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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matteo Bandello, Canti XI de le lodi de la signora G. di Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicizia, e con altre cose entro poeticamente descritte, 1545

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
1
1545
dice un altro, come da sé il core ¶ si
2
1545
e insieme seguitarla. ¶ So da lunge brusciar, gelar d
3
1545
fiero male. ¶ 44. ¶ Guardi ciascun da questo stato fiero ¶ il
4
1545
si diede a lei da sé diviso. ¶ 46. ¶ Del Lambro
5
1545
e pazzo si distrugge?" ¶ 51. ¶ Da l'altra parte poi
6
1545
che li facea colei da tutte l'ore. ¶ Ivi
7
1545
vide ¶ libero e sciolto da gli stretti nodi; ¶ piú
8
1545
stretti nodi; ¶ piú che da prima chiar allor s
9
1545
piú s'avicine, ¶ tratto da quelle luci alme e
10
1545
cigne ed abbraccia, e da sé s'allontana, ¶ e
11
1545
s'amar si vede da colei ch'adora. ¶ 67. ¶ Fortunata
12
1545
e cara morte, ¶ che due vite a chi
13
1545
altrui tener e star da sé diviso. ¶ Indicibil guadagno
14
1545
amante, ¶ anzi è sforzato da le leggi sante. ¶ 71. ¶ Da
15
1545
da le leggi sante. ¶ 71. ¶ Da simiglianza Amor crïar si
16
1545
vuol Amor che quel da te si provi. ¶ 72. ¶ Si
17
1545
cagion ch'ella ami da chi sente amarsi, ¶ né
18
1545
nutrice, ¶ pensate che talor da la semenza ¶ il desïato
19
1545
figliuole, quando tocche sète ¶ da messi ed ambasciate di
20
1545
cor t'aggioia, che da te diviso ¶ senti ch
21
1545
altra spece di mortali ¶ da questi, unita in una
22
1545
dapoi tra questi tali ¶ da lor diversa in tutto
23
1545
in mezzo si divida, ¶ da l'alto al basso
24
1545
in tutto tolta. ¶ 112. ¶ Or da la sua la parte
25
1545
li veli or or da quella tolti. ¶ 113. ¶ È l
26
1545
cercò di sullimarsi. ¶ Fu da ministri subito rapita, ¶ e
27
1545
di Terra; ¶ il terzo da la Luna, tra 'l
28
1545
in Dio questa nominanza ¶ da chi Platone ammira, segue
29
1545
tal grazia brama conseguire, ¶ da bassi sensi il cor
30
1545
come giá mai avrei da me trovate ¶ l'orme
31
1545
l'orme d'uscir da cosí grav'esiglio? ¶ Onde
32
1545
mi discoperse, ¶ mai conosciuto da la cieca gente: ¶ e
33
1545
ed opre ¶ dipendon pur da' corpi lá di sopre
34
1545
amranno, ¶ qual parte che da lor si cava fòra
35
1545
effetti lieti osserveranno, ¶ come da quelle conservate ogni ora
36
1545
Amor è quel che la vita, ¶ egli anco
37
1545
se sviata non sará da i sensi, ¶ come fará
38
1545
questi corpi inferïori ¶ perché da lor il ciel s
39
1545
mondo egli diffuse. ¶ 43. ¶ Tocchi da quest'Amor moveno il
40
1545
le parti insieme ¶ si la vita, e morte
41
1545
e quando ancor preserva ¶ da tristi umori la natura
42
1545
a' boschi porta angoscia: ¶ da' campi il frutto si
43
1545
i nostri voti ¶ e da noi lunge l'aspre
44
1545
insieme, come fòra ¶ cavan da l'altro l'un
45
1545
che giá mai dattorno ¶ da' libri non si parte
46
1545
riverir, cantar, lodare. ¶ 90. ¶ Ci e ci conserva Amor
47
1545
ver cieleste siam passati. ¶ Da questo sant'Amor puro
48
1545
conosca Iddio in parte ¶ da nostre menti immerse in
49
1545
mostra; ¶ per ch'ei da sé per sé fa
50
1545
ei non vale. ¶ 56. ¶ Fatta da Dio la mente è
51
1545
santa e buona, ¶ ma da la prima gran bontá
52
1545
sdegno, ¶ ed egli poi da Giove in aspra doglia
53
1545
in aspra doglia ¶ legato di sua miseria segno
54
1545
in quel che lo , in chi s'appiglia
55
1545
non che voglia ¶ chi e chi riceve dignitate
56
1545
castrato, ¶ come cantan poeti, da Saturno, ¶ perché l'angelo
57
1545
Cosí Saturno trovasi legato ¶ da Giove, e perde il
58
1545
Amor, che va diviso ¶ da l'occhio, udir, pensar
59
1545
larga e folta, ¶ perché da pochi ancor è frequentata
60
1545
e buono, ¶ ch'umil da sé filosofo s'appella
61
1545
voci divine ¶ è veramente da piú saggi detto: ¶ e
62
1545
allor germoglia, ¶ quand'ei 'l merto a l
63
1545
con bei passi uguali ¶ da la bontate a la
64
1545
scerne che vien fòre ¶ da Dio al mondo e
65
1545
si misure ¶ l'ardor da poi che s'ha
66
1545
forme visibili e sensate ¶ da questo grado non si
67
1545
n tutto sciolte son da le catene ¶ de li
68
1545
elementi e corporali. ¶ Questa da noi natura detta viene
69
1545
oprar tutta si mette. ¶ Da Dio conosce tante grazie
70
1545
ornate e dive, ¶ girate da sustanze spiritali, ¶ secondo il
71
1545
