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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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1920
Allora, perché Giulio andava da sé alla banca, invece
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tanto con la libreria, da non correre più nessun
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Perfino lusingato che ormai da tre anni la cosa
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Nicchioli, che aveva fatto da vero il favore di
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nei paesi qualche cosa da comprare. ¶ Enrico faceva il
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fortunato, e anch'essi da prima stavano bene; poi
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anche lei? ¶ — Io? No, da vero. Anzi, ci ho
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piacere. ¶ — E io campo da signore per dispetto a
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mi son fatto mandare da una delle migliori tenute
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i ponci li faccio da me. Mezzo litro di
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se non avesse tempo da perdere. Giunse, per la
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collo come se avesse da accomodarsi il solino. L
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gli chiese: ¶ — Erano belle da vero? ¶ — Meravigliose! Con una
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io, mi chiedete sempre da chi l'ho saputa
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e gliele porse: ¶ — Vai da Cicia, e compra due
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hanno bisogno di vestiti da inverno. ¶ — Glieli farai comprare
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a preparare alcune fatture da riscuotere. Mentre scriveva, entrò
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amico, uno di quelli da confidenze. Gli pareva che
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non voleva ingannarli. ¶ Giudicatosi da sé, accettava soltanto la
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Già: è una fortuna da vero! Ma io non
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Le pere sono belle da vero! ¶ Enrico chiese: ¶ — Posso
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casa? C'è altro da comprare? ¶ Il fratello gli
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avevano comprato il parmigiano da grattare su i maccheroni
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Era capace di alzarsi da tavola, quando aveva finito
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che era una sconvenienza da pazzo. Queste cose deliziavano
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agli altri fratelli; e, da quanto aveva impippiato, moveva
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di fare il viso da ridere; e se qualcuno
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non ho aperto bocca da quando sei venuto! ¶ — Non
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per fare una bravata da smargiasso. Era un riso
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e come se avesse da leticare: ¶ — Sei sicuro che
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ho capito, due fogli da cento. ¶ Niccolò fremeva: ¶ — Digli
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per me. Io compro da quelli che non sanno
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sussultando: ¶ — Questa è bella da vero! Trovatene un altro
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detto: o che hai da ridere? Perché mi ricordavo
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una per te. ¶ — Certo! Da qui in avanti, farò
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altra volta, questiono per da vero. Perché io sono
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conoscere. Io vengo qui da amico; e potete essere
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lo guardava, in piedi, da dietro la scrivania, sentì
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libreria; e voleva bene da vero a tutti e
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fratelli. ¶ Aveva una bocca da bambino, e l'arricciava
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Guardava, abbassando la testa, da sopra le lenti. ¶ Il
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Quasi involontariamente, gli venne da scherzare anche con lui
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una sedia! ¶ — La prendo da me. ¶ — Non ci mancherebbe
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per rientrare in città da Fontebranda. La strada di
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ho fatto, non esigo da voi altra sincerità... Voi
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basta!. Ci conosciamo fino da ragazzi... e sarei pronto
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chiedo soltanto di trattarmi... da amico... perché non credo
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il pesce. Ci vado da me, perché lo voglio
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fresche? Non c'è da fidarsi! Datemi i denari
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la casa di provviste da mangiare; ed ella doveva
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testa, ma le venne da ridere. Egli, allora, seguitò
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faccio bizze: sono stizzita da vero. ¶ — Come ti devo
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dal cavaliere Nicchioli. ¶ — Vai da chi ti pare! ¶ Niccolò
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parlava a distanza, sempre da sgarbato. Vedendolo entrare più
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che ce lo stenda da me. Meno che io
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Niccolò, per non passare da debole dinanzi al fratello
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ho portato sempre rispetto, da buon cognato, ma ora
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mia moglie ci penso da me. Basto io! ¶ Giulio
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me ne occupo. Farete da voi. ¶ Giulio chiese, come
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chiese, come se riflettesse da sé, a voce alta
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voluto piuttosto essere rovinata da vero che trovarsi lì
