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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, Magari domani resto, 2017

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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la porti a casa da mammina?” ¶ La prospettiva evidentemente
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lui, c’è poco da fare.” ¶ Pasquale sorride contento
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invece, ho la faccia da bulldog incazzato, con le
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hai fatto la chierichetta da bambina, è vero?”. ¶ “E
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violenta scena di sesso da consumare sulla sua scrivania
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nata lì, anche tu, da quel poco che so
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fissare il suo volto da Gargamella soddisfatto che ha
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ammuffito, senza nessun esempio da seguire. Io ho avuto
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scegliere dove nascere. E da chi. È una questione
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mezzo, non crede?” ¶ “...” ¶ “Be’, da quel che so e
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Apache. Un nome pesante da portarsi appresso... il confronto
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di più il naso da falco al mio viso
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il tempo con avvocatucci da quattro soldi che pensano
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schiaffo su quella faccia da cartone animato brontolone, eppure
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a me, si separi da sua moglie, oppure si
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amante, ma una diversa da me, una alla Giovanna
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do qualche altra causa da seguire, qualcosa di importante
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fra poco Kevin esce da scuola. Insomma, un bel
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ti togli quello sguardo da bullo dalla faccia, da
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da bullo dalla faccia, da qui nun te ne
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si dirada, cosicché resto da sola a fronteggiare l
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alla maestra, “è arrivata da qualche mese.” ¶ “Ah, ecco
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commentato: “Io non so da chi abbia potuto prendere
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io. È accussì diverso da me, che a volte
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la vita, che prende da alcuni e dà ad
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prende da alcuni e ad altri, come un
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mio fratello Antonio, che da bambino a difendersi proprio
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togliermelo dalle mani. Mamma da allora mi vietò di
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una brutta figura, ma da quel giorno Antonio fu
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adulti imparando a vedersela da soli, fin da bambini
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vedersela da soli, fin da bambini, perché più vai
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ritiene migliore per uscire da quel grande imbuto che
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vieni a mangiare?” ¶ “Sono da me, cinque minuti e
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che tengo una fame da lupo!” ¶ Chiudo la conversazione
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per cui era venerata da tutte le altre ragazze
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be’, c’è poco da raccontare, piatto come il
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allo specchio quei capezzoli da femmena fernuta, da donna
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capezzoli da femmena fernuta, da donna fatta, già immaginando
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fermo a pochi passi da lui. Indosso anche oggi
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ex, starei alla larga da te...” ¶ “Faccio tanta paura
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e quasi mi viene da ridere, perché il suo
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ho detto, che vivevi da queste parti, ma non
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al solito odore presente da trent’anni in questa
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che proviene dall’asse da stiro nell’angolo, di
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gli odori, fanno sempre da sottofondo alle nostre ossidate
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discussione. “Non hai nulla da chiedermi?” ¶ Mi siedo. Lei
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ne avrei di cose da chiederti, ma non so
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chiederti, ma non so da dove iniziare.” ¶ Nessuna caffettiera
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non è poi così da sfigati. ¶ I bambini sono
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che pensavo alla risposta da dare al palestrato. ¶ “Secondo
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conversazione: “E pensare che da bambina avevo stilato un
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che avrei dovuto fare da grande, prima di morire
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questi c’è poco da scherzare... sono bravissimi nel
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farti sentire un vecchio da buttare!” e ha riso
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fa indurre in tentazione da comodità e agi quando
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uomo, uno che conosco da tanto e che credevo
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ne abbia parlato, e da quanto vada avanti.” ¶ “Lui
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foga, nemmeno lo conoscesse da una vita. ¶ “Kevìn mi
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dire quello che avevo da dire. “Niente, non mi
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io non so tu da dove sia arrivata, se
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ha mandato il Padreterno da noi, nun ’o saccio
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che Kevìn ti conosce da pochi giorni e parla
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dire quel che avevo da dire. Invece siamo giunte
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me ne voglio andare da qui, Luce, voglio che
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braccia, come per proteggerlo da tutta quella merda con
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allora mi è venuto da pensare a mio nipote
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vita, una volta usciti da lì, sia riconducibile a
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malessere che mi saliva da dentro. È che mi
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che separa ogni uomo da un desiderio, è solo
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qui, a pochi passi da me e Kevìn, sì
