Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

da quegli arazzi cupi, da quei velluti tetri, non

levare, di nuovo, mossa da una forza ignota, passandosi

non si mosse più da dietro i cristalli di

non potendo più levarsi da quel posto, ma rodendosi

di famiglia, che dormiva da quattr'ore. Dunque, Cesare

un'estranea, tollerata, compatita da lui, e che non

Si rigettò indietro, invasa da un ribrezzo profondo. A

abbia più nulla nè da dire, nè da ascoltare

nè da dire, nè da ascoltare. ¶ - Che fai qui

una stretta di spalle, da uomo seccatissimo, e andò

ma non le riuscì. ¶ Da quella notte in cui

stato trattenuto dagli amici, da una partita di carte

una partita di carte, da una qualunque sciocca ragione

con la effusione che dà la forma epistolare alle

anche Laura scriveva molto, da qualche tempo. Che scriveva

stanzetta sulla sua scrivania da fanciulla, in certi grandi

non la perdeva tanto, da non rimanere padrone del

metodo per farsi amare da una donna. La stessa

mirabilmente a farsi tollerare da Anna. ¶ Ella non gli

della sera. E Cesare, da Saint-Moritz raccomandava che

dalle sue profonde distrazioni, da quella lontananza d'anima

temeva che Anna, allarmata da una corte troppo stringente

passionalità profonda che emanava da ogni parola di Anna

una disinvoltura così crudele da un marito che era

che la scacciava naturalmente da sè nella rettitudine della

delusione le sarebbe venuta da una maggior conoscenza della

ella cercava di sapere da Caracciolo qualche fatto, qualche

le veniva ad Anna, da quei racconti smozzicati, detti

peso, in fondo, ma da cui ella desumeva, ahimè

con un brio veramente da giovanotto, accompagnava sua moglie

provincia, te la tieni, da lontano o da vicino

tieni, da lontano o da vicino. ¶ - La gente della

discorso ritornava, sempre scherzoso, da parte di Cesare, ironico

Cesare, ironico e tranquillo, da parte di Luigi agrodolce

bagni, era subito raggiunta da Caracciolo. Quando Cesare tornava

fatto al suo cuore da Luigi Caracciolo, la martirizzava

non si sa bene da chi, correva la voce

che Luigi Caracciolo, mosso da non so quale istinto

per lui, svaniva, scacciata da un'ignota ragione d

segreta tortura veniva sempre da quell'amore. ¶ Suo marito

grande per essere accompagnata da una damigella di compagnia

Anna si sentiva esclusa da quella intimità e tentava

l'anima ormai deturpata da tutti i più sacrileghi

in un silenzio tetro, da cui nessuno poteva trarla

e la sorella, spinti da lei stessa, partivano, tornavano

Quando ce ne andiamo, da questa Sorrento, quando? ¶ La

non vi è nulla da fare, avremo l'aria

subito, ma diventato freddissimo. - Dà pure gli ordini della

fiore, non si distaccò da quello che era l

indossare il suo vestito da corse, di lana color

platino, sopra un tavolinetto da scrivere. Ella portava al

amore, esclusiva, acciecata, presa da una sola passione dominante

ripetette la sorella, facendo da eco. ¶ Se ne andarono

vi era sempre andato da scapolo, sopra lo stage

saluti, i sorrisi piovevan da tutte le parti. Una

seta gialla pallidissima, coperta da un grande e lieve

del momento, fu morso da un acuto desiderio di

silenzio fu immediatamente interpretato da Anna. Gli occhi le

loro esistenza era regolata da quel patto scambiato nella

con una vera ammirazione da mondano a mondano. ¶ - Assai

offerte a sua sorella da Cesare, ora si sfogliava

e chi salutava Cesare da una parte, chi dall

di premeditato nel contegno da lui serbato, verso la

Anna era così lontana da tutto questo! Dal giorno

avesse detta, avrebbe avuto da lei quella gratitudine. Adesso

veduto venire: era salito da un'altra scala. ¶ - Ti

po' eccitata anch'essa, da tanti colori, da tanti

essa, da tanti colori, da tanti volti, dal continuo

Laura, nell'anticamera, dividendosi da lei, per andarsene nel

invece di ricevere conforto da Laura, fu ella che