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tempo, meravigliata. Ben lontana da indovinare che Giulio le
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stato disposto a dare da vero dieci anni della
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Vestivano alla buona, cucendo da sé; e di grazioso
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perché credevano che avessero da dirsi cose troppo insulse
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dirsi cose troppo insulse; da nascondere. Quando la zia
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quando riadattarono l'entrata. Da ambedue le parti, congiunte
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di una scala messa da qualche contadino tra i
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le sue campagne sparse da per tutto. Più in
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alle due sorelle venne da ridere. ¶ Poi, giunsero ad
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tempo, dovevano sempre rifarsi da capo. Non pensavano a
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più lunga, perché avevano da dirle un gran segreto
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io. Mi ci viene da piangere. ¶ — Aspetta a quando
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per arrivarle. ¶ — C'è da bucarsi le mani. ¶ Erano
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braccetto: ¶ — Zia, Chiarina ha da confessarti una cosa! ¶ — C
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tu porti l'ambasciata? ¶ — Da sé non te lo
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Te lo dirà Chiarina da sé! Io non voglio
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siete grandi e grosse, da marito! ¶ Lola chiese, ridendo
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marito! ¶ Lola chiese, ridendo: ¶ — Da marito? ¶ Modesta, allora, cercò
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detto la cognata. Ma da solo non riesciva a
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il giovine; e aspettava, da un giorno all'altro
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probabilmente d'una fisima da donnicciole, e Niccolò garantì
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Allora, Giulio volle impegnarsi da solo a fare per
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che una abbia trovato da sistemarsi bene? ¶ — Giulio, lo
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O perché? ¶ — Perché io, da qui in avanti, più
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giubba, scappò. ¶ Giulio escì da dietro la scrivania, e
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ragioniere Bruno Pallini, impiegato da un anno al Demanio
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siccome non trovava niente da dire, sorrise tutto imbarazzato
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disse: ¶ — Non c'è da far caso più di
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a staccarne almeno qualcuno da dove li tengono chiusi
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se è un partito da farsi. Si fidi di
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fratello: ¶ — Ti sei addormentato da vero? ¶ Niccolò se ne
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pazzo che dovette fuggire da Siena, quando scoprirono che
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detto, la conosce fin da bambina... Come fa schifo
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messi finti. È andata da un dottore americano, che
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c'è né meno da scegliere, così! ¶ — E chi
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che non aveva niente da proporgli, e fingeva di
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separarmi dai fratelli? Ormai da tanti anni stiamo insieme
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altri! E, pure, trovano da ridire anche sul mio
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voglio vedere alla prova, da qui a qualche giorno
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grosso, che vorrebbe trapelare da sé. Ma, allora, aspettate
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si fece portare fuori. Da principio, voleva stare zitto
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Pareva che Giulio escisse da una malattia lunga. Emaciato
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opportuno farne una discussione da passatempo. Però, egli aveva
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siamo capaci a slegarci da quest'impicci! Faremo ridere
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Come se fosse ammattito da vero, tremando tutto, baciò
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è venuta? ¶ Egli entrava da una stanza a un
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Voi, piuttosto, che volete da me? O se io
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io volessi vivere solo da qui in avanti? Toh
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chi non ha niente da pensare. Al macero! ¶ E
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e sbatacchiava le mani da per tutto. ¶ Giulio se
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dolore, che doveva sopportare da solo, si fece più
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non avere più nulla da chiedere; né agli uomini
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quel che avevamo avuto da nostro padre. Se non
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illusione. Nessuno può pretendere da me che io non
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tordi? Li ho visti da Cicia, legati a mazzi
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Niccolò, con un tono da gradassata insolente, rispose: ¶ — A
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tu comprerai i tordi da Cicia. Vi manca altro
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a Giulio: ¶ — Vogliamo andare da Ovile a Pispini? ¶ Il
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di case in mezzo, da un'altra parte della
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disse: ¶ — Domani avrei bisogno da lei di una gentilezza
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Ma gli pareva già da un tempo incalcolabile e
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si sentì invadere come da un delirio senza scampo
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animo deliberativo dipende soltanto da me; finché io non
