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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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il telefono. Era Emmanuel da una cabina. Anna uscì
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mia madre stava male da un po’. Credevano fosse
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sarebbe stata in pista da chissà quanto. Le dissi
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che separa un ragazzino da un futuro uomo. ¶ Volle
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futuro uomo. ¶ Volle andare da Monsieur Marsell. Dovevamo raggiungerlo
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sembrava che l’accoppiamento da dietro potesse creare cervelli
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seria, l’input veniva da Mohammed. Le promisi i
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in qualche esame abbuonato da Giurisprudenza, poi indicai le
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non stavo così bene da sempre. Ci credette a
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che stavo portando Anna da Marie. Volevo fosse solo
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a una a una. Da Milano avevo avvertito anche
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bella. Anna si presentò da sola, la ringraziò in
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la sua inquietudine scaturiva da una netta separazione dell
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pensai che tutto dipendesse da Mario. Dal pomeriggio in
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Royce comprata come auto da tutti i giorni e
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si metteva alla macchina da scrivere. Alzai lo sguardo
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anche una questione delicata da decidere che non la
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scalcinata sui Navigli, capeggiate da una mora tale e
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ci sarebbe stato qualcosa da celebrare. ¶ Il giorno della
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di casa per tornare da aquila. Bonne chance, mon
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dieci le folgorazioni venivano da quegli immigrati mezzi analfabeti
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che si era fregato da solo nella sua Fortezza
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e ostinata che veniva da quel bagno al mare
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sul comodino, due tesi da correggere a terra, un
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La “perdita calcolata” predetta da mamma era stata lui
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lui. Quando eravamo tornati da Parigi, l’estate in
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i capelli, una crema da notte e un quadernetto
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giapponese, un figlio concepito da dietro aveva più probabilità
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un trapianto epatico era da escludere perché il cancro
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si guadagnò un nove da tutti e tre. Prendemmo
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a casa dormiva già da un po’. La aiutammo
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Madagascar, a Lisbona, e da sola in Provenza. Poi
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e mi confidò che da quando eravamo stati a
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Avevano discusso di cose da donne, di cose da
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da donne, di cose da progressiste, di faccende futili
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teneva la testa lontana da Parigi e mi istruiva
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ebrei e di ringraziarli da parte mia per avere
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contagiò anche me. Risi da solo, una mano appoggiata
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la mamma nella cassa da morto: le dice “Mia
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è un pesce”. ¶ Andai da Anna, riposava in camera
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Anna, riposava in camera da letto, la svegliai e
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ci addormentammo. ¶ Mamma telefonò da Gerusalemme, era appena stata
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e le era venuto da ridere, ridemmo insieme. Mi
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curiosi. Comprava tutine gialle da neonato, visto che né
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per ossimoro. Il sesso da incinta scatenava bestialità e
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considerarla una grande donna da subito, assolvendola per quel
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vedere il suo volto da sana, gli occhi felini
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suo figlio, starmene lontano da lei e continuare a
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lui. Antoine doveva fare da tutor a queste due
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dettagli, si erano date da fare tra loro? Assolutamente
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faceva? Era come quando da bambino sogni che ti
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di un padre stroncato da un infarto mentre leggeva
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che allontanava gli uomini da lei. Dietro quel volto
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lasciare a venti minuti da casa sua. Passeggiammo a
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di averla mi tormentava da quel giorno in amaca
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scrivania e una macchina da scrivere. Dissi che mi
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attecchito dall’imprevedibilità. E da un’attrazione che resisteva
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attrazione che resisteva, almeno da parte mia. C’era
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era ancora la leggerezza da farfalla e qualcosa di
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Lunedì sera? Anna. ¶ Ripartii da Parigi con il volo
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e fu una vicinanza da alloggio segreto, l’abbracciai
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lettera di dimissioni. Andai da Leoni e gliela diedi
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e di sette esami da finire. Poi Giorgio mi
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sentimento: elemosinavo legami camuffati da seduzioni, collezionavo carne per
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pizza ai quattro formaggi da dividerci. L’idea mi