non si sapevano staccare da Cesare, attirati da un

staccare da Cesare, attirati da un fascino amoroso: e

aveva rinnovellata l'espressione, da qualche tempo: ed ella

È ammirabile; ti ama da un centinaio di anni

le labbra, come faceva da qualche tempo: non aveva

sua sedia di riposo, da cui lo strascico di

Sibilia sua zia, accompagnata da Gaetano Althan, che aveva

dal San Carlo, o da qualche circolo, e vedendo

implica un vero interesse. ¶ - Da San Carlo - rispose lui

non si potesse distrarre da quella contemplazione. Ella, spesso

pericolosa via di parole da cui non poteva ritirarsi

disse, lentamente. - Che volete da me? ¶ - Niente, signora mia

se vi avesse udito, da mezz'ora a questa

e andarono nella stanza da letto di Anna, dove

delle grandi lampade coperte da un roseo paralume di

con quell'incanto che dà alla donna il vestito

consuetudine della sua vita da scapolo, che nessun servo

sua dolorosa manifestazione: e da quelle parole secche e

parole secche e precise, da quello stile duro ed

stile duro ed efficace, da quella narrazione breve e

legno di santal, portatole da Gerusalemme, da un frate

santal, portatole da Gerusalemme, da un frate missionario. ¶ Ella

pensare all'Inconoscibile. Spaventata da una visione tetra, nella

la luce rosea, assorbita da quei legni scolpiti, da

da quei legni scolpiti, da quel cuoio bruno, da

da quel cuoio bruno, da quegli arazzi cupi, da

soccorso, anzi non sperando da nessuno un soccorso! E

interlocutore, quasi ella arrivasse da un lontano paese di

poichè se la lettera dà sfogo a tutti i

a una parola pietosa, da lei stessa messa sulla

levare dalla piccola scrivanietta da fanciulla, passeggiando su e

risposto? Dalle prime lettere da lui ricevute e che

affetto esaltato, erano lette da un giudice tranquillo, che

di tenerezza era notata da lei, immediatamente; sapeva con

innanzi a quel volto da cui fuggiva ogni espressione

ma non abbastanza buono da volerle un po' di

sconvolta finanche nella calligrafia. ¶ Da più giorni ella aveva

altro. Se ne andarono da Napoli, l'ultimo giorno

maggio che aveva comperato da un ragazzo, andando alla

di seta bianca, coperto da un leggero e largo

grigia del suo cappello da viaggio: andava macchinalmente, nelle

mantelli e coi cappelli da viaggio, portando dei fiori

ella, più che chiedere da loro soccorso, ne diceva

del mare; vi affascinava da tutte le finestre, da

da tutte le finestre, da tutti i balconi a

così, Stella era presa da una pietà immensa, da

da una pietà immensa, da un immenso desiderio di

sera, nella notte, e da ogni balcone, da ogni

e da ogni balcone, da ogni finestra, dai saloni

appena appena si trascinava da una stanza all'altra

ne sono andata lontana da voi, che eravate, che

Madonna, perchè mi svincolassero da questi terribili, tremendi legami

esaudita; io sono uscita da queste strazianti preghiere con

fare, Anna? - domandò, uscendo da una lunga concertazione. ¶ - Niente

Non vi è più da fare: tutto è finito

vostra voce ho tremato, da quando la vostra mano

un fremito di delizia, da quando ogni parola vostra

è scolpita nell'anima, da quando, infine, io ho

amaste. Il mio sogno da quel giorno è stato

vi tormentate così... ¶ - È da tanto tempo, che so

quando vi ho visto da me così diverso e

Pompei, sarebbe stata sanzionata da un supremo atto di

istante, di vederlo disceso da quell'altezza glaciale in

si era tenuto sempre, da quella forte e serena

brutalmente quello che voglio da voi in cambio del

raggio lunare che penetrava da tutte le finestre, ella

alla stanza, tutta penetrata da una letificante sensazione: spalancava

ora ad un orologetto da tavolino, incappucciato di velluto

separava la sua stanza da quella di suo marito

breve spazio fu percorso da lei, con una certa

sigarette; la gran camera da scapolo che egli occupava

Cesare Dias aveva riportati da un suo viaggio in

