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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Renzo Bistolfi, Il segreto del commendator Storace ovvero, quando si dice morire sul più bello, 2019

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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gente da ricevere, bollette da esaminare, lettere da scrivere
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bollette da esaminare, lettere da scrivere. Una barba. Aveva
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curato con qualche grana da riferire o un consiglio
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riferire o un consiglio da chiedere, se si presentava
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riferito gli era entrato da un orecchio per uscire
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giornale frusciò, venne messo da parte, e l’arciprete
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disse quel che aveva da dire. «Lo sapete cos
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dite quel che avete da dire senza che ve
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scoppiargli nel colletto rigido da un momento all’altro
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la sensazione di risalire da un pozzo, come se
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per innalzarsi e sfuggire da qualcosa di spaventoso. ¶ La
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lui voltò lo sguardo da quella parte. Un’infermiera
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sguardo materno. «Sa, è da ieri sera che mi
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può sapere cosa combiniamo da un po’ di tempo
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propinargli delle nuove carte da firmare? ¶ «No», rispose Nicolò
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non c’era altro da aggiungere. ¶ A quel punto
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Magari per passare addirittura da credulone, da visionario! E
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passare addirittura da credulone, da visionario! E rompersi l
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talmente lunghi e laboriosi da arrivare a soluzione quando
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che era distratto, preoccupato da qualche grave dilemma. A
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anche che tutto dipendeva da quella malaugurata lettera che
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dilemma restava sempre lì, da risolvere, a fissarlo dall
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vestaglia sopra la camicia da notte di flanella, attraversò
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giovane medico, quindi, scortato da Jole in cappotto e
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sembrava uno appena tritato da un treno e miracolosamente
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sembrava trascorsa una settimana da quando era uscito di
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si ritirava in fretta da una finestra del sottotetto
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Nicolò. «Si è data da fare per avvisarla e
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sì, c’è niente da dire. Ci mancherebbe altro
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mi porti su qualcosa da mangiare, più tardi. Non
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Perché no? Di cose da chiarire lui adesso ne
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la Pescetto aveva qualcosa da dirgli. Si diede un
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pericolo. Ancora non sapeva da chi doveva difendersi e
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chi doveva difendersi e da che parte arrivassero i
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casa. Lui era malato da tempo e...» Si alzò
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intrigante la Pescetto, niente da dire: presentarsi in quel
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di carattere ne aveva da vendere: intelligente e furba
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c’era stato niente da fare. Dopo suo nonno
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sapeva che c’era da corrodere il ponte, da
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da corrodere il ponte, da limare e ancora limare
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anni fa. Non viene da due anni, la mamma
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le censure, i divieti da rispettare e i permessi
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rispettare e i permessi da chiedere? Già c’è
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collera cominciava così: partiva da niente e si autoalimentava
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volta.» ¶ I ragazzini dormivano da un pezzo, loro spensero
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si avviarono alla camera da letto. ¶ Quando il campanone
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voltò verso la camera da letto, la moglie era
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biglietti anonimi, uno scherzo da preti.» ¶ «Cioè?» chiese Maria
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da brava matematica. Partendo da un dettaglio che lei
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Dietro al vetro, sbarrato da due listelli di legno
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sopracciglia con un’espressione da bambino stupito. ¶ «Ma no
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ne sia andata così, da un momento all’altro
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la Gilda fosse matta da legare era opinione comune
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opinione gli era giunta da più parti: monsignor Malacalza
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opposta. Ecco perché lui, da buon newyorkese, aveva l
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un poco. «Ehm. Veramente da nessuna parte. Volevo solo
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fa il tassista qua da molti anni...» ¶ Gli occhi
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vecchio si illuminarono, mise da parte il giornale come
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lei l’ha accompagnata da qualche parte, con un
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su, perché c’era da caricare un baule. Così
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dalla montatura bianca, occhiali da sole, quelli fatti così
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gli occhi, «una pelliccia da un sacco di palanche
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facchini perché c’era da scaricare il baule e
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azzurra, insieme alle bollette da pagare. ¶ Nicolò aggrottò la
