Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

disse mentre si dava da fare con il mulinello

lui che era solo da sempre. Quando lo salutai

non avrei saputo neanche da dove iniziare con lui

mia vita. Stavo tornando da scuola quando vidi due

estate. Venni a sapere da Angelo che il cane

poi restò a squadrarmi da lontano, quasi non credesse

sta cercando...” ¶ “Al canile, da Beethoven, il cane di

dove lo vuoi portare?” ¶ “Da noi.” ¶ “Sì asciut’ pazz

la conversazione e andai da Beethoven. I miei genitori

occuperai tu? Gli darai da mangiare e lo porterai

terrazzo è molto diverso da come lo ricordavo, più

la parete era ricoperta da una buganvillea che tinteggiò

di ferro che serviva da sostegno. Non c’è

di un condizionatore fermo da chissà quanto. Lì, un

l’ho portata via da qui all’epoca. Chissà

trovato una strada migliore da percorrere. ¶ “Le mattonelle vanno

mani in tasca, mentre dà uno sguardo distratto al

la piazza tanto diversa da quella dell’ottantacinque. Rivado

quel luogo ora occupato da una grande pizzeria, e

che le iniziali incise da Sasà quella sera potessero

il tempo e tornare da me. Invece sono ancora

Concetta, che mi salutava da lontano sollevando impercettibilmente il

rovente, a pochi metri da me. ¶ Agosto era alle

un grande ristorante gestito da uno dei soliti amici

allora che bisogna educare da subito i genitori alla

genitori alla mediocrità, così da non essere costretti a

quello che c’era da mostrare, tanto che i

di mamma, che vagavano da un volto all’altro

figlia, “li abbiamo messi da parte negli anni, per

ascoltato mille pareri sbagliati da parte di mamma che

un paio di occhiali da sole pezzotti stile Ray

asso nella manica, perché da un po’ aveva fatto

con un bel problema da affrontare: non avevo i

sorella. ¶ Sarei potuto andare da papà, ma già sapevo

fine sgattaiolai dalla nonna, da sempre la più corruttibile

a quella leggerezza che da bambino cercavo di combattere

mattina non avevo nulla da fare. ¶ Da quando era

avevo nulla da fare. ¶ Da quando era tornato dalla

di rabbia, l’atteggiamento da Marine e la mascella

gran parte del tempo da solo in disparte. Solo

Bo e Luke amatissima da me e Sasà che

a distogliere lo sguardo da una donna in carne

che divideva la stanza da letto dal soggiorno). Lui

non c’era niente da festeggiare, se non il

Sembrava che dovesse piovere da un momento all’altro

un pennello, la schiuma da barba Proraso, la colonia

altra piccola libreria occupata da un’enciclopedia Treccani, e

semmai a tornare giù da me. E fu allora

le melanzane, un inviato da Palermo stava mostrando il

di vino che comprava da un contadino dei Camaldoli

sacco di valorosi combattenti da sacrificare contro la lotta

ha ragione, non vai da nisciuna parte. Anzi”, e

che non andiamo mai da nessuna parte?” ¶ “Sì, però

con il suo vino da mille lire a bottiglia

brutta notizia che arrivava da lontano. Voglia di credere

forse, che davvero esistesse da qualche parte un supereroe

a ronzarmi in testa da quando Matthias mi aveva

di minimizzare. “So’ cose da ragazzi...” ¶ “Ma quali cose

ragazzi...” ¶ “Ma quali cose da ragazzi, mamma, Mimì ha

la sua intelligenza, così da zittirli. E mò dovrei

istante, come invece suggeritomi da Matthias, di parlare con

madre, ma dipende anche da che madre si ritrova

allora sconsolato nella camera da letto e mi cambiai

porle la domanda che da un po’ volevo farle

un pomeriggio, di ritorno da una sortita per impossessarmi

cinque, come ormai facevamo da un po’, lui ricambiò

fiero. ¶ La sera andai da lei, stesa sul letto

