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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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1796
Soria ¶ sotto Tibaldo, e da Melec soldano ¶ fatto è
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1796
pancia; ¶ e accompagnato sol da uno scudiero ¶ andò a
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presso Gaza avvenne ¶ che da Sala-Melech, soldan d
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1796
lusso, ¶ ond’ei vivea da effeminato e molle ¶ e
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1796
importante a chi comanda. ¶ Da interprete fedel di Maometto
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meravigliosi, ¶ fur fatti costruir da Semiramide, ¶ che in forma
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privo ¶ più le cose da lui son desiate. ¶ Perciò
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1796
è un amante accolto ¶ da giovin donna e innamorata
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1796
e pesci secchi. ¶ Fuggiam da questo carcere, e colà
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1796
il partito a pigliar da lei proposto ¶ alfin lo
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1796
vanno in regola. ¶ Tommaso da Zelmira alfin si parte
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1796
tornar confusi come can da caccia ¶ che la fera
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1796
ordini eseguiti. ¶ Pena cotal da non pigliarsi a beffe
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1796
nevose, ¶ là sgorgar acque da perenne vena ¶ o spumeggiar
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1796
il passo ¶ e parlò da filosofo a Zelmira ¶ e
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già si comprende. ¶ Qui da lungi osservar col cannocchiale
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1796
alla lunga asta, ¶ cinto da’ primi duci, e sopra
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1796
convien la cosa più da lungi prendere. ¶ Poiché al
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1796
di dignità ripiena ¶ come da un tanto ambasciador si
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1796
e in tutto secondò, da buon cattolico, ¶ le mire
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1796
tutto già pronto essendo, ¶ da Scardassal prese congedo allora
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1796
città fece l’ingresso ¶ da’ principali duci accompagnato. ¶ L
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1796
Tommaso Siven contezza intera ¶ di color che stansi
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1796
di legno; ¶ e fin da Como a renderla più
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1796
beneficenze sue ¶ Turachina innalzò da stato ignoto. ¶ Era Cuslucco
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operai le liste ¶ ancor da lui né lette mai
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1796
mutande e in berettin da letto. ¶ Allor s’incurva
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e nome ¶ sol ricever da lui debbon la legge
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1796
gli inchini. ¶ Eran sposi da qualche settimana, ¶ ed ella
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1796
giorni appresso pubblica udienza ¶ da Turachina, che lo teme
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1796
a servirsi astretto è da podagra ¶ d’indica canna
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1796
favorito occupa il luogo ¶ da viver poi con lusso
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1796
tal volta a Tommaso, ¶ da capo lo squadrò fino
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1796
mezzo alle vivande ¶ furon da entrambi al ragionar proposte
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1796
un chiaro lume ¶ spande da lungi, e presso è
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1796
è un fracidume. ¶ Se da vano splendor tu, che
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1796
impero o legge: ¶ ben da lunge ne scorge ella
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1796
fisso e deciso gusto da bambina. ¶ Piena perciò d
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1796
circostanze e di vicende ¶ vantaggio talor sulla nemica
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1796
oltre la cute. ¶ Guardati da talun che il dolce
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1796
quai precettori? ¶ Stranieri, donne da lontan venute ¶ a tentar
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1796
impostori ¶ i fonti son, da cui la gioventute ¶ apprese
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1796
di tutto ¶ vien pienamente da Siven istrutto. ¶ Or così
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1796
capital del nuovo Impero, ¶ da lontano confin tosto v
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1796
casacche grossolane e sozze ¶ da cocchieri servir villan barbuti
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1796
questi licei che vedi ¶ da Samarcanda, da Bocara e
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1796
che vedi ¶ da Samarcanda, da Bocara e Balca; ¶ e