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a vestirsi, ma poiché da solo non ce la
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Gilda, aveva una personalità da paranoica. Mania di persecuzione
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di cuore?» ¶ «Sì, certo. Da parecchi anni. Aveva avuto
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grigi e fissò Nicolò da sopra gli occhiali con
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lo guardò di nuovo da sopra gli occhiali. «Senta
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ha avuto una malattia da raffreddamento... sarebbe bene che
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e lei, se vuole, da oggi può considerarmi il
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dovette riconoscere che effettivamente da tempo non stava bene
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e quattro sull’altro. Da mettere a dimora per
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Se c’era qualcosa da dire andava detta, senza
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fine, con quegli occhi da poiana, senza aprir bocca
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cose avrebbero potuto precipitare da un momento all’altro
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All’inferno! Aveva altro da fare, lei. Mica poteva
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poteva perdersi in chiacchiere da ballatoio. E la Gioconda
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figura arcigna, gli occhi da rapace, il naso a
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di un sistema algebrico da risolvere. Aveva annullato tutto
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dello zio, avevano ricevuto da lui un’eredità insperata
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e ancora si dava da fare. Anche Damonte aveva
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Poteva anche essere, ma da chi? E perché? ¶ Ricordava
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c’era il biglietto. Da dove arrivava? Come si
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potevano essere talmente stupide da usare un simile espediente
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comunque arrivati a stabilire da quale finestra fosse cascato
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essere lo scopo: allontanarlo da lì. Ma perché? E
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l’ora di levarsi da quella insopportabile confusione. ¶ A
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lei non aveva altro da fare. Non c’era
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Non c’era che da aspettare e vedere come
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azione ancor più drastica da compiere, se le cose
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fermò. Aveva un asso da calare. ¶ Inarcò le sopracciglia
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poveretto è all’ospedale, da solo, con la testa
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sceneggiata di prim’ordine, da grande attore. ¶ Arrivata davanti
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otto e mezzo passate da poco. Monsignore scosse la
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fino a mezzogiorno: gente da ricevere, bollette da esaminare
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teso, forte, di quelli da assaggio di inverno che
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E pensiamo! Monsignore si alla diplomazia, adesso?» aveva
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turbinare le foglie secche da un lato all’altro
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lui abbia qualche notizia da darmi.» ¶ Jole alzò gli
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e chi vive si pace!» ¶ Nicolò assunse un
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basta!» ¶ «Fissazioni. Sono fissazioni da giovanotti, con rispetto parlando
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quel che c’è da sapere, così poi la
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crede che ci sia da dire... sono cose da
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da dire... sono cose da niente, stupidaggini. Ma visto
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non gliene importasse nulla. ¶ Da un lato, pensava Jole
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stoviglie e i servizi da tavola, dove lei aveva
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e si diede subito da fare, andando avanti e
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potersi staccare dai cardini da un momento all’altro
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pose dinnanzi delle carte da firmare e lui firmò
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comunicava con la stanza da letto dello zio e
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a crociera, interamente affrescata. Da quella partiva uno scalone
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non viene più utilizzato da molti anni e, come
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porticina, anche quella fermata da chiavistelli e serrature. ¶ «E
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e le pareti coperte da armadiature su misura, nelle
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tutto rivestito di marmo, da dove un’altra scaletta
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all’ambiente un’aria da refettorio monastico, semplice ma
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devo andare a pranzo da lui, all’una, e
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del portone fu investito da una ventata che rischiò
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un urlo disumano. ¶ «Niente da fare. È la spalla
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di gerani!» gridò, lasciando da parte le buone maniere
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pareva trascorso un secolo da quando si era imbarcato
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sembrava così lontano, adesso! ¶ Da bambino cantava nel coro
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ad arrangiarsi, a vivere da solo e senza affetti
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lui andava d’accordo da sempre e divideva due
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telegramma dello zio Lisandro. Da quel giorno in poi
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pensare a nulla, strattonato da un evento all’altro
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Era la prima volta da quando era sbarcato a
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detto! Anzi, se mi retta anche lei dovrebbe
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aria di doversi alzare da un momento all’altro