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e il suo viavai da formicaio, mi feci vento
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una montagna di elaborati da correggere. ¶ Tirai fuori il
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congegnati. L’appuntamento era da lei, abitava in un
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dissi a ognuno il da farsi: bisognava trovare un
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che privarmi di qualcosa. Da solo non ce l
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la città, aveva accettato da poco che lo spingessi
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Bianconiglio che era spaventato da un burattino goloso di
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gesti, fuori vinse Anna. Da quando seppe che non
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attanagliava e che veniva da lontano. Invece di abbattermi
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pendaglio. Mi disse che da Leoni erano ancora concentrati
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puzzle, ne finii uno da mille pezzi del Pianeta
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le ragazze e venne da me che pulivo i
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avessero precluso una carriera da ballerina costringendola alla lettura
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per raddrizzare la scoliosi. Da allora il nuoto era
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Stava insieme a Mario da una vita perché le
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piscina Saini era conosciuta da pochi, aveva un prato
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insufficienza toracica veniva mitigata da una postura elegante. Ero
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trafficare con una borsa da cui tirò fuori gli
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dei Persol, li mise da parte e si legò
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i pantaloni. Si spogliò da sola, rimase in costume
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e io rimanevo sbigottito da come lei tenesse insieme
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dalle abbuffate puerili, lontano da uno sfogo momentaneo delle
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prima che Mario rientrasse da Siracusa. Rimanemmo svuotati sul
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la scimmia che salta da un ramo solo dopo
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non facevano l’amore da un anno e mezzo
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famiglia, le sarebbero mancati da morire. ¶ – E ora? ¶ Mi
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che gli aveva fatto da cuccia, e quello fu
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Anna mi teneva lontano da Mario, non era pronta
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Dopo che Mario tornò da Siracusa, non vidi Anna
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andare tutto così? ¶ – È da un anno, Libero. ¶ – Mi
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non doveva essere liberato da qualcuno. Era lui che
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disparte, non venne mai da me, disse solo – Francesino
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dallo sgabello e andò da Giorgio che rimaneva a
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aver mancato una passione da dolce vita. Di quelle
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casualità, dopo che chiamai da Leoni per avvertire che
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a Deauville, e che da allora era diventato il
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Le mangiammo sul tavolo da campeggio davanti alla finestra
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Marie chiese di rimanere da sola nel monolocale, voleva
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delle pizze sul tavolino da campeggio, la porta del
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del bagno lasciata socchiusa da Marie, la cicca della
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la mia terza promessa da onorare. ¶ L’eredità di
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di una Khalo trafitta da frecce e vivisezionata sulla
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Non riuscivo a staccarmi da quel fisico di donna
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di colpo e proseguì da sola verso il secondo
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mano e un cappello da uomo. Con lei discutemmo
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una confezione di carta da alimenti, il tocco finale
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tardone con la testa da bambine. ¶ Ti penso sempre
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donna che mi piace. Da quel momento Madame Marsell
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sensi. ¶ L’imperativo venne da Giorgio appena seppe che
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furore e senza preservativo: da quando apparecchiavo alla chiusura
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Il francesino che veniva da Parigi e la nera
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nella notte. Marika venne da me, mi prese una
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piano, poi si sfilò da me. E io lo
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e spento, la prendevo da dietro mendicando orgasmi senza
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rispondevo, dal mio tavolo da campeggio ascoltavo gli squilli
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Continuai con le mansioni da schiavo mentre gli inviti
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suo senso natalizio già da neonato, leggendomi storie su
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e i libri selezionati da lui. ¶ Avevo allestito l
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passavo a casa sua da prima di trasferirmi a
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allo sport, tifava Juventus da sempre. Mi disse che
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lei a tirarti fuori da questo Vietnam milanese. ¶ – Vietnam
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che? – Mario ci sorprese da dietro e baciò Anna
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di averci guardato chiacchierare da lontano: era stata una
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divano con le zampe da cane, Mario e nonna
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Giorgio e mi ripresentai da Leoni. Frida stava ancora
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un attimo. ¶ – Volevo parlartene da un po’. Penso... ¶ – Solo
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Ti va di venire da me?, oppure Mi piaci