madre ci ha avuti da giovane, che godi di

devi crescere e scegliere da solo il tuo futuro

ero rifugiato nella stanza da letto. ¶ Avevo aperto l

ebbe proprio più nulla da controbattere. ¶ Cinque minuti dopo

mai mi ero allontanato da Napoli, e per mamma

la Iacobelli, che andava da Alberto il parrucchiere una

tramutava in un affare da cogliere al volo. ¶ “Ma

era stata utilizzata solo da me, nonostante nel tempo

quel che c’era da sapere: sono erbivori, hanno

spurcato tutto ’o finestrino!”. ¶ Da ultimo arrivammo nell’area

Erano a pochi metri da noi e ci scrutavano

come la vita ¶ Era da poco passato Ferragosto quando

i quali spicca Leonardo da Vinci, avevano preferito sostituire

ad avere ventidue ore da dedicare alle sue attività

mio amico mi mancava da morire. Mi mancava la

Scognamiglio, circa quattrocento pagine da leggere d’un fiato

fesserie, non hai nulla da fare, in casa fa

sua cassetta degli attrezzi da pesca che custodiva gelosamente

pesca che custodiva gelosamente da anni nello sgabuzzino, una

stinto e un cappellino da baseball che lo proteggeva

po’ di bigattino, così da richiamare...” ¶ “Non so cosa

in realtà ero preso da tutt’altro. ¶ “Possibile che

Ma cosa vuoi fare da grande, Mimì, ci hai

possibile dalla realtà e da questa vita.” ¶ Papà sembrò

scherzo che si ripete da sempre.” ¶ Anche papà si

battigia, con la canna da pesca in mano, e

vieni?” urlai. ¶ Esitò. ¶ “Vieni da me!” ¶ Allora infilò di

fare così...” ¶ Lui che da sempre si ritirava davanti

galleggiante a pochi metri da noi si mosse; papà

cacciasse non so cosa da sotto il sedile. Beethoven

mano: impugnava due palline da ping pong. ¶ Strabuzzai gli

un paio di cuffie da walkman. “Vanno bene?” ¶ Ci

Ed ecco la camera da letto, bella grande, spaziosa

la casa è disabitata da un paio di anni

Ho ancora poco tempo da dedicare ai ricordi. ¶ “Chi

ed esco dalla stanza, “...da ragazza.” ¶ Fuori dal cerchio

trascorreva il tempo passando da un cofano a un

giornate immobili interrotte solo da un latrato in lontananza

latrato in lontananza o da un antifurto che si

miei amici erano corsi da me fissando increduli il

fabbrica di ferro che da decenni dava lavoro al

Kamen che, parole sue, da un paio di giorni

di assumere un atteggiamento da cavaliere. ¶ “Un Piedone e

che sono stato preso da altre cose,” replicai, e

mani unite, “una cosa da paninari insomma!” ¶ “Da che

cosa da paninari insomma!” ¶ “Da che? Mimì, ma comme

sforbiciate ogni tanto accompagnate da un buffetto sul collo

farmi fare un taglio da uno buono, da un

taglio da uno buono, da un barbiere vero.” ¶ Lo

per non farsi vedere da donna Concetta alle sue

spalle, cacciò una banconota da cinquantamila lire e due

cinquantamila lire e due da diecimila. Strabuzzai gli occhi

piazza Medaglie d’Oro, da uno che si faceva

dove mamma mi portava da bambino per le grandi

in via Cilea, lontano da casa, tanto che eravamo

la necessità di recarsi da Braccobaldo, i capelli me

erano tre poltrone occupate da ragazzi un po’ più

taglio; Sasà, infatti, portava da sempre i capelli scompigliati

insistette per venire direttamente da me e io capii

preso? L’ho comprato da Nicola,” rispose impettito, “ho

un’anonima camicia blu da mercato che mi aveva

un paio di scarpe da ginnastica bianche che volevano

e un po’ perché, da qualche parte nascosta, anch

rimasto dopo il taglio da Carmelo e disse che

portava più i capelli da guerriero indiano, ma rasati

concerto di Vasco Rossi da Bolzano. Avevo atteso trepidante

con papà, o su da Morla, che con il

a un nuovo esperimento. Da Alberto (avevo accompagnato mamma