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riuscita a restare fuori da questo schifo per trent
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me, con un piede da una parte e uno
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mi saliva dalla pancia. ¶ “Da quel momento è iniziata
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nella mia cucina illuminata da una lampadina bianca che
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Mi sono fatta convincere da mia madre, che da
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da mia madre, che da sempre è attenta al
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pensato che se vivi da sola, e mangi da
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da sola, e mangi da sola, non puoi avere
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casa, perché le case da sempre sono illuminate di
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coloriamo il sole, fin da quando siamo bambini. ¶ Finisco
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specie di spina che da circa un’ora mi
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sussurro: “Ho un segreto da confidarti...”. ¶ I suoi occhi
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modo per tirarmi fuori da una mezza vita con
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ricevuto e quello ancora da dare, le preghiere mai
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dette e gli incontri da fare, come le frasi
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feci forza e andai da nonna. Era inverno e
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biascicò, turbato. ¶ “Perché, ti fastidio ascoltare la voce
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che gli serve anche da riporto, pieno di peli
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restante fetta è composta da chi ha sostituito i
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Una vampata di profumo da quattro soldi mi ruba
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vuoi andare a vivere da solo?” ¶ “Luce, ma stamattina
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stamattina non hai niente da fare?” ¶ “No, sono in
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e vaccinato, so vedermela da solo.” ¶ Restiamo in silenzio
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di Arminio. Posso andare da lui e dirgli ciò
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ho un’ultima cosa da riferire al mio collega
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sei a due passi da via Toledo.” ¶ Pasquale si
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venditore. Resto ad ammirarli da un paio di metri
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e distolgo lo sguardo da tutto quello zucchero filato
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fatto un affarone comprando da uno dei suoi tanti
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si rifugiò nella stanza da letto e non fece
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nei suoi confronti, così da non inimicarmi lei che
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soldi soddisfatto e torna da don Vittorio, il quale
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un vecchio pulmino scassato da un amico (ma tu
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muffa il giusto itinerario da seguire, mentre mamma friggeva
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andare dalla nonna. Correvo da lei e la trovavo
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sempre con una moneta da cinquecento lire. “Va’, nenné
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piccolo tesoro e correvo da Carmine, che aveva una
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fratello Antonio andava spesso da don Vicienzo, perché per
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mamma portava mio fratello da don Vicienzo, il quale
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barbiere, è solo che da ragazzo aveva lavorato per
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lavorato per due anni da un barbiere, però spazzando
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delle mie maestre, e da qualche parte, nel cuore
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sono riuscita a mettere da parte, in una piccola
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tutto il puculillo messo da parte, senza fare distinzioni
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Kevin si lascia trasportare da Cane Superiore e si
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a guardare la scena da lontano. ¶ “È un bravo
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è reale, talmente reale da avvertirne gli effetti sul
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svolge a qualche metro da me e ho appena
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che mi fissa spiazzato. ¶ Da vicino, il soldatino mi
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sembra di essere avvolta da una fiaba dove tutto
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non perché mi senta da schifo, ma perché credo
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mi impazza nel cervello da almeno due minuti: ma
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figura: a pochi passi da me c’era mia
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dopo maglia, in modo da potertene andare in giro
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non sono mai uscita da qui (sì, con la
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La mia vita è da sempre un percorso a
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tappati subito, perché è da sempre istinto dell’uomo
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non viene per niente da pensare alle oche, ma
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il guaglione me lo da assai, perciò mi viene
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assai, perciò mi viene da imitarlo, un po’ come
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con loro me viene da parlà così e manco
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Thomàs raccoglie l’elmo da terra e glielo cala
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donna, penso. ¶ A me da bambina nessuno è mai
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avuto undici anni, uscii da scuola un’ora prima
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provato a farsi accettare da me che, a dirla
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che c’è poco da fare il cascamorto con
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come si dice qui da noi, e ha il
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anch’io un cane da portare a spasso, ma
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e continuiamo a salutarci da lontano come se la
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come non mi capitava da tempo. A quest’ora
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mai saputo cucinare. Mangerà da solo? Oppure avrà invitato
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persone a cambiare vita da un giorno all’altro