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1796
arti ancor lo puoi. ¶ Da queste scuole il giovin
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1796
discorrerne altre volte ¶ e da te stesso ancor le
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1796
talora, ¶ tutto in grande da lunge s’appresenta; ¶ appressati
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1796
gente ¶ videro intanto trapassar da un lato. ¶ «Quegli» dicea
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1796
È un giovin. Fu da Turachina amato, ¶ morì di
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1796
capelli ¶ e vedi uscir da quella sinagoga ¶ per assistere
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1796
d’autori tolto ¶ e da savi stranieri udito innante
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1796
nazioni. ¶ Or tu, che da te stesso e coi
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1796
onorate. ¶ Quanto diversa mai da quel che s’ode
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1796
tranne, se il vuoi – da lor che puote ¶ altro
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1796
se li miri ben da capo a piedi, ¶ s
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1796
pugna. ¶ Ma perché io da essi umanitade esigo, ¶ se
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1796
confino ¶ acciò di là da quello ei non s
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1796
progetti del commerzio esterno ¶ da questi lidi all’ultimo
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1796
altro mai sperar conviene ¶ da un tartaro villan che
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1796
suoi: ¶ se debitor tregua da lui non hai, ¶ se
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1796
corte, ¶ e vider, tratta da destrier spumanti, ¶ aurea carrozza
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1796
distinse e la trattò da amica. ¶ E le due
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1796
in compagnia. ¶ Bello fu da guerrier vederla armata ¶ allato
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1796
onori ¶ e a Tommaso quel di generale. ¶ Poi
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1796
vinse. ¶ In dono poi da Gengiscan l’ottenne ¶ Tusco
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1796
il vigore, ¶ restò alfin da Batù doma e forzata
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1796
chi non sia stato ¶ da me prima provato ed
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1796
alla preghiera ¶ di ritornar da lei mattina e sera
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1796
dalla vedova d’Ottai. ¶ Da profondo pensiero ivane invaso
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1796
poter distrutto ¶ non sia da qualchedun che di soppiatto
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1796
immerse, ¶ e brillò Toctabei da quel momento ¶ pel mistico
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1796
era il pagliaccio; ¶ e da corrier portossi a Caracora
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1796
gli intrichi occulti ¶ soffrir da lui dovea minacce e
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1796
servil modo e basso: ¶ da superbia a viltade è
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1796
fra i rozzi abitatori ¶ da gran tempo fervean guerre
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1796
quella medesima mattina, ¶ preceduta da quattro introduttori ¶ venne di
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1796
in testimon: se mai ¶ da vana ambizion mossa mi
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1796
venal relazion che ode da lunge; ¶ e del resto
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1796
oro e di brillanti ¶ da capo a piè gli
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1796
circuito, ¶ e s’ei da lei si discostava un
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1796
viaggiator filosofo rispose: ¶ «Tratto da vana speme io qua
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1796
A sì ridicol lazzo da commedia ¶ di sghignazzar gli
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1796
sparso ¶ venne in veste da camera frattanto ¶ a visitar
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1796
fan largo e tiransi da canto; ¶ passa egli in
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1796
anticamera si stanno: ¶ forse, da ingiusta prepotenza oppressi, ¶ soffron
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1796
e fiero, ¶ e fin da quel momento in sé
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1796
i modelli ¶ dall’ordin da Catuna immaginato, ¶ che tutti
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1796
dieron nondimen tant’albagia ¶ da far rider Eraclito e
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1796
Tommaso, che il scerse da lontano, ¶ subitamente incontro a
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1796
dal loto, ¶ e chi da eruzion d’Etna o
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1796
centro un diruto abituro ¶ da cui, sortendo fuor, grand
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1796
feral pestifer ombra. ¶ Quivi da lungi e mille e
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1796
