Carlo Sgorlon, L'armata dei fiumi perduti, 1985

quella casa. Lui sapeva da sempre che il kazàk

legarono con uno strofinaccio da cucina. Adesso il campo

del Terek vennero annullati da un colpo di spugna

fosse proprio una puledra da domare ad ogni costo

buio e non risapute da nessuno. Perciò la cosa

a quel punto, e da cosa tutto avesse preso

arrangi, Ghirei. Ci pensi da sé a procurarsi le

di loro. ¶ «Che donnetta da niente» disse Akmek. ¶ «Non

urlare.» ¶ «Si vede che da queste parti le donne

sono differenti. Bisognerà ricordarsene, da adesso in avanti.» ¶ «Andiamocene

Andiamocene. Tornerà in sé da sola» propose qualcuno. ¶ Ma

fare, essendo un lavoro da donne. E, con la

Erano paure che venivano da lontano, dai fondi superstiziosi

suo posto. Era toccato da una paura impastata di

fosse legata a lui da una misteriosa parentela. ¶ «Questa

fucilata? ¶ Tutti volevano fuggire da quella casa della malora

una goccia che uscisse da un rubinetto malchiuso, e

cosacchi si portavano dietro, da quando avevano lasciato la

lasciato la Černozjóm benedetta da Dio, o le steppe

era sempre stato accompagnato da letizia, canti, suoni, allegre

nessuno avrebbe trovato niente da ridire, perché la guerra

cosacchi erano stati ammazzati da invisibili guerriglieri. Ma la

che il popolo venuto da tanto lontano con i

Adesso, se fosse andato da quelle parti con il

costui non avrebbe ricevuto da nessuno baci e sorrisi

della morte che durava da anni, e si celebrava

perché quel ragazzaccio, venuto da tanto lontano, aveva osato

Gavrila, come fosse dipeso da loro impedire il misfatto

era cosacco, era investito da una corrente di rabbioso

niente. Era come fuori da tutte le cose. Quando

voleva sentire parola neanche da Marta e da Urvàn

neanche da Marta e da Urvàn. Per loro anzi

interiore. ¶ Si teneva lontano da ogni coro e da

da ogni coro e da ogni riunione, come se

chi stava per morire. ¶ Da allora Ghirei avvertì tutta

La terra è madre. Da essa veniamo e ad

il suo delitto, e da parte sua quello di

aveva stranamente delle cose da ribadirgli, la fierezza di

cose opposte e strane. Da una parte si sentiva

quello di Alda. Proprio da quando esso era avvenuto

il paese. ¶ Spesso andava da Urvàn e si fermava

tempi erano straordinari, diversi da tutti gli altri, e

della tribù erano tramontate da secoli. Cosa doveva fare

giovinezza era svanita ormai da tempo, e non c

che si erano visti da quelle parti. Questa tensione

mancata la convinzione profonda da cui nascono le certezze

dentro uno strano sonnambulismo da cui non facevano il

che un infinito labirinto, da cui non sapeva saltar

di conquista. ¶ «Potrei entrare da padrone in casa tua

soltanto per farsi vedere da lui e apparirgli in

indossato infatti, tirandolo fuori da chissà quali cassetti segreti

e la collana ereditata da qualche nonna o bisnonna

di poter essere vista da altri cosacchi e di

che gli avrebbero sparato da un uscio o da

da un uscio o da una finestra. Capì che

la fucilata non venne. Da uno degli stavoli uscì

capitano e il colonnello da parte del Salvadi e

dei suoi pastori. E da parte mia saluta anche

degli affetti, una donna da salutare. Se non l

e di onore cosacco da salvare. Il kazàk provava

pericoloso e di infido, da cui bisognava tenersi lontani

avesse scambiata con farina da polenta. La fame stava

nella Carnia assediata, circondata da ogni parte da truppe

circondata da ogni parte da truppe tedesche, che cercavano

ricerca affannosa di qualcosa da macinare tra i denti

più nascosti, più difficili da scovare, i cosacchi li

solcato di Akmek, abbronzato da soli di estati lontane

predace, carico di astuzie da faina, e in certo

un tacchino…» ¶ «Fai discorsi da ubriaco.» ¶ «Mai stato così

amante che aveva avuto da giovane. Lui entrava nella

