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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Senza coda, 2005

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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vecchio, ma lasciò che da dietro sollevasse quell’attrezzo
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Ma d’un tratto, da dietro, delle mani gli
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sgorgò tra minuscole bolle da una crepa invisibile. Osservò
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impotenti. ¶ Poi sputò tutto, da dentro le budella salivano
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budella salivano. Gli venne da tossire una, due, tre
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posate saltarono tutti. ¶ “Vieni da me dopo.” La voce
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diretto fuori dalla sala da pranzo. ¶ Sua madre corse
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secco che lo separò da tutto quel fumo e
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tutto quel fumo e da quella voce. ¶ “Fra tre
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tre giorni ci vai da Carmine, a papà?” Pietro
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tre giorni ci vai da Carmine, a papà?”. ¶ Pietro
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alzò in piedi, catturato da una disperazione che lo
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sfiorava le foglie nate da poco. Ascoltò l’acqua
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Nino lo scostò passando da pianta a pianta. ¶ “Fammi
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scatto e sbuffando tornò da quella barba grigia e
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quella barba grigia e da quegli occhi arrossati che
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mazzo di fiori secchi da matrimonio sopra il frigorifero
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tre giorni ci vai da Carmine, a papà?’.” ¶ Mi
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è cattiva e mi sempre i morsi. Oggi
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muovere. Gesù Bambino, io da Carmine non ci voglio
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bravo del mondo. ¶ Io da Carmine non ci voglio
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tre giorni ci vai da Carmine, a papà?”. ¶ Allora
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Fa’ che non sbaglio da Carmine, ti prego, Gesù
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Pietro l’aveva osservata da vicino per tutto il
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aveva guardata bene sia da dietro, sia di profilo
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ma non dipendeva nemmeno da quello. E non dipendeva
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fuori, c’era molto da fare. ¶ “Oggi tuo padre
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Luigi. Afferrò il bastoncino da terra, si alzò in
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aria. ¶ “Bravo!” gridò Luigi da dietro. ¶ Pietro arrivò all
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annusarsi sotto il braccio. ¶ Da laggiù a Luigi mancava
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due giorni io vado da Carmine”. ¶ Luigi rimase un
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ho viste mi veniva da piangere ma non ho
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sentivo dal corridoio e da dietro la porta. Era
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aprivano e chiudevano, segnati da solchi spessi che il
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mazzo di fiori secchi da matrimonio. Lo fissò a
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ordine. Solo una cassetta da frutta in un angolo
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stracci e qualche chiave da meccanico. La luce illuminava
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attorno due volte, acclamato da una folla che lo
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domenica. ¶ “Le avevi lasciate da me,” disse Nino mostrandogli
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non posso più entrare da te?” ¶ “Ci troviamo fuori
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lo incitava Nino. ¶ “Andiamo da Luigi?” ¶ “Non c’è
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che ci devi tornare da Carmine?”. ¶ Per un attimo
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fiato, le guance toccate da un leggero rossore. Disse
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io ho paura e da solo non ci voglio
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Le orecchie rimasero squarciate da quella voce che gli
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grazie al suo urlo da combattimento e alla sua
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Quando erano loro due da soli, senza i domestici
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saluta Toni e Giovanna da parte nostra”. ¶ Si sistemò
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rimettersi il cappello, tornare da sua madre e ripartire
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larghi. Gli occhi grandi, da rana. Pietro lo aveva
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con la testa coperta da un cappello da cucina
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coperta da un cappello da cucina che gli cadeva
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il sabato pomeriggio. Poi da un giorno all’altro
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ci sarebbe arrivato anche da solo se avesse avuto
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elastico dei pantaloni strozzato da un nodo che pendeva
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volta in città. Pantaloni da pagliaccio che si fermavano
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all’altra, contrassegnate ognuna da una lettera e da
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da una lettera e da un numero. Alcune completamente
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piccolo con i pantaloni da pagliaccio che si chinava
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la porta di ferro. ¶ Da dietro, Toni parlò ancora
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erano già nella luce. Da lì bisognava risalire di
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una viuzza laterale costeggiata da case sventrate e macerie
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non ci passavano più da tanto, perché i pezzi
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stretto, lunghissimo, di ghiaia. ¶ Da quel momento dovettero proseguire
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volta che era stato da Carmine. Non rispose a
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lucida, bucata al centro da un minuscolo spioncino. Il
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Buo… buongiorno,” disse Luigi da dietro, con la palla
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porta era tutta percorsa da tubi paralleli, ognuno fuso
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stringeva un vecchio ferro da stiro che iniziò a
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Fissò la camicia sbottonata da dove uscivano lunghi peli
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Carmine abbassò il ferro da stiro sull’asse. Si
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dentro. A Pietro venne da tossire, ma lo sforzo
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che le aveva viste da vicino. Paffute ma senza
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copriva quasi del tutto. Da com’era gonfia poteva
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Carmine gli avrebbe dato da portare a suo padre
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scatto, spostando la cartella da sotto il tavolo. L
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arrivava al torace, ma da quella posizione ci sarebbe
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retro. Una semplice busta da lettera. ¶ Passò dalle sue
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Luigi rialzarsi di scatto da terra e agitare le
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Dai…” ¶ Una mosca volava da una gamba a un
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braccioli, impennando la sedia da terra più che poté
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nostro. Facciamo una promessa da migliori amici?” gli sussurrò
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appiattirono contro le siepi. Da lontano videro le due