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perciò, mi sono illuso da vero di godere e
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che, con una rapidità da far paura, era doventata
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avesse a fare visite da insuperbire; e, solleticando il
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quasi bianco. Un cipresso, da sopra una sporgenza che
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erano ghiottonerie e robe da mangiare. A casa disse
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vivacità che credeva approvata da Niccolò: ¶ — Se non trovi
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sentiva le ciglia chiudersi da sé, su gli occhi
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a comprare la cambiale da qualche tabaccaio, purché non
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che lo si tratti da persona educata! La colpa
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E tu che hai da guaire contro di me
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Egli esaminò la firma, da tutte le parti; e
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mezz'ora soltanto! Alzati da sedere! ¶ Egli prese la
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odore che veniva sempre da quegli uffici. Molta gente
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con un sorriso convenzionale; da commerciante conosciuto e accreditato
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Soffiò meticolosamente la polvere da su la scrivania; quasi
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la testa e sogguardare da vicino e contro luce
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io e potrà parlare da sé! ¶ Enrico chiese: ¶ — O
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chiese: ¶ — E dove hai da andare? ¶ — Vado a giocare
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se si fosse ritrovato, da un giorno a un
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non ci fosse stato da prendere né meno una
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c'era più niente da sperare! ¶ Giulio cadde in
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Allora a Niccolò venne da ridere; ma a vedere
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c'era altro, dunque, da inventare acciocché egli fosse
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anche a Niccolò? Sapeva da sé quello che ormai
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suoi pensieri si purificassero da sé, a contatto di
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insieme, come non facevano da anni; e insieme non
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se fosse stata staccata da esso con un taglio
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e torcendosi tutta, quasi da cadere insieme con lui
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farle male a staccarla; da quanto mi stringe! ¶ Ma
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una parola cattiva! ¶ — Vai da lei! ¶ Niccolò andò in
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e la torre crettata da cima a fondo. Dentro
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l'una dall'altra da spacchi e da tagli
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altra da spacchi e da tagli quasi bizzarri, alla
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venuto. ¶ — È vero: soltanto da ragazzo, ma allora non
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capivo. ¶ — Ci tornerà, ora, da sé? ¶ — Chi lo sa
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e non avessi niente da fare, perché mi venisse
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E non vorrei ricominciare da capo. Pare che la
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allora. Egli era troppo da più di lui, perché
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si mise a guardarla da tutte le parti; sentendo
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molto. Li sentiva venire, da tutte le parti. Non
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e le scarpe imbullettate; da contadino. ¶ I due fratelli
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fiori già putridi, caduti da qualche ghirlanda: anch'essi
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non aveva mai tempo da perdere. ¶ Era un cielo
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faccia? ¶ — Io, invece, giro da San Marco. ¶ — Perché? Andiamo
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andarci. ¶ Soltanto Modesta aveva da parte qualche centinaio di
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mi son già sistemato da me; e voglio pensare
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di cavare qualche cosa da lei; perché Niccolò, che
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metà della cambiale firmata da vero. ¶ Enrico non voleva
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non ci ho niente da guardare. L'avrei messa
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con la bocca livida; da cui non esciva più
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piedi! ¶ I suoi amici, da un bugigattolo buio e
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Credi di averci molto da campare? ¶ — Che m'importa
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mi potete far morire da vero, con la gotta
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non avevo né meno da mangiare! Se fossi un
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vagabondi, che la insozzavano da non respirarci più dal
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il bugigattolo: ¶ — Volete niente da me? ¶ Quelli non risposero
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chiesto se volete niente da me. ¶ Uno gli disse
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porto io. Devo venire da quella parte per preparare
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trovato ancora né meno da spilluzzicare. Il vecchio stava
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mattina. Tu non hai da compicciare niente in tutta
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altri alzarono gli occhi da terra; e lo guardarono
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e, una notte, preso da una nuova crisi di
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coccio e fecero comprare da Modesta tre croci eguali