Mogolli e Mogollia, ¶ contando da Giafette a Gengiscano, ¶ nessuno
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1796
miseria ed alla fame ¶ da’ lor mariti barbari e
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1796
spilorcio e parlator, che da Nanchino ¶ sen venne in
99
1796
prodotte per lo più da Bacco e Venere ¶ o
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1796
Bacco e Venere ¶ o da stravizzi e intemperanze tali
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1796
per immenso mar fin da quel lito ¶ gliel reca
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1796
Osmida e si tirò da banda, ¶ e Tommaso, che
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1796
sicché un solo caval da prender meco, ¶ per quanto
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1796
aere s’imbruna, ¶ odo da lungi il tuon che
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1796
affar feron venir fin da Bocara; ¶ e per comporre
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1796
guisa raggirò le cose ¶ da sedur l’altrui credula
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1796
Gepan indipendente ¶ osi restar da sua Gran Caneria, ¶ si
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1796
prevenire il male ¶ che da’ moti di guerra ognor
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1796
e allor Cutsai sortia da desinare ¶ ed in quell
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1796
insolente: ¶ ogni ordin mio da te eseguir si debbe
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1796
ebbe ¶ e perché Tiribara da Cutsai, ¶ ch’ei non
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1796
del favor far uso, ¶ da quei diretto, un favorito
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1796
fur tutti i confini ¶ da gente disperata e malandrina
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1796
di fede ¶ tratti sol da desio di furti e
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1796
e ricusò l’offerta. ¶ «Da chi» dicea «Da chi
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1796
offerta. ¶ «Da chi» dicea «Da chi, Tommaso mio, ¶ qualche
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1796
il tuo mi tolli, ¶ da chi consiglio avrò? Ben
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1796
general Apua, ¶ che vien da lungi d’una terra
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1796
che, se potrebbe ¶ scampar da quel pericolo imminente, ¶ ita
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1796
in voto. ¶ Intanto Apua da’ più vicini lochi ¶ fe
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1796
cagion muove e disserra ¶ da sotterranei seni atro vapore
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1796
babbuino ¶ a far meglio da prete e da indovino
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1796
meglio da prete e da indovino. ¶ Ed altri ed
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1796
come i suoi fuggir da lungi vide ¶ e il
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1796
a sostener lo spinge. ¶ Da capo a piè di
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1796
secondo i tempi ¶ e da viltade passa alla barbarie
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1796
quai spettri usciti fuor da i monumenti, ¶ gian con
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1796
effetto tal venir fe’ da remoto ¶ maritimo paese istrutte
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1796
che l’istruisse. ¶ Or, da tai capi e gente
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1796
volte: «Evviva Turachina!». ¶ «Turachina!» da lungi echeggia il lido
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1796
pei sussidi che ottien da Scardassale ¶ e di Catuna
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1796
di Caracora ¶ tratto talun da sì possenti auspici ¶ venne
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1796
possenti auspici ¶ venne sovente da lontan confine ¶ a spiegar
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1796
lavoro; ¶ e senza esser da alcun mai consultati, ¶ senza
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1796
mai consultati, ¶ senza esser da veruno aperti e letti
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1796
lasso, ¶ perché i vati da soldo e da dozzina
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1796
vati da soldo e da dozzina ¶ voller tutti cantar
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1796
a gara ad offerir, da folle ¶ vanità cieca o
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1796
folle ¶ vanità cieca o da interesse indotti. ¶ La noia
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1796
aver l’onore, ¶ e da lontan, di non so
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1796
quando e dove ¶ e da chi ne ascoltai le
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1796
ruine ¶ vidi delle città da Gengis dome; ¶ di ferro
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1796
al regno di Casgar nome; ¶ e bisognoso di
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1796
treno ¶ giunger vidi colà da Caracora ¶ un viaggiator che
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1796
occasion frequente; ¶ ed ho da lui la prima volta
