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interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «dal»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
oro e cascò giù dal cielo sul petto della
2
1956
tratto, se lo sfilò dal dito e lo sbatté
3
1956
della povera massara – andarono dal padrone e gli dissero
4
1956
stretti, tornarono i figli dal teatro. Vedendo i due
5
1956
E lei, pentita, tornò dal marito, a inginocchiarsi davanti
6
1956
buttati nell’onda. ¶ Allora, dal parapetto del bastimento si
7
1956
Aiuto! ¶ Si vide che dal bastimento veniva calata una
8
1956
a prendere un fiore dal fondo del mare? ¶ – Se
9
1956
tornò. La sposa riapparve dal mare. – Ebbene? – lui le
10
1956
dei gioielli, s’allontaneranno dal palazzo e io potrò
11
1956
Sirene lo seguivano allontanandosi dal loro palazzo. ¶ Tutt’a
12
1956
teneva, sarebbe cascato giù dal davanzale. ¶ – Ma non provatevi
13
1956
lo sposo e congedandosi dal Re rimase con la
14
1956
e sughero buttati lì dal mare faceva delle piccole
15
1956
dagli occhi, dalla bocca, dal naso e gli fece
16
1956
avrai. Ma devi guardarti dal rivelare che sono la
17
1956
Liombruno, e fatto invisibile dal mantello, correndo più del
18
1956
in fin di vita dal dolore. E io, da
19
1956
la via per uscire dal bosco. ¶ Andarono a quei
20
1956
e così trasformato uscire dal palazzo sottoterra. Si trasformò
21
1956
tirar via la brace dal forno e infornare il
22
1956
era cotto e tolto dal forno, l’Orca con
23
1956
vedendolo più tornare, andò dal contadino. – Cognato mio, disgrazia
24
1956
i soldi. Uno andò dal ciabattino che aveva cucito
25
1956
del ritorno. ¶ Quando tornò dal padrone, questi, che era
26
1956
m’hai ubbidito: prendi dal mucchio d’oro quanti
27
1956
e così si licenziò dal Signore. ¶ L’indomani, quando
28
1956
lavorando col fuso andasse dal Re che avrebbe dato
29
1956
Anche questa fu salvata dal cuoco e data a
30
1956
il Re e saltò dal letto, debole e tremante
31
1956
padre. ¶ La ragazza corse dal padre. – Vieni papà, vieni
32
1956
giorno Re Pipi uscì dal palazzo, i carcerati sporgendo
33
1956
Il Re, mezzo morto dal dispiacere, rispose di aspettare
34
1956
il fratello della Regina, dal momento in cui s
35
1956
storia di sua mamma, dal momento in cui era
36
1956
presero e lo portarono dal Re. Il Re s
37
1956
volta e rivolta, cade dal soppalco e finisce in
38
1956
Re glielo accordò. ¶ Arrivato dal Re morto, egli fece
39
1956
e «donde vengo? vengo dal mulino!».20 ¶ Il marito, quando
40
1956
un po’ di mangiare dal piatto! ¶ E un altro
41
1956
perché non lo togliamo dal mondo? ¶ – Ma è mio
42
1956
le ricchezze gli venivano dal granchio. Il sarto aveva
43
1956
giornate affacciata al balcone. Dal suo balcone vide il
44
1956
avuto paura solo passando dal Faro, perché lì non
45
1956
si levò la corona dal capo, tutta piena di
46
1956
il mercante era tornato dal viaggio, aveva fatto smurare
47
1956
prima. ¶ A quelle parole, dal ramo di datteri uscì
48
1956
la riconobbe; corse subito dal Re a dirglielo. Poi
49
1956
gli stacca la testa dal corpo con una sciabolata
50
1956
quella continuava a dormire. Dal piede le s’era
51
1956
che sentì una voce dal fondo del mare: ¶ O
52
1956
voce, quand’ecco che dal fondo del mare sorse
53
1956
le papere: ¶ Crò! Crò! Dal mar veniamo, ¶ D’oro
54
1956
la notte: ¶ Crò! Crò! Dal mar veniamo, ¶ D’oro
55
1956
e sentì la voce dal fondo del mare. ¶ O
56
1956
mi vuol parlare. ¶ E dal mare venne fuori la
57
1956
che cantavano: ¶ Crò! Crò! Dal mar veniamo, ¶ D’oro
58
1956
corteo, presero la fuga dal palazzo, e nessuno le
59
1956
tu te lo togli dal cuore. ¶ Ma la ragazza
60
1956
guarito s’alzava già dal letto. Feste, allegrezza in
61
1956
che non s’alzava dal letto, malato di non
62
1956
sotto il vento, ¶ Lontan dal noce di Benevento. ¶ E
63
1956
superbo s’era tolto dal viso l’ultimo velo
64
1956
poté più tirar via dal dito. «Chissà adesso cosa
65
1956
annoiato, prese una paletta dal focolare e le diede
66
1956
del Re, di nascosto dal padre, aveva un innamorato
67
1956
parannanza, piglia e va dal Re. – Sacra Corona, ho
68
1956