rispose, levando gli occhi da un taccuino, dove segnava

vestaglia. ¶ Ma nell'uscire da quella camera, il cui

avrete nessun fastidio, nessuno, da me, mai più... Io

Io non ho nulla da perdonarvi - e si arretrò

come precipitata nel sonno, da una incommensurabile altezza. Dias

morta!? Quando siete lontano da me, io posso pensare

mia anima, per sempre, da quel giorno. E innanzi

ma non mi scacciate da voi, se no, io

Morelli, senza essere assalita da un fremito di sdegno

io avevo tanto amore da farne una ricchezza! Non

ragione al mondo, che dà tutti i tesori del

avvenire, senza sentirmi invadere da un'amarezza senza confine

delusione, non potendo assolvermi da un peccato che io

tempo, attraverso lo spazio, da vicino e da lontano

spazio, da vicino e da lontano, fino alla tomba

un tratto, come sollevata da una potenza ulteriore, spinta

una potenza ulteriore, spinta da una ragione morale che

della mia fuga, tornando da Pompei, io ho cominciato

amarmi. Forse siete legato da amori passati, presenti; forse

mai di essere amata da voi: quest'assoluta mancanza

sì che non avrete da me nessuna noia. Il

una grazia lasciandovi amare da me. Credo che sarete

quale una grazia fattami da voi. E questa lettera

lontano e così diverso da me, che mi ferireste

vostri desiderii, che, saputi da me, m'immergerebbero nella

febbre, per essere amato da una donna, era soddisfatto

ella si piegava, domata da un sentimento di lei

avrebbe voluto essere amata da Cesare Dias. L'amore

può essere ingannato, nè da se stesso, nè da

da se stesso, nè da altri, gli aveva subito

mani; a essere lette da chi non deve leggerle

egli non aveva nulla da dirle. Anzi, per affrontare

subito le difficoltà, mancando da due giorni da casa

mancando da due giorni da casa Acquaviva, vi si

nel cuore di Anna. Da che aveva scritto quella

avuto quella recisa risposta da Laura, ella si era

Anna. ¶ - È un uomo, da cui dipende la speranza

verrò quando potrò... tanto da ridiventar calma. ¶ Stella Martini

E la infelice, dominata da quella voce, da quella

dominata da quella voce, da quella superiorità d'animo

d'animo che trapelava da ogni parola, fra le

è quello che desiderate da me! - egli domandò, con

Lentamente, rientrò nella stanza da letto e si sedette

villa aveva due stagioni: da giugno ad agosto si

in quei tre mesi: da settembre alla fine di

salotti, anticamere e stanza da pranzo; al primo piano

di venirvi, le stanze da vestirsi, la guardaroba e

sua breve vita coniugale, da quella della luna di

dagli armadi, dai cassetti, da tutti gli oggetti minuti

taciturna, ma presa sempre da una soffocante emozione, sentendo

aveva? Quale commozione sgorgava da quel cuore gelido, pieno

Che importava poi? Chi dà la sua vita alla

ricambio, una riconoscenza? Chi dà la sua esistenza alla

giovane e amava, non da quella sera, dal fatal

capelli: lo amava forse da prima, infine lo amava

avviò lentamente. ¶ L'uscita da San Carlo, alla fine

innamorati corrisposti ma contrastati da crudeli parenti, amanti non

che ella, tenuta continuamente da lui in un ambiente

di freddezza, sempre corretta da lui ogni volta che

sussista ancora, sempre respinta da una parola mordente, da

da una parola mordente, da un cenno di disdegno

una umiltà affettuosa trapelava da qualunque cosa ella facesse

se ella non fingesse da mattina a sera, chi

che Laura avrebbe fatta da sè una buona scelta

che ei diceva, e da tutto il suo contegno

di signorine che conosceva da poco, si teneva riservato

sempre presente, o sorvegliante da lontano, il tutore Cesare

immancabilmente; non si scompagnava da loro, che quando non

certe parole che, pronunziate da qualcuno, pareva la facessero

giudice naturale e che da lui solo, in qualunque

sarebbero stati gli ostacoli da superare e che convincere

queste intenzioni erano approvate da Cesare Dias, ella si