il vizio di parlare da solo e di brontolare

c’era ben poco da cacciare. Riuscire a prendere

fossero penetrate in eterno da un odore sgradevole di

era solo, era assalito da un sussulto di pianto

agguato fu accuratamente preparato da Burlak, che subito s

dall’emozione e invasi da un’allegria primordiale. Lanciarono

cosacchi. Si sentivano ripagati da un’infinità di insuccessi

preso nello stesso tempo da un tremore sottile al

che stava per entrare da lei, e nello stesso

e nello stesso tempo da un’euforia spavalda e

di ubriachi. Ognuno scese da cavallo, ma Ghirei no

memoranda. Per farsi vedere da Alda entrò nell’androne

di essersi lasciato trasportare da un entusiasmo enigmatico ed

di compiere quel gesto da Rodomonte. Era imbarazzato. Cosa

uno, subito era sostituito da un altro, pieno fino

odissea, e non sapeva da che parte voltarsi e

L’idea di strapparlo da quel giro assillante di

tirata dentro e coinvolta da ogni cosa che appartenesse

Urvàn. ¶ «Ma non venite da quelle parti? Perché adesso

riprese subito a sbucare da tutte le parti. Essa

Marta l’aveva capito da molto tempo. Per i

la ragazza, erano prese da un brivido, anche se

per Alda potessero venire da quella parte. ¶ Credevano di

diceva col suo viso da furetto. ¶ «È andata da

da furetto. ¶ «È andata da una cugina» disse la

di Ghirei? È andata da una cugina!» ¶ «Ma poi

come i bolscevichi, condannata da Dio e dal destino

di buono poteva nascere da questo, e il sussulto

essa. Scostarsi del tutto da quella sarebbe stato, gli

Ma cosa può nascere da questo? Niente di buono

e si sentiva attratta da lui proprio per quello

Caleb. Per ragioni indipendenti da lei i suoi uomini

che le desse anche da fare ma che, nello

pure aiutata un po’ da tutti, persino da Luca

po’ da tutti, persino da Luca, che cercava di

grasso che veniva disfatto da una soda che bruciava

due, sicché fu assaporato da tutti molto più a

deformata e crudele, lontanissima da tutte le sue speranze

in fondo al lago. Da quel fatto ormai lontano

qualcosa tra di loro, da una montagna all’altra

di Natale erano sentite da tutti, piccoli e grandi

delle Terre Nere benedette da Dio. Per l’immenso

sentimento dell’onore, astenendosi da tutto quello che poteva

che Dio era lontano da loro, e che casomai

tirare avanti dovevano arrangiarsi da sé. Ma tra essi

avevano usati come cani da guardia contro le popolazioni

un’oca che strepitava da un angolo all’altro

soddisfatto di essere guardato da lei, durante la rapina

rapina, come avesse qualcosa da dimostrarle, col suo sguardo

straccio. ¶ Marta fu afferrata da un tremito insistente, quasi

cortile, sopra una tavola da lavare appoggiata a un

non disse nulla, trattenuta da un’arcana paura di

di non andare mai da nessuna parte senza essere

e coi finestrini sbarrati da filo spinato. Nel suo

di concentramento, e che da essi non uscisse mai

era il loro destino? ¶ Da tutte queste cose risultava

la sua tribù. Marta da tanto non passava da

da tanto non passava da quelle parti, e vide

con attenzione stranita, mettendo da parte una cerniera di

lunga serie delle cose da fare, che si accumulavano

danzatori del Caucaso, venuti da un presidio, vestiti tutti

altri, non vollero essere da meno, e si lanciarono

un futuro, dei villaggi da abitare, un fiume nel

passione che avevano avuta da sempre, per le armi

vodka o il vino da piccoli mastelli di legno

e stirata alla perfezione da Dunaika, e lui come

venuta anche Alda, accompagnata da sua madre e da

da sua madre e da due zie, che la

non ci fosse niente da temere. ¶ Ghirei ballava e

la induceva a guardare da quella parte. Ghirei avvertiva

impossibile per essere notato da Alda e mai, in

discosto il più possibile da loro, perché essi non

Ghirei era assolutamente contraddittorio. Da una parte si mostrava