cuoco pensò di andare dal figlio del Re a
69
1956
gli chiese la locandiera. ¶ – Dal fondo del bosco, – disse
70
1956
Scelsero un grande albero dal tronco cavo e la
71
1956
si tolse la vescica dal capo e la sua
72
1956
usciva dalla capanna e dal cancello, e dopo poco
73
1956
come al solito, passò dal prato a cambiare il
74
1956
trecce belle ti fai, ¶ Dal Re selvatico mangiata sarai
75
1956
trecce belle ti fai, ¶ Dal Re selvatico mangiata sarai
76
1956
scoperse l’agguato teso dal padre, e insieme cercarono
77
1956
di togliersi l’anello dal dito, ma l’anello
78
1956
su la capra. Salta dal letto e corre dietro
79
1956
Franceschiello andò a lavorare dal fabbroferraio e gli successe
80
1956
un ciabattino. Franceschiello lavorò dal ciabattino e gli successe
81
1956
di prender marito. Andò dal Favonio e gli disse
82
1956
restava più nulla. Corse dal Favonio: – Dov’è andata
83
1956
un così brutto spavento dal gatto di casa che
84
1956
diventò una bella signorina. ¶ Dal palazzo uscirono tante fate
85
1956
ho rubato i tacchi dal cappello. E visto che
86
1956
raccontò tutto. Il marito, dal gran mariuolo che era
87
1956
abbiccì. Finì per cacciarlo dal collegio; e lui se
88
1956
umana, – disse il ragazzo dal pero. – Sono un povero
89
1956
il ciuco butterà danari dal didietro. Ma bada bene
90
1956
già che fossi perso dal mondo! ¶ Il figlio entrò
91
1956
Tirò via la coperta dal letto e la stese
92
1956
e se ne tornò dal Nanni-Orco. Quando il
93
1956
volta se ne tornò dal Nanni. – Che t’è
94
1956
il ragazzo si licenziò dal Nanni e se ne
95
1956
l’allievo aveva raccolto dal Maestro tutto il bene
96
1956
della povera colomba perseguitata dal falcone, e le prese
97
1956
perderti d’animo. Va’ dal tuo padrone e chiedigli
98
1956
la storia di Fioravante dal principio alla fine. Il
99
1956
il figlio si toglieva dal capo quella tessitrice. ¶ Dopo
100
1956
testa. E cosa vide? Dal collo della cavallina uscì
101
1956
incantata. Ma ecco che dal cielo calò un uccello
102
1956
figlie maggiori del Re, dal palazzo vicino, sentivano questi
103
1956
partì ma non andò dal contadino, andò da suo
104
1956
fatto desinare? ¶ – Torno ora dal campo, – dice lei, – ma
105
1956
la scatola. ¶ – Adesso va’ dal padrone, – disse alla moglie
106
1956
frastuono, usciva il Drago dal mare. Il giovane, dopo
107
1956
testa della Maga fuori dal sacco. Come il Drago
108
1956
per prima cosa andò dal nonno. Il nonno, che
109
1956
qui. ¶ La tirò fuori dal sacco e il nonno
110
1956
la prendono, la levano dal letto, la portano giù
111
1956
in cantina, la murano dal collo in giù, che
112
1956
montagna, guardati dai giganti, dal portone, dai leoni, tutto
113
1956
ramo più alto. Accompagnato dal suo canto tornò a
114
1956
per incanto sparì. ¶ Quando dal palazzo reale videro il
115
1956
una congiura per cacciarmi dal trono. Stasera metterò doppia
116
1956
che erano quelli spariti dal suo guardaroba. Gridò: – Ah
117
1956
quando si sentì chiedere dal Re la mano di
118
1956
io. ¶ Il legnaiolo tornò dal Re e disse: – Maestà
119
1956
un bastimento che passava; dal bastimento la videro coi
120
1956
La vecchia lo portò dal Re. – Ma è proprio
121
1956
in un soffio. – Esci dal letto e va’ a
122
1956
per lavarmi le mani dal sangue quando t’avrò
123
1956
La Regina uscì, corse dal marito. – Svegliati! Svegliati per
124
1956
uscì, prese la pistola dal marito addormentato, l’avvolse
125
1956
la Regina finalmente liberata dal terrore. ¶ (Firenze) ¶ 90 ¶ I due
126
1956
in viaggio. Cammina cammina, dal tanto camminare si perdette
127
1956
albero. Alla stessa ora, dal buco uscirono le vecchine
128
1956
ai cavalli, ma cascava dal sonno e finì per
129
1956
quattro cinque… – E Cecino, dal cespuglio gli faceva il
130
1956
A prenderla, Maestà. ¶ – No, dal Regno dei Pavoni chi
131
1956
appena arrivò la lettera dal Perù, corse dalla sorella
132
1956
a proteggere mia sorella dal vento, dall’umido e
133
1956
e gli disse: – Va’ dal Re e prendi il
134
1956
Il cuoco stavolta andò dal Re a denunziare la
135
1956
convinte a restare, quando dal fondo delle scale si
136
1956