E un giorno, presa da una vivace impazienza, non

che ella poteva tollerare da lui, proprio da lui

tollerare da lui, proprio da lui, una simile intenzione

Cesare Dias non veniva da varii giorni. Solo Stella

lo attraeva così profondamente da fargli dimenticare la sua

Stella Martini, che mandasse da Dias a chiedere notizie

casa, ciò che faceva da quando era stata malata

presa, a un tratto, da una feroce smania di

con aria sbadata. ¶ - Mancate da varii giorni - mormorò Anna

mani, prima di separarsi da lei? Non parlavano, ma

Acquaviva li vide venir da lontano, rapidamente: salutò e

compimento delle parole dette da Anna. Ed essa, quando

con ansia, aveva ottenuta da lui la promessa che

disdegnoso, molto indifferente, preso da altri interessi morali, non

era così, assai diverso da quanti ella aveva conosciuti

mai mancato un minuto da quella casa. Ebbe anche

più che mai confusa da quell'alterezza generosa. Durò

Egli riapparve, discretamente incoraggiato da quel sorriso che aveva

suoi argomenti fossero ribattuti da lui e che ella

un fatto, così. È da voi che vuol sapere

vuol sapere qualche cosa... ¶ - Da me? - esclamò lei, arretrandosi

Perchè non ho nulla da dirgli. ¶ - Non lo amate

nel fondo del cuore da quell'assioma. ¶ - Non conoscete

altro che una fuga da casa, mia cara, niente

un poveretto, e contrastata da noi, scappate di casa

scopo, si facesse vincere da una debole e stravagante

vero: espiava di già, da quel giorno, soffrendo, raumiliandosi

andava con uno sguardo da Cesare Dias a Laura

talmente, che le veniva da piangere: e impallidiva, sempre

idea, sopra un balcone da aprirsi, su un mazzolino

un mazzolino di fiori da togliere dalla stanza, sopra

stanza, sopra un biglietto da scrivere a un'amica

non hanno assolutamente nulla da fare, poichè le visite

la sua aria distaccata da tutte le vili cose

la sola legge umana da rispettare, è il successo

tutte le virtù dipendono da una debolezza del carattere

aprile, ritornando a casa da una passeggiata con Laura

Anna non vedeva fiori da tempo, nell'inverno, poichè

presso il balcone socchiuso, da cui entravano i tepori

venuto il rimprovero temuto da tanto tempo, aspettato con

ella non avrebbe tollerato da nessuno questo rimprovero, questo

che vi fate prendere da queste fisime sentimentali, che

vide che essa, rianimata da quelle parole più larghe

e forse un giorno da voi, Anna, il rimprovero

Ella tacque. Era oppressa da quella filosofia così amara

la mise all'occhiello. Da qualche minuto Laura Acquaviva

di abitanti, si agitavano da qualche giorno, nelle visite

loro giornata in modo da poter essere pronti alle

eleganti e ricche vesti da ballo le signore; tutti

bene imbacuccati, in carrozza da nolo, e discendevano, con

già tranquillizzata, già assorbente da tutti i sensi, da

da tutti i sensi, da tutti i pori, il

circolazione era difficile e da tutte le parti si

l'aria di emergere da una rosea e azzurrina

L'opera cominciava, diretta da Carlo Scalisi: il pubblico

che non avesse niente da dire: ed era così

di avvolgente che nasceva da quella dolce musica dove

pianto nella musica, e da quel fulgore di sala

racchiuso tante emozioni, e da quella gente agglomerata, piena

di segrete passioni; nasceva da una causa interna, ignota

essi stessi a far da visitatori altrove, un chiacchierio

occhialino. Essi erano colà, da varii minuti, dirimpetto alla

cuore del marito, tanto da diventare indispensabili, più come

contessa d'Alemagna e da un giro pei corridoi

ella si sentiva riprendere da quella mano ignota, rapita

posavano, così, naturalmente, attratti da un sol punto, anche

punto, anche essi; ma da certe palpebre abbassate di

di essere stata assolta da ogni suo traviamento, di

sapere, o era lontana da quel magico circolo passionale

domandare dove fosse. Piombata da un cielo di dolcezza

udire il suo respiro. Da se stessa, dal suo