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soffitto. Erano tutti occupati da libri alti e grossi
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nero e la macchina da scrivere le erano a
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bella anche della macchina da scrivere che era la
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padre e che veniva da Roma. ¶ Rimasero immobili, al
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un paio di occhiali da vista. Lo richiuse, provò
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legno scricchiolò. Poi sentì da fuori il portone di
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Luigi era diventato lui. Da quel momento in poi
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uscì. ¶ 10. ¶ La luce usciva da sotto il letto e
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lui non dice niente, i calci e i
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sempre che è caduta da cavallo ma lui non
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le volte che le i bacetti sul collo
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Prima quando papà tornava da un viaggio le regalava
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venivano a mangiare sempre da noi e lui raccontava
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non ci vengono più da noi e lui non
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ne aveva catturata una da solo. La prima lucertola
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mani. Poi sollevò Pietro da terra. Su, in alto
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ritorna bella come quando da ragazza la domenica veniva
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rifletteva fioca sulla macchina da scrivere al centro della
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scrivania e sugli occhiali da vista rotondi che pendevano
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prendere un piatto coperto da un fazzoletto di carta
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divano con le gambe da cane. ¶ Lo scoprì in
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ancora fatta perché è da più grandi… però la
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pagina. Una pagina lontana da quella del ragazzo innamorato
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chiave ruotò nella serratura. Da fuori, entrò il bagliore
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indietro, oltre la colonna, da dove poteva spiare il
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disse, mostrandogli uno stecco da gelato. ¶ “Se si apre
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guardarono insieme. Quattro banconote da centomila lire. Spiegate erano
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a fare i compiti da lui. Non avevano aperto
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Si era fatto dare da Aderita uno straccio che
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prestato. L’aveva trasportato da solo fino a lì
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la cassetta degli attrezzi da meccanico nell’angolo della
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corresse subito: la signorina, da quel momento in poi
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sfuggivano e scivolavano via. ¶ Da ieri notte il quartiere
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uomo correva rapida: ¶ Freddato da due sicari, Augusto Mitiello
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gli aveva portato via da sotto gli occhi la
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fatto segno di andare da lei, ma Pietro non
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alla finestra della camera da letto e a quella
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altri attrezzi erano raccolti da un fil di ferro
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Bianca! Non c’è da nessuna parte!” ¶ “È andato
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continuato a vedersi. Purtroppo da quando gli uomini al
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Sono uguali… Quattro biglietti da centomila…” ¶ I loro visi
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aveva al polso. ¶ “È da un po’ che non
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vedo, a voi due.” ¶ “Da un po’?” chiese Luigi
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vacanza?” sbuffò Pietro, scostandosi da dietro la spalla di
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fermata. Rimase fermo, catturato da quella forza buona e
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divano con le zampe da cane di pelle morbida
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questo, poi finalmente strisciò da dove erano venuti. E
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rimasero a pochi centimetri da loro, le lettere di
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forse tuo padre gli i soldi del lavoro
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soldi per il lavoro da giardiniere. Forse non lo
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pagato mai e glieli adesso che è in
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Forse glieli fa dare da Carmine,” fece con la
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quasi non si sentiva. ¶ “Da Carmine…” ripeté Pietro aggrottando
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e piccoli insetti prigionieri da chissà quanto tempo. ¶ “E
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primi centimetri di carta da riattaccare. Alcune gocce di
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rotto, spaccato e frantumato da un secco, pulito raschiare
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vestiti larghi e sdruciti da pagliaccio. E proprio mentre
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si voltò. E sconvolto da un respiro affannoso e
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indietro con loro. Lontano da quella palazzina verde, lontano
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quella palazzina verde, lontano da Carmine. E per un
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una busta. ¶ La macchina da scrivere cominciò a battere
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in quei pantaloni larghi da pagliaccio. ¶ 19. ¶ Era come se
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e si sentì travolgere da una pesantezza lenta e
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Fu abbracciato e stretto da quel corpo magro e
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non ci può andare da Carmine.” ¶ Qualcuno si stava
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più vicino. ¶ Lo sentirono da subito. ¶ Luigi spostò la
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corti e chiari. Passava da una parte all’altra
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ronzio lo avrebbe riportato da lui. Invece no, tutto
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e un’unica porta da cui solo i bambini
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non c’erano. Già da molte sere non si
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mi alzo e vengo da voi, vengo anch’io
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mosse una gamba, sfilandola da sotto il piede di
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la mano si liberasse da sotto le pieghe della
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via. Insieme si allontanarono da quel letto. Pietro continuò
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sul soffitto. ¶ Ora vengo da voi. ¶ 26. ¶ Ora le lucertole
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con le code, volavano da una parte all’altra
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Il letto era sfatto da una parte sola, un
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prolungato lì accanto, seguito da urla soffocate, da colpi
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seguito da urla soffocate, da colpi secchi. Da parole
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soffocate, da colpi secchi. Da parole confuse. ¶ Per prima
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vibrava per la corsa. Da lì poteva ascoltarle il
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lo lasciano andare più da nessuna parte. E mamma
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una bolletta del riscaldamento da pagare. Era il gennaio
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e ricordo che fin da subito avevo adottato un
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chiusa era una storia da raccontare. Quella di Pietro