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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Magalotti, Lettere su le terre odorose a monsignor Leone Strozzi, 1705

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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di questo tesoro, risguardato da essa con disprezzo, intanto
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considerabile, e così gagliardo da non averlo a braccheggiare
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una listra, che ho da avere, delle diverse sorte
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Lei, e ciò dependentemente da un acquisto fatto la
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Porcellane, posso dire fino da ora a V. S
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questa guerra a fare da tamburino, e già ho
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compone troppo più che da Empoli. Qui sono dietro
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e infino di là da’ monti ho dato ordini
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Skink Schans all’Evola da potervi finire i miei
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volta, statavi la prima da Contessa di Petting. A
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A considerarla per distesa da una Dama, è assai
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tele distinte, in una da dritto e in un
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e in un’altra da rovescio con l’attenzione
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aliti diversi, che spirano da altre pietre, di che
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assai ricche, e poi da ultimo datole due o
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tener coperto lo scatolone da capo a piedi con
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altro tutti i profumi da inverno, in un altro
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un altro tutti quelli da state, e così di
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bell’onore ci sarebbe da farsi per chi avesse
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subito un mare magnum da non uscirne così con
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Ma lasciando questa difficultà da parte, io ne trovo
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verranno una serva olandese da una parte e una
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che io le parlo da buon servitore, le dico
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ci riesce di cavare da Amburgo, dove ho già
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in corpo il pezzo da incastrarvisi. ¶ Nel passo di
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forse maggiore si legge da alcuni per Francesco. Dopo
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scritto a Dresda fino da Pisa per la pietra
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è riuscito di cavare da diversi amici, impegnati dalle
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e parte a procurarmene da altri amici loro. Tutti
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i marmi, quando passerà da quel protocollo di cartone
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de’ Buccheri, e che da un palchetto del più
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la vostra sig. Cognata da doverlo voi descrivere assai
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voi descrivere assai diversamente da come descrisse Dante quell
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gettare colui dalla finestra da’ suoi staffieri, V. S
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la grazia d’ottener da voi. «Cmod iv fatt
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cui si trovava irrorato da quel lungo passeggio su
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Savio: essere assai più da grand’uomo il saper
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per troppo apertamente smentita da tutti quei Buccheri, che
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per parlare alla Castelvetra) da alcuna esoticità, né di
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dal carattere di scrivere da uomo di Corte e
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infilzata di etimologie dedotte da lingue orientali. Verissimo: ma
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menzione di colui citato da Elio Lampridio in Eliogabalo
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ancora labefattata la mia da quella sontuosa coperta del
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fumo. A me non fastidio l’indugio, perché
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me ne vengono tuttogiorno da più bande. Io dubito
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che il mio nome da principio e il vostro
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principio e il vostro da ultimo, e chi insino
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scrivere a una dama da cavaliere, e non da
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da cavaliere, e non da letterato; che però professai
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di Cicerone, che mi campo, se ben mi
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a insegnare a guardarvi da quelle letture, che per
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se a sorte diceste da vero, sappiate che io