bocca, dagli orecchi e dal naso. ¶ – Nina, dimmi: vuoi
137
1956
casina che andarono tutte dal fabbro ferraio a farsene
138
1956
cestello. Ma l’acqua dal cestello colava fuori e
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1956
Chiamatemi Lucibello. ¶ – Che vuoi dal nostro capo? – chiesero i
140
1956
oro. ¶ Arrivò a casa dal padrone e legò il
141
1956
Giuanni si guardava bene dal toccare la macina, che
142
1956
a quelli di là dal mare! ¶ – Be’, lascia andare
143
1956
E che casca giù dal cielo, i calcinacci? ¶ Il
144
1956
ora di guardia, quando dal bosco uscì un gigante
145
1956
non cavavano un ragno dal buco. ¶ – Vedremo se si
146
1956
ebbero più dubbi. Condottolo dal Re, questi gli chiese
147
1956
non l’avrebbe raccattata dal giardino dove l’avevo
148
1956
lire all’anno assegnatagli dal Re. E sospirando si
149
1956
disse: – Domani andremo assieme dal Re e ci sposeremo
150
1956
avevano portato allora allora dal bosco, quando vide che
151
1956
s’era tanto allontanato dal cacciatore, che non avrebbe
152
1956
perle e diamanti; e dal soffitto penzolavano lampadari d
153
1956
tirale via il velo dal capo. Sta’ sicuro che
154
1956
svegliarlo. Allora si sfilò dal dito un anello di
155
1956
figlia mezzana: – Va’ tu dal babbo e senti se
156
1956
sprofondò giù a balzelloni. Dal fondo la bambina sentì
157
1956
morti dalla paura e dal correre. ¶ All’alba, Pietro
158
1956
per primo e uscì dal capanno. Più in là
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1956
l’uomo lo condusse dal Governatore e Pietro divenne
160
1956
ricevuto ora una lettera dal Re nostro confinante che
161
1956
scudiero, gli disse: – Allontanati dal palazzo e domattina arriva
162
1956
Quand’ecco, s’udì dal cortile un rumor di
163
1956
camera andò a guardare dal buco della chiave. E
164
1956
po’ troppo. Per togliergli dal capo qualche idea che
165
1956
l’Uliva ad alzarsi dal letto, le mise le
166
1956
Tenete qui: tornate subito dal Re e ditegli da
167
1956
come vuole. ¶ Il contadino dal Re non aveva coraggio
168
1956
la Caterina s’alza dal letto e si mette
169
1956
ingiustizia che aveva subito dal marito. Disse la Regina
170
1956
dice parola, – e uscì dal palazzo, si diresse fuori
171
1956
il sole spuntava su dal mare che s’andava
172
1956
corridoio in discesa, e dal ribollìo dell’acqua laggiù
173
1956
Torino ricco e felice dal vecchio padre che sempre
174
1956
anni, e ad avere dal Sole una figlia. Il
175
1956
avrebbe avuto una figlia dal Sole, che sta in
176
1956
mandò un suo raggio. Dal momento in cui quel
177
1956
che non s’apre dal di dentro. Mi tocca
178
1956
ritorno il messaggero ripassò dal posto del Drago, e
179
1956
della cavallina. Li trasse dal seno, ne strappò uno
180
1956
quella stanza. ¶ Il Fiorentino dal buco della chiave lo
181
1956
di sfilarsi l’anello dal dito ma non ci
182
1956
si pentì e andò dal Re a fare la
183
1956
la Regina corse giù dal trono, l’abbracciò, lo
184
1956
stato subito cacciato via dal palazzo, s’era messo
185
1956
mentre metteva il carbone, dal camino saltò fuori una
186
1956
accendere il fuoco e dal camino saltò fuori la
187
1956
figlie del Re. Entrò dal finestrone e c’era
188
1956
a sei e seguito dal reggimento di soldati, intraprese
189
1956
soldati, intraprese il viaggio dal mondo di sotto al
190
1956
una pariglia di cavalli dal suo branco che pascola
191
1956
fa, e vede uscire dal tronco della quercia una
192
1956
portar via una pariglia dal branco, lascia il tuo
193
1956
Mi volevi far mangiare dal Drago! Adesso con te
194
1956
doveva mangiare. Si presentò dal Re e gli disse
195
1956
tirò via lo spillone dal capo: Giricoccola tornò a
196
1956
la casa tirando su dal naso e dicendo: ¶ Ucci
197
1956
ebbe ben pensato, andò dal Re e gli disse
198
1956
quel palazzo di là dal mare. ¶ Il gobbo andò
199
1956
cavar fuori le mani dal tronco, lasciandoci un bel
200
1956
avrebbe voluto sprofondare. Andò dal pappagallo e: – Che ora
201
1956
e l’Uomo Selvatico, dal letto, sentiva rumore e
202
1956
nella stalla, tornò fuori dal buco di prima, e
203
1956
cassa e la portò dal Re. ¶ Vennero tutti i
204
1956