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1796
increbbe ¶ di dovermi dividere da lui. ¶ Anch’io tosto
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ripresi. ¶ E giunto qua, da te mi son condutto
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1796
incognito vivea ¶ o se da tutti era trattato e
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1796
e dei favor che da Catuna ottenne ¶ geloso il
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1796
maniere ¶ ond’egli fu da Turachina accolto. ¶ Quattro lacché
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1796
e in pregio sono, ¶ da Turachina a lui mandate
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1796
che colà non ancor da’ pii cristiani ¶ i soliti
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un inchino alla chinese ¶ da lui partissi il cavalier
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1796
apportar scendesti; ¶ ma, sortito da baratri infernali, ¶ le stragi
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1796
ora ad ora ¶ ricevea da Tommaso Scardassale, ¶ util era
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soggetti immaginari o tratti ¶ da favola o da storia
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1796
tratti ¶ da favola o da storia esprimer volle ¶ l
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1796
d’ortografia – ¶ i rigattier da region lontane ¶ portarono i
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1796
sconcerta: ¶ che chi vien da lontano impunemente ¶ a suo
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dai punti estremi e da confin remoto: ¶ che in
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1796
dispiacevoli ¶ che provenir potrian da origin tale ¶ fa d
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1796
scrittor il vanto ¶ benché da Tiribara ancor lontano. ¶ Allor
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1796
sacerdozio ¶ guerra in Europa da gran tempo ardeva. ¶ Catuna
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1796
il tutto accordi che da lui richiede ¶ il sacro
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1796
Ma risposto le fu da Federico ¶ ch’ei sua
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assai ¶ e perciò consigliavala, da amico ¶ – poiché d’investiture
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alla zelantissima Catuna, ¶ stimolata da scrupolo divoto, ¶ il tempo
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fassele appresso e fu da molti udito ¶ che le
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carro real di Turachina, ¶ da ventiquattro paggi attorniato. ¶ Diresti
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o sonno o fame, ¶ da ritirarsi dietro ha un
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d’attorno accorsa e da lontan confino, ¶ gran turba
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diurna lampa ¶ di là da Calpe e si tuffò
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mandano prezzolati i sacerdoti. ¶ Da un amplissimo, triplice recinto
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giallo un color sia da matto. ¶ Son ventimila – e
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la vastissima campagna ¶ domina da quell’alto e signoreggia
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il favor di Fo. ¶ Da un doppio di colonne
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omaggio e culto ¶ vengono da’ paesi i più remoti
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che in tavole trascritti da i lor preti ¶ indosso
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onde il mogol, che da lontan la scorge, ¶ prosteso
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e l’investe. ¶ Sacro da un tempo e venerato
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1796
arca ritornar non volle. ¶ Da questo memorabile animale ¶ provenne
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1796
li scerne ¶ notturni uscir da quel temuto loco ¶ ed
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1796
quel sacro monte, ¶ che da Potala non riman lontana
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1796
lamica disposta, ¶ e fu da tutti insiem li venti
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1796
liminar s’accosta, ¶ siccome da naval ciurma si stila
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1796
l’invito accetti, ¶ che da gran tempo si sentia
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1796
per lui, ¶ l’altra da ripartir fra i lama
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1796
palanchin tornossi a porre: ¶ da tutto il tren fu
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1796
fondo ignora, ¶ Tommaso dispensar da quegli impegni. ¶ Ma voi
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1796
darsi ¶ s’eran già da Catuna, e s’era
191
1796
trova ad uopo tale: ¶ da destra ha il fiume
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1796
ha il fiume e da sinistra il monte, ¶ di
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1796
gli astri amici ¶ fu da indovini e astrologhi predetto
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1796
antepose. ¶ Qui dunque – né da scerre evvi altr’ospizio
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1796