intesa sostanziale, che nasceva da un istinto indecifrabile. In

a sentirlo, era preso da un’allegria che faceva

stalle, il maiale allevato da Marta e Anita, una

porcospino trovati nell’orto. Da ultimo gli venne anche

del bambino fu alimentata da Ghirei, che si serviva

poi lo seguiva fino da Alda, come si proponesse

una saldissima consegna ricevuta da sua madre, o in

se ne sarebbe andato da quei luoghi, e tutto

piccolo Luca, gli dava da succhiare una liquirizia o

strigliato come un animale da maneggio, e guardava ostinatamente

seguiva tutta la scena da dietro i vetri, con

avrebbe voluto baciare. Luca da Alda ci veniva anche

Alda ci veniva anche da solo, a prendere il

superstiti erano tutti tornati da anni, e avevano detto

non c’era più da farsi alcuna illusione. ¶ Ricominciò

che aveva abbandonato quasi da bambina, al seguito di

se era tanto diversa da Anita, aveva nostalgia dello

nella valle, era invasa da un brivido. Ogni volta

avuto il suo compimento da due anni, se non

betulle, e gli alberi da frutto si ricoprivano di

fosse morto all’aperto, da solo, ma piuttosto dentro

Lei l’aveva capito da tempo, ma gli uomini

che erano anche cambiati da quando li aveva conosciuti

volta. ¶ «E come, colonnello? Da quando ero bambina, ho

che era stata disfatta da decenni. In certo modo

dentro, nella situazione attuale, da una serie di fatti

riconosceva e sentiva staccati da sé. Ma uno dei

imboscate, sparavano di sorpresa da un bosco o da

da un bosco o da una macchia di noccioli

torrenti con gli stivaloni da pescatore per non lasciare

continuamente, come la cosa da cui aveva preso il

soluzione non v’era da nessuna parte. Eppure una

un tacito armistizio, era da tempo svanito e dissolto

loro situazione! Un giorno, da essa, quelli venuti dopo

colpo di mano, guidato da Bora, Saetta, o Vento

gli anziani, a cominciare da Dunaika. Una sera la

per non essere uditi da nessuno. I graduati andarono

avevano perduto le foglie. Da qualche tempo non nevicava

Burlak si era dato da fare nel paese per

s’attendeva di vedere da un momento all’altro

caverne scavate, che partivano da lì per arrivare chissà

strano villaggio, così lontano da tutti gli altri. L

attraversato in ogni senso da rughe e solchi profondi

lui una simpatia istintiva da cui non seppe difendersi

aveva il suo gregge da difendere, il suo piccolo

piccolo regno di montagna da conservare, e di tutto

Gavrila, e si lasciarono da amici. Ma l’occhio

gente, invasa e rapinata da loro. ¶ Marta sentiva la

Dunaika. Maglie e calze da aggiustare.» ¶ «Datele a me

s’era mai vista da quelle parti, e aveva

perduti. ¶ Quando c’era da far festa Akmekkahn era

di furberia che sprizzava da tutte le parti. Possedeva

Lui, col suo occhio da pojana, teneva in osservazione

faccia affilata e appuntita, da furetto o da volpe

appuntita, da furetto o da volpe, e quando aveva

a trattenerlo. Era ripreso da voglie irresistibili di divertirsi

Urvàn a volte, spinto da un demone imperioso, si

ennesima festa fu preso da un pensiero improvviso: forse

terra. Se c’era da combattere era lassù che

di cominciare a girare da una terra all’altra

popolo. Si sentì invaso da un sentimento sottile di

che aveva ritenuto fin da giovane i suoi veri

veri nemici, i bolscevichi, da anni non li vedeva

ma stava bene anche da solo. In fondo non

via dei due uomini da poco ammazzati a sciabolate

stava attorno, gli mesceva da bere, lo guardava con

cercava di farsi notare da lui. Senza accorgersene imitava

ansioso di essere guidato da lui. A Urvàn la

interrotta a un tratto da rombi non lontani. Erano

cielo illuminato a giorno da bengala lanciati in ogni

era interrotto ogni tanto da una catena di scoppi

di una serie cominciata da moltissimo tempo. ¶ L’indomani

lui visto la morte da vicino, aveva deciso per