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indomani si sarebbe dato da fare, anche se si
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a sentire cosa aveva da dirgli l’arciprete e
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ancora con un suono da corno flautato, le cime
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o il solito lampione, da qualche parte, continuava a
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stare. C’è niente da dire, se ci si
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imparare a comportarsi meglio, da padrone di casa. ¶ Monsignore
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più due e arrivare da solo a una conclusione
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conseguenza in maniera diversa da quella genovesissima ed ecclesiasticissima
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lo era. E specialmente da dove spunta fuori Gilda
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a finire e, rintracciandola, da lei potremmo sapere il
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dobbiamo ricostruirlo noi, partendo da quel poco che sappiamo
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momento monsignore fu distratto da un movimento alle spalle
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accelerazione tremenda, esagerata, cioè da quando il commendatore aveva
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questo aveva fatto lei, da brava matematica. Partendo da
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buono sulla solenne pancia da canonico, sovrappensiero. Poi sbuffò
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erano collegate tra loro da una ragnatela di cavi
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e del passeggio, fiancheggiata da case alte e strette
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alte e strette e da qualche imponente palazzo patrizio
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riordino. Un vero bancone da osteria dal ripiano di
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le asciuga le ossa.» ¶ Da come andava avanti e
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un peschereccio in rada. «Da dove viene lei? Parla
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salame e qualche oliva. «Da noi a quest’ora
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un rame così lucido da catturare i minimi bagliori
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e faceva delle cose da scema, come uscire svestita
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becco d’anatra. «Niente da fare. Lei adesso è
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qua faceva la vita da principessa. Ma sa cosa
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casa propria. A partire da quella lingua di ciabatta
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e assunse un piglio da giudice della cassazione, con
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in osteria a darsi da fare con gli uomini
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ci stava in piedi da solo, quindi, sotto lo
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cosa accidenti le davano da mangiare laggiù, nelle Americhe
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c’era proprio niente da spiegare.» ¶ Arrivò in tavola
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insistere. ¶ Nicolò si alzò da tavola e le augurò
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un paio di camere da letto inutilizzate, a sinistra
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un corno: gli capitava da quando era piccolissimo e
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aveva letto. Allora mise da parte il libro e
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uno strano sguardo sospettoso, da rapace. Il naso a
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brillato per buonumore neppure da giovane. ¶ «Io non so
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un ragno nella vasca da bagno. C’è voluto
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sono rimasti in casa da soli?» ¶ «Sì. Quando sono
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macchina che andava via. Da quel giorno la signora
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vuole, sono sempre qua da sola e...» ammiccò verso
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dire del suo appartamento. Da qui si sale solo
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del salotto, entrambe decorate da vasi di geranio rosa
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rosa, trattenuti sul davanzale da una piccola ringhiera verde
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così, essendo in casa da sola, vero, non avendo
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vero, non avendo niente da fare, mi ero messa
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vita mondana, sa, ma da quel giorno credo sia
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salute con la voce da chierichetto, che partiva da
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da chierichetto, che partiva da New York per venire
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poco. Mica era tipo da farsi infinocchiare dal primo
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e svelto fosse, e da un sospiro di riposo
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era davvero bella. Roba da matti! E adesso bisognava
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di persona, dunque? Era da escludersi: non erano mica
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anzi: aveva un colorito da fiore di zucca, un
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di zucca, un raffreddore da cavallo e sembrava stare
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reggevano i quattro venti, da tanto era magro e
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avrete avute delle micce da raccontare, allora, se non
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accarezzò il mento ornato da tre peli lunghi e
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voi non vi muovete da casa vostra e lo
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nessuno può trovarci niente da ridire.» ¶ Diavolo di una
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non c’era altro da dire e le trofie
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l’aveva varcata già da qualche anno. Infatti era
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poteva pensare di campare da pensionato, giocando a bocce
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ci sarebbe stato niente da dire. Ma adesso... ¶ Proprio
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aveva visto benissimo. Niente da fare: era andato. ¶ Il
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un po’ a rimuginare da solo, prima di affrontare