che col corpo face, ¶ da le sensate cose pur
72
1545
apprezza. ¶ Ma poi sovente, da qualch'altro obbietto ¶ svïata
73
1545
ben, tutto 'l mal da noi dipende, ¶ s'a
74
1545
animo nostro è fatto da Dio tale, ¶ che due
75
1545
ch'è la dèa da i chiostri ¶ scesa del
76
1545
e contra il corso da natura ordito, ¶ al sesso
77
1545
e s'appella volgar da i sacri vati; ¶ ma
78
1545
vedrete come sian lontane ¶ da quelle queste, e come
79
1545
primo gran Motore, ¶ cosí da i sensi e' sensi
80
1545
ogni senso d'Amor da sé divide, ¶ e merta
81
1545
Dio. - ¶ CANTO VIII ¶ 1. ¶ Quando da me partí quel santo
82
1545
viso, ¶ ch'arra ne del bel di paradiso
83
1545
se n'uscia. ¶ E da l'erbette e fiori
84
1545
erbette e fiori e da vïole ¶ giá la rugiada
85
1545
ogni cosa a Dio vera lode, ¶ questi, se
86
1545
qui di buono, ¶ come da Dio prestata a tempo
87
1545
che ti svia, ¶ e da te stesso te rubar
88
1545
altro si deve adunque da noi farsi, ¶ se non
89
1545
basse cose ¶ arra ne de l'alte e
90
1545
si mostre com'Amore ¶ da lor lodato merta grandi
91
1545
l'amante sempre more? ¶ Da quel si parte l
92
1545
Dio con puro zelo"? ¶ Da questo chiaramente pur s
93
1545
e qual orrendo mostro ¶ da sé lo scascia con
94
1545
u' vita possa aver da quel lontano. ¶ In corpo
95
1545
periglioso e grave, ¶ che da tutti devrebbe esser schifato
96
1545
era l'alma allor da te fuggita, ¶ il cor
97
1545
lunga stagione allor cantasti ¶ da i sensi accompagnato e
98
1545
le tue rime fede, ¶ da te cantate come volle
99
1545
libertate ¶ l'esser disciolto da quel nodo allora, ¶ e
100
1545
ed or amica, ¶ lunge da Febo e da le
101
1545
lunge da Febo e da le dotte carte: ¶ ché
102
1545
si bagna, ¶ ch'allor da te la cosa si
103
1545
a conservarti sempr'attese, ¶ da te levando ogni tumulto
104
1545
sí che discordia sia da te sbandita. ¶ 92. ¶ Sotto l
105
1545
vero mi confessi, ¶ e da gli occhi ti levi
106
1545
poi che mi tolsi ¶ da te, mio mastro, che
107
1545
giá tant'amai, ¶ e da primi anni sempre seguitai
108
1545
scopriva il nume, ¶ e da i saggi e divin
109
1545
cortese e buono. ¶ Leva da l'alma il velo
110
1545
dica, e dimostri come da te viene ¶ il ben
111
1545
vuole ¶ l'antica nobiltá da tutti i lati ¶ di
112
1545
or mendica e insana: ¶ da le gioie d'Amor
113
1545
le gioie d'Amor, da li tormenti ¶ or nasce
114
1545
speglio. ¶ 120. ¶ L'alto Fattor da sé si mosse e
115
1545
bontá s'intrica: ¶ ei da bontate e da beltá
116
1545
ei da bontate e da beltá deduce ¶ la gloria
117
1545
come perfetto in tutto da la gente ¶ beatissimo sempre
118
1545
bel che 'n un da molti bei s'augmente
119
1545
Nasce ne l'alma da vertú diverse ¶ insieme unite
120
1545
sol perfetto Amore. ¶ Appetiti da i saggi son chiamati
121
1545
brutti, ¶ e che nascan da lui tormenti e guai
122
1545
farebbe, ¶ che favor implorasse da le Muse, ¶ ambe le
123
1545
Amor dirò, cieleste prole. ¶ Da gli ardenti, focosi e
124
1545
si fruisse la bellezza ¶ da menti sagge e temperati
125
1545
intiero, ¶ che null'altro da te par che si
126
1545
discosto ¶ come siam noi da l'alte e aurate
127
1545
Agosto, ¶ e spesso sé da sé cosí divelle, ¶ che
128
1545
cor gli stempre. ¶ Né da lor esce mai parola
129
1545
nel Simposio loda, ¶ e da lei volge al dotto
130
1545
ogni inganno e viltá da sé disnoda, ¶ e rende
131
1545
rispetto degna. ¶ Ma sendo da chi l'ama accompagnato
132
1545
s'ingegna, ¶ e piú da questi esser veduto teme
133
1545
esser veduto teme, ¶ che da quant'altri sono al
134
1545
commendo e lodo, ¶ che da spirti gientil sempre s
135
1545
timido era e astretto da paura, ¶ si vede lieto
136
1545
come giá si disse, ¶ da' servigi d'Amor in
137
1545
la bellezza vera, ¶ questa da me lodata e su
138
1545
e tosto peritura imago, ¶ da noi si miri quella
139
1545
o come tronco fior da la sua erba, ¶ cui
140
1545
a prima vista, ¶ che se stesso a lei
141
1545
ed ogni cosa vil da sé posterga, ¶ questa bellezza
142
1545
de' con ogni cura ¶ da noi cercar, e, come
143
1545
o chiose, ¶ ch'egli da sé que' suoi legami
144
1545
impera ed è padron da tutti i lati. ¶ 53. ¶ Tra
145
1545
ché forza m'è da te ratto partire. ¶ 87. ¶ Ben
146
1545
apparasti quando giovan eri: ¶ da lui molti precetti sentirai
147
1545
come, la lingua impedita ¶ da sé formar parola non
148
1545
vista piú non ho da ch'era in culla
149
1545