una certa età, e da lontano si poteva confonderla

La guerra non viene da sé. Sono i capi

v’era ben altro da sopportare, prima che la

trovava alla villa già da alcuni mesi scopriva ogni

Pare che sia cominciata da mille anni.» ¶ «E soprattutto

forza d’inerzia. Durava da quasi cinque anni, e

sprecati. L’unica cosa da fare era cercare di

ai soldati, far loro da mangiare, curarli delle malattie

la guerra?» ¶ «Preferisco cose da uomo, perché sono un

vorresti vedermi ancora vestito da chierichetto…» ¶ Ghirei era sempre

seppellimento gli sembravano cose da uomini, di cui uno

un po’ nelle cose da fare e di dimenticare

di grasso il vestito da fatica. Con molta naturalezza

era messo a sparare, da una parte e dall

nulla, camminando lungo sentieri da caprioli, avvicinarsi al paese

si lasciava mai abbattere da niente ed era come

vicina di casa conosciuta da tanto tempo. Questa era

gli pareva di conoscerla da sempre. ¶ A Dunaika piaceva

a Marta, era penetrata da un ottimismo inconsueto, come

cose che aveva sentito da giovane, quando lei stessa

trascrivere su un quaderno da Marta. ¶ A volte le

faceva sentire ben lontana da una condizione di indigenza

dei cosacchi, come se da anni e anni non

animali sgozzati, malamente conciata da Dunaika, e di esso

dei tedeschi. Le veniva da pensare che lei fosse

riusciva a vedere nemici da nessuna parte. Non arrivava

Questi non sono giorni da riderci su» diceva il

il grado di colonnello, da tenente che era all

gli era stato conferito da Krassnov, ma Gavrila non

più che un ragazzaccio, da quando gli avevano dato

aveva appreso il nome da Marta. Alcune erano tutte

guardia, e a lui da una parte piacevano, perché

sparata chissà dove, chissà da chi e perché. Urvàn

direzione, senza senso, sparate da qualche incosciente soltanto perché

non sapeva più niente da anni. Erano rimasti nella

tempi consumati e disfatti da secoli. Sentiva ancora, tutta

atteso dietro il muro da eventi oscuri e imprevedibili

liberare i territori che da secoli appartenevano alla sua

guerra, ed erano presi da improvvise impazienze. Burlak sguainò

dal destino avverso, che da tanti decenni s’era

soltanto un tenente, uscito da pochi anni dall’Accademia

esilio in Francia, e da allora della sua moglie

grandi trasformazioni che sventravano da cima a fondo tutto

dei selvaggi appena domati, da cui non poteva venire

a fare i cani da guardia a quattro partizany

suo esilio. Ora che da anni esso s’era

fanatici e di impostori, da smascherare e cacciare con

tradimento dei Rossi, comandato da Lenin in persona. Gavrila

corso del Terek, dove da ragazzo si era spinto

l’ora di misurarsi da vicino con i guerriglieri

suo pensiero era avvolto da un alone di fatalità

dire, girava al largo da quei due per un

due formassero un insieme da cui lui era escluso

scura, icone, samovar, servizi da tè, che ingegnosi artigiani

Come fanno i tedeschi da noi…» ¶ Anche Marta era

che forse era invecchiata da sola, in qualche piccola

tutto era terribilmente diverso da come lui pensava. E

aperto sul collo, chiuso da una striscia di cuoio

più non c’era da dire, essendo quello degli

ossia una cosa lontanissima da quella sperata dai cosacchi

favola e un’illusione da bambini… Marta aveva una

che quei pensieri erano da evitare. Sapeva che non

come base ai partigiani. Da altre zone arrivavano notizie

installati nelle loro case da padroni, come dovessero starci

orda barbarica e medioevale. ¶ Da parte dei cosacchi v

Sentivano di venire trattati da loro come esseri inferiori

loro odio, che nasceva da una fierezza ferita e

ossessiva di esser fuori da quelle valli, da quelle

fuori da quelle valli, da quelle strade scivolose, come

per cercare di capire da quale diavoleria fosse sviluppato

