Alberto Savinio, Tutta la vita, 1945

di una pagina scritta da lui, nella quale è

è crisi nel mondo da più anni a questa

ora veniva di là da un oceano. «A’-ba

gli dava una cera da morto, ma arricchiva d

mostruosa, mentre la moglie da anni riposa morta al

grido di dolore che dà la tela lacerata. Lodovico

solitario, segnato in margine da un grosso numero a

noia a lasciarsi divorare da questi emitteri che nell

di un caccia fende da parte a parte il

calura. Il grido navale dà un brivido a Lodovico

troppo èsile, troppo lógoro da reggere alla pressione della

lo si poteva argomentare da un viale di ippocastani

di notte doveva fare da guida agli automobilisti, Lodovico

se non sono autenticate da un febbrone da cavallo

autenticate da un febbrone da cavallo, quelle ore odorose

di una pudicizia grinzosa da vecchia zitella. Dopo il

pipetta bianca di coccio da tiro al bersaglio. Lodovico

sua vecchia faccia grigia, da quando io ero bambina

quando io ero bambina, da quando i miei poveri

che conteneva, c’era da fare parecchi biglietti da

da fare parecchi biglietti da mille». E Lodovico s

essa, per una ispirazione da assassino che ritorna sul

Salirono anzitutto nella camera da letto, tomba di un

Enrico vivo? Enrico anche da vivo essa lo aveva

che sta di là da un oceano, praticamente è

riprometteva di trarre partito da questo sentimento cieco, servirsene

raccogliere la preda cacciata da un altro. Molta prudenza

Lodovico non avrebbe avuto da faticare, per meglio dire

Lodovico non aveva che da narrare la «vera» vita

il pacchetto delle lettere da riportare a lei quando

e il suo matrimonio da portare in porto, con

per quello che è da essere considerato il caso

a Lodovico di fare da sé. Ma poiché Enrico

andato all’altro mondo da egoista e senza preoccuparsi

Non aveva più nulla da sperare da quell’Eldorado

più nulla da sperare da quell’Eldorado? (Che magro

in consegna le lettere da riportare a lei (il

stazione di Fàbara. Risultava da quelle lettere tutte sagge

concluse: «Una bella barba!». Da quelle lettere si poteva

e sospirò lungamente. Veniva da fuori lo stridio irritante

di cui la finestra dà un rettangolare campione di

sul polso si spaccò da sé e sprigionò la

sulle singolari voluttà che dà l’amplesso con le

ebbe nella commemorativa camera da letto, e confusamente pensò

l’ultima parola pronunciata da lui; e Lodovico ebbe

l’effetto preveduto. Lei da opaca si mutò improvvisamente

che si era teso da sé. Come? Stava vicino

dall’incolmabile buco aperto da quella parola. E ora

lei che scacciava via da sé, ingigantita, come una

alta: «Chiappadoro...». ¶ E ride da solo, a sussulti brevi

il suo gesto è da Frine. ¶ Partire non aveva

Scherzo Americano, la vescica da collocare sotto il cuscino

di vetro opaco illuminata da tergo, sulla quale una

contenuti erano di là da ogni concezione cosmica, di

concezione cosmica, di là da ogni meccanismo o terrestre

loro purissima anarchia, sciolti da qualunque legge divina o

semicerchio a portico sbarrato da quadre colonne di basalto

misurare il tempo trascorso da quando quelle cose non

storia tutto è legato da un contrappunto sottile ma

giocattolo non è nato da un concetto astronomico rudimentale

costruirsi un mondo che dà piena garanzia di solidità

giocattoli, ma volle fabbricarseli da sé; e nella fabbricazione

lontano dall’amore, come da tutto quanto partecipa del

grido di dolore. Veniva da Genova ed era firmata

adorato Bull», il quale, da quanto il signor Didaco

clistere di liquido corrosivo da iniettare nel viscere del

passi nel paradiso terrestre da lui ricostituito, prima di

incanto fu rotto. E da quella festa che doveva

un angolo e dominata da un compagno di viaggio

in una valle traversata da un fiume che scintillava

ronzante e miracolosa, seguita da uno sciame di beceretti

stato preso d’assalto da un’orda di viaggiatori

si trovò portata come da un’onda in una

con la faccia coperta da un giornale e ogni

un bisogno di tenerezza. ¶ Da questi contatti col gigante

stretta come un salame da più giri di corda

Giove sui mortali; cioè da quando costei, superati i

a poco la circondò da ogni parte. Essa stessa

nell’annuncio dei pianoforti da vendere, e la dorata

poltrona, le mascelle serrate da spezzarsi in bocca le