Raul, anche Valentina, tormentati da una passione irrefrenabile e

lo sguardo dell'anima da un nero avvenire, ricolmo

era soffocato sul nascere da coloro che non volevano

e le pareva che da anni e anni viaggiasse

distinguerne l'aspetto. E da quel minuto in cui

cristallo dello sportello, passava da una grande, confusa e

manico della sua borsetta da viaggio. Erano sparite le

suo cuore era preso da un solo, da un

preso da un solo, da un unico desiderio: veder

venti minuti di cammino da Pompei: il vecchietto e

di tacere, presa ormai da un abbattimento mortale. E

sè: ¶ - Adesso Giustino parte da Napoli. ¶ Impaziente, non potendo

passarono gli inglesi accompagnati da un guardiano. Quest'ultima

non poteva reggervi. Uscirono da Pompei, discesero la scaletta

salottino era volgarmente ammobiliato da un divano di sargia

divano di sargia verde, da due poltroncine di sargia

due poltroncine di sargia, da un tavolino rotondo, nel

rotondo, nel mezzo, coperto da un tappeto di juta

di juta color nocciuola, da una mensola con un

piano di marmo bianco, da qualche sedia di paglia

una diffidenza, un ribrezzo da non dirsi. Stando sotto

letti in fondo, divisi da un tavolino da notte

divisi da un tavolino da notte, con una toilette

ho fatta, io agonizzo da tre giorni sotto i

parole, aspettando d'essere da lui immediatamente smentita, come

che una sola decisione da prendere, e così inaspettatamente

Dias... - gridò ella scostandosi da lui - tu parli come

casa, dalla mia famiglia, da dieci ore; io son

tuo tutore. ¶ - Vennero essi da te? ¶ - No: li cercai

la strada maestra che da Torre Annunziata viene a

là nella grande stanza da letto, oscura e fredda

albergo, fra sconosciuti, abbandonata da tutti coloro che aveva

chiesto alla vita, arsa da una febbre che le

una carrozza che veniva da Torre Annunziata, nè la

viso di vergine circondato da un nimbo di capelli

il volto tutto rigato da sottili strisce di sangue

quella vita che fuggiva da lei, da ogni poro

che fuggiva da lei, da ogni poro: solo ogni

aveva salvato Anna Acquaviva da quella furiosa e bizzarra

Aveva perduto il sangue da tutte le vene, da

da tutte le vene, da tutti i pori: adesso

mondani per le fanciulle da marito, credendole due insignificanti

di uomo tornato indietro da tutte le sentimentalità, a

ella si arrestava, presa da un segreto senso di

la rettorica si combatte da se stessa: la rettorica

avvenire così, è mossa da una leva possente, che

il viaggio in carrozza da Napoli a Pompei, dopo

molto era in guardia, da anni, contro le sorprese

Dias, quasi che avesse da confidargli un segreto: lo

sorella, e costei, cullata da quella carezza, non disse

non disse altro. ¶ Però da quel giorno, ritornando sempre

respiro, Anna pareva dormisse da due ore, immersa nel

un secondo candido lettino da fanciulla, all'altro capo

Anna non aveva freddo. Da che il lume si

movimento. Simile ai colpiti da una forte febbre, ella

imposte era stato lasciato da lei, apposta: ma vi

una lentezza di mosse da sonnambula, fremendo a ogni

teneva il capo rivolto da quella parte, mentre le

metà della stanza, presa da un impulso di audacia

finanche di esser sorpresa da un servo, raccomandandosi, empiamente

quando arrivò alla stanza da pranzo, le parve di

correndo sul terreno, solcato da nere strisce di asfalto

disse Anna, arretrandosi, colpita da un movimento di orrore

non ho un titolo da darti. ¶ - L'amore è

la monotona fissità che dà un unico sentimento. ¶ Fu

condizioni così diverse, divise da tante cose, tanto lontane

vedi se non è da noi, che siamo due

tu sarai amata, meglio, da miglior cuore; tu meriti

ami. ¶ - Anna, Anna! ¶ - Giudico da me - continuò ella, pianissimo

Ella si volle staccare da lui, per andarsene. Giustino

lui più grande, colpito da una morale incapacità a

via. Avremo poco tempo da patire, fino a che

