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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Crisostomo Trombelli, Le favole di Fedro liberto d'Augusto [traduzione da Fedro], 1735

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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A un rio medesmo, da la sete spinti, ¶ L
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Al fonte più vicin; da lunge assai, ¶ Bevea l
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ma tu soggiugne, ¶ Fin da sei mesi con acerbi
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un re. ¶ Retta fiorìa da giuste leggi Atene: ¶ Allor
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questa novelluccia Esopo. ¶ Sciolte da servitude eran le Rane
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lungo tempo impantanato ¶ Giaceva, da lo stagno chetamente ¶ Una
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timor le arresta, ¶ Nè lor campo ad implorar
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Che fia se figli da tai nozze ottenga? ¶ FAVOLA
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Maschera o sia faccia da scena. ¶ S’Imbattè in
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e la Gru. ¶ SE da’ malvagi ricompensa attendi, ¶ Doppio
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premio; il Lupo: ingrata, ¶ Da che fuor di mia
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Accusata di furto era da un Lupo ¶ La Volpe
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stranier tal volta inganni, ¶ Da chiunque il conosce è
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orecchiutello grandi strida innalza, ¶ Da cui, e dal difforme
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e ne fa scempio. ¶ Da la strage indi stanco
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van lo siegue. ¶ Ma da l’eccelse corna trattenuto
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l’eccelse corna trattenuto, ¶ Da’ fieri morsi a dura
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de la città, cui da gran tempo ¶ Fier morbo
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a lui dovea. ¶ Sicchè da falso testimonio astretta, ¶ Paga
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e l’Asino. ¶ CHi da l’antica dignità decade
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l’Uomo. ¶ LA Donnola da un Uom dianzi presa
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la casa tua netta da’ topi; ¶ Perciò cortese a
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imitar vuol, ruina incontra. ¶ * Da la Rana in un
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fu visto; ¶ E punta da livor di tanta mole
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alcun non cura, ¶ Onde da dura fame è alfin
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ir vede a vuoto, ¶ Da l’altare una fiaccola
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Vide i Tori pugnar da la palude ¶ Una Rana
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la tenzone, ¶ E lontan da gli stagni è il
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andrete ¶ Per mia difesa da gli oltraggi franche. ¶ Esse
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veduta ¶ Ha soggetto, e da lunge il Tosco mira
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cui fascia d’Egitto, da le spalle ¶ Tratta, la
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Cornacchia. ¶ Così colei difesa da natura, ¶ Tal che una
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Quand’ecco i Ladri da gli agguati scagliansi ¶ Contro
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folti boschi il Cervo, ¶ Da fiero cacciator che a
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Che ritorna il Padron da cena, e visto ¶ Poc
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onori, ¶ Ei molti avrà da star co’ Greci a
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Ove a gli studj da gli affari io rieda
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baje attenda, ¶ Quando te da gli affari a se
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stanco, ¶ E la mente da mille cure oppressa ¶ Giusto
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e brieve ozio richiegga; ¶ Da cui più franco al
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E chiara lode ottenni da tai studj, ¶ Ove i
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egli scrisse, inventar seppi, ¶ Da cui la parte scegliere
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forze, un lieve salto ¶ Da la fossa spiccando al
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ciò, che s’addita, ¶ Da te far lungi? a
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lungi? a’ tuoi pastor’ moglie. ¶ FAVOLA IV. ¶ Il
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E a’ rei costumi beltà ricetto. ¶ FAVOLA V
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colpo! E a lui un soldo: ¶ Per Dio
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te, a perir son da ria fame astretto. ¶ Semplicemente
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sia de la soglia ¶ Da i ladri la magion
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Che roso il Can da la catena ha il
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si porta il pane; ¶ Da la mensa il padron
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un uomo; allor che da un liberto, ¶ Cui de
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in disparte, e son da lui del figlio, ¶ Dal
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onor deturpa, e sfregia. ¶ Da cotai detti acceso, irsene
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Supposta a duro esame; da rie morti ¶ Non fora
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è il corpo; ¶ Sicchè da lor l’Autore io
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le cere. ¶ Tal sapor, da la forma, che somigli
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mossa) si dimostra? ¶ Non da necessitade di natura, ¶ Ma
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necessitade di natura, ¶ Ma da bontade i Genitor’ ravviso
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Che l’uom riman da benefizj avvinto, ¶ Non da
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da benefizj avvinto, ¶ Non da le leggi, il mio
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tutela degli Dei. ¶ QUando da’Numi gli Alberi in
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cerca condurre avean costume. ¶ Da fatiche e percosse ucciso
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cuojo scorticato ne formaro. ¶ Da un lor diletto la
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speme, ¶ Che morto fora da percosse immune: ¶ Pur a
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Se allor che son da gravi studj scarco, ¶ Scrivendo
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e de la Donnola. Da gli anni ¶ Resa inetta
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Volpe, e l’Uva. ¶ Da fame spinta d’alta
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non provenga, o frutto ¶ Da tal’Eredità, non v
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lor non giove; ¶ E da ciò che vendero, avrà
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che vinti i Topi da l’esercito ¶ De le
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in minuti ¶ Brani, tritati da’ nemici ingordi, ¶ Restan ne
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se ti è caro ¶ Da le punture lor andarne
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mollezza alcuno inclini, ¶ Chiesto da un altro il vecchio
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dir imprese. ¶ * Nave agitata da contrarj venti ¶ De’ passeggier
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fremiti, e le angoscie, ¶ Da lieve aura sottratta è
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periglio; ¶ Indi i nocchier’ da gioja tal son presi
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Serpe intirizzito, preso ¶ Fu da tal, che crudele in
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pur rimane, ¶ Tolto lor da ladron’, restano ignudi. ¶ Clazomene
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A te lo scrissi, ¶ Da cui gran cose attendo
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che gli Dei preservano da morte. ¶ QUal nasca giovamento
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morte. ¶ QUal nasca giovamento da gli studj ¶ Fra gli
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corso, qual si suole ¶ Da’ Poeti, licenza prende, e
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ritorno agevolmente, ¶ Perchè lungi da offesa è il mio
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si debbe; ¶ Ma pur da pena non la sciolsi
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l’Asino. ¶ AD Ercole, da cui fu da rio
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Ercole, da cui fu da rio morbo ¶ Sottratto un
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sete. ¶ IL POETA ¶ MOlto da dir mi rimarrebbe ancora
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un pettine in istrada ¶ Da un Calvo: ed ecco
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giovaro le onorate insegne, ¶ Da cui ne va l
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Tosto l’azzanna; ma da’rosi denti ¶ Fugge franca
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I. ¶ Il Nibbio malato. ¶ DA molti mesi infermo, oltra
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rimiri, e tolleranza apprenda. ¶ * Da gran fracasso al bosco
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Nel toro accolta ricevè da Giove ¶ Trono regal. S
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asside, e un bacherozzo ¶ Da un angolo spuntar vede
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chiede. ¶ Vede il Leon da regio onor lontana ¶ Cotal