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avventure, amori impossibili, sogni da inseguire e idee da
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da inseguire e idee da far valere. Tutti moriamo
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amare e un giorno da festeggiare. ¶ “Per un attimo
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qualcosa di così incredibile da procurare un giramento di
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scoppia a un metro da te e ti irradia
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una ragazza che conosci da appena tre mesi poi
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altri, e nessuno mi più di duecento. Sono
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aspro: “Ma che tieni da ridere?”. ¶ “No, scusa,” tentai
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abituata sempre a cavarmela da sola, ma stavolta mi
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una donna tanto diversa da me, eppure uguale. E
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appartamento è cambiato parecchio da quando sono andata via
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c’è una confezione da sei di yogurt magri
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sei di yogurt magri. ¶ “Da quando in qua mangi
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lo sapevo, lo speravo.” ¶ Da sempre, quando deve dirti
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velocemente, come a liberarsi da un peso. Ora mi
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stessa a sembrare diversa da tua madre, anno dopo
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mà, c’è poco da fare, mettiti l’anima
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di me, non dipende da te. Sì, come tutti
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a qualcosa di importante da dire. Il problema è
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è pronto a fare da padre anche a chi
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sia una cosa bella, da ammirare. Non siete voi
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urlarle nell’orecchio, scuoterla da un’ignoranza che la
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le famiglie sono fatte da genitori che restano e
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Non c’è niente da piangere, non siamo mai
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tempi antichi, mi viene da pensare che se usasse
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me lo dicevi anche da piccola...” ¶ Passa un secolo
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cappa, lo stesso che da bambina restavo a fissare
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mostrarmi le chiappe (separate da un tanga di pizzo
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ha assunto una posa da manichino, con una mano
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di turno a fare da sottofondo alla nostra conversazione
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uccello in una scatola da scarpe, con un po
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di ovatta a fargli da cuscino e un bicchierino
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era volata via, sostituita da un senso di impotenza
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sua cucina. Sono andata da lui e gli ho
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la sarebbe vista lui. Da quel momento ho ritenuto
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rigatoni. “Sai, anch’io da ragazzo sentivo la necessità
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più noiosa e lontana da ciò che siamo davvero
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ci tiene al riparo da troppi problemi. Oppure fare
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Be’, non possiamo decidere da dove partire e dove
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di scegliere il tragitto da percorrere. Possiamo prendere la
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prima tipologia è composta da individui in genere egoisti
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di chi insegna...” ¶ Lui qualche altra boccata alla
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spesso ci portava lì, da una sua amica.” ¶ “Però
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suonare di nuovo. Anche da qui dietro la prima
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ora che la guardo da così vicino e alla
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eppure è talmente bella da sembrare addirittura affascinante. ¶ “Scusami
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così so’ passata prima da Sasà. Aggia per forza
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tengo una cosa urgente da fare. Me lo puoi
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e di sicuro niente da benedire, è solo il
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per la prima volta da che lo conosco, il
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al piccolo inaspettato messaggio da parte del vecchio e
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un po’ il capo da un lato. Sorrido e
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tovagliolo, un piatto coperto da un altro piatto, la
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una sfilza di bicchierini da liquore sulla mensola sopra
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mi alzo per osservare da vicino l’immagine: è
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immagine: è don Vittorio da giovane, in compagnia di
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trovano chiaramente nella sala da ballo di una nave
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in una zavorra pesante da portarsi appresso, dico solo
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la borsa che pende da una spalla. Quando sono
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una pacca sulle spalle da parte di mio fratello
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di casa e corsi da nonna Giuseppina, che viveva
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nonna Giuseppina, che viveva da sola in una stanzetta
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con il solito cappellino da baseball calato sul viso
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comprato anche le paste da Scaturchio. Lei fece una
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della speranza che sfilava da sotto le finestre e
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preferendo acquistare due trombette da un amico ambulante. Per
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Tu?” ¶ “L’ho portata da un amico...” ¶ “I migliori
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in vista della serata da trascorrere con lui, che
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secondo tempo era iniziato da dieci minuti e il
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grande quanto un campo da golf. È una donna
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alti, occhi piccoli ricoperti da due spesse lenti, e
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dei propri limiti, ha da subito deciso di giocarsi