vergogna! ¶ Ella si staccò da lui e lo respinse

e avete l'onore da vigilare, la dignità da

da vigilare, la dignità da conservare, la reputazione delicata

conservare, la reputazione delicata da salvaguardare; avete ragione: è

dolorosa collera, lo sbalzava da una emozione all'altra

ora impaurito, sempre commosso da quella voce, da quel

commosso da quella voce, da quel calore di passione

era sollevato e allontanato da lei, passandosi la mano

non avessero più nulla da dirsi, ora che avevano

terrazza portava alla stanza da pranzo, si sentì spossata

salottino attiguo alla stanza da letto, uno spettacolo improvviso

mezzo al salotto, affascinata da quella luce; la testa

colloquio, senza tremare, sebbene da tanti giorni la sua

premura di udir nulla da me. Ebbene, malgrado il

divide il mio carattere da quello di Cesare Dias

e io sono circondata da persone che mi credono

di affetto e isolandomi da tutti gli affetti, dandomi

deciso. Fra tre giorni da quello in cui riceverai

scialli, e fatti portare da una carrozza alla stazione

uso delle mie rendite, da due anni. Dopo... quando

vecchie, imbottite di cruschello, da cui il cruschello sia

raccolti strettamente sulla nuca da un grosso pettine di

levandosi risolutamente. ¶ Per tornare da Stella Martini ella doveva

ne fosse andata via da un'altra parte. Infatti

porta della chiesa, che dà sul chiostro di Santa

salì in una carrozzella da nolo, facendone sollevare il

ritorno? - domandò costui, naturalmente. Da Pompei si ritorna sempre

sceglieva alcuni oggettini suoi, da portar via, certi vasellini

io non ho che da dare a voi l

esaltava e l'accasciava, da due o tre settimane

viso. ¶ - Ebbene, volete trattarmi da amico? In un minuto

sorelle. Fra quindici giorni da oggi, ricordatevi, ricordatevi che

La signora è rientrata da mezz'ora e dorme

diceva subito Dias, liberato da una preoccupazione. ¶ - La signora

stata quella precipitosa partenza da Sorrento, sperando di trovare

allontanava dalla casa, come da un luogo d'inferno

reazione, Anna volle uscire da quello stato di desolazione

levarmi presto, domattina: ho da confessarmi. ¶ - Ah! Sta bene

trasalì. ¶ - Hai qualche cosa da fare? ¶ - Sì: ma torneremo

Era ancora in abito da casa. E sua moglie

poichè doveva accettare tutto da lui. Uscì, senza aver

quattro figliuoli, o carrozzelle da nolo, tutti gli equipaggi

si licenziò in fretta da sua zia e disse

passata quasi un'ora da che Anna era uscita

un piedino appariva, calzato da una scarpetta nera tutta

ricamata di perline e da una calza di seta

non distoglieva gli occhi da quelli di Cesare, in

quello che vedeva, liberarsi da quella scena, liberarsi da

da quella scena, liberarsi da quel sogno. E tutti

aveva offerto le rose da baciare, ed egli aveva

stralunati non si toglievano da quel gruppo, mentre il

sciolto la sua mano da quella di Cesare e

labbra erano schiuse, stirate da un convulso sorriso che

la forza di togliersi da quel fascino della passione

liberarla, e liberar sè da quella magìa. ¶ - Dio, Dio

Laura si era sciolta da quei baci furiosi di

tutte le sue facoltà, da quelle voci, da quelle

facoltà, da quelle voci, da quelle parole, erano rientrate

era forse un secolo, da che ella spiava suo

si aggirava, vacillando, agonizzando, da pochi minuti, ella ebbe

questa volta che, allontanandosi da Cesare, un poco, graziosamente

è in me, Laura. ¶ - Da quanto tempo? ¶ - Da... sempre

Laura. ¶ - Da quanto tempo? ¶ - Da... sempre. ¶ - E per quanto

il tempo, indietreggiò, passò da quel vano di porta

attiguo, attraversò la stanza da fumare, si trovò nel

due passi, sul tavolino da notte, l'orologetto che

quell'abbandono eran commentati da tutti i servi: ed

accesa anche una lampadina da notte, di bronzo pompeiano

di fantasma che usciva da tutta quell'ombra. La

non distoglieva gli occhi da Laura: e costei, seduta

Laura era stata baciata da Cesare, sotto i suoi