come suole, ¶ ed io, da miei pensier battuto e
150
1545
a i fior distinto, ¶ da che Febo di vita
151
1545
ed onore ¶ fin qui da le donzelle non s
152
1545
sempre spira fòra, ¶ e da tarme li panni intatti
153
1545
ama, ¶ ed esser còlta da man casta brama. ¶ 110. ¶ Il
154
1545
vago. ¶ E chi dirá da poi le tante e
155
1545
e di colore, ¶ appellata da' dotti la fiammella, ¶ a
156
1545
nel color dimostra. ¶ 113. ¶ Questa da prima con le poche
157
1545
ed ebbe il nome ¶ da l'angel che qua
158
1545
sue dolci some, ¶ mirabil da la cima fin al
159
1545
Amor ha tolto: ¶ e da lunge sott'occhio rimirai
160
1545
allora, ¶ s'uscia vertú da que' fulgenti rai, ¶ che
161
1545
mi legava ogni or da me diviso. ¶ 139. ¶ Ond'io
162
1545
ch'un sottil velen da quei bevea, ¶ che, fin
163
1545
fia ¶ che sano mai da tal velen i' sia
164
1545
e piú s'infiamma. ¶ Da indi in qua s
165
1545
s'un piacer li , dá mille morti, ¶ dá
166
1545
un piacer li dá, mille morti, ¶ dá doglie
167
1545
dá, dá mille morti, ¶ doglie eterne, ed i
168
1545
eterne, ed i piacer corti. ¶ 2. ¶ E s'altro
169
1545
acquista: ¶ e tal avea da miei pensier tormento, ¶ ch
170
1545
al vento alpino. ¶ Poi da lei lunge ratto m
171
1545
provai ben spesso ¶ arder da lunge ed agghiacciar d
172
1545
era il mio partire ¶ da quella ond'io non
173
1545
mi fermai, ¶ godendo la da me sí desïata ¶ vista
174
1545
ch'allor non conoscesse ¶ da chi tal fiamma e
175
1545
a rissanarla vale. ¶ 32. ¶ Se da' begli occhi sol l
176
1545
l'incendio viene, ¶ sol da' begli occhi può il
177
1545
chi la morte mi e fa gioire. ¶ E
178
1545
e morte fòra, ¶ ché da la dolce vista vien
179
1545
un dolce sguardo mi vita, ¶ perché sí scarsa
180
1545
io vivo in lui da me diviso. ¶ 40. ¶ Molte fïate
181
1545
com'ella volse, ¶ e da me stesso in tutto
182
1545
alma volando in lei da me si sciolse; ¶ ond
183
1545
n sua lode allor da me si scrisse ¶ in
184
1545
grado aver mostrava quanto ¶ da me fu scritto, ancor
185
1545
singhiozzi inghiottiva, ¶ né parola da me mai si formava
186
1545
nudo e privo, ¶ né da me stesso a me
187
1545
vinto dal duol e da tant'aspri guai? ¶ 57. ¶ Stanco
188
1545
sedi meco qui, poi da te sgombra ¶ ogn'altra
189
1545
che veracemente allora fusti ¶ da por tra gli amator
190
1545
cara ¶ voce ch'ancor da te si loda e
191
1545
ti stimaro ¶ esser offeso da mortal veleno, ¶ onde l
192
1545
attese. ¶ 70. ¶ Tu eri offeso da velen mortale, ¶ che per
193
1545
di quanto udirá cosí da loro ¶ come dagli altri
194
1545
quand'al fier Lion da l'ali d'oro
195
1545
ch'esser non può da' tuoi roncigli punto: ¶ 55. ¶ i
196
1545
costante e largo. ¶ 56. ¶ Questi, da' suoi primi anni a
197
1545
un'ala attorno, ¶ cui da se stesso buon stipendio
198
1545
ne l'armi ¶ giá materia a' piú sullimi
199
1545
sudar istima un gioco ¶ da che 'l sol nasce
200
1545
perfido e maligno. ¶ 63. ¶ Ché da fanciullo sotto l'Alvïano
201
1545
vergogna a Marte. ¶ 66. ¶ Sallo da l'ali d'oro
202
1545
suoi soldati, ¶ e lasciato da l'Oria in campo
203
1545
persona fatta ingiuria ¶ fosse da l'empie e fiere
204
1545
altre glorïose imprese ¶ fatte da lui con gran prudenza
205
1545
e giá Turin difeso ¶ da l'italico esercito famoso
206
1545
ad Avignone, ¶ u' fu da quel ben visto e
207
1545
visto e accarecciato, ¶ e da baroni ed altre assai
208
1545
Ciò che facesse poi da tutte l'ore, ¶ prima
209
1545
come a vostre genti da coloro ¶ cortesemente fu l
210
1545
re ben visto e da la corte, ¶ qual saggio
211
1545
par oggi li vede. ¶ 92. ¶ Da l'altra parte Carlo
212
1545
a tanta cura elette da le stelle. ¶ 95. ¶ Di questi
213
1545
rare e perfette, ¶ furon da Giove a questa impresa
214
1545
dispieghi Flora. ¶ La mattina, da mezzo dí, la sera
215
1545
pose, ¶ piú ne resta da dir, e piú cagioni
216
1545
calamita, ¶ ed il timor da me ratto disgombra ¶ sí
217
1545
ch'a cantarla mi forza e aíta; ¶ ché
218
1545
e mi parea ¶ veder da quell'uscir un vivo
219
1545
mi fermai per via ¶ da cosí dolce inganno sovvrapreso
220
1545
venne fòra ¶ accompagnato sol da miei pensieri, ¶ ed uno
221
1545
il tutto e amor da te disgombra. ¶ 17. ¶ Ami, né
222
1545
eran sopiti alquanto, ¶ agghiacciati da gli anni e quasi
223
1545
e sí gradita, ¶ ritrar da quest'impresa il piè
224
1545
la scorza, ¶ n'era da me la sua ragion
225
1545
ancor facea romore. ¶ 36. ¶ Cosí da' miei pensieri afflitto e