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compagnia nella sua vita da eremita, priva di mondanità
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certa somma in denaro da destinare a restauri e
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aveva fatto venire apposta da New York. Il nipote
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moglie che non era da meno, morta pure quella
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Il tutto era stabilito da molto tempo. Il commendatore
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sue sostanze era immutata da quando Damonte ne aveva
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ne aveva memoria, cioè da almeno sette anni. Tutto
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città, nazione, continente. E da appena due giorni si
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questi era subito morto, da un momento all’altro
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all’altro. ¶ Una cosa da non credersi. ¶ Adesso Nick
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di necessario e fargli da guida nel cammino che
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quante cose si aspettavano da lui! ¶ Fin dal primo
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le idee chiarissime sul da farsi. A ogni domanda
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Damonte. ¶ C’erano domande da fare, pratiche da sbrigare
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domande da fare, pratiche da sbrigare, firme da apporre
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pratiche da sbrigare, firme da apporre. ¶ Lui non ne
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la quale pure esisteva da qualche parte nel mondo
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una sorpresa, questa. È da mesi che qua si
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che qua si passava da una crisi all’altra
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in fila le faccende da sbrigarsi al momento buono
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che lo si guardava da un’angolazione diversa. ¶ La
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quarti e lo fissò da sopra la spalla. ¶ «Ha
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fatto venire fin qui da New York, lo zio
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scoprirlo.» ¶ Jole sembrò impressionata da quella improvvisa e inaspettata
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è andata e stop. Da quel giorno non se
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multicolore, oppure qualcuno tormentato da un gran mal di
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attesa di pensare al da farsi, sarebbe rimasto nell
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altare e i camici da messa: le aveva pagato
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anni con due figlioli da allevare. Le affidava quei
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di mangiapreti si camuffavano da pentiti, ricevendo in premio
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collare d’un cavallo da tiro. ¶ «Perbacco, figliolo, un
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Ecco, vede, sono venuto da lei per avere qualche
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momento sembrò stabilizzarsi. «È da domenica che penso a
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fatto venire fin qui da New York per dirmi
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bruna, con un portamento da regina e... aveva qualcosa
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Portava sempre degli occhiali da sole a forma di
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grosso ragno nella stanza da bagno, mentre si lavava
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finì all’ospedale intossicata da una dose eccessiva di
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mani, come a difendersi da un’idea blasfema, se
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risalire... capire chi era, da dove veniva, come viveva
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sapevo che dovevo venire da lei! Che lei era
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gli girava nel cervello da molti anni. Perché se
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seppie. Le ho prese da Fiore le seppie, le
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qualcosa del genere. Fin da quando il commendatore gli
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di domenica pioveva già da alcune ore. ¶ Nick aveva
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strade di Sestri, trascinato da una inquieta curiosità. ¶ Doveva
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il pergolato due campi da bocce inzuppati di pioggia
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salone con un tavolo da ping-pong e un
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in falsetto, con voce da soprano. Il risultato era
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anni. È un canto da osterie, ma si cantava
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E quello che canta da donna?» ¶ «Quello è il
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E così lei viene da New York!» ¶ Le chiacchiere
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perché sono rimasto orfano da piccolo.» ¶ «Ah, perbacco! Bene
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che sia stato allevato da cattolico, naturalmente. Come un
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Io ho preferito darmi da fare subito e cercarmi
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dal grande tavolo servendosi da soli, Jole riempiva le
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di mio fratello, e da Jole, che in un
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mi sopporta con pazienza da ventotto anni.» ¶ Jole arrossì
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nonostante la mia riluttanza, da tempo tenta di spedirmi
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che si vedeva esautorata da un giorno all’altro
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ha piantato in asso da un giorno all’altro
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voi tutti vi domandate da tempo senza darvi una
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Morto vi dico. Così, da un momento all’altro
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apposta, c’è poco da dire. Dopo tutte le
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si scomoda uno fin da laggiù per niente, magari
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sentì subito meglio, sollevato da quel grave cruccio. In
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Non vorrete mica campare da malato per morire da