presi una bella ramanzina da papà, anche se, come

anch’io un’esperienza da vivere e da riportare

esperienza da vivere e da riportare, un’avventura come

per davvero nei luoghi da lui narrati! ¶ Mi alzai

con la mia storia da leggerle, lei con il

di domande e rimbrotti da parte dei miei. ¶ Viola

vederne cadere qualcuna così da esprimere un desiderio. Tu

l’aveva portata via da me. ¶ Avrei dovuto essere

la condusse nella stanza da letto per continuare il

a muovere il capo da un punto all’altro

sommesso dei grilli e da un verso in lontananza

antifurto che arrivava chissà da dove, le grida di

ci sentivamo protetti, lontani da quello che accadeva nei

annotare ciò che hai da dire...”, e mi aveva

È un regalo, Mimì, da uno che scrive a

combatte.” ¶ “Il tuo amico, da solo, non può nulla

la nostra vita. Io da grande andrò via, partirò

scritta a pochi metri da noi. ¶ Lei non aveva

subito regalato il panno da gioco, le porte, due

del pianoforte in camera da letto. Quando aveva sentito

Sì, certo, nella stanza da letto.” ¶ “E perché non

di casa, non era da meno. ¶ “Dov’è il

avevo trascinata in camera da letto. ¶ Si era infilata

sedeva a un metro da me, la pelle nuda

reso ancora più magico da un piccolo fascio di

ritrovarmi in una camera da letto, al buio, con

Mastrangelo l’avevo incontrato da bambino e non avevo

un paio di slip da mille lire per il

è il nostro segreto!” ¶ Da che ricordassi, avevamo sempre

vita a quella che da molti era conosciuta come

minimo rumore, temendo che da un momento all’altro

disprezzo del nonno, che da sempre andava ripetendo che

scemo, sarei potuto andare da Viola, che se ne

sapranno che siamo passati da qui...” ¶ “Non vedo a

sigaretta dopo l’altra. Da un po’ di tempo

giorno si era presentato da me per confidarmi il

occhio di soppiatto, come da accordi. ¶ Mi ero avvicinato

mi turbinava in testa da un po’ l’idea

e della sua vita. Da qualche giorno, infatti, lo

invece, non andava proprio da nessuna parte e se

mocassini che non usava da chissà quanto e si

entra, noi stiamo insieme da una vita, i primi

che i barboni sono da tenere alla larga e

prima avevo accompagnato mamma da alcune zie che abitavano

alla carreggiata, a guardarla da lontano urlare e tempestare

e ’sta cosa me dà ’nu poco fastidio. Se

Beethoven, perché lui aveva da fare. Risposi subito di

quei due hanno qualcosa da nascondere.” ¶ “Che hanno fatto

padre, e non tornare da solo a casa se

comprendo cosa tu voglia da me...” ¶ “Ti vorrei vedere

ragione vuole una riposta da te?” ¶ “E, infatti, è

ragione nostra madre. Ma da dove sei uscito?” ¶ “Già

avevo commentato allontanandomi. ¶ Tornai da Beethoven, che mi attendeva

e, mentre decidevo il da farsi, mi appoggiai allo

delle buste di latte da un furgone e ogni

Ray-Ban, gli occhiali da sole che aveva anche

posteggiata a qualche metro da noi, e sotto il

verde e mi sorrideva da lontano, come sempre. Appollaiato

il sorriso e corsi da lui. ¶ “Grande Mimì! Dai

ragazza. Ho solo avuto da fare, le cose del

leggermi nel pensiero così da vedere l’immagine che

immagine che vedevo io da un po’: Viola nuda

visto il film Ricomincio da tre, di Troisi?”. ¶ Feci

sulle palpebre delle palline da ping pong e sulle

immagini o informazioni inviate da altri.” ¶ “Lo hai imparato

giro. ¶ “Prima di andare da lei, però, ascolta le

fossi della strada che da lassù sembravano voragini, un

adulto che mi trattava da adulto, la città che

orecchie che mi segue da allora. ¶ Canis lupus familiaris

permetterle così di uscire da sola con il fantomatico