226
1545
raggirava aspro e feroce. ¶ 38. ¶ Da gli umeri pendeva l
227
1545
dapoi quant'è seguíto ¶ da che se' giunto sovvra
228
1545
rose fa fiorire, ¶ e da la neve gigli e
229
1545
fier'ardore ¶ ch'uscirá da begli occhi altieri e
230
1545
dirá: "Questi cangiato ¶ è da le fiamme in lui
231
1545
le fiamme in lui da quella accese: ¶ sol di
232
1545
lei, ¶ tinte d'invidia da sí gran valore, ¶ vibrar
233
1545
E men potran levare da costei ¶ la rara sua
234
1545
non fia che mai da lei divella ¶ l'esser
235
1545
sí ti serra ¶ che da ciascun vedrai abbandonarti: ¶ sol
236
1545
si sia, ¶ che forse da la madre è avertita
237
1545
si mostra pia, ¶ fugge da l'un e spesso
238
1545
tempio, ¶ lunge sempre sará da questa setta ¶ c'ha
239
1545
per scerner li malvagi da li veri, ¶ ché mostran
240
1545
s'appropinqua ch'io ¶ da te mi parta ed
241
1545
uom simile a Dio da lui formato, ¶ a cui
242
1545
Vi son ben tai da Dio sí favoriti, ¶ e
243
1545
cieleste e dolce vino. ¶ Da Pluton questi mai non
244
1545
che biasmi mai se da te s'ama ¶ chi
245
1545
altre erbette e fior da poi vi giunge: ¶ e
246
1545
al fier Lione. ¶ E da la sesta parte intentamente
247
1545
come ora spira ¶ divinitá da que' begli occhi ardenti
248
1545
primo luoco segni". ¶ 58. ¶ Cosí da l'alto Olimpo allor
249
1545
nero smalto lievemente bagni. ¶ Da Venere formati gli occhi
250
1545
e care parolette, ¶ che da lor corpi l'alme
251
1545
sono stelle: ¶ piglian beltá da questa l'altre belle
252
1545
tosto ti vedrai, ¶ arso da le bellezze di costei
253
1545
adorno. ¶ 79. ¶ E tu che da Sebino con gran vena
254
1545
prezïoso, ¶ che si concia da noi, si fila e
255
1545
lui grazia ogni or da noi s'attorce: ¶ o
256
1545
ch'udito ella ha da tutti quanti, ¶ si scopre
257
1545
idïoma le fu dato ¶ da le tre Grazie ch
258
1545
fondata torre, ¶ a sé da sé col suo valor
259
1545
che scesa ben parea da l'alto regno ¶ per
260
1545
N'altro faceva mai da ciascuna ora, ¶ ch'amaramente
261
1545
amaramente sospirar il torto ¶ da morte ricevuto in simil
262
1545
senz'alma corpo che da me si svelle. ¶ Lo
263
1545
gli affanni miei ¶ chi da me leva o pur
264
1545
che mi discioglia ¶ tosto da questa sfortunata spoglia. ¶ 111. ¶ Ma
265
1545
mondo uniche e sole. ¶ Da questi l'arco Amor
266
1545
poli, ¶ par che tutta da lor si rinovelle. ¶ E
267
1545
primavera ¶ e l'autunno da quel mai non si
268
1545
men istima il caldo. ¶ 136. ¶ Da l'altra parte le
269
1545
parlar punto tu credi, ¶ da questa resterai sempre lontana
270
1545
quanto piú fatica sofferire ¶ da prima ti parrá, tanto
271
1545
sempre mostro a dito, ¶ da i buon negletto, odïato
272
1545
per contra". ¶ 157. ¶ Indi Lucrezia da le Grazie instrutta ¶ ad
273
1545
sanza ¶ quanto t'ho da cantar al fine udire
274
1545
ciò che di voi da l'Eridania i' n
275
1545
sola seco ¶ vorrian portar da Calpe a i liti
276
1545
che 'l nome vostro, da chi sia cantato, ¶ possa
277
1545
occolto rivelate. ¶ E chi da voi lodato si ritrova
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ingegni e dottrinati appresso, ¶ da mill'atti inonesti ne
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l'umano intelletto. ¶ 20. ¶ Tal da gl'indotti a' dotti
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è differenza, ¶ qual è da l'uom dipinto al
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e l'alloro. ¶ Veronica da Gambera l'insegna ¶ de
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perché meglio si veggian da l'altrui ¶ vista que
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che rinovar il mondo da sé vale. ¶ 32. ¶ Cosí si
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alcun pareglio. ¶ Questa che da Gazuol si leva adesso
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del padre ricercando, ¶ che da l'alta ed ombrosa
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sia e prenda qualitate ¶ da la vertú che punto
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non decresce, ¶ e presa da l'augel altrove viva
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genebri armato, ¶ e qualitá da gli arboscelli prende: ¶ ivi
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al vizio aíta e favore: ¶ 5. ¶ andò lustrando Giove