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rabbie, risposte affermative mascherate da finte indignazioni (“Che modo
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così?”, “Mi hai spiazzato”). Da quando ero a Milano
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si spostò i capelli da destra a sinistra. – Benvenuto
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perché lui voleva presentarle da lontano il suo amico
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Parigi. ¶ Strappai un angolo da una tovaglietta di carta
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promessa a Lorenzo che da Parigi gli avrei portato
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dito tolsi la polvere da Mentre morivo. Lo misi
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la portava in giro da un posto all’altro
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i Fiori di Bach da prendere prima di dormire
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viso era grazioso, rovinato da un naso aquilino. Alexandra
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le guardai il sedere. Da sotto il tavolo Emmanuel
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subito: non sarebbe passato da Milano perché aveva anticipato
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non la trovai. Tornai da me, chiusi la porta
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passare al decennio successivo, da lassù l’archivio era
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per rifiatare ogni ora. Da un anno si rintanava
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Aveva comprato una lampada da Fiorucci, azzurra e con
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era su un leggio da biblioteca, accanto a un
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e a una trousse da cui affiorava un mascara
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per la prima volta da Parigi, anche se per
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una delle sue ricerche da matematico sulla percezione umana
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emotivo, non lo abitavo da troppo. Da lui volevo
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lo abitavo da troppo. Da lui volevo il lasciapassare
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Nero, la strada che da Porta Romana si arrampica
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un’anima femminile diversa da Lunette mi violava. Volevo
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stato campione di tuffo da scogliera per tre anni
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a qualcosa di altro da sé. Se la tua
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quadrilocale con la carta da parati salmone e gli
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tutto nell’archivio, sorridevo da solo per l’intuito
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case-history del ’73. ¶ Scesi da lassù, lei mi guardò
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Amsterdam, anche questo veniva da Anne Frank. Poi stavamo
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nascondiglio, e a sfogare da solo l’impeto ritrovato
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un astio preistorico, veniva da quel senso di borghesia
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lavoro. La fragilità truccata da forza, era questa sua
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tirar fuori l’impudicizia da chi ne appariva immune
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ho comprato un tavolino da campeggio e l’ho
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Palmiro e facendomi abbracciare da Lorenzo. E quella stretta
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doppia famiglia, un vantaggio da usare con arte. Smise
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però aveva un prezzo da collezionisti. Mi domandò a
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aveva anche la sella da due. Ci accordammo così
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stanza tetra, Lunette assisteva da un angolo e piangeva
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dall’epoca parigina. Veniva da un altro cosmo: era
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che singhiozzava. L’abbracciai da dietro, disse Non ce
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Uscimmo a due settimane da Natale in una Milano
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Milano vestita di carta da regalo. Decidemmo per un
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Decidemmo per un aperitivo da Moscatelli in corso Garibaldi
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domandai se voleva venire da me. ¶ Sorrise. ¶ Entrò nel
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sfilò e si offrì da dietro. La presi, durò
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mi aveva insegnato fin da piccolo, quando mi permetteva
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sarei arrivato in anticipo da Leoni se non avessi
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in forno che inseguivo da Deauville. ¶ Era venuta perché
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certo perdersi una passione da dolce vita, n’est
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altro, e questo era da parte di Madame Marsell
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io finsi una febbre da cavallo e tornai a
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Frida chiusa in riunione da Leoni, sgattaiolai fuori dopo
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terrore di capire che da solo, d’ora in
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sottosopra il mio futuro da avvocato. Poi andò nella
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sorpresa anche per me, da quando ho saputo che
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Brera per un caffè da Moscatelli. Come la sosta
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lei che si staccò da me ed entrò nell
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ci buttammo così, io da una parte e lei
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e si era rifiondata da me. ¶ – A quando la
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sorella non aveva dormito da me una sola notte
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feci dare una moneta da Philippe e chiamai Lunette
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sciolta. Lo strattonavano, lui da una parte e lei
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e in due sacche da marinaio, mi feci portare
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marinaio, mi feci portare da mamma ed Emmanuel a
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e mi feci riaccompagnare da Antoine. Il mio amico
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non andai più. Studiavo da casa e a mamma
