschili da questo infinito buio, gridando
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siamo morti!» gli rispondono da altre torri. ¶ «Ridiamo perché
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che viene prima.» ¶ Poi, da queste foreste sterminate di
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che esce a distesa da un gran numero di
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la morte! Noi combatteremo da dentro la morte la
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noi!» mi stanno gridando da tutte le parti, nella
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la pioggia. ¶ «Devi stare da una parte o dall
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noi?» mi stanno gridando da un’altra parte, facendo
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tu!» mi sta gridando da lontano una voce. «Vieni
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Non capisco chi è, da dove chiama. Però non
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grida che sta venendo da tutte le parti, due
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un’enorme massa buia da cui filtra un fervore
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di luci nere e da cui si eleva una
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le loro grandi mani da contadini e mi accompagnano
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tracimati, noi eravamo già da allora agli ordini del
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venendo incontro lentamente e da grandi distanze. ¶ Cammina piano
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ci veniamo incontro, lui da una parte e noi
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corridoio ammutoliscono, si fanno da parte per lasciarci passare
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con il suo grembo da donna che non si
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con il suo grembo da donna, di fronte a
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voci morte che vengono da ogni parte del continente
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occhi per le vertigini. ¶ «Da qui si vedono tutte
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su cui mi mettevo da vivo, mi metterò, a
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morte che viene prima. Da qui possiamo vedere le
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Mi sporgo a guardare, da questa altezza vertiginosa, nel
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che copre il mondo.» ¶ «Da qui non si può
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primi vivi già tracimati da vivi nel continente dei
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dicendo la sua voce da un punto infinitamente vicino
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dal buio «io scenderò da questa altissima torre, piano
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di tracimati, come camminavo da vivo nella morte che
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Quali guerre hai comandato da vivo se le guerre
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ho fatto a scendere da quella torre, da solo
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scendere da quella torre, da solo, mentre il tracimatore
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sulla sua cima, contemplava da quell’inconcepibile altezza l
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essere corso fuori anche da quei corridoi vasti come
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voragini sotterranee dei morti da cui sono appena fuggito
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dice improvvisamente una voce, da qualche parte, nel diluvio
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barbetta avvitata un po’ da una parte, e quella
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Le ho sentite raccontare da quel vecchio Gagà mentre
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una notte, e arrivavano da fuori i rimbombi dei
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artificiali che stavano esplodendo da qualche parte, quando ero
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e restavano a fissare da lontano quell’omino paralizzato
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sul suo bel volto da cui scola l’acqua
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morti sono ancora attraversate da parte a parte e
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morti non hanno niente da perdere, neanche la vita
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scuotendo la testa calva da cui scola l’acqua
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neri tra i boschi, da cui sbucavano uomini in
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morti!» mi risponde allontanandosi da me nell’infinito buio
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divide il cielo sotterraneo da quello emerso dei morti
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dopo che sono entrato da quella porticina nera, e
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immensi spaccati di case da cui veniva quel continuo
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e che si squarciano, da cui vedo improvvisamente affiorare
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genitali maschili che erompono da altri corpi, correndoci vicino
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con il volto fasciato da questa carezza nera, nell
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un clangore così forti da assordare” mi dico. “Invece
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questo buio, vedo balenare da lontano un intenso bagliore
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sono io!» mi risponde da lontano la sua voce
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sentire le voci anche da enormi distanze come se
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il volto tutti fasciati da questa garza buia di
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a raggiungerti!» le grido da qui, muovendo la bocca
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riesce a sentire anche da così lontano. «Io ti
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bagliore del suo vestito da sposa che corre alla
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dei suoni, delle voci, da qualche parte, da lontano
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voci, da qualche parte, da lontano, da fuori. ¶ “Dove
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qualche parte, da lontano, da fuori. ¶ “Dove saranno quelle
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e quella porticina nera da cui sono entrato?” mi
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e il volto lambiti da quel fiume di bandiere