niente. Andò a prenderlo dal cassetto del comò dove
205
1956
Tirò fuori l’anello dal borsellino, lo strinse in
206
1956
e trasformati in bestie dal Re degli animali, che
207
1956
E uscirono tutti insieme dal palazzo che andò subito
208
1956
più nessuno, saltò fuori dal candeliere, mangiò tutta la
209
1956
Il giorno stabilito partì dal palazzo un gran corteo
210
1956
sentì che era mandato dal fratello, l’uomo che
211
1956
la Regina lo accompagnò dal Re e gli disse
212
1956
poi disse: – Andate, andate dal signor Arciprete, che poi
213
1956
non si teneva più dal ridere. ¶ Mezzo morto di
214
1956
serva pennuta cadde giù dal tetto impallinata. ¶ L’Arciprete
215
1956
e scapparono insieme. ¶ Passarono dal convento e spiegarono ai
216
1956
scappò. ¶ I due passarono dal giardino; diedero una penna
217
1956
oro e argento. ¶ Arrivarono dal barcaiolo. – Ecco la penna
218
1956
forte cavallo. Andiamo, conducetemi dal Re. ¶ Subito condotto alla
219
1956
sangue del Drago, corse dal Re e gli disse
220
1956
che vedete gli staccai dal corpo a una a
221
1956
voleva salvare mia figlia dal Drago? ¶ – Sì, sono io
222
1956
nella casa del pescatore, dal momento in cui il
223
1956
sangue che pioveva giù dal fiele. Allora il secondogenito
224
1956
nostro Principe! ¶ Lo condussero dal Re, e tutta la
225
1956
di sangue, colato giù dal fiele appeso al trave
226
1956
il cammino finché giunsero dal Re. ¶ Chiamarono la Principessa
227
1956
Chiamarono la Principessa che dal gran piangere era diventata
228
1956
accoccolò alla peggio, rattrappito dal freddo. Ma a dormire
229
1956
s’era mai mosso dal palazzo essendo idropico. Allora
230
1956
carceriere andò di nuovo dal Re, e il Re
231
1956
stucchi, sorvegliate alla porta dal solito armigero incantato. In
232
1956
presenza. A giorno, saltò dal letto e lasciò un
233
1956
ritrovato Andreino, avrebbe avuto dal Re un premio da
234
1956
chiamava Menichino, non ristava dal ronzargli intorno: – Voglio venire
235
1956
cane. A un tratto, dal bosco escono dei ladri
236
1956
prendere tu di persona, dal Mago, sulla Montagna del
237
1956
chiedendo che lo introducessero dal Mago. Venne il maggiordomo
238
1956
lì sottoposto e mantenuto dal fratello minore. E s
239
1956
Menichino. Cominciò a spiarlo dal buco della chiave: e
240
1956
rimasero sbalorditi, a cominciare dal Re e non restavano
241
1956
sul palco e lei, dal primo scalino, fa segno
242
1956
del Re si ritirò dal balcone e scoppiò in
243
1956
coltello che si sconficcava dal tavolino, saltò fuori, abbracciò
244
1956
Ora che sono tornato dal mio viaggio voglio fare
245
1956
lanciava queste tre sentenze dal balcone, per la via
246
1956
sera, le Fate, stanche dal lungo viaggio, si fermarono
247
1956
berretta ché sono invitato dal Re. ¶ Tutto il salone
248
1956
vide più, e tutti dal palazzo del Re dissero
249
1956
a sentire una risposta? ¶ Dal camino, sentì una voce
250
1956
allegro. ¶ Fecero all’amore dal balcone per otto giorni
251
1956
a un chiodo. Intanto dal balcone, vede venire il
252
1956
salì nella carrozza, abbracciata dal Re; e così partirono
253
1956
così dicendo la staccò dal chiodo. ¶ – Va’ via di
254
1956
qua! – gridò la voce dal camino. – Va’ via, brutta
255
1956
di velluto, e conducimi dal nonno, che chiederemo aiuto
256
1956
oro io sarei liberato dal mio incantesimo, e invece
257
1956
no. ¶ Gli ambasciatori arrivarono dal Re di Danimarca. Il
258
1956
a prenderla, andarono tutti dal Re di Danimarca e
259
1956
ma nulla serviva, e dal viso del Principe di
260
1956
a pensare, poi tornarono dal Re. – Maestà, abbiamo pensato
261
1956
dietro, e s’allontanò dal seguito. In mezzo ai
262
1956
due grandi amici che dal bene che si volevano
263
1956
statue, alberi alti. Esce dal cimitero e invece di
264
1956
la sposa è morta dal dolore. ¶ – Ma no, lo
265
1956
Vescovo –. E lo portò dal Vescovo. ¶ Il Vescovo, quando
266
1956
con l’altra nettandosi dal grasso i baffi, torna
267
1956
grasso i baffi, torna dal Signore. Serve metà lepre
268
1956
guarita. ¶ Pietro fila dritto dal Re e chiede d
269
1956
vero, lasciatelo, anzi, riportatelo dal Re perché prenda il