ell’ha l’ha da se stessa. ¶ Che pertanto
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1796
dei mogolli Gran Can da quel momento; ¶ ma con
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1796
annida ¶ che momenti le tetri, infelici: ¶ poco in
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1796
Catuna e re vengon da lunge: ¶ Renodin, d’Azzodin
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1796
e oratore, ¶ e Fareddin da Babilonia giunge, ¶ del calif
200
1796
Piancarpin zuffa s’attacca, ¶ da cui con stento Scardassal
201
1796
assai sovente ¶ per ammirarne da vicino i pregi ¶ da
202
1796
da vicino i pregi ¶ da lontano confin principi e
203
1796
ei, se s’ha da dir la verità, ¶ ne
204
1796
e bella ¶ ereditata avea da Ottai suo padre, ¶ che
205
1796
Corinne. ¶ Oh sventurata umanità! Da quali ¶ teste talor la
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1796
dalli capi di cancelleria, ¶ da guardie e paggi e
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1796
guardie e paggi e da pomposo treno ¶ e da
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1796
da pomposo treno ¶ e da nobil corteggio accompagnato ¶ e
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1796
sempre Aiton amò fin da bambino ¶ e ogn’atto
210
1796
presentasse ¶ tratto vantaggio avria da quei rumori, ¶ dei Stati
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1796
ospiti pertinaci ed importuni ¶ da cui non van l
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1796
in volto, ¶ tripudiante vedrai da baccanale ¶ furore invaso, e
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1796
di sì fatti balocchi da fanciulli, ¶ che i lor
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1796
ignaro volgo invan presume. ¶ Da gran tempo la fama
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1796
ciascun ch’ei dipendea ¶ da quel Soldano e ne
216
1796
inver di quei che da lontano ¶ esaltar in Aiton
217
1796
poiché sol si chiedea da Fareddino ¶ che il Mogollo
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1796
non era e malincolico ¶ da paventar che le censure
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1796
patrocinar ambo i Pontefici! ¶ Da poiché esiste il mondo
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1796
nome s’acquistò fin da novizio; ¶ Fareddin suona l
221
1796
sgraffiate gote. ¶ Ma Tommaso da queste lezioni ¶ apprese che
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1796
alla città reina ¶ venner da lungi ad ammirare i
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1796
d’elette perle; e da’ suoi cenni pende ¶ la
224
1796
pittor, trae lo scultor da quello ¶ d’un Achille
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1796
grande original l’imitatore. ¶ Da gran tempo Catuna entro
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1796
lui la fama accrebbe. ¶ Da che di Mogollia l
227
1796
negozio o complimento ¶ era da qualche tempo in Caracora
228
1796
spirto colto; ¶ ed era da chiunque il conoscea ¶ per
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1796
Bibrac accompagnato ¶ fuvvi Orenzeb da spettator privato. ¶ Giunse che
230
1796
e folto, ¶ non altrove da lui veduta pria, ¶ giovin
231
1796
meno ella amata era da lui; ¶ ed Imeneo l
232
1796
risolse in suo cor da quell’istante ¶ vendetta far
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1796
osservar, che burbanzosamente ¶ venia da un lateral privato ingresso
234
1796
fretta: ¶ queste son cose da pensarvi pria, ¶ né son
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1796
stringe ¶ gemmata fascia che da un lato pende. ¶ Qual
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1796
non s’eran mai da quel momento ¶ che cadder
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1796
il fallo e accortamente ¶ da quel fisso pensier li
238
1796
Mengo lo scuote e da quel dolce incanto ¶ con
239
1796
scala, acciò il pensier da queste ¶ s’innalzi sino
240
1796
della perfezion contemplativa. ¶ Poi da Zelmira si congeda e
241
1796
rari oggetti ivi adunata ¶ da i lidi orientali ai
242
1796
spiega ¶ e il naviglio da un lato inclina e
243
1796
Mogol per lui compensa; ¶ da lui il guerrier e
244
1796
guerrier e il cortigian, da lui ¶ il gabinetto e
245
1796
altra deità rimansi oscura; ¶ da lui ciascun procura esser
246
1796
l’ombra del passerin da Lesbia amato? ¶ Forse non
247
1796
mi rammento ¶ parve che da quel punto ombra veruna
248
1796
uno straniero ¶ venuto fosse da lontani climi ¶ le ricchezze
249
1796
a Toto ne parlò da amico, ¶ ma a quell
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1796
mar si stende; ¶ Pitù da Gengiscan n’ebbe il
251
1796
soggiogaro. ¶ Pitù, creato re da Gengiscano, ¶ era per altro
252
1796
le donne. ¶ Perciò Toto da un tempo il gran
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1796
perfidia, ¶ giurò farlo cader da quel favore ¶ a cui
254
1796
seno. ¶ Le dicea che da lui si riguardasse ¶ e
255
1796
Lipi avea nome, e da tempo parea ¶ che piacesse
256
1796
destina ¶ a far seco da amanti e da mariti
257
1796
seco da amanti e da mariti ¶ e l’altra
258
1796
tutte le asprezze che da lui sofferse; ¶ e incontratolo
259
1796
s’hai cor, sorti da questa reggia ¶ ed arbitro
260
1796
sa Cristo. ¶ Comunque sia, da quel momento stesso ¶ Lipi
261
1796