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irrealizzabile di Pasquale Acanfora (da me soprannominato Centogrammi, perché
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Centogrammi, perché è secco da far schifo e ha
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e ha due spallucce da rachitico), avvocato sotto i
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lavora nello studio Geronimo da più di quindici anni
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di quindici anni, e da dieci, pressappoco dal giorno
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affettuoso e un sorriso da parte di Pasquale solo
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avvocato Arminio, è stata da quest’ultimo definita, nello
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Roma?” ¶ “Aveva una causa da discutere...” ¶ “Quando torna?” ¶ “Domani
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soglia dello studio Geronimo da non so quanto, e
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quasi simpatico mi verrebbe da dire, se non fosse
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esista l’invidia; iniziate da lassù a trattare tutti
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prestare attenzione e cura da quando sono venuta al
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mia voce fredda. ¶ Certo da fuori non devo risultare
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con quella sua aria da stronzo si sistema meglio
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cervello!”. ¶ Stavolta mi scappa da ridere. Non sarà un
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la strana vocina che da qualche minuto mi sta
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una cosa che mi fastidio del genere maschile
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con la cazzimma!” ¶ Niente da fare, per tutto il
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e la musica riprende da dove si era fermata
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non si fa sentire da tre mesi e non
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non scende a Napoli da due anni? Quell’Antonio
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come non detto. E da quanto tempo la conosci
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quanto tempo la conosci? Da quanto state insieme?” ¶ “Più
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perché continui a scappare da noi, perdona chi devi
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anziché fuggire.” ¶ Nessuna reazione da Antonio. ¶ “Uè, ci sei
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trovo con un nome da amare e un giorno
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imbarcato su una nave da crociera con la sua
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Allora, forse, dovrei andarmene da qui, come ha fatto
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costruire qualcosa lontano, così da lasciarmi alle spalle questa
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so cosa ci sia da festeggiare, e lui chiarisce
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nelle sue mille sfaccettature; da piccola non mi piaceva
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sogno, e cioè che da sotto il letto sbucava
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venire nulla di buono da chi decide di chiudersi
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si faccia un po’ da parte, rispettosa del tuo
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degli intrugli è finito da un pezzo e ora
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stasera?” ¶ “Ma perché, Luce, da quando...” tenta di intervenire
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aperta. ¶ “Che c’è?” ¶ “Da quando in qua fai
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qua fai la babysitter?” ¶ “Da oggi, perché? Ho bisogno
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e infilo gli occhiali da sole, “la mia vita
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il mio studia chimica da quando aveva tre mesi
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mondo. Per carità, io da bambina ero cattivissima, staccavo
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pauroso e insicuro, che da grande si tramuterà in
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il push-up che vigore a una quarta
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fosse vera, ci sarebbe da chiamare la Nasa per
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prelevato con una gru da qualche mobilificio nei dintorni
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aiuti?” fa lui. ¶ “Perché, da solo non lo puoi
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operazione sbuffando, ma niente da fare, il busto mi
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fortuna Kevin mi distoglie da tali inutili pensieri. “Luce
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Lulù, impara a cavartela da sola, che da grande
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cavartela da sola, che da grande nessuno ti rimboccherà
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sola?” ¶ Ma cosa vuole da me questo esserino? E
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potessero scegliere i bambini da uno scaffale, come al
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Potrebbe viaggiare per venire da te...” ¶ “No, io penso
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Non so cosa voglia da me questo genietto, ma
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preoccupare, se diventeremo amici, da grande ti farò io
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portone in legno sovrastato da un arco in piperno
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arriva il terzo messaggino da parte di Manuel: “Che
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con Manuel, eppure, nascosto da qualche parte dentro di
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in penombra, illuminata solo da un lumino a forma
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di sicurezza che provavo da bambina, quando me ne
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in salotto che filtrava da sotto la porta. ¶ Forse
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per nasconderlo. E poi da quando è entrata non
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è un sorriso diverso da quello che ho imparato
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esempio. E di esempi da seguire mio fratello e
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modo più semplice, guardandomi da lontano, come la madre
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ha mai assorbito nulla da un giorno di quiete
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un gesto di coraggio da parte della prima. ¶ Distolgo
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bravo guaglione, uno lontano da questi ambienti di merda
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madre, be’, è tutto da dimostrare. Lei torna con
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di Kevin faccia capolino da dietro la porta della