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ogni banda ¶ e fu da tutti sempre disprezzato, ¶ onde
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non s'ammenda, ¶ e da man destra l'erta
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Con quella l'alme da l'inferno toglie, ¶ l
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a poco frena, ¶ e da la cima il bel
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possa il Sabeo mandar da parte alcuna, ¶ ed altre
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né martíre. ¶ Onde trovate da Mercurio fôro ¶ le cose
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chi sian cui si vanto ¶ aver il mondo
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la sua stanza prese. ¶ 32. ¶ Da la Cimbrica Chersoneso ch
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a contrastare. ¶ 37. ¶ Al fin da Carlo superato e vinto
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ogni ora, ¶ e furon da vicini e da remoti
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furon da vicini e da remoti ¶ temuti, amati e
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lo scettro a lor da i cittadin commesso. ¶ 43. ¶ Cosí
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regni Giove vuole. ¶ 44. ¶ E da sí degno e glorïoso
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a l'Austro e da Calpe a gli Eoi
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e quanto fur graditi da l'impero ¶ per l
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ne more, ¶ ché fu da Galeazzo su la guerra
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ad altri strano, ¶ sendo da Marte in prima generati
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mantovani in tutto liberati. ¶ 51. ¶ Da l'insegna e' Gonzaghi
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fe' sempre onore, ¶ e da nemici l'alta spoglia
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del mar potente dèa; ¶ da quella invidia altrui poi
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contra il popol rio, ¶ da cui la terra santa
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Orïente, ¶ che lacerar, schernir da i can si sente
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Cairo e Babilona, ¶ quando da febre il pastor assalito
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Corvino allor armato, ¶ e da sé lunge i turchi
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l'augel di Giove da l'insubre genti; ¶ onde
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sede, ¶ ed armato serbar da gran periglio ¶ la terra
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l fertile Piceno ¶ serbò da fier tumulti assai sovente
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dotti ama, a quelli ricetto, ¶ sincero, liberal, benigno
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cantar potrei, ch'usciro ¶ da questa stirpe e glorïosa
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tòrle noia e guerra. ¶ 85. ¶ Da questa adunque stirpe eccelsa
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arme si dè questi da fanciullo ¶ col fratel Federico
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fusse: ¶ e prede spesso da i nemici addusse. ¶ 87. ¶ Quando
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addusse. ¶ 87. ¶ Quando crollata poi da l'auree Palle ¶ perdé
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dare. ¶ 93. ¶ Che ti dirò da poi del lor nipote
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Ma quanti gentiluomini riscosse ¶ da' perfidi e crudeli luterani
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furor di que' profani: ¶ da sacre verginelle spesso mosse
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Cristo ¶ prigion fu fatto da tedeschi e ispani. ¶ E
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tra li cardinali vi sede. ¶ Lascio Francesco di
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lá dove il Reno ¶ da la Romagna parte Lombardia
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cerca chiaramente il vero, ¶ da l'alta Roma vecchiamente
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quello non potrei, ¶ che da dir non restasse sempre
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vi doglia il morir da poi che ne lo