allora ¶ fu fatto disparir da Caracora. ¶ Di là dove
262
1796
ivi riceve e incetta ¶ da tutti gli isolan di
263
1796
che si volean allontanar da corte, ¶ poiché felicemente avean
264
1796
insulse cerimonie ognor nemico, ¶ da fratello trattommi e non
265
1796
dislacciava ¶ e per scuoter da lui la sonnolenza ¶ lo
266
1796
pazienza ¶ e ogni scherzo da lei far si lasciava
267
1796
sarei stato un pazzo da catena, ¶ sapendo che con
268
1796
compagnie ¶ non v’è da guadagnar che porcherie. ¶ Onde
269
1796
vinto e al vincitor lode. ¶ Titolo di virtù
270
1796
è mia. ¶ Quand’ei da me gli usi stranieri
271
1796
dal fango tratti far da gran signori ¶ con tren
272
1796
premio de’ miei meriti da lui ¶ i primi onori
273
1796
tocco, oh che boccon da ghiotti! – ¶ immobilmente in lei
274
1796
ei si lasciava governar da lei ¶ qual fanciul dalla
275
1796
male». ¶ Tommaso allor: «Poiché da te sol puote ¶ di
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siamo have abitante». ¶ Risponde: «Da Camsciatca in giù s
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Borea assoggettogli ¶ e quelle da scoprirsi e le scoperte
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di qui intorno, ¶ spinto da una gran furia di
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Oriente ¶ costa, che iva da Borea a Mezzogiorno; ¶ e
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unirsi al continente ¶ e da lontano videro in più
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Non son sì pazzo ¶ da darmene il dispendio e
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gente che cerca sol da temerario ¶ ardir, non da
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da temerario ¶ ardir, non da virtù, vantaggio e frutto
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becchin mogollo, ¶ trovando alcun, da ubbriachezza oppresso, ¶ in un
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lo tenne; ¶ e acciò da ognun sia conosciuta e
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perciò Dio ci guardi ¶ da malediche lingue e da
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da malediche lingue e da bugiardi. ¶ Ben io peraltro
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notte in un carretto ¶ da certo prence Atima avea
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che d’altri e da te dir ne od
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mai diverso egli era ¶ da quel Toto primier, che
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spaurata e mesta, ¶ sicché, da capo a piè guardandol
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una camera fur messe ¶ da un assito frapposto in
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Catuna avesse ¶ non lungi da Turfana e in cotal
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in parte alleviar potesse ¶ da quella solitudine indivisa ¶ e
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il caso occorso ¶ ricevere da lei pronto soccorso. ¶ Ma
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suppor la devo ¶ più da ricever che da dar
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più da ricever che da dar sollievo. ¶ «Ov’è
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e buono. ¶ Tutte talor da capo a piè le
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pupille immote ¶ e percossa da fulmine ti sembra; ¶ talor
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e aita implora: ¶ «Salvami da colui che mi persegue
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grave affanno e stento ¶ da lei, che la soffoca
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ma siccome ciò vien da frate in frate ¶ a
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e in guerra. ¶ Ma da’ primi anni avvezza in
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buona memoria. ¶ Ed impetrò da lui permissione ¶ di cedere
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persone, ¶ ma non però da lei congedo prese ¶ per
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che di dichiararla imperatrice ¶ da qualche tempo a Mengo
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il pensier venne. ¶ Andò da lei tosto che andar
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morti il matutino; ¶ indi, da capo a piè parato
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funebre ¶ tirò il pianto da tutte le palpebre. ¶ Fe
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ambasciator fra Rubruchisse, ¶ spedito da Luigi al Can regnante
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dedotti ¶ gli emolumenti suoi da quei contanti, ¶ trassen per
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n’ebbe l’orginal da un mandarino, ¶ perché colà
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trovate a caso fur da un suo parente, ¶ che
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son pervenute ¶ e or da me tratte son dal
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obblio. ¶ Un veneto signor, da cui l’ho avute
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ch’io ¶ dicessi che da lui le ho ricevute
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la conquista, e fu da lui condotto a Caracora
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intelligenza delle quali si un doppio indice. ¶ Nel