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sto cercando di proteggerlo da stu schifo. Lui non
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Forse qualcuno stava spiando da dietro le persiane, ma
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modo il ricordo mi la spinta necessaria per
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casa: “Alleria è ancora da me. Se non hai
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che ho un affitto da pagare, un cane al
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non torno a vivere da lei, ché siamo entrambe
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proprio a due passi da te” e mi porge
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un paio di scarpe da ginnastica giallo fluorescente. E
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2017
solo e semplicemente, come da traduzione, febbre, ma qualcosa
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la freva è difficile da spiegare, bisogna provarla sulla
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un po’ atipico, pigro da far paura e, soprattutto
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macchiato, quindi è uscito da dietro al banco e
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Sta cercando una casa da queste parti.” ¶ “Una casa
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vivere a due passi da me e tu gli
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ritrovata senza più nulla da dire, e allora ho
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controllare. Ero digiuna, avevo da poco bevuto il caffè
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ordinare. Mi sono fatta da parte prendendomela col povero
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farmi intossicare la giornata da chi nemmeno è più
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incontri di sguardi che da sempre si ripetono senza
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di evolversi per sopravvivere. ¶ Da qui ecco il mio
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bene lo stesso), così da fungere da vedetta. Io
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stesso), così da fungere da vedetta. Io però me
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seconda media fui attraversata da una primavera ormonale che
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con i capelli rasati da marine, lo sguardo truce
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uniforme, ma è verde da capo a piedi, un
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gesto Alleria, come morso da una vipera, inizia ad
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mi viene di nuovo da ridere, così sto proprio
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e con dei figli da crescere. Mi piacerebbe fare
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e tu non sei da meno. Non puoi fare
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casa di Carmen Bonavita da due giorni, con una
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una domanda di troppo da un fidanzato. ¶ Sono le
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l’intero vicolo. ¶ Niente da fare, più passo il
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con gli occhi intrufolarsi da Nando, il salumiere della
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entrare in luoghi diversi da un negozio. Mi sembra
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di sicuro benestante, rifatta da far schifo, annoiata e
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Nel primo pomeriggio passo da Genny per chiedere informazioni
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titubante. ¶ Lui mi squadra da capo a piedi e
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corti e gli occhiali da sole assomiglio a un
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che è venuta stamattina da te...” ¶ “Quale signora?” ¶ “Quella
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di colpa, perché lui da sempre cerca di farsi
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stata tutto il giorno da sola...”, oppure: “Volevo preparare
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Come mio fratello fa da una vita, del resto
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e torna dentro. Resto da sola nel vico, e
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faccio preparare il pranzo da mia madre tutti i
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è se posso mangiare da lei a pranzo.” ¶ “Da
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da lei a pranzo.” ¶ “Da me? E suo marito
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Affare fatto? Io porto da mangiare e lei offre
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cosa?” ¶ “Perché preferisco mangiare da lei, perché non c
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faccio preparare il pranzo da mia madre. A tavola
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ne ho di cose da raccontare!” ¶ “Ma tua mamma
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stesse trascinando a forza da qualche parte dove non
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lascio leccare la mano da Alleria. “Forse dovevo sposarmi
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di andare a pescare da sole la domenica (?). In
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sulla mia vita ormai da un po’, rizza le
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che mi saltella attorno da più di un anno
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e il buon Arminio, da sempre una lince per
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presto e si guadagnava da subito, non esitai un
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la voleva trascorrere comunque da solo, perciò fece le
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suddetti cuscinetti prosegue infaticabile da venti e passa anni
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se avesse voluto premunirsi da mie reazioni isteriche disseminando
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il barattolone di Nutella da un chilo ancora sigillato
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del giorno prima, operazione da sempre considerata da ’omm
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operazione da sempre considerata da ’omm, come diceva scherzando
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femminiello, come si dice da queste parti, un travestito
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con la solita camminata da vamp, e l’aria
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di infimo livello seguita da una voce lamentosa in
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posso... ho mille cose da fare!” ¶ Non so perché
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per adesso lo porto da me”, e mi infilai
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anzi l’ironia, che da allora mi fa compagnia
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il bastardo. Mi presentai da lui con due schiocche
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rapporto: “Sembri appena uscita da una notte di sesso
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invece, spingeva per Stella. Da quanto dice la nonna