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esami. ¶ Partii davvero. Decollai da Charles de Gaulle in
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Sapevo che la partenza da Parigi era una fuga
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fortezza contro il dolore da cui dovevo evadere. Mi
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Mi presi una pizza da un egiziano sotto casa
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con delle canzoni scelte da lei. C’erano Mozart
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con la sua scala da matrimoni. Scelsi il terzo
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dopo il nostro ritorno da New York, Lunette si
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abbracciarono stritolandomi come facevamo da bambini. In loro c
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opposti. Mario Crespi veniva da una famiglia borghese con
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fidanzato, stava con Anna da sempre. Una ragazza con
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conoscere quando sarei uscito da questa morte rossa. Disse
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dalla giacca una banconota da cinquantamila lire. Vuoi venire
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trovato nei guai se da un giorno all’altro
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fuoriuscita: lo sport (illusione da sempre), l’aggressività (irresolutezza
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2015
sempre), l’aggressività (irresolutezza da sempre), il cibo, le
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e un collo affusolato, da farfalla nera, fissai la
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Corsi indietro, mi ripresentai da Marika e le domandai
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amuleto che avevo portato da Parigi: la tessera del
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non parlare dei pantaloni da clown. Chiesi aiuto a
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settimane dalla mia entrata da Leoni, qualcosa accadde alla
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in anticipo per entrare da Leoni, proseguii a oltranza
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guardare. ¶ Mi feci aiutare da chi deteneva il mio
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e di una giovinezza da recidere. Andava rieducato l
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la parola, e venne da Lorenzo. Il nostro perdigiorno
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era fallita. Volle salire da solo, tornò giù portandosi
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spelacchiato con gli occhi da topo. Lo sistemammo sulla
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Era una Milano aspra da fuori, intima oltre le
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bicicletta a Milano è da matti. ¶ – Mais no, ometto
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ometto di mondo. È da liberi. ¶ La sua Bianchi
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Lorenzo comprammo due birre da un venditore abusivo e
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insonnia, siero delle illusioni. Da lui avevo ereditato le
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il gruzzolo messo via da Parigi non sarei arrivato
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in uno chignon infilzato da una matita. Si chiamava
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francesino ci sa fare. ¶ Da Leoni ottenni di uscire
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cigno a origami creato da lui. Aveva una barba
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lui. Aveva una barba da Hemingway, il naso aggraziato
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il tuo nome? ¶ Arrivavo da Leoni con gli occhi
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cestino di pane fresco da bagnare in tre tipi
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sgasava già dalla Darsena. ¶ Da quando ero milanese avevo
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cottura con un frigorifero da hotel. Il lusso era
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l’amour fou, almeno da parte mia. La farfalla
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2015
capivano. Philippe mi prese da parte e io gli
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le precauzioni, ometto. ¶ Andai da papà e gli confidai
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sulla lapide. Non so da dove mi venisse questa
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questa suggestione ebraica, credo da alcuni scrittori che ammiravo
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2015
che mi portavo dietro da quando ero bambino. Apparivo
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bambino. Apparivo sperduto e da salvare, Lunette mi prese
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in dotazione una mandibola da dinosauro e denti che
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lo massaggiò. Mi doleva da quanto era pieno. Lo
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alle caviglie, le mise da parte con cura. Lo
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baciai con precisione, infine da incontinente. Lei gemette e
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2015
che qualcosa era cambiato. Da poche ore la mia
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2015
una strategia sicura presa da un romanzo appena uscito
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Jacques ciò che sacrificava da sempre. ¶ – Che cosa? – domandai
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2015
Me la dovetti cavare da solo. Vidi Lunette al
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2015
al servizio di smorfiose da imbellettare per la disco
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2015
mi accompagnò in camera da letto. Mi lasciò in
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telefono e dovrei andare da mia madre e sai
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2015
andavo al Café, fluttuavo da un tavolo all’altro
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2015
fratello, la protesse invitandomi da lei, sua madre preparava
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2015
compromesso: saremmo andati noi da lei per limitare i
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2015
ero andato a vivere da solo. Soprattutto: Emmanuel aveva
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2015
Lorraine, che non dipese da quanto la mia fidanzata
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2015
che franavano a terra da sempre, pizzicò la mia
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2015
con le labbra dipinte da mia madre, io perdevo