aveva cento strade. ¶ Avvistarono da lontano una pattuglia di

cavallo, in perlustrazione, comandata da Burlak il circasso. ¶ «Stoi

era venuta la cancrena da congelamento? O una pallottola

guerra. Ciò che farò da adesso, fino alla fine

vissuto, avrebbe ricevuto ordini da comandanti stralunati e illusi

grandissima di avere eliminato da sé tutto un mondo

era trattenuto alla villa da una calamita fortissima, e

è ancora un residuo da liquidare.» ¶ «Resti qui, con

stesso tempo, voleva difendersi da quella parola e dal

Non c’è altro da fare…» ¶ Marta si sentì

domare perché la vita, da qualche cisterna profonda, ricominciava

uomo si sentì invaso da un sentimento dilatato di

mente umana a crearsi da sola le immagini con

non era una cosa da fare, che Marta e

più stupito del solito, da animale caldo e buono

cos’hai combinato, benedetta da Dio? Ti pare questo

Si sentì persino invasa da una ventata di allegria

nel fondo, molto diversa da Anita. Ma forse era

più intensa di darsi da fare. ¶ Non la toccava

sempre persa dietro fantasie da bambina. E se, per

quello che poteva accadere da un momento all’altro

all’altro c’era da sentirsi come paralizzati. Anita

era stracarico di cose da fare e di lei

fatto i cosacchi. ¶ Ormai da settimane arrivavano treni e

diecine di migliaia. Ormai da quasi venti giorni nella

fermarsi treni e treni, da cui in continuazione scendevano

zingaro pareva già animato da una vaga simpatia per

impressioni non erano negative. Da dove venivano? Erano cosacchi

Nere. Molti provenivano anche da più lontano, perché v

ebbe qualcosa di spaventante da raccontare: ¶ «Sono proprio dei

Cos’hanno fatto?» ¶ «Cose da pazzi. Hanno preso una

di allegria, perché attraversata da un pensiero curioso: anche

con i loro stalloni da traino, enormi e tranquilli

tranquilli, i loro cavalli da sella, più minuti e

fino al fiume, diede da lontano un’occhiata all

prati erano belli, e da quel punto di vista

Però loro sapevano bene da tanto tempo, dal momento

e i Rossi, sospesa da decenni, quando le cose

un rituale ben noto da tempo, e infatti ripetevano

argento erano stati nascosti da molto tempo da Marta

nascosti da molto tempo da Marta. ¶ «Une belle maison

riuscito a ottenere qualcosa da un tedesco, se non

la povera signora vestita da galeotto, mentre faceva qualche

sentiva di essere aggredita da una malinconia insinuante, che

via dai tedeschi, e da lontano ai suoi occhi

bastava stare a guardarlo da lontano, seduto sopra una

cucina senza essere visto da lei con animali di

nell’istinto. Dunaika faceva da mangiare per i suoi

che ci fosse qualcosa da mangiare, e lui si

bábuška, era come presa da un incantamento stupito, perché

motivi, suggerimenti, canzoni, ritornelli da libri che sull’argomento

che non restava altro da fare, e proprio per

nella cui casa viveva da moltissimi anni. Quando cercava

che si fosse mosso da tenebrose caserme o covi

polizia per venire proprio da lei. Guardava con diffidenza

Caleb era morto precipitando da una scarpata, nel tentativo

travasata adesso la paura da cui era stato perseguitato

abbracciava stretta, come se da lei potesse attingere chissà

rinsecchita e solcata, rovinata da troppe ciprie e troppi

aiuto le poteva venire da Anita, tutta persa in

sorella per uscire definitivamente da una funebre storia di

Caporetto, che aveva visto da piccolissima, ma di cui

paurose e irreali ascoltate da bambina; ma capiva che

mondo e a devastarlo da cima a fondo, come

di molte ore, vide da lontano i carrozzoni degli

che era diventata ossessiva da quando la guerra s

stati spaventati all’improvviso da chissà cosa. Un fatto

informato, poi fu presa da un dubbio e decise

dove, invasa anche lei da un timore irresistibile? Ebbe

stessa camera, come facevano da tempo; però Marta non