giallastra dei lampioni accesi da diverse ore. Di lì

di vino, ad ascoltare da un vecchio stereo scalcinato

Ogni giorno, al ritorno da scuola, mi fermavo a

infatti, riuscito a fuggire da Berlino Est nel lontano

mi voltò le spalle. Da quella sera d’estate

accompagnava i nostri passi. ¶ “Da grande farò il calciatore

è uno sfessato che da una vita cerca di

spalla e lo condusse da me. “Mimì, ora Fabio

all’insù tenuti insieme da un gel che puzzava

ne dite di salire da me, così giochiamo ai

quello che Sasà aspettava da tempo, il motivo per

indossasse un fiocchetto rosa da gran signora, iniziò ad

particolare; mi aspettavo che da un momento all’altro

di non farsi mangiare da salsicciotti che camminavano in

sulla destra, perché proprio da lì proveniva un fascio

penzolavano come sempre storti da un lato del viso

strabuzzò gli occhi e da ultimo mi sorrise, anche

un pomeriggio di ritorno da scuola e le sue

arrivare alla libertà. Partimmo da una cantina di un

Non avevo trovato risposte da dare, in fondo ero

che ami. Perciò vai da lei e dichiarati.” ¶ “Non

noci, nocciole e pistacchi. Da noi funzionava così nei

una fetta di Zoccola da portare con me. ¶ “Pare

simpatico, e poi Bea da quando si era fidanzata

Beatrice non era tipo da subire passivamente un simile

fosse un film porno. ¶ Da un po’ di tempo

di portare loro qualcosa da mangiare, ma poi avrei

rispondere a troppe domande da parte della mia famiglia

dietro e urlare: “Venite da noi, che abbiamo un

sentii di essere diverso da lui e dagli altri

Estate ¶ Le fate nascono da una risata ¶ “La zona

con le due stanze da letto. Mi segua,” dice

giorno indossava gli occhiali da vista e ricordo che

infilava anche una banconota da mille lire per poi

sono le altre stanze da vedere...” ¶ Allungo una mano

a distogliere lo sguardo da Sabrina, anzi, dal seno

dopo si era presentato da me Sasà, così eccitato

me Sasà, così eccitato da mangiarsi le parole più

più del solito, lui da sempre abituato a parlare

se avesse un’incombenza da fare. Mi aveva trascinato

dovevo continuare. ¶ Il gol da calcio d’angolo ¶ Qualche

dopo – Carnevale era finito da poco – me ne stavo

dalla finestra della camera da letto per lanciargli del

sgusciato per strada, così da mostrare a chi se

soccorso “obbligandomi” a travestirmi da Braccio di Ferro. Secondo

cose a posto, ricchi da una parte e poveri

testa si era vestito da calciatore e indossava una

e ai piedi scarpe da ginnastica bianche. A chi

di papà di quando, da giovane, per un periodo

una pipa giocattolo comprata da mamma all’edicola in

a un simile atteggiamento da parte sua, spesso capitava

offesa, una ferita ancora da cicatrizzare. ¶ “Io e te

segnato con un pallonetto da metà campo!”. ¶ “Davvero? Mi

dir poco arduo segnare da così lontano,” ripetei mentre

minuto per minuto, così da avere maggiore controllo sulla

per ipotizzare la vita da adulto: sarei diventato uno

casa con tante pietre da analizzare, non prima di

terzo gol personale direttamente da calcio d’angolo e

il nonno che, disilluso da sessant’anni di amore

accumulata in un mese, da quando era iniziata la

buone ed era venuto da me con il bicchiere

del Plebiscito già invasa da centinaia di tifosi. Il

rispose che erano cose da femmine. Con il mio

aveva sempre un progetto da rincorrere e in quel

ormai la vedevo solo da lontano a scuola, il

l’inverno e poi, da solo, durante l’estate

Il film era tratto da uno dei miei romanzi

omaggio dei biglietti proprio da Scognamiglio, che avrebbe dovuto

mi ci avete portato da bambina al cinema, volete