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ancora ¶ udir mi parve da la Ninfa bella, ¶ e
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1545
l pelo, ¶ assai difformi da sentir amore, ¶ ed era
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fòra di me stesso ¶ da mordaci pensier in tutto
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In somma quanto fu da Dio crïato, ¶ che fe
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tutto ciò che fe', ¶ da l'uomo in fòr
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questo mi sarei io da me stesso mosso, se
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Parche ho io sentito da giudiciosi ingegni, come cosa
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lungamente dormire. Mosso adunque da la openione e saggio
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devere essere se non da elevati ingegni e spiriti
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immortali per li beni da voi ricevuti. Ora non
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giudicare di questo, che da picciolo fanciullo fui nodrito
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con prefazione di onore da essere nominata, la felice
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che deve ella tenersene da molto piú, poi che
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a voi soggietta sol da voi dipende, ¶ e qualitá
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piú sacrato luoco ancora, ¶ da me cercato in questo
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fôra, ¶ s'altronde, che da voi, cercasse aíta, ¶ u
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parte a parte. ¶ 10. ¶ Ché da l'eccelse rupi di
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rupi di que' monti, ¶ da l'alte cime, e
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in un tratto me da me diviso, ¶ però che
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dissi: - Costei discesa è da le stelle. ¶ E ch
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spira, che divinitate, ¶ che da me l'alma in
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ed ogn'altro pensier da lei disgombra, ¶ e sol
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in bel lavoro, ¶ e da' begli occhi non so
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la memoria ancor mi diletto. ¶ 18. ¶ Di zendado morello
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e come 'l sol 'l lume a l
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altre stelle, ¶ cosí beltá questa a l'altre
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amari i guai ¶ che da' primi anni a l
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io dirò quanto ho da dire, ¶ se le parole
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chi sgombra ¶ lunghi pensier da sé lieta si volse
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i rubin fòri, ¶ e da' fanciulli il bel ceraso
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gran fiume il Dio, ¶ da sí bell'ombre il
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ne manda e lieta da sé sgombra. ¶ Stavano tutti
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il bel cieleste viso. ¶ 44. ¶ Da l'umida sua grotta
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io canto in rima, ¶ da lei vedrò poeta coronarmi
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il Tauro ed Erimanto; ¶ da zampogne e pastor Menalo
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il chiaro Anfriso ¶ lasciar da parte col beato Eurota
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ciel allora. ¶ Ed egli da l'ardente e chiaro
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roine. ¶ 72. ¶ La terra che da sé senz'arte dava
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Tebe ancisi Capaneo. ¶ Aiace da Minerva si distrugge, ¶ e
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prova quanto differenti sono ¶ da le sue finte, e
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con perpetuo affanno. ¶ 81. ¶ Pende da l'alta rupe Prometèo
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si rinovella, ¶ tanto le fortuna e strazio e