sicuri... e ho visto, da una porta... ¶ - ... e che

tradisci? ¶ - Io amavo Cesare, da prima: tu mi hai

il pudore femminile, macchiato da così atroce peccato? ¶ - Io

il mio voto ardente, da anni, di poterti dimostrare

essa non ha nulla da fare, è vedova, verrà

che l'aveva salvata da una sventura, in quella

le pronunciava, quelle labbra da cui uscivano, quella gola

tutto quel sangue sgorgasse da una gran ferita, aperta

una gran ferita, aperta da lei nel collo bianco

ella tentò di rialzarsi da quella disperata preghiera, in

e volendo essere amata da Cesare; poichè Laura era

portato uno sconquasso, tanto da farle perdere ogni senso

salvare la propria esistenza da una tragedia spirituale, ella

aveva trovato tanta volontà da non farsi abbandonare da

da non farsi abbandonare da lui, sola, perduta, semiviva

era stata vinta, vinta da chi aveva torto, da

da chi aveva torto, da Giustino Morelli che non

che non sapeva amare, da Cesare Dias che non

una sorella devota, tradita da suo marito e da

da suo marito e da sua sorella, potendo vendicarsi

ella era stata vinta da Giustino Morelli che non

che non sapeva amare, da Cesare Dias che non

che non voleva amare, da Laura Acquaviva che non

nel letale sonno che dà il ghiacciaio. Sarebbe inutile

quaranta anni, quattrocento anni, da allora, ma sempre perduto

poichè ella doveva sapere da altri, non da se

sapere da altri, non da se stessa, il motto

Ancora un istante, spaurita da uno sgomento oscuro, all

sue forze fisiche ringagliardite da quelle ore, in cui

una incertezza di movimenti da sonnambula, ella pettinò i

spillo, un trifoglio formato da tre perle nere, un

fattole pel suo matrimonio, da sua sorella Laura, ne

desolazione notturna. Fiaccata, come da un colpo di martello

Ella non trovò voce da rispondere, guardando con gli

poco. ¶ - Tutti possiamo morire, da un minuto all'altro

voce. - Tu vuoi separarti da tua sorella? ¶ - Sì. ¶ - E

posso dirla. Voglio separarmi da Laura. ¶ - Quando? ¶ - Subito, oggi

Avete litigato? Farò io da paciere. ¶ - Non credo - ella

offerte? Io voglio separarmi da mia sorella, ecco tutto

Tu non vuoi separarti da Laura? - ella gridò, sentendosi

che non fai altro, da mezz'ora; ti avverto

seria, e non ti dà nessuna noia, tu non

diritto di morte, datomi da Dio, datomi dagli uomini

mondo. Io m'interrogo, da qualche minuto, per vedere

che non avete nulla da dirmi e vi saluto

la mia voce ti dà fastidio, e quel che

il minuto che vi dà la prova del tradimento

no. Tu sei qui, da un'ora, imperturbabile, e

notte! Sciocchezze, frivolezze, robette da nulla; è una mala

piaceri senza dignità e da capricci morbosi: tu sei

dal suo posto; inchiodato da quella voce, da quelle

inchiodato da quella voce, da quelle parole: ma niente

incoerenze che avete commesse, da quattro o cinque anni

le relative seccature avute da noi. Eravate una bella

e Anna Acquaviva si dà alla passione non corrisposta

queste parole, sono adoperate da quella donna fatalizzata che

sua vita, in modo da non aver seccature, di

per me. ¶ - Ti amava da prima, confessa lei; peccato

sciogliendo le sue mani, da quelle convulse di sua

essere assolutamente libero, come da scapolo: voi accettaste il

tu, nella tua vita: da che ti ho conosciuto

spietatamente, offeso di nuovo da quel novello impulso di

non abbia altre ingiurie da favorirmi! ¶ - Tu mi odii

una rotonda, tutta chiusa da grandi alberi. Non vi

alcune brune. Anna scacciava da sè, con la punta

della pioggia, annoiati forse da quella solitudine: un silenzio

della palazzina, si accedeva da due scalini: e su

di bronzo che serviva da martello, e un colpo

soffitto, e un salottino da fumare, assai stranamente mobiliato

mura e sul soffitto, da quei tappeti di Kharaman

lunghi e stretti, rialzati da grossi cordoni, formavano cupola

a un tavolino e da un esile vaso di