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alle nostre sfumature caratteriali, da consumarsi in picnic a
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fantasie pericolose: vederla posseduta da altri, da Philippe, da
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2015
vederla posseduta da altri, da Philippe, da quel viscido
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2015
da altri, da Philippe, da quel viscido del suo
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2015
viscido del suo professore, da un morettino che veniva
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2015
alle riunioni, dai laureandi, da chi l’aveva eternamente
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2015
al massimo poteva dormire da me due volte a
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2015
una specie di camicia da notte nell’armadio. Arrivarono
274
2015
pensando ai soprusi patiti da Celie e all’affanno
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2015
chiedevo se potevo fare da solo. Lunette annuiva e
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2015
Negli ultimi mesi dormiva da me cinque volte a
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2015
due avrebbe immaginato. Dipese da un insieme di coincidenze
278
2015
sul teatro, mi annoiava da sempre, e sui musical
279
2015
camicetta. Quando si spostò da un lato all’altro
280
2015
poco dopo, a tornare da lui. Gli andò accanto
281
2015
Poco dopo Lunette entrò da me. Aveva la camicetta
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2015
al MoMA. Ci separammo da subito, Lunette esplorava le
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2015
aveva il corpo attraversato da tremiti. Le tolsi le
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2015
osservare la gente liberata da New York. L’ultima
285
2015
tre giorni. Quando venne da me ritrovammo i nostri
286
2015
me: l’avevano chiamata da Milano, il marito di
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2015
minestra con il cucchiaino da tè. Mamma aveva un
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2015
raccontare niente del viaggio da Lunette: era tornata a
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al posto dei capelli. Da nudo ero ancora secco
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piaceva, e si dava da fare. Aveva qualcosa di
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con le femmine? ¶ Rispose da matematico: due baci alla
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del corpo, dell’odore, da qualche parte in qualcuno
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senza mare, due sorti da evitare che probabilmente soffrivano
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aperto una gelateria italiana da provare. Accettò, raggiante e
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ritardo e mi ritrovai da solo con lei. ¶ Chiacchierammo
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aspettando Antoine, dobbiamo cenare da mio zio. ¶ Tentai un
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tutto per non trovarmi da solo con lei. Riscoprii
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mi godevo la Parigi da turista, compresa la Senna
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monde, una vulva ritratta da Courbet nello stesso modo
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se volevo mangiare qualcosa da lei, accettai solo dopo
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mamma che sarei rimasto da papà e a papà
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papà che avrei mangiato da mamma. Marie era patrimonio
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Lachaise con la carta da parati a fiori e
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fiori e le lampade da fabbrica rimesse a nuovo
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e i muri coperti da libri. Sugli scaffali c
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cambiata, aveva una tuta da ginnastica e i piedi
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e una Coca-Cola da dividerci. ¶ Ci guardammo I
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e gli altri e da solo, non lo rivelai
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una miseria. Mi venne da piangere, e lei se
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lavai la faccia, desistetti da qualsiasi proposito erotico. Rispettai
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giorno. Continuai a passare da Marie che mi aiutava
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sulla politica io imparavo da loro, anche per questo
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Era la tattica stabilita da me e Marie per
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arrivai a lasciarle messaggi da riferirgli. Avevo trovato un
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passavo i fine settimana da papà. Con mamma mi
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mie parti basse nascoste da un camice blu. ¶ L
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gonfio come una palla da tennis infangata. Mi misi
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ospedale che era cadavere da tre ore. Aveva avuto
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Lorenzo che erano venuti da Milano per la funzione
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in prima fila sorretta da me. Indossava un impermea
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minuzia. Cominciai dalla camera da letto, rovistai nelle tasche
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armadio. Trovai del tabacco da pipa, dei carnet del
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d’oro, le misi da parte. Passai nell’altra
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indimenticata in Islanda. Misi da parte e mi dedicai
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veloce: trovai due slip da donna di taglia minuta
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unico modo per staccarmi da un lento declino materno
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un’ora e muoversi da una parte all’altra
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che cominciai a considerarla da una prospettiva insolita. Era
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e Marion si davano da fare come conigli. Il
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usciva dall’università passava da casa per un boccone
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poteva venire con lui da me. Rinunciava all’iniziativa
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Magots e ci trovavamo da me per provare qualche
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di marzo, avevo compiuto da un mese vent’anni
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più di una volta da Marie. Mi diede in
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storia finisce. ¶ Le chiesi da quant’è che non