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Franza il pio signore, ¶ da molti abbandonato, in poco
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dove ¶ ostaggi stero vinti da pietate: ¶ poi fece quante
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d'eroi e semidei, ¶ da barbari sará rubata e
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a Roma si fará da tutti i lati: ¶ prigion
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Roma, ¶ come allor che da' Goti restò doma. ¶ 102. ¶ Fu
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calpestrar i regni suoi: ¶ da sé si rode, si
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caccia questi, a quelli la mano? ¶ 108. ¶ Come si
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l seme umano omai da noi s'aiuti, ¶ i
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saggia, bella e onesta. ¶ 111. ¶ Da lei fatto sará l
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II ¶ 1. ¶ Sempre che Giove da l'empirio cielo ¶ porgere
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giusta mano, ¶ per levarne da gli occhi il folto
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l'alma nostra pria da Dio crïata, ¶ non è
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uom, quel lo divelle ¶ da le ricchezze e dálli
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viverebbe, ¶ piú ne resta da dir a tutte l
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sovvra il monte, ¶ ove da l'ossa nasce d
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s'interna, ¶ quel cor da ben oprar chi ritrar
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ben ch'ogni or da lui riceve, ¶ vede che
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ti sego ¶ ciò che da me saper oggi tu
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pervenir al vero. ¶ E da poi ch'ebbe molte
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il Figlio ¶ generi sol da sé fecondamente, ¶ ch'ogni
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vecchiarella. ¶ Speculative cose e da dottore ¶ son, che mai
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per scala a chi da sé le cria, ¶ pur
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privo d'amore. ¶ 19. ¶ Lascia da canto adunque queste altezze
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d'ora in ora , (mercé sua grazia), ¶ ch
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in tutto casso ¶ e da le Grazie sí tenuto
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tuo Fattore ¶ ch'altro da te non vuol che
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mercatanti grossi: ¶ piú questa non sol di buono
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tanta lor grandezza. ¶ Questa quanto trova in sé
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unita: ¶ il tutto riconosci da Colui, ¶ che nacque di
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principio non ritrovi ¶ difficil da pigliar, ma come il
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il fuoco. ¶ 55. ¶ Chi vuol da luoco a luoco andar
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e duri guai, ¶ spesso da gli occhi stilla tal
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che miri, ¶ par che da gli occhi suoi rugiada
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spazïosa e bella, ¶ come da prima il cieco la
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par che 'n tutto da quel svarie. ¶ Ché s
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il tuo partir mi tormento. ¶ 75. ¶ Senza te che
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rea. ¶ S'i' caderò, da chi sarò levato, ¶ se
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acqua dal suo fonte, da te viene. - ¶ 78. ¶ - Non dubitar
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al mastro mio parlando. ¶ Da me partir adesso lo
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che 'l velo sentirai da te levarsi. ¶ Non ti
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Fusti a Benaco mai da primavera, ¶ quando l'anguille
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di tanti mostri, ¶ e da Calpe la scorse a
