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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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1983
sacco, vuoto, gli serviva da cappuccio e gli scendeva
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1983
della giacca sdrucita. ¶ Veniva da lontano; dalle alture di
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casoni fessurati. ¶ Il mare da lassú è di un
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mutamenti. Tutto è eguale, da sempre e per sempre
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ripiani, scavato e ulivato. Da zero fino a seicento
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idea di questa fatica, da sola insostenibile. E Morte
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reddito ricavato in passato da fasce e petraie. Ciò
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salutarli il suo berretto da marinaio. ¶ Andò in bottega
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chiesetta, all’inferriata nascosta da un cespo di rosa
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spettacolo non c’è da aver fretta. ¶ Jean-Pierre
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vento. Sopra la rocca, da cui era precipitato, un
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andata. Aggirò il picco da oriente. La sua casa
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di ulivi era inchiodato da un vento inquieto. Piú
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di Avrigue era avvolta da una luce minore. ¶ Quel
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montagna scosse il cespuglio da cui Ester stava spezzando
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fino al mare invisibile; da quel nero emergeva tra
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sulla rupe, in cima, da dove Jean-Pierre era
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non è andato via? ¶ – Da pochi giorni. Comunque ritorna
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mentre questi sembravano affratellati da un sogno. ¶ – Nessun altro
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trovano. ¶ – Ma secondo lei da dove arrivano? ¶ – Dalla Normandia
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protettivo nei suoi confronti, da esperto di insidie sfingi
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La morte era sopraggiunta da grande straniera, lo aveva
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tutto era andato diversamente da come s’era augurata
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salire per un sentiero da capre di serro in
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dalla rupe ora salire da un botro d’arastre
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bruscamente in uno stridio da uccellaccio notturno. ¶ Gli ultimi
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sereno e denso, solcato da due cirri non piú
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comprare un posto simile? ¶ – Da chi l’ha comprato
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Come? non lo sa? Da un affarista olandese. È
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E quella rupe lassú un senso di desolazione
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farsi portare in barca da un ragazzo pieno di
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Oh, brevi, molto brevi, da una punta all’altra
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morti... Vi sarebbe stato da sorridere in altre circostanze
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pas de là. ¶ – E da dove veniva? ¶ – Vous le
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come un tremito, offuscato da vapori marini. Un attimo
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con un duro accento, da anglosassone. ¶ Egli la informò
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1983
serro (sotto le rondini da rupe) poi gli sembrò
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le passere che volavano da una cupola all’altra
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il coro si alza, un solenne strappo al
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simile non c’era da immaginarsi che passasse clandestinamente
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Per cui non era da escludere che quella donna
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quella donna... Niente era da escludere, nemmeno per Jean
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bar. C’era davvero da chiedersi perché Martine l
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lí nei paraggi, sbarrato da un cancello con aculei
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anni trenta, e forse da prima... I Savoia... possono
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lasciato andare a passeggiare da solo. ¶ – Perché? Cosa può
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essergli capitato a girare da solo? Lei che lo
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svolazzo, con occhi orgogliosi da usurpatori. ¶ In pochi minuti
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E adesso si fa da solo tutta quella strada
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Giunsero ad Avrigue che da un pezzo era scesa
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pace. ¶ Maria lo distolse da quel ricordo chiedendo ancora
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porti, fermi sulla nave da cui non potevano scendere
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specializzata in sacrifici inutili, da imporre agli altri beninteso
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caduti tanti, tutti scordati da dio e dagli uomini
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si sentiva come invasa da qualcosa che piangeva in
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arrivi! ¶ – Dilaga di colpo, da quel crinale, quando meno
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tenerezza annosa: era firmata da mezzo equipaggio del Nyon
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screpolata. Un rifugio costruito da varie generazioni. ¶ Edoardo preparò
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dolcissime... Anche lei attratta da una vertigine? ¶ Il sole
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le foglie secche e da lontano sembrano grano maturato
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voluta andare. ¶ – Ad Arles, da un’amica, – aveva detto
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giusto bene, mi fa da soprabito. ¶ – Mi saluti il
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capiti... Peccato! ¶ Fu svegliato da brevi raffiche di arma
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stato imbarcato e venire da lontano può condurre in
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lui al banco. Domandò da bere e una sigaretta
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un pittore, un tipo da non fidarsene, uno che
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che il vento tocca da mane a sera. ¶ Poi
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saluto, il pastore domandò da dove veniva («d’ounte
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calando e strascicati, dolcezze da berceuse. ¶ Guardò con tristezza
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Era seguito e preceduto da capre e pecore a
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possedeva un uliveto e da lí nessuno lo avrebbe
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e li fa camminare da una luce all’altra
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alle gambe. ¶ – Mi fai da infermiera. ¶ – E da «ange
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fai da infermiera. ¶ – E da «ange gardien». ¶ – È venuta
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aveva! Levigato e indenne da ogni paura. A lei
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I suoi fari balzavano da rocce a cespugli a
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rami recisi. Avevano dato da vivere anche se rendevano
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pendenti e travetti avviluppati da cordoni di vitalba. Nessuna
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Si staccò a fatica da quel mantello. Uscí dalle
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vedeva un cielo ostruito da picchi e dirupi, stelle
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e dirupi, stelle spezzate da spigoli, altre sorrette dalle
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delle mole era chiusa da una porta quasi nuova
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azzurro. Laurence era sveglia da una mezz’ora e
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1983
luce del suo compagno. ¶ – Da noi che cosa potrebbero
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sicuro. Noi abbiamo solo da temere da quelli che
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abbiamo solo da temere da quelli che impongono le