sotto di lui, che da quell’altezza sembrava perdere

il pianoforte in camera da letto. ¶ Sarà che l

che separava la sala da pranzo dal corridoio. Era

metri più giù, “che dà sul viale interno, e

te”. ¶ Sarei potuto salire da solo, anche perché sapevo

a guardare Colombo restavo da solo poiché la nonna

la scelta dei candidati da sottoporre all’esperimento. Con

nonno aveva sempre qualcosa da fare pur non facendo

mi aveva confidato che da ragazzo la madre lo

a imparare “il mestiere” da un tappezziere, ma a

poi, “dici sempre che da sindacalista avresti messo sottosopra

mia prima uscita ufficiale da fidanzata al cinema con

Ci chiudemmo nella camera da letto, uno di fronte

nonostante i miei sorrisi da lontano. ¶ Nonno Gennaro mi

che se non sbaglio da poco si era messo

suo splendore, come sospinta da un’aura magica. Su

talloni a due centimetri da terra, e procedeva fra

quando due ragazzini sbucati da chissà dove, due muccusi

lì, a pochi passi da me, impaurita e indifesa

imbarazzo a farmi toccare da lei, perciò con la

alla finestra della camera da letto per chiedere se

frasi strane che chissà da chi e dove aveva

quelle attenzioni, e già da un po’ la vedevo

mi rendevo conto che, da qualche parte, invidiavo la

essere amata e circondata da amici. Credevo di essere

una scritta rossa contornata da tanti cuoricini: Così sei

aveva detto: “Quando torni da scuola, voglio vedere il

sempre qualcosa di urgente da riferire. ¶ Dopopranzo ero seduto

che spesso fungeva anche da citofono, “c’è Sasà

Sasà.” ¶ Andai nella stanza da letto e me lo

papà aveva acquistato usato da Nicola dopo le innumerevoli

nasce pe’ campà, tu da che parte vuoi stare

una simile frase provenisse da Sasà, non certo un

mentre io li osservavo da lontano, meravigliandomi che esistesse

fui completamente rapito, vagavo da uno scaffale all’altro

quello che era successo. ¶ “Da bravi cittadini avremmo l

in grado di vedersela da solo, ragionava e si

per quando sarebbe tornata da una delle sue uscite

infanzia, la mia vita da adolescente: uno stare tutti

più piccolo movimento, così da far crescere la tensione

calcistico, e nessun mito da imitare, se non Arthur

realtà, era stato preceduto da un rombo che aveva

non lo era più da tempo. ¶ Sasà non credeva

luccicante a pochi metri da lui; eppure era rimasto

studiavo anche i passi da seguire ed ero persino

ombra, perciò dovetti fare da solo. Decisi che avrei

pensammo alla salumeria, che da un po’ restava spesso

del mondo fu sostituita da quella del giocatore più

Angelo era solito sbrigarsela da solo. Aspettammo il momento

parola, nella solita posa da scemunito, con la testa

dire? Che stavo correndo da lei per portarla in

di avere un esempio da seguire. Non hai un

suo lavoro, lo pagano...”. ¶ “Da quando in qua sei

senti, ma che vuoi da me? Io manco ti

Ah, sì? E allora da oggi non siamo più

a ripetermi il discorso da fare, ora che lui

tutto quello che avevo da dirgli si riducesse a

si riducesse a cavolate da ragazzini. Poi dallo stereo

a mito, a esempio da seguire, stesse arrivando l

Flash Gordon che spuntava da sotto il giubbino, le

facendo? Ti stiamo aspettando da dieci minuti, è pronto

quel Fantastico che ormai da sei anni intratteneva i

e tuta lucente, saltano da un luogo all’altro

pericolosa di Gotham, perché da noi di benefattori se

il palazzo, lo riconosco da lontano e sollevo la

ha delle goffe scarpe da ginnastica ai piedi, una

Napoli non si vede da una vita. ¶ Mentre l

Mentre l’agente mi dà le spalle e continua

sul mobile in camera da letto, sali su una