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da malato per morire da sano, no?» ¶ «Ma Bertina
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vi facciano due funghetti da niente, che è come
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avrebbe sgomberato la coscienza da ogni dubbio, se non
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un bianco ancora diverso da quelli del volto e
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amici, ma si frequentavano da qualche anno e avevano
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perché non era tipo da fare cose simili per
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di torbido, un fatto da chiarire che rendesse opportuna
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diavolo. Chi poteva trovarci da ridire in quel quartiere
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bolso che aveva acquisito da qualche anno. ¶ Meglio non
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a fissare nello specchio da borsetta l’immagine del
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era morta e sepolta da tanti anni e non
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Cascato lì in mezzo da un giorno all’altro
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che voleva incominciare proprio da lì, dalla fine del
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del destino. E lei da quel destino beffardo si
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cui gli attori recitassero da sempre la stessa parte
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ciò che c’era da fare e si riposavano
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e subito dopo chiazzate da due aloni rossi, come
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fossero affiorate alla superficie da un momento all’altro
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stanza, che le serviva da salotto e da studio
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serviva da salotto e da studio, dove teneva i
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sempre tenuta lontana. ¶ Finalmente da tempo nessuno le chiedeva
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libri. Andava a comprarli da Lisa, la tabaccaia di
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col figlio che studiava da medico, la quale glieli
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facesse bene, lo purificasse da quella specie di carezza
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sentenze e le torture da infliggermi.» ¶ L’infermiera lanciò
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c’è di buono da mangiare, cara? Avrei giusto
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lo stomaco e non sostanza. Per chi mi
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c’è di buono da mettere sotto i denti
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Non metta quell’espressione da santa Sula e Fatta
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ma quanto a roba da bere sono ben poche
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chiesa, non avesse che da assecondare quel disegno che
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aveva seguito gli affari da Genova, mentre il fratello
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appartamento a Sestri e da lì non si era
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colpo in testa. ¶ Niente da dire sul commendatore, invece
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era mai stato nulla da dire, che non si
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e benefattore della parrocchia, da lui non era mai
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a confessarsi, e nemmeno da uno dei suoi tre
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di vista non era da buon cristiano, perché il
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che ho ancora qualcosa da fare? Che non posso
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metà dette e metà da dire. Insomma non mi
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mezzo al mare.» ¶ Roba da matti. Come se avesse
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che era distratto, preoccupato da qualche grave dilemma. ¶ A
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quando Nick fu svegliato da un certo trambusto: passi
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non ci fosse altro da vedere, la città gli
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staccandosi come a rilievo da un ammasso caliginoso, e
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rigidi come latta, tute da aviatore della Royal Air
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massima importanza che riguardati da vicino stop trattasi tua
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prima nave in partenza da New York stop non
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giro di pochi giorni da un certo Francesco Damonte
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spazio circolare sopraelevato, dominato da un busto bronzeo e
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busto bronzeo e circondato da una ringhiera di ferro
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interno, come un campanello da chiesa che risuonasse in
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grembiule candido. Lo esaminò da capo a piedi, lasciando
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rivestite di legno, occupate da pesanti mensole incurvate sotto
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debole ma autoritaria, proveniva da una poltrona a rotelle
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del vecchio lo squadrarono da capo a piedi come
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Somigli a tuo nonno da giovane e se hai
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mi resta ben poco da vivere. E tu sei
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tuo e che, fin da ora, non devi più
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orfanotrofio, ma avevo altro da fare che occuparmi di
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non ho troppo tempo da perdere.» ¶ «Ma io non
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E dunque? Cos’ha da dirmi, zio, adesso che
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disponeva di una stanza da bagno privata. C’era
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mangia pochissimo e cena da solo, in camera sua
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vuol fare: può cenare da solo, qua in camera
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un invito a merenda da parte del commendator Storace
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alle merende domenicali. Così, da un giorno all’altro
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all’altro, poi. Roba da matti. ¶ Comunque. Se il