odore di vernice. Veniva da lontano un suono di

Le daranno un gran da fare» disse la dolce

budelli della terra vestiti da spettri e con un

gli uomini a partire da una certa età si

Leone avesse tanta intelligenza da poter esaminare il proprio

pianticella sotto un ferro da stiro. Vengono su piatti

occhi sono come velati da una membrana. La faccia

una grande fiammata accompagnata da un’alta colonna di

con il loro urlo da vari punti della città

del mondo, Leone, esaltato da questa felicità di spazio

cinta come un parco da un viale a nastro

intorno alla città, seguito da uno spaventoso boato. Di

Vede e capisce come da questo abbraccio nascono altri

molli e cedevoli, mosse da solo e traballante i

sua attenzione e assorbita da qualche cosa che stava

non erano abbastanza illuminati da sapere che a riguardo

stettero curvi nell’angoscia. ¶ Da quel giorno il piccolo

si provarono neppure. E da che parte iniziare l

piccolo Nìvulo non aveva da imparare nulla da nessuno

aveva da imparare nulla da nessuno. Educare letteralmente significa

stesso» e che viveva da uomo maturo, mostruoso quel

Sapo lo aveva inventato da sé e imposto all

radiocomandante si possono dirigere da terra i movimenti in

sua propria età. Ma da un fratello maggiore non

morto male non trova da allogarsi quaggiù e vàgola

famiglia un uomo gagliardo da potersene servire al bisogno

se lo era inventato da sé come un piccolo

nuove forze emanassero tutte da lui, e che in

fu abbagliata essa stessa da quella splendida luce; poi

attingesse forza e fortuna da lui; e quando l

Fu preso «in affitto» da un impresario che per

città. ¶ Eònio era assente da tutto ormai. Ricordava ancora

Te ne vai definitivamente da questa casa oppure ci

ombra lunga. Di là da questa la luce dell

la voce fosse calata da una delle finestre che

avesse potuto parlare così da vicino. ¶ Era una voce

un monte. «Una voce da Encelado» pensai mio malgrado

solo non ho nulla da spartire, ma che mi

misteriosa voce fosse venuta da qualcuno che stava nascosto

fossero diventati così leggeri da lasciarsi mòvere dal vento

di sinistra. «Sei uscito da questa casa definitivamente oppure

allo scoccare della mezzanotte, da che io e questo

in certo modo generate da noi, sono dunque nostre

sostenne si può dire da solo il peso dell

tu pensato che uscendo da sotto a questo balcone

vederla, ma di notte dà una luminosità opaca come

quadrante di certi orologi da polso. Da cinquant’anni

certi orologi da polso. Da cinquant’anni che sto

uno per uno: nessuno dà luce. È la casa

telamone, debbo riconoscerlo, operava da padreterno. Egli uscì da

da padreterno. Egli uscì da sotto il balcone, la

Nota. – Prima di uscire da sotto il balcone, il

Il treno era arrivato da Sarzana già strapieno e

valige accatastate e percorsi da viaggiatori ansiosi che camminavano

Perché in corsa sempre da ritirata a ritirata tra

uomini e donne cavarono da entro valige e fagotti

che passava e ripassava da mascella a mascella. Qualcuno

tu perché non guardi da un’altra parte?». Rispondo

finché il treno trainato da due locomotori elettrici grigi

è fallace quaggiù che dà l’impressione dell’eterno

con tale inflessione oratoria da renderlo incomprensibile; onde una

queste informi città, attratti da questi vani nomi, frammenti

a spingermi avanti: colui da parte sua non cede

facilmente irritabile, e specie da quando una certa quale

che colui non fosse da guardare, sia perché non

di farsi pronunciare non da lui ma da me

non da lui ma da me stesso, e io

meno spaventosa, meno difficile da guardare di quanto io

facevano fare il ritratto da Boldini. ¶ Ecco le parole

È un grosso termos da un litro, lucido, puntuto

simile a un proiettile da cannoncino da montagna. Io

un proiettile da cannoncino da montagna. Io non so

sulla scarpata, già lontano da me che corro. Intorno

non un filo trapassa da questa parte. ¶ E la

il velo della camicia da notte, s’incupisce alla

diverso il nome Rutiliano da questi nomi che sembrano

letto e Bago, così da nascondere il letto. Rutiliano

fa parte della stanza da pranzo. Per Natale e

tanto meno farsi baciare da lui. Eppure quando anche

morì, non rimaneva altro da fare che sposare lo

i mobili della camera da letto, mettere dei mobili