270
1956
che stavolta saltò fuori dal fieno. – Il Signore dica
271
1956
d’esser ringraziati; escono dal cortile e se ne
272
1956
gli tolse l’anello dal dito. Poi s’alzò
273
1956
il gatto. Saltarono fuori dal portone e corsero via
274
1956
continuando a bisticciare giunsero dal padrone. ¶ – L’avete l
275
1956
a te! ¶ E, tunfete!, dal camino calò uno stregone
276
1956
cannone: «Bum!» Di laggiù, dal paese dove tutti stavano
277
1956
tunfete, tunfete, tre stregoni dal lungo naso piombarono giù
278
1956
lungo naso piombarono giù dal camino. Il giovanotto, brandendo
279
1956
tuonare il cannone e dal paese si vide un
280
1956
il Turco e, uscito dal nascondiglio, lo salutò e
281
1956
E il figlio tornò dal padre, che ringraziò il
282
1956
Gli risposero: – Noialtri veniamo dal Levante! ¶ – E che carico
283
1956
oca volò su fuori dal pozzo e poi sopra
284
1956
e tu la condurrai dal Re. ¶ Il più piccino
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1956
Il più piccino tornò dal vicino, che gli disse
286
1956
il più piccino tornò dal Re, che gli disse
287
1956
Il più piccino tornò dal Re. Il Re teneva
288
1956
e mentre la spiccava dal ramo, saltò fuori un
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1956
i suoi nani, e dal palazzo saltò fuori felice
290
1956
come tartaruga; se tornato dal giro del mondo troverò
291
1956
dare i tremila franchi dal terzo e la sera
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1956
il marito che tornava dal giro del mondo, e
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1956
se quando io torno dal mio terzo viaggio avrai
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1956
prima era stata rapita dal Mago Corpo-senza-l
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1956
che ti fai dire dal Mago come si fa
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1956
Ucciso il cane nero dal suo ventre uscirà un
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1956
uccisa, bisognerebbe portarle via dal ventre un uovo nero
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1956
Re andò in camera dal Mago. – Come stai? ¶ – Ahi
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1956
sul colpo. ¶ Giuanin ricondusse dal Re sua figlia, tutti
300
1956
io! ¶ Corse zoppicon zoppiconi dal più grande orefice della
301
1956
quella musica che usciva dal suo becco, vide tutt
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1956
Re allora si tolse dal capo la corona e
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1956
piccola piccola che usciva dal mucchio di legna e
304
1956
e vacche che tornavano dal pascolo in pianura venivano
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1956
decisero che bisognava andare dal Conte a chiedere aiuto
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1956
perché siete andati tutti dal barbiere e non avete
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1956
mantenga, – e la cacciò dal palazzo finché non avesse
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1956
libbre di pane. ¶ Passò dal forno: – Forno bruciala, forno
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1956
che ridendo le cadessero dal capo chicchi di melagrana
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1956
le sorelle erano disperati dal digiuno, ma lei subito
311
1956
che una rana. ¶ Tornarono dal Re a dire delle
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1956
un po’ di andare dal padre con una noce
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1956
suo padre, di ritorno dal viaggio. ¶ – Brava la mia
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1956
un po’ di sangue dal dito mignolo. ¶ – Io non
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1956
a rubargli le lenzuola dal letto. E Cric allora
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1956
trovata una vecchia quercia dal tronco cavo entrò e
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1956
di collera saltò giù dal letto e gridò: – Hai
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1956
