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Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «dal»

nautoretestoannoconcordanza
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1321
volte vòlto. ¶ Temp' era dal principio del mattino, ¶ e
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cangia proposta, ¶ sì che dal cominciar tutto si tolle
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ti promette?». ¶ Quali fioretti dal notturno gelo ¶ chinati e
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nostra via ¶ di qua dal sonno, quand' io vidi
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hanno cotanta onranza, ¶ che dal modo de li altri
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nol niega!». ¶ Quali colombe dal disio chiamate ¶ con l
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vegnon per l'aere, dal voler portate; ¶ cotali uscir
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si desta ¶ di qua dal suon de l'angelica
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del superbo strupo». ¶ Quali dal vento le gonfiate vele
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l'aere dolce che dal sol s'allegra, ¶ portando
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e 'l più lontan dal ciel che tutto gira
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Erine. ¶ Quest' è Megera dal sinistro canto; ¶ quella che
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canto; ¶ quella che piange dal destro è Aletto; ¶ Tesifón
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con le piante asciutte. ¶ Dal volto rimovea quell' aere
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lo suo corso prende ¶ dal divino 'ntelletto e da
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a mente ¶ lo Genesì dal principio, convene ¶ prender sua
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per vero ¶ fu spento dal figliastro sù nel mondo
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diserrando, sì soavi, ¶ che dal secreto suo quasi ogn
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parte l'anima feroce ¶ dal corpo ond' ella stessa
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tue a le giostre dal Toppo!». ¶ E poi che
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parte ¶ lo secondo giron dal terzo, e dove ¶ si
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ad una landa ¶ che dal suo letto ogne pianta
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far le grida. ¶ Dentro dal monte sta dritto un
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rigagno ¶ si diriva così dal nostro mondo, ¶ perché ci
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è tempo da scostarsi ¶ dal bosco; fa che di
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sopra aduggia, ¶ sì che dal foco salva l'acqua
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te; ma lungi fia dal becco l'erba. ¶ Faccian
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brama, ¶ colui potei che dal servo de' servi ¶ fu
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S'i' fossi stato dal foco coperto, ¶ gittato mi
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ha proprio cammino ¶ prima dal Monte Viso 'nver' levante
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io m'accorsi ¶ che dal collo a ciascun pendea
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vicin Vitalïano ¶ sederà qui dal mio sinistro fianco. ¶ Con
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da lunge si pone ¶ dal suo maestro, disdegnoso e
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erano ignudi i peccatori; ¶ dal mezzo in qua ci
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i' non mi parto ¶ dal tuo volere, e sai
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de l'arco ¶ che dal quarto al quinto argine
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Poscia passò di là dal co del ponte; ¶ e
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un punto ¶ saltò e dal proposto lor si sciolse
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camiscia vesta; ¶ e giù dal collo de la ripa
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ancor si pare intorno dal Gardingo». ¶ Io cominciai: «O
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fossa, e li altri dal concilio ¶ che fu per
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puosi 'l dito su dal mento al naso. ¶ Se
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folle volo, ¶ sempre acquistando dal lato mancino. ¶ Tutte le
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rame, ¶ pur el pareva dal dolor trafitto; ¶ così, per
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aver via né forame ¶ dal principio nel foco, in
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Santerno ¶ conduce il lïoncel dal nido bianco, ¶ che muta
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diede 'l consiglio frodolente, ¶ dal quale in qua stato
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non si pertugia, ¶ rotto dal mento infin dove si
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Alì, ¶ fesso nel volto dal mento al ciuffetto. ¶ E
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ch'i' son Bertram dal Bornio, quelli ¶ che diedi
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il mio cerebro, lasso!, ¶ dal suo principio ch'è
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poggia tegghia a tegghia, ¶ dal capo al piè di
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stregghia ¶ a ragazzo aspettato dal segnorso, ¶ né a colui
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ripa, ch'era perizoma ¶ dal mezzo in giù, ne
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vedea trenta gran palmi ¶ dal loco in giù dov
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che 'l tenea avvinto ¶ dal collo in giù, sì