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Venezuela, in circostanze ancora da chiarire. Sapemmo poi che
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a lui mi viene da ridere, perché papà faceva
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pensarlo. Fatto sta che da allora mamma non si
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l’Iraq, gli occhiali da sole e il giubbino
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a schiaffi sul culo da una trentaquattrenne. ¶ “Senti, ma
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come si dice qui da noi, una specie di
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a perdere la presa. Da un paio di mesi
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ancora parlato), colui che da un anno mi passa
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ragù genovese che sguscia da una finestra aperta, le
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la vecchia Seicento incastonata da tre anni fra i
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la solita frase che da sempre serve a farmi
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tribunale è sempre circondato da un capannello di colleghi
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essere un vincente. Uno da imitare, da seguire, da
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vincente. Uno da imitare, da seguire, da farsi amico
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da imitare, da seguire, da farsi amico. Se hai
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C’è un parcheggio da queste parti?” domanda al
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ruote sul marciapiede. Niente da fare, a settant’anni
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parti basse, in modo da levargli il sorriso dal
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frequentazione con Geronimo è da attribuire a mia madre
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mia madre, la quale da un po’ di anni
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la Chiesa, al punto da conquistare, non senza sacrifici
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né voglia di litigare. Da allora, ogni qualvolta mia
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alto in cielo e da quegli alberi in fiore
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con il solito sguardo da pesce lesso che si
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e punta gli occhietti da roditore verso la scuola
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si sfila gli occhiali da sole e mi scruta
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me e mio fratello da sola, ho un rigurgito
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a seconda dell’angolazione da dove le guardi,” fa
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assume subito l’atteggiamento da vittima. “Chi ha mai
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una famiglia?” ¶ “No, vive da solo da sempre.” ¶ “Ah
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No, vive da solo da sempre.” ¶ “Ah.” ¶ Restiamo a
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che ci vogliamo bene da parecchio”. ¶ “Cioè, da quanto
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bene da parecchio”. ¶ “Cioè, da quanto?” ¶ Non risponde. Spengo
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Mi fa la corte da tanto. D’altronde, è
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D’altronde, è solo da sempre, è un buon
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resto lì a pensare da quanto tempo non piango
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felice...” ¶ “Embè, che tieni da piangere? Piangi quando sì
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sembra preoccupata. Mi viene da ridere perché lei dice
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li sono dovuta crescere da sola...” ¶ Lo spazio temporale
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normale. Comunque stai lontana da lei, da loro, tesoro
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stai lontana da lei, da loro, tesoro, non ti
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indietro, a un passo da lei, che retrocede, intimorita
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ai mezzi tempi regalati da qualche parente lontana, cappotti
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se n’era andato da due anni e in
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il momento, a vederlo da qui, dopo tanti anni
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mai niente di bello da mettermi, e del rubinetto
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in avanti, il viso da bambino scompaginato dal pianto
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che il bel discorsetto da “so tutto io” di
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un cumulo di macerie da spalare. ¶ È che odiare
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odore delle mie estati da bambina, quando ero costretta
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piedi solo per ammirarlo da lontano, pur di non
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era a tre passi da me. Papà e io
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un costume, ma uno da signora vera!” diceva. Dormivamo
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e mi faceva segno da lontano per farsi raggiungere
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giornata era libero. Corsi da lui e lo trovai
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trafficare con una canna da pesca. ¶ “Che fai?” chiesi
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canna?” ¶ “L’ho comprata da Luigi, la bancarella accanto
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di plastica, una cosa da uomini, che di prigioni
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fuori un foglio bianco da un cassetto. Nel consegnarmelo
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chi ci fa soffrire. ¶ Da quella sera sono passati
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spruzzata di profumo, scarpe da ginnastica et voilà, sono
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esco con un ragazzo da non so quanto e
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manico di un calice da spumante, sotto jeans attillatissimi
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mia vita. Sono confusa, da un lato sento l
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come te, di fuggire da tutta questa staticità, provare
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sospinta in avanti (più da bulldog, in effetti) e
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ragazzo che mi piace da un anno a questa
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moto del maschio adocchiato da tutte le femmine del
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mi riesce di comportarmi da persona seria. Thomàs, però
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e a me viene da pensare che una cosa
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genere non la facevo da chissà quanto, anzi, ora