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darti subito questo biglietto. “Da parte del signor padrone
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ascoltare la partita raccontata da Nicolò Carosio. ¶ Una merenda
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dunque non aveva che da scendere due rampe di
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acuta, quasi infantile. Difficile da decifrare. ¶ Jole aveva cercato
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perché arrotolare una sigaretta da brillo non era mica
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sigaretta buttata a terra da qualche sprecone americano, gli
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ripetergli che era roba da barboni, che le sigarette
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dose di nicotina tale da avvelenarci un mulo. Punto
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quel gran palazzo antico, da signori, con le finestre
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danza dell’immagine. Niente da fare. ¶ Eppure... a ben
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questione di un attimo. ¶ Da piazza Baracca con gran
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camionetta dell’esercito, seguita da una Topolino blu. ¶ Dalla
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piazza: sembrava dovesse cadere da un momento all’altro
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selciato, a venti metri da lui, con un tonfo
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gli inquilini in camicia da notte guardavano in giù
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la cappa di Cristo, da che Sestri è Sestri
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porta d’ingresso, azionata da un pendaglio di bronzo
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braccio ed era seguito da un chierichetto lentigginoso e
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il transito a data da destinarsi, consentendo a quanti
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un’orata alla ligure da cardinale camerlengo: quando era
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presentassero sempre in modo da arrecare a lui il
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resto c’era niente da fare, quella era una
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non c’era neppure da pensarci. ¶ Monsignore fece un
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Giunto accanto al tavolo da centro, si tolse la
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là. A sentir lui da ieri sera ha continuato
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attacco dopo l’altro, da due mesi, e una
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quattro colonne, talmente alto da volerci lo sgabello per
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una sorta di boccaglio da narghilè, tra le labbra
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come se fosse assorbita da chissà quali profondi pensieri
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e azzimato dai modi da militare in pensione, che
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lei non ha che da chiamare.» ¶ Accanto al letto
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era un tavolino coperto da una tovaglietta candida. La
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come un bussolotto scagliato da una cerbottana. ¶ «Ptciù!» ¶ Uno
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morto... ho ancora qualcosa da fare, io.» ¶ L’infermiera
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volta usciti dalla camera da letto, preceduti dalla Jole
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vasto ancora, che fungeva da salotto e sala da
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da salotto e sala da pranzo ed era arredato
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lungo e lucidissimo tavolo da pranzo, da dieci coperti
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lucidissimo tavolo da pranzo, da dieci coperti. Divani e
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attorno a un tavolo da centro dal ripiano intarsiato
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passatempi che ha coltivato da quando...» Damonte si era
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aveva fatto una gaffe. ¶ «Da quando?» aveva insistito la
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si mettano a volare da un momento all’altro
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bel cambiamento il commendatore, da quando gli è capitata
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abbia perso il cuore, da tanto si è chiuso
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fame d’aria che da sempre accompagnava i suoi
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fosse la cosa giusta da fare, come se un
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altra sponda dell’oceano. ¶ Da qualche parte un’orchestra
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foglio. Accese la lampadina da notte, bluastra, e lo
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Eppure c’era niente da dire: parlava chiaro. ¶ Nick
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erano un antico armadio da sacrestia, un lit en
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trovava la grande stanza da bagno rivestita di marmo
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arciprete aveva una preoccupazione da stamattina, ci ha pensato
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detto. È uno scherzo da prete», concluse astioso. ¶ «Ma
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salone d’ingresso e da lì in cucina; aprì
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Per la prima volta, da quando era lì, provava
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anch’essa sbarrata, bloccata da chiavistelli e lucchetti. ¶ Non
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lucchetti. ¶ Non aveva niente da fare Nicolò, era sceso
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sua attenzione fu catturata da un dettaglio che nella
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prima presa di coscienza da quando aveva ereditato la
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per nessuno, era roba da autorità costituita quella, da
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da autorità costituita quella, da celerini o da Carabinieri
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quella, da celerini o da Carabinieri, mica questione ecclesiastica
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Carabinieri, mica questione ecclesiastica da diritto canonico o Sacra
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retta, su questo niente da dire, ma poi se
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altro, poi supino. Niente da fare. ¶ Aveva anche provato