erano venuti in molti, da lontano, armati fino ai

più una novità, restava da chiarire il grande enigma

tempi, si sentì morsa da un insensato desiderio di

insensato desiderio di fuggire da dove si trovava, di

un’impostura!» Caleb, che da sempre leggeva libri strani

voler fare un mestiere da ebreo, come l’orologiaio

vicina a un paese da nulla, dove per mesi

notizie ricevute in passato da Haha. Il vecchio nelle

e della Polonia, e da cui lungo i binari

le sinistre dicerie riportate da Haha erano vere, e

cui aveva spesso giocato. Da quel giorno Haha non

Stava accadendo anche qui da loro ciò che era

perché la spaventava. Ormai da tempo non riceveva né

lettera né una cartolina da Arturo, e da quella

cartolina da Arturo, e da quella parte i suoi

se non erano tempi da andar fuori, benché il

anche se era circondato da leggende che venivano dalla

notte. Si sentì invasa da un’idea traboccante e

ne partecipassero, come attingendo da un pozzo senza fine

seduto. Marta lo guardò da vicino. Al lume della

ferito?» ¶ «La gamba. Roba da poco…» ¶ «Non è difficile

aveva attraversato il polpaccio da parte a parte, senza

odissea di soldato, sbattuto da una parte all’altra

giorno prima di scorgere da lontano il fumo che

perché le isbe, viste da lontano, sepolte sotto la

calore, perché venivano proprio da una cittadina che sorgeva

una cittadina che sorgeva da quelle parti. Anita, ascoltando

Arturo non era ritornato, da due anni non scriveva

un evento fatale, quando da una parte v’era

di Krassnov standosene tranquilli da qualche parte. Dopo essere

già fonda. Era reduce da un’ispezione fatta chissà

e sul colbacco. Krassnov, da quello che si poteva

questi ufficiali l’aspettano da ore» gli sussurrò qualcuno

il suo occhio velato da una nebbia misteriosa. ¶ «Sono

era soltanto un visionario. Da lui non poteva venire

stessa e dovesse cercare da sé la propria salvezza

gli ordini che arrivavano da Domanòv, da Shkuro, da

che arrivavano da Domanòv, da Shkuro, da Naumiko, da

da Domanòv, da Shkuro, da Naumiko, da Polunin avevano

da Shkuro, da Naumiko, da Polunin avevano gli stessi

e si ritenne sciolto da ogni obbligo di obbedienza

forza. La prima cosa da fare era quella di

dei partigiani impiccati, evidentemente da giorni e giorni, perché

dalle sentinelle, poi scesero da cavallo e proseguirono a

di essa, furono destati da un diavolio di fucilate

era a poca distanza da loro, e anch’essi

nella trappola tesa loro da Saetta. Le guardie giacevano

stata svegliata all’improvviso da altre fucilate, sventagliate di

anche meno, con facce da ragazzi, che parevano piene

voce. Così venne gente da paesi lontani, col carro

di Gavrila era cominciata da lontano, all’epoca della

meno di cento chilometri da Vienna, ma erano voci

per sempre. Urvàn vedeva, da cento segnali diversi, che

un terribile spazio mediano da colmare. I cavalli affamati

girare liberamente, perché andassero da soli a cercare la

dei cosacchi era guidato da Burlak, che andava avanti

conclusione insanguinata. «Amici, è da tanto che aspettavamo l

disse. I partigiani sparavano da alcuni degli stavoli, ma

gli uomini cadevano spesso da una parte e dall

cosacchi gridavano come ossessi. Da qualche angolo del loro

al drappello, era avvolto da una nuvola di pensieri

quello strato era avvolto da una tristezza pesante come

spia, gli veniva addirittura da ridere. Era abituato da

da ridere. Era abituato da sempre ad avere dei

in perpetuo. Avere nemici da combattere faceva parte del

ma anche quello ricevuto da Marta. Marta, lo si

era una donna facile da avere, era stata l

gli scottavano come sfiorate da un ferro rovente. Capì

attraversati ancora una volta da un destino beffardo. Burlak

ce ne saremo andati da un pezzo» disse Burlak

sul petto, congiunte, legate da una corona del rosario