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che non lo apriva. ¶ – Da Emmanuel. ¶ Così conobbi l
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e abitavamo a Parigi da poco, X arrondissement, rue
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agio della sua Bologna. Da ragazza era emigrata a
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nessuno è mai tornato da morto per confermare la
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di passare le ferie da soli. Invitarono Emmanuel. Mi
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avuto uno sguardo ambiguo da una compagna di classe
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terrazzino e due camere da letto in rue Laplace
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dormito: un loculo ricavato da una rientranza del corridoio
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più di una branda da campeggio. Appiccicai l’orecchio
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brutta serata al tavolo da gioco. Novecento franchi buttati
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feste, mentre le camere da letto si spegnevano. Poi
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Feci tutto in fretta, da quando la zia era
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e cose buone comprate da Emmanuel alla boulangerie St
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Quando vidi uscire Marie da Cary Grant, in due
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sulla battigia. Mi chiamò da lui. Gli feci cenno
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poi mi sentii toccare da dietro, era la mano
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caricava sulle sue spalle da ballerina. ¶ La brezza della
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verso la sua sposa da più di un decennio
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dopo e si fermò da me. Mi baciò e
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si tolse gli occhiali da sole. Era paonazza. ¶ – Stai
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Era paonazza. ¶ – Stai lontano da Marie, intesi? – e filò
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tirai fuori le carte da briscola che avevo portato
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Francia e c’era da fare i conti con
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Emmanuel – Marie si alzò da tavola, domandò permesso e
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papà, settecento franchi vinti da mamma sul 27 alla roulette
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e un’intossicazione alimentare da gamberetti, uno sguardo ricambiato
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mia madre si versò da bere – lascialo crescere. ¶ La
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fu nell’attività onanistica. Da pochi mesi qualcosa aveva
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vista, né sentita menzionare, da quella sera a Deauville
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non ho più niente da dire e lui che
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labbra grandi. Le gambe da ballerina e il seno
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riuscivo a fare puzzle da mille pezzi; avevo smesso
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mi teneva alla larga da sua sorella Lunette; l
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Io ero uscito prima da scuola per uno sciopero
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Una gara automobilistica vinta da uno sconosciuto era stata
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casa, andai nella camera da letto dei miei e
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che Dio aveva poco da spartire con me, non
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qualcosa sulla pazienza, Impara da Giobbe, io lo ringraziai
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libro che mi sfuggiva da quasi due anni. ¶ Evitai
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a Montmartre, una volta da mia madre: pelosa e
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tavolini. Chiese cosa volessi da bere, una Coca-Cola
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grazie e mi ritirai da dov’ero arrivato. Papà
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bilocale grazioso poco distante da place de la Bastille
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la dispensa. Manù venne da me e si prese
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ghingheri e mi diressi da Marie. Quando mi vide
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mi avvicinai a lei, da Deauville la differenza di
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La mattina dopo andai da Antoine e mi autoinvitai
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Va bene per giovedì? ¶ Da quel giorno, per un
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più fianchi. Le gambe da donna. ¶ Lunette di Belleville
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di Emmanuel quando tornarono da Gerusalemme. Disse che era
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C’era una faccenda da sapere: l’evoluzione della
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vanificato proprio all’ultimo da un cocktail di antidolorifici
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Anna l’aveva riesumato da uno scatolone che tenevamo
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dolore. Ricordo che andai da Giorgio, lo trovai che
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locale, sradicando la carta da parati giallognola e rifacendo
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ottocento grammi, aveva cosce da toro e gli occhi
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bambini decidono cosa saranno da adulti nei primi cinque
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a confabulare in camera da letto, poi ci raggiunse
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l’ascensore, l’abbracciai da dietro e le diedi
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video in cui scagionava da ogni responsabilità l’associazione
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Vincent-de-Paul, come da sue volontà. Lo celebrò
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lessi le righe scritte da Faulkner per la madre
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imbarazzo per quel gesto da bambina. ¶ Emmanuel mi chiese
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erano i cappelletti lasciati da mia madre. Li fissai
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mentre frullava le cosce da toro. Me lo sistemai
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ribattezzai il seno succhiandolo da amante e non da
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da amante e non da neonato, le accarezzai la