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sfondato, delle vecchie damigiane. Da quella stanza un’altra
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ripida della prima saliva da qualche parte, in cima
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era una porta fermata da un paletto, attraverso cinque
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porta e tornò indietro. ¶ Da qualche parte, in alto
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topolino attraversava la cantina da un estremo all’altro
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quasi una botola, fermata da una spranga di ferro
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Nicolò si sentiva pervaso da una curiosità strana, elettrica
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disperazione. ¶ Nicolò rimase paralizzato da quella visione inaspettata. Era
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belle ragazze in costume da bagno sulla battigia del
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era stato una volta da giovanotto, durante una licenza
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sorridendo, con gli occhiali da sole che schermavano gli
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dolore fu così acuto da togliergli il respiro per
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il tono era tale da aspettarsi che dall’altra
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Sembrava che una nube da temporale gli si fosse
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camminare verso la stanza da letto, poi, come se
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risposta chiara e tranquillizzante da una persona fidata. Finalmente
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telefonata. ¶ Meglio una figura da cretino adesso che un
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in mano un coltello da arrosto, lungo e sottile
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Non c’è tempo da perdere.» ¶ Nicolò non capiva
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poi sembrò riscuotersi, svegliarsi da un incubo. ¶ Lasciò cadere
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nasone e la voce da signorina?» ¶ «Come no.» ¶ «Bene
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in corso un avvelenamento da arsenico e che è
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e la caviglia, bloccata da una corda, gli doleva
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ci torturava, che sopportavamo da dieci anni. E non
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e una cretina. Comunque da lassù ha visto solo
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alla macchina c’era da fare un passo o
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del liquido che versava da una latta. Nicolò riconobbe
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camminare.» ¶ «Però lei era da sua sorella, a Prà
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mi sono fatta portare da mia sorella. Ci vuole
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c’è più niente da fare. Credo che avesse
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Credo che avesse capito da subito, ma pensava che
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non c’è altro da fare. Brucerà tutto: Gilda
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era uno sguardo fisso, da pazza. «Il fuoco pulisce
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militari presero gli attrezzi da scasso dalla Campagnola, ma
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presto!» ¶ Sciortino si lanciò da quella parte, mentre Marini
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selciato a pochi metri da lui, una pozza scura
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per lei.» ¶ Si fece da parte ed entrò una
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un palmo di camicia da notte, aveva la testa
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aveva la testa fasciata da una vistosa bendatura. ¶ La
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bendata. ¶ Nicolò non sapeva da dove cominciare. «Come sta
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che in realtà Gilda da quella casa non era
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che gli restava poco da vivere, me lo aveva
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nuovo col suo sguardo da rapace. ¶ «Ma poi mi
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Intendevo infilare quel coltello da arrosto, lungo e sottile
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non era un dettaglio da poco. ¶ Nicolò sciorinò i
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Storace, io avrei qualcosa da dirle, ma non so
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ci siano particolari precauzioni da prendere.» ¶ Galanti sorrise. «Lo
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le persone, a cavare da ciascuno quel che gli
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simpatia al ragazzo, sconvolto da tutte quelle notizie. «Il
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principio di incendio scatenato da Jole. Incendio che sarebbe
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Damonte si stava dando da fare per sistemargli un
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in un dolce torpore da convalescenza, intriso di debolezza
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e indifferente della pallina da ping pong sul tavolo
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capelli bianchi che cantava da contralto allargò le braccia
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che possa farcela e da quel che ho sentito
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risuonarono come un organo da chiesa e riempirono l
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di cozzare, la pallina da ping pong cadde sul
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per la prima volta da quando era sbarcato, non
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i miei romanzi nascono da poco, da un ricordo
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romanzi nascono da poco, da un ricordo, da un
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poco, da un ricordo, da un dettaglio, dal bisogno
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le storie prendono vita da questa piccola idea e
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venni invitato a cena da un vecchio amico, incontrato
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mezzanini sopra e sotto da far fatica a orizzontarcisi
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signorine Devoto, la casa da sfollata della Maestra, a
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Il trallalero genovese spiegato da Paolo Besagno, il quale