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chiuder Tebe, ¶ sì che dal fatto il dir non
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Genovesi.] ¶ La bocca sollevò dal fiero pasto ¶ quel peccator
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l'ultima posta, ¶ levatemi dal viso i duri veli
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rade ¶ le 'nvetrïate lagrime dal volto, ¶ sappie che, tosto
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sotto, ¶ quel che pende dal nero ceffo è Bruto
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d'esser di là dal centro, ov' io mi
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questa parte cadde giù dal cielo; ¶ e la terra
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Or che di là dal mal fiume dimora, ¶ più
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Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino, ¶ per li grossi
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suo nessun volar pareggia. ¶ Dal qual com' io un
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la luce in terra dal mio destro canto, ¶ sì
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il vento ¶ di fuor dal regno, quasi lungo 'l
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ch'è tocco ¶ meridïan dal sole e a la
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e l'anima divisa ¶ dal corpo suo per astio
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di color vinto, ¶ come dal suo maggiore è vinto
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accorda, ¶ cantando, con colui dal maschio naso, ¶ d'ogne
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quel d'Adamo, ¶ vinto dal sonno, in su l
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trar d'ale, ¶ or dal sinistro e or dal
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dal sinistro e or dal destro fianco, ¶ questa cornice
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io non fossi impedito dal sasso ¶ che la cervice
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ch'altra creatura, giù dal cielo ¶ folgoreggiando scender, da
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lato. ¶ Vedëa Brïareo fitto dal telo ¶ celestïal giacer, da
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gittaro ¶ sovra Sennacherìb dentro dal tempio, ¶ e come, morto
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noi; vedi che torna ¶ dal servigio del dì l
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fier li tuoi piè dal buon voler sì vinti
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tal valle pèra; ¶ ché dal principio suo, ov' è
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e tanto si diparte ¶ dal cader de la pietra
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sì com' om che dal sonno si slega, ¶ disse
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e or discerno perché dal retaggio ¶ li figli di
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sé stante, alcuno esser dal primo, ¶ da quello odiare
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che piace, ¶ tosto che dal piacere in atto è
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ch'io non posso dal pensar partirmi». ¶ «Vedesti», disse
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saliri». ¶ «Se voi venite dal giacer sicuri, ¶ e volete
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gran manto a chi dal fango il guarda, ¶ che
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di mio figlio fu, dal quale ¶ cominciar di costor
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dietro a noi venìa, ¶ dal piè guardando la turba
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sospiro, e sono inteso ¶ dal mio maestro, e «Non
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miei, ¶ è quel Virgilio dal qual tu togliesti ¶ forte
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al sesto giro, ¶ avendomi dal viso un colpo raso
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persona sù non vada. ¶ Dal lato onde 'l cammin
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in le sue braccia: ¶ dal Torso fu, e purga
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me ritenne ¶ di qua dal dolce stil novo ch
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io, ristretti, ¶ oltre andavam dal lato che si leva
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la virtù ch'è dal cor del generante, ¶ dove
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ond' ir ne convenia dal lato schiuso ¶ ad uno
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l sol ferve, ¶ guardate dal pastor, che 'n su
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mai non si smaga ¶ dal suo miraglio, e siede
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santo monte; ¶ non però dal loro esser dritto sparte
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occhi passai ¶ di là dal fiumicello, per mirare ¶ la
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ciglia a Venere, trafitta ¶ dal figlio fuor di tutto
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e certa, ¶ che tanto dal voler di Dio riprende
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fuci. ¶ L'acqua imprendëa dal sinistro fianco, ¶ e rendea
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da la rossa; e dal canto di questa ¶ l
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tal che di qua dal rio mi fé paura
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ver' me di qua dal rio. ¶ Tutto che 'l
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che se' di là dal fiume sacro», ¶ volgendo suo
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lo bene ¶ di là dal qual non è a
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li occhi pur testé dal sol percossi, ¶ sanza la
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feroce drudo ¶ la flagellò dal capo infin le piante