lo stringeva sempre più da vicino. Sentiva che Ugo

un pianto silenzioso, rotto da singulti improvvisi. ¶ I cosacchi

scioglimento delle nevi, causato da alcuni giorni di scirocco

angosce e troppa responsabilità. Da anni non faceva che

non si potesse trovare da nessuna parte, perché ogni

non sapeva come difendersi da quel sentimento, che minacciava

speranza di essere protetti da Lui. Cos’era il

Voleva avere dei figli da Urvàn, che adesso era

per entrare in Germania da oriente, e anche nei

carneficine. Tanti giovani morivano da una parte e dall

entrato in una mattanza da tonnara, dove i colpi

colpi arrivano a gragnuola da tutte le parti. I

e al suo popolo da tutti i lati della

che mai, e che da essa potesse scaturire l

mai stata avvistata, neppure da lontano, e di essa

perdute. L’unica cosa da fare per noi è

via d’uscita, sospinti da eserciti e da guerre

sospinti da eserciti e da guerre. Ma soprattutto era

c’erano più ordini da dare, al presidio, né

al presidio, né cose da fare, se non attendere

sé in un’isba da fieno, lassù dove stavano

fosse arrivato così lontano da casa con la madre

e dallo Stato creato da loro, fosse fuggito tra

rischio di essere raggiunto da una scarica di sten

mugolii delle due donne, da un capo all’altro

esso si sentivano afferrati da un sentimento di panico

perché le ritenevano segnate da Dio. Ne avevano però

variamente mescolato, che veniva da chissà dove e parlava

fronte non passava anche da lì, Urvàn doveva vivere

ruvidamente in un angolo da Saetta, dove non poteva

di voltare lo sguardo da un’altra parte. Capì

che erano spinti avanti da qualcosa di immensamente più

loro fosse stato condannato da un tribunale partigiano, che

e s’era voltato da un’altra parte, per

di volerci avere qualcosa da spartire. ¶ Akmek fu avvolto

di Akmek fu ricamato da Dunaika su un fazzoletto

il volto del morto. Da lontano si udirono le

la briglia di corda da Ghirei, benché Akmek lo

Akmek lo avesse soltanto da pochi mesi, pareva capire

in precedenza. Ogni azione da una parte reclamava contromisure

Ma non ci riuscì da solo, e dovette ricorrere

apprendeva di essere diverso da come aveva creduto. ¶ «Vieni

era strano, assente, lontano da tutto quello che stava

Adesso v’era altro da fare, e le cose

e Dunaika erano prese da un’allegria piena di

ronzio minaccioso di aerei da caccia. Sentì nel cuore

popolo cosacco era cominciato da mesi e da anni

cominciato da mesi e da anni. Tutte le vene

la sua ragazza, sorpreso da alcuni cosacchi era stato

tentativo, quando fu preso da un dubbio insidioso. ¶ Allora

alla porta della camera da letto; bussò ancora, attese

piccola traccia di sangue da nessuna parte. Dovevano dunque

le distruzioni. Era venuto da lontano con i cavalli

stretti e impastati insieme da un medesimo destino. ¶ Urvàn

asse alla volta, prendendola da un mucchio che stava

canzone che aveva imparato da Akmekkahn e che era

il capo della spedizione. Da molto tempo aveva ruminato

fare era evidente, perché da una parte si parlava

e decisero di ritirarsi da quella parte. ¶ Ora Marta

dividesse la sua sorte da quella degli altri. La

non c’è altro da fare. Alle steppe del

gli inviti che partivano da lei facevano quasi tuttuno

avesse avuto dei figli da lei? Se assieme a

separare le proprie vicende da quelle del kazàk? ¶ Marta

o verso il cielo, da dove potevano venire le

un po’ di neve. Da un lato il fiume

dei superstiti. ¶ Erano accompagnati da incubi e terrori. Il

guerra se ne intendevano da secoli, il progetto aveva

un paese del Friuli, da cui era scaturita la

eliminato per intiero. ¶ Comunque da tutte quelle voci una

erano avvolti anch’essi da un’aria livida e

la fine della valle, da cui migliaia di cosacchi

guerra. Cadevano molti uomini da una parte e dall