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i travestimenti, della vita da artista di strada, della
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fratello che non vedo da tanto e che ora
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d’improvviso la terra da sotto i piedi e
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mi ha detto che da quando c’è il
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inventata dalla natura o da dio, non so cosa
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e alle cacche, così da non farti più perdere
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bocca aperta. In effetti, da così vicino anche il
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cose in modo diverso da quel che per un
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come si dice qui da noi, truccata e vestita
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rispondere, perché devo correre da lui, dal piccolo Kevin
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capisco perché si trovi da solo, a via Partenope
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già conoscessimo il linguaggio da usare di fronte a
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un bisogno che viene da lontano e ci comanda
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lo condurrò sullo scoglio da Thomàs, che ci sta
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che ci sta guardando da lontano, e stanotte, semmai
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Carmen di lasciarlo dormire da me, e poi... e
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blocco a qualche metro da lui e torno indietro
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ad assistere alla scena da lontano, scappa un risolino
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ho chiesto a Thomàs da quanto fosse a Napoli
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la merenda, lo accompagno da qualche amichetto o riempiamo
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so cos’abbia sempre da fare, ma a me
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giorno e ormai svolazza da un mobile all’altro
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un attimo non ribatte, un colpetto di tosse
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a fare? Che teniamo da dirci ancora?” ¶ “Un minuto
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bambina dispettosa!” ¶ Mi viene da urlare ma se lo
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dovrò dire, al comportamento da tenere, al modo migliore
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i sentimenti è roba da adulti, io, invece, proprio
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che non ho tempo da perdere, mentre ritraggo il
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dai, non ci vediamo da un anno e tutto
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via...” ¶ “Che cazzo tieni da ridere?” domando, e avvicino
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fosse già stato deciso da qualcuno che non ero
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che c’era poco da costruire e che quel
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ti fa paura viverla da solo, e probabilmente ti
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mi fissa o mi un bacio. Oppure potrei
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che continua a sbirciare da lontano, sia della signora
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essere trattato con riguardo da te... quasi quasi ne
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so che mi ami da sempre...” ¶ “Statte cu ’sta
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dalla sua monocamera, truccata da far schifo e con
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passo indietro e uscire da quel portone e dalla
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poi credo si vergogni da morire. Perciò cerca di
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cattivo. Sei troppo preso da te per volere il
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blatta che zampetta veloce da un lato all’altro
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esordisco a un passo da lui. ¶ “Luce,” fa, e
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papà?” ¶ “Già, stanno litigando da un’ora e lui
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che andassi a vivere da lui, una volta me
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reputa strano, e diverso da lui, so che mi
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non mi viene nulla da ribattere, se non che
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nonno perfetto!” ¶ Mi viene da ridere al pensiero di
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Sono tornata a casa da nemmeno un’ora ed
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ho una buona notizia da darle, una fantastica notizia
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mattina sarei passata proprio da lei, semmai per raccontarle
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Ma tu chi sì, da dove vieni? E che
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vieni? E che bbuò da me e da mio
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bbuò da me e da mio figlio?” ¶ Spalanco la
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auricolari del telefono fanno da sottofondo. ¶ “Mi sconvolgo sempre
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spiegà, che ce sta da spiegare? Sì ’na femmena
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donna cresciuta con e da donne, so che cosa
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e non volevo tornare da mia madre. Così ho
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assai, ’na creatura praticamente. Da ragazza immaginavo sempre che
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mi avrebbe portata via da questo posto di merda
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ne sarei andata via da qui.” ¶ Anche con il
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piccolo tatuaggio che sbuca da sotto la canotta: una
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mi perdona e che da domani tutto sarà come
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a me, invece, viene da piangere. ¶ “Don Vittò, non
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delle persone non va da nessuna parte, Luce, resta
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facevano disegnare a scuola da bambini, quelli pieni di
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di delusioni”. ¶ Stavolta viene da ridere anche a me
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realtà, già stava facendo da un quarto d’ora
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non si apre più da anni, dove un tempo
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ho memorizzato sul cellulare. ¶ Da bambina la chiamavo la
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è restata a controllarmi da lontano e a mandarmi
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stata abitata per anni da un pakistano, o qualcosa
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gentilissimo. Un giorno passai da lì e lo trovai