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stesso, il gran baron, da poi ¶ non seppe, come
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vincesse. ¶ 114. ¶ A la voce da poi ch'udiva, volto
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mondarmi bramo e ploro, ¶ da te sperando, tua mercé
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ma non sapeva mai da chi guardarmi, ¶ né mai
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i' mi vidi assai da quel lontano, ¶ e vidi
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e tanto vaga, ¶ che da que' suoi begli occhi
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senza speme lassi. ¶ 135. ¶ Omai da te devresti senza guida
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aspro nemico, ¶ uscito son da tante sue roine. ¶ E
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varii e sí sonori, ¶ da mastre mani tocchi e
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viva e more, ¶ come da vomer svelto un vago
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forza tolle. ¶ 22. ¶ Spirava poi da gli occhi suoi lucenti
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guardo un intricato laccio, ¶ da porr'i saggi in
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mi dicea: ¶ - Questo giardin da te perché i schiva
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po' di luce ¶ scorge da lunge ch'al camin
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trovai; ¶ 44. ¶ ma sí traffitto da pungenti morsi, ¶ che nulla
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me dissi: "Ahimè, perché da pria ¶ non corsi questa
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sentiva quasi venir meno ¶ da la fatica e dal
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subito conquiso. ¶ Sentiva poi da i serpi seguitarmi, ¶ che
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eran talora, ¶ col sentier da caduti sassi chiuso. ¶ Tornar
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né pedata, ¶ che fosse da vestigio uman segnata. ¶ 72. ¶ Mi
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sono, ¶ raro al mondo da Dio donato dono". ¶ 76. ¶ Qual
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e afflitto passo ¶ coperta da' suoi crin, di pianto
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piena: ¶ vedevi poi levarla da quel basso ¶ da gli
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levarla da quel basso ¶ da gli alati corrier con
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Aveva il mastro poi da l'altra parte ¶ l
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ch'i' non sapea da tal vista levarmi. ¶ 88. ¶ Ritorno
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o che fosse formata da natura. ¶ Pareva viva, e
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mai piú soccorso, ¶ era da ch'intra a forza
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Lacoonte ¶ con suoi figliuoi da serpi attornïato, ¶ li par
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e ne l'intrar da me fui sí diviso
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s'adorna il ciel da tante stelle. ¶ 100. ¶ Il pavimento
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Giaceva in letto oppresso da gran male, ¶ che li
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come sciolta l'alma da te sia, ¶ sí che
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regno cacciata per dispitto ¶ da chi star le devea
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dritto, ¶ levato ogni or da terra e 'n ciel
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l'impero ¶ di quel da lei fu mai disubedito
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volando al ciel partí da noi ¶ quasi fanciulla, ma
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i liti Eoi, ¶ e da l'Austro lá dove
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vale. ¶ 144. ¶ Né perché molti da li lor antichi ¶ tralignino
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a canto, ¶ né mai da lei partirsi, notte e
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ha potere. ¶ La colonna da cui si tien suffulta
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non si consume, ¶ e da' membri di Cristo tante