anni. Il contadino uscì dal pantano, tornò uomo, si
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1956
della terrazza, il signore dal poggiolo le disse: ¶ Stella
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1956
aspettava tutti i giorni dal postino una lettera del
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1956
seduti a cena, quando dal cortile venne il latrare
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1956
detto? ¶ – L’ho saputo dal cane che latrava per
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1956
del contadino fu tentata dal demonio, e invece di
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1956
ruppe una spalla. Urlando dal dolore corse dal fabbro
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1956
Urlando dal dolore corse dal fabbro. ¶ – Aggiustami la spalla
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1956
il fumo che viene dal camino e sentirai l
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scaltra Marietta si liberò dal nemico e visse tranquilla
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1956
voglio provare.» E andò dal Re. ¶ Il Re lo
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1956
da un pezzo!» ¶ Passò dal posto dov’era quella
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1956
unghia posticcia. Intanto lui dal desiderio di vedere questo
331
1956
fine prese un lenzuolo dal letto, gliene lanciò un
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1956
far piallare anch’io. ¶ – Dal falegname! ¶ La vecchia corse
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1956
La vecchia corse giù dal falegname. – Falegname, me la
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1956
piaceva, il giovane uscito dal granchio le piaceva ancora
335
1956
la musica e uscirà dal mare a ascoltarti e
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1956
compensò lautamente. Poi andò dal padre e gli disse
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1956
dalla tradizione orale;1 e dal ceppo degli scrittori didascalici
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1956
tempo, con termine coniato dal Pitrè, si vollero chiamare
339
1956
diretta da lui e dal D’Ancona – dei «Canti
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1956
alcune novelline abruzzesi raccolte dal Finamore e dal De
341
1956
raccolte dal Finamore e dal De Nino.6) ¶ Ma la
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1956
v’è attratta non dal piacere sportivo di nuotare
343
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primi ariani, che stupiti dal sole e dalla luna
344
1956
questo campo, difendendomi solo dal pericolo che la teorizzazione
345
1956
corrosa ma soltanto eccitata dal progredire della mania, andava
346
1956
e solitaria – veniva scalzata dal desiderio di comunicare agli
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1956
per accogliere e incorporare dal dialetto le immagini, i
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1956
fiabe in quanto raccontate dal popolo in Italia, entrate
349
1956
soggetta ad assorbire qualcosa dal luogo in cui è
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1956
sembreranno arbitrarie, giustificate soltanto dal riferimento bibliografico della nota
351
1956
il «diverso» che proviene dal modo di raccontare del
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1956
il «diverso» che proviene dal modo di raccogliere, dall
353
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è largamente giovata (cfr. dal n. 148 al 158). Ecco come
354
1956
nostre non uscivano mai dal proprio paese altro che
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1956
per non scostarmi troppo dal tono generale del libro
356
1956
possiamo risalire ai secoli dal XIV al XVI), e
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1956
Un vernacolo – va ricordato – dal Nerucci rimaneggiato sulla pagina
358
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fanciullesco: un metodo spurio dal punto di vista scientifico