se non avessero nulla da dirsi. È forse imbarazzato

di trovarsi nella camera da letto d’Ismene? Costei

che nella sua camera da letto c’è Billi

guarda il suo abito da sera rovesciato sulla spalliera

L’armadio è vuoto. ¶ Da quel giorno Ismene non

tirarono via la coperta da sopra le gambe, le

armadio della mia camera da letto». ¶ Rutiliano odiava l

stato colpito di striscio da un sasso al sommo

sé. Sale a passi da ladro al primo piano

uscita non si sa da dove, gli si para

inchioda sul posto. ¶ Diversamente da come Luigino si aspettava

inizia calmo e glaciale. ¶ «Da dove vieni?». ¶ Luigino non

segno che nella sala da pranzo la Rosa sta

ha corso, finché vinto da uno strano sonno crollò

tappeto della sua camera da letto, Luigino non li

durare. È una vita da schiavo. A che gli

per troncare quella vita da schiavo, sia per punire

così abilmente la morte da non farsi scoprire e

Pensa anche a ferirsi da sé, ma dovrebbe riuscire

volte la sente pronunciare da sua madre gli dà

da sua madre gli dà una stretta allo stomaco

e discoteca, e gli dà l’immagine di una

Poi?..... Poi dalla sala da pranzo i suoi genitori

Dura è la chiave da girare nella toppa. Nel

penombra dei cortinaggi. Brilla da una parte la cornice

trasferito a brevi intervalli da università a università, ma

università a università, ma da vent’anni a questa

toccava con sapiente mano da chirurgo i tiranti rilassati

dei pompieri, e comandati da un regista in pullover

disciplinate e armoniose movenze da balletto russo ebbe portato

stato oggetto di meraviglia da parte dei suoi condiscèpoli

Niuccia aveva un volto da madonnina ed era l

scollatura di una camicia da notte di tulle un

di velluto crèmisi pendeva da una parte sulla cornice

per malattie nervose. ¶ È da credere che quella trasformazione

fosse riuscita a trasformarsi da una fanciulla tutta dolcezza

sua moglie la camera da letto dominata nel mezzo

squadra di arredatori guidata da un architetto modernista sgombrò

disciplinati e armoniosi movimenti da balletto russo. ¶ Dazio si

russo. ¶ Dazio si separò da Niuccia in capo a

zampe di un gallo da combattimento, come a riceverne

a dondolo era occupata da Niuccia. La poltrona a

a dondolo era occupata da una Niuccia che era

anche il silenzio è da fondo marino. Nell’orecchio

che i fiori mandano da sotto il sedere. In

attaccapanni del bagno manda da sola un fetore pungente

di salire nella camera da letto. Non ebbe il

proboscide arrotolata a corno da caccia. ¶ Dice la mensoletta

te la rimetti giù da te!». ¶ Parla ora la

il commendatore Candido Bove dà un balzo sul divano

sul divano, ma diversamente da come si può credere

parole della poltrona, sibbene da un violento moto sussultorio

del piedino appena sporgente da sotto la frangia. Quei

si dava delle arie da sportivo, e non viaggiava

che col suo monoplano da turismo, e ogni domenica

con quella sua faccia da poppante? Al momento dello

e per Pasqua veniva da noi in vacanza vestito

noi in vacanza vestito da collegiale, sua zia lo

invece di una poltrona da salotto io fossi una

io fossi una poltrona da dentista, non mi sarebbero

dei pugili con facce da mastini, orecchie a foglie

poco a poco, e da dieci anni a questa

loro rabbia, si sbranerebbero da se stessi e morrebbero

il quale, benché disegnato da un architetto funzionalista, è

e una bellissima camera da letto, e un letto

il commendatore Candido Bove dà uno scossone più violento

a liberare la voce da sotto il quintale umano

dal primo e accompagnato da un vasto trèmito: quello

il medico legale spiegò da tecnico al giudice istruttore

salotto buono furono presi da una paura tale che

riprendete la vostra faccia da genitori... Perché?... Perché sempre

forse?... Ecco: la mamma da tanti giorni non me

lo so che aspettare da voi è inutile... Mi

avere dei lavori serii da fare, dei lavori importanti

labirinto... C’è molto da fare ancora, soprattutto per

sottomesso a voi, ostacolato da voi, invidiato da voi

ostacolato da voi, invidiato da voi, odiato da voi

invidiato da voi, odiato da voi... Devo partire... Lo

è una legge inventata da voi per vostro comodo

che sarò andato via da voi: approvarmi e ammirarmi

valeva... Andrò di là da quella montagna... Passerò là