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di ritorno (o strappato) da un sogno. Che rimorso
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gli pareva cosí prezioso da non poterlo sprecare? Gli
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compito urgente, una realtà da rischiarare e s’era
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v’era neppure, velato da quella polvere, il dolce
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E come si comportano? ¶ – Da gentiluomini in confronto a
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con la sua andatura da sciancato (principesca?). ¶ Che malinconia
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questi nomi, che venivano da lontano! Lui era Grigheu
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era dal Settecento che da Avrigue non vi si
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parsimonioso. Aveva un gruzzolo da parte per vendetta e
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La strada del tepore. Da nord, dai venti di
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paese io lo vedo da qui, lo so a
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d’oggi? ¶ – Son cose da folli, insulti alla ragione
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un gioco? ¶ – C’è da augurarselo. ¶ Presero a camminare
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vita e sempre accarezzata da qualche giovane disperato, era
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guardia. Lo aveva appreso da un miliziano sulle colline
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soglie, il cuore liberato da un antico terrore. ¶ Andava
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fondo mandorlato. ¶ – È vino da Messa. ¶ Era violetto e
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grazia, a ondate; faceva da collegamento la campana minore
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irruenza le nubi; contrastate da un vento di montagna
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era ancora il venticello da terra ed il sereno
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intorno alla banda. Sfociavano da un carruggio in salita
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sul crinale, su fasce da cui si vedeva la
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e se ne servivano da bastone. Poi passò un
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Sei stata cosí laconica da far nascere i peggiori
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me la sono cavata da sola. ¶ – Puoi parlare, Ester
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sole e un cane da caccia. ¶ – Non riesco proprio
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non s’aspettava clienti da una rigida sera d
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vino. ¶ Sapeva di sabbia da eriche, di terra da
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da eriche, di terra da brugo. ¶ Ester vuotò il
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un «livre de chevet». Da ubriaco recitava versi: ¶ Vous
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con frasi forse composte da tempo nella sua mente
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percorreva le «ramblas» trascinato da un cane. Il guinzaglio
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indugiava cosí volentieri (e da cosí lungo tempo) che
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che in primavera migrino da soli. ¶ Saliva il postino
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molto inclinata e difficile da decifrare, Martine capí, ancor
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di guardare la firma, da chi proveniva. La lesse
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un ulivo. ¶ – Sta chiuso da tanti anni nell’abbazia
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gente sulla costa toccata da una sorta di primavera
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capelli barbagli ramati, come da un’ala... Com’era
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al ramo spinoso faceva da chitarra nell’aria che
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uno schioppo, e chissà da dove era venuto a
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calati gracchi e corvi da cima Marta? Conosceva gente
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disse il cameriere versandogli da bere. ¶ – Finite le ferie
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Non c’era niente da fare, non mi sarei
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Si immagini la differenza: da un campo di concentramento
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detto? Chi si leva da Tolone si leva dalla
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Pierre. Non aveva niente da rivelare, disse, non aveva
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sorprende, senza essere portati da una necessità di sfogo
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vita ampi giri concentrici, da falco. ¶ Il punto piú
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ciò che aveva perduto. Da allora era impegnata in
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debolezza febbrile delle falene da casinò, delle fragili farfalle
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casinò, delle fragili farfalle da gioco. ¶ Era di Biarritz
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sentito parlare. Erano venuti da Montpellier. Cacciati dalla Francia
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i contadini già divisi da odî implacabili si erano
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e pregate. ¶ – Lei naviga da tanto tempo? ¶ – Da sempre
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naviga da tanto tempo? ¶ – Da sempre, si può dire
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frate, ma per sviarli da una disputa ridicola, da
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da una disputa ridicola, da un battibecco finale. ¶ Laurence
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aggrovigliava agli ulivi toccati da quella brezza. ¶ Quando arrivò
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non si lasciava riconoscere da un ragazzo inesperto. ¶ Alle
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È tanto che aspetta? ¶ Da pochi minuti, disse: non
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pareva sognasse, e sorretta da quel sogno. ¶ Si diressero
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tra i due fari, da lassú: quello rapido di
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in ghiaia e cenere. Da molti anni non faceva
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ch’era stato squassato da un’ebbrezza artificiale, e
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come sbloccato e illanguidito da quella mano. ¶ – Non so
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Sembrava, lí allungata, scossa da un pianto che non
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verso il mattino, stella da punto nave nell’ora
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carezzati in quell’ora da una brezza triste, casette
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attraversate dall’alba come da una tremolante agonia, muri
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Tremolava nel cielo terso. ¶ Da Edoardo si fermò poco
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e cambiava di fulgore: da vitale e familiare a
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Fino al suicidio? ¶ – Dipende da tante cose... È difficile
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tante cose... È difficile da spiegare, – disse Gregorio scuotendo
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nemmeno lui sapeva bene da cosa dipendeva. Solo del
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che divideva il dosso da quel serro. ¶ Edoardo guardò
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d’essere stati abbandonati da dio e dagli uomini
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dove è avvenuto. ¶ Prese da una tasca tabacco e
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fortino francese, vennero investiti da un riflettore. Nessuno sparò
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qualche minuto. Io vado da Martine, cosí poi stiamo
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inizio. Soffio che veniva da sotto le rupi. Si
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e si lasciava cullare da quel vento di terra
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quel vento di terra, da quel buon vento del
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ginocchia e lei emergeva da quel buio, tesa e
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soffice, se ne va da sola... Mi dà noia
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va da sola... Mi noia quest’ala che
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Cominciò a farla parlando da solo. ¶ 18. ¶ Di partenza, passando
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solo. ¶ 18. ¶ Di partenza, passando da Avrigue, ritirò dalla Posta