non sia mai cadi da là ’ncopp e si

feltro fino alla stanza da letto, l’unica della

alla finestra della camera da letto che affacciava sulla

Sasà, un ragazzetto che da un po’ di settimane

ma un cane arrivato da poco, una specie di

si era fatto regalare da un condomino. Beatrice, invece

La finestra della camera da letto, come ho detto

a me, io che da sempre ero abituato a

continua così,” andava dicendo, “da adulto mi diventa un

mettiamo sotto al letto.” ¶ Da quel giorno avevo iniziato

trovato il mio esempio da seguire. ¶ Il sabato mattina

quelli ai quali si dà il cinque, per l

rise e disse: “Disagi da sopportare pur di avere

per non farmi sentire da Nicola, che altrimenti sarebbe

un disadattato, mà, questo da grande diventa un serial

e corsi in camera da letto, dalla quale tornai

serie. Il gesto fece da apripista perché anche papà

i piedi in testa da nessuno, era per me

mi rifugiavo nella portineria da papà a sfogliare riviste

di dirlo, per strada. Da lì all’amicizia con

tasche ed esigua attenzione da parte degli adulti. Erano

a essere molto diversi da noi. Nel nostro stabile

a fare i bisogni. Da quel momento, l’obiettivo

farsi amico Fabio, così da essere invitato a casa

deformata. ¶ Ero mezzo cieco da sempre, e da svariati

cieco da sempre, e da svariati anni portavo le

giorno ormai lontano, avevo da poco iniziato le elementari

miei mi avevano condotto da Eugenio, un ottico amico

aveva risposto: “Statt’ zitt’”. ¶ Da allora nessuno si era

nu mostro, non so da chi abbia pigliato, ma

bimbo strano, appunto, magro da far spavento, con quegli

mi alzavo la sera da tavola commentando soddisfatto il

tutto a una pantera (da lì il nome, perché

riposizionarlo nel punto esatto da dove era stato tirato

un po’ di vita da quella degli altri. ¶ Sasà

la saracinesca che fungeva da porta. ¶ “E bravo Mimì

Giancarlo. “Hai un futuro da calciatore... e per oggi

coloratissimo, magico e popolato da supereroi, personaggi buoni e

ore che pure passavo da solo, ma la vita

che era un buco, da genitori non di certo

accettare per come ero da chi mi vedeva solo

si fece fitta, come da tempo non succedeva. Le

una volta per tutte da quella vita che non

qui!” mi fece segno da sotto un balcone. ¶ Lo

be’, mi aveva messo da parte come un fustino

giusto donarla a lui. “Da anni sono alla vana

Concetta ti sta chiamando da dieci minuti fuori alla

Indossava una gonna larga da cui spuntavano gli anfibi

guardare quella degli altri da lassù ogni giorno?” trovai

Samuel ormai è finita da un pezzo, si è

cosa tu voglia davvero da me,” ebbi la forza

marciapiede a un metro da noi e Bagheera si

e anche una signora da un palazzo adiacente urlava

la mia storia, che da quel giorno sarebbe rimasta

una ventina di metri da me, con una maglietta

ed estrae il biglietto da visita che mi offre

la cartellina verde accompagnata da una penna anch’essa

si era fatta assumere da un negozio di profumi

tempo si è trasformata da ragazza alternativa alla Cindy

di avere un modello da seguire (che altro non

qualche mese prima – era da un po’ ormai che

non esisteva più, sostituito da un adolescente che non

per fuggire un giorno da quel luogo piccolo e

il coraggio di prendere. Da secoli ci raccontano le

ci sono una macchina da scrivere e alcune frasi

e perlustrazioni della zona da parte dei sicari. ¶ La

gli sparò dieci colpi da due pistole diverse, mentre

qualche chilometro di distanza da quella di Mimì. ¶ La

quell’infausta sera fece da testimone alla tragedia accoglie

immagini di una macchina da scrivere, una “Batmobile verde