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Letè ancoi; ¶ e se dal fummo foco s'argomenta
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ringrazio lui ¶ lo qual dal mortal mondo m'ha
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nudo il suggetto ¶ e dal colore e dal freddo
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e dal colore e dal freddo primai, ¶ così rimaso
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nel suo aspetto. ¶ Dentro dal ciel de la divina
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i santi giri, ¶ come dal fabbro l'arte del
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discordi li nostri disiri ¶ dal voler di colui che
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a suo piacer conforma. ¶ Dal mondo, per seguirla, giovinetta
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buona usanza, ¶ non fu dal vel del cor già
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che, di ciò pregato ¶ dal padre suo, la propria
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lo illustra ¶ di fuor dal qual nessun vero si
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d'amore ¶ di là dal modo che 'n terra
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sai ch'el fé dal mal de le Sabine
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Torquato e Quinzio, che dal cirro ¶ negletto fu nomato
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Cleopatra, ¶ che, fuggendoli innanzi, dal colubro ¶ la morte prese
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u' la natura, che dal suo fattore ¶ s'era
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corto ¶ parte lo Genovese dal Toscano. ¶ Ad un occaso
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giù morta; ¶ e se dal dritto più o men
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che là sù voli, ¶ dal muto aspetti quindi le
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discende ¶ del colle eletto dal beato Ubaldo, ¶ fertile costa
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usanza, ¶ quanto di là dal mover de la Chiana
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luce che sì mea ¶ dal suo lucente, che non
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quinta parte comincia qui.] ¶ Dal centro al cerchio, e
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al cerchio, e sì dal cerchio al centro ¶ movesi
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esso dura poco: ¶ tale dal corno che 'n destro
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si partì la gemma dal suo nastro, ¶ ma per
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era vinto ancora Montemalo ¶ dal vostro Uccellatoio, che, com
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quella gente turpa ¶ disviluppato dal mondo fallace, ¶ lo cui
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anime deturpa; ¶ e venni dal martiro a questa pace
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dintorno con le force. ¶ Dal 'voi' che prima a
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prende ¶ se non come dal viso in che si
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diretto ¶ raggiava in Bëatrice, dal bel viso ¶ mi contentava
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croce un lume tratto ¶ dal nomar Iosuè, com' el
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artista. ¶ Io mi rivolsi dal mio destro lato ¶ per
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è, se non vien dal sereno ¶ che non si
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lamenti e garra, ¶ che dal fianco de l'altre
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come il mal dedutto ¶ dal suo bene operar non
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essa varca, ¶ onde così dal viso ti s'invola
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non basta buon cominciamento ¶ dal nascer de la quercia
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pregno ¶ di gran virtù, dal quale io riconosco ¶ tutto
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l'arco ¶ che fa dal mezzo al fine il
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altro circumcinto, ¶ e quel dal terzo, e 'l terzo
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e 'l terzo poi dal quarto, ¶ dal quinto il
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terzo poi dal quarto, ¶ dal quinto il quarto, e
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il quarto, e poi dal sesto il quinto. ¶ Sopra
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divine, ¶ quant' elle son dal centro più remote. ¶ Onde
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che predicando si partono dal santo Evangelio e dicono
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insieme zona, ¶ quant' è dal punto che 'l cenìt
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raggio resplende sì, che dal venire ¶ a l'esser
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da me medesmo scema. ¶ Dal primo giorno ch'i
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umano, ¶ a l'etterno dal tempo era venuto, ¶ e
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sù nel terzo giro ¶ dal sommo grado, tu la
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quant' i' ho vedute, ¶ dal tuo podere e da
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sana, ¶ piacente a te dal corpo si disnodi». ¶ Così
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foglia in foglia. ¶ E dal settimo grado in giù
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giardino. ¶ E sappi che dal grado in giù che
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specie tanto amaro gusta; ¶ dal destro vedi quel padre
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l'affezione, ¶ sì che dal dicer mio lo cor