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collotorto), mosse dall’ironia, dal gioco.29 ¶ Otto «cunti» tra
360
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italiano fu mal posta dal Comparetti, e quasi negli
361
1956
negli stessi termini riecheggiata dal Bartoli e dal Graf
362
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riecheggiata dal Bartoli e dal Graf. Fu Ferdinando Neri
363
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Ecco allora che – prescindendo dal problema delle origini più
364
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a sua volta propagata dal Meridione (e con le
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1956
tratto un albero, e dal frutto – e qui il
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meraviglia, la fiaba preserva dal commettere peccati. È una
367
1956
da GIOSUÈ CARDUCCI e dal dott. UGO BRILLI, Zanichelli
368
1956
l’essenziale sulla fiaba dal punto di vista del
369
1956
e di Sokolov, esposte dal COCCHIARA alle pp. 567-72 della
370
1956
ma – tranne quelle fornite dal Nerucci – senza grandi guizzi
371
1956
e di Pisa, raccolte dal Comparetti stesso, «dalla bocca
372
1956
Novelle popolari toscane, raccolte dal suo amico Giovanni Siciliano
373
1956
fiabe toscane successivamente pubblicate dal Pitrè nell’«Archivio». I
374
1956
una fola torinese pubblicata dal Rua (cfr. la nostra
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devono le due pubblicate dal COMPARETTI, le sette pubblicate
376
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e le due pubblicate dal Gargiolli in un opuscolo
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si pubblicò a Napoli dal 1883. ¶ 39. Gli undici «cunti» della
378
1956
Giovannino rispose: – E butta! ¶ Dal camino cascò giù una
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1956
lui e la barca. Dal mare uscì il polpo
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compagno s’alzò, andò dal locandiere e si fece
381
1956
piani. ¶ Il giovane andò dal Re e si fece
382
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carico avete? – sentirono dire, dal buio. ¶ – Briciole di pane
383
1956
li introdusse nel palazzo dal pavimento d’oro e
384
1956
ampolla, e rivolarono fino dal giovane a rovesciare le
385
1956
quando si sentì chiamare dal Re, pensò: «Chiamata di
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1956
le forbici che tagliava dal telaio tutta la tela
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quello che fu cacciato dal suo trono e preso
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1956
un poco, sente venir dal forno un profumo che
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1956
ordinaria, e acqua presa dal fosso dove lavava la
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1956
proverbio: ¶ Chi va fuori dal suo paese ¶ Si finge
391
1956
maturi. ¶ Baldellone sale subito dal Re e glieli porta
392
1956
e issò bandiera inglese. Dal palazzo reale si vedeva
393
1956
si tolse una stecca dal busto e si mise
394
1956
questa voce che veniva dal muro. – Sono io: Caterina
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1956
far scavare un passaggio dal sotterraneo del nostro palazzo
396
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anche lui. Quand’ella, dal balcone di suo padre
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in Spagna. ¶ Si presentò dal Re. – Dov’è tuo
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dovete fare un pontile dal mio balcone al vostro
399
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lì mordendosi le mani. ¶ Dal suo palazzo, vedeva là
400
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indomani Don Giovanni tornò dal suo compare e si
401
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figura. ¶ Dopo otto giorni dal contratto, andò a nozze
402
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alghe verdi e andò dal Re. ¶ Il Re vide
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toglierò la mia mano dal tuo capo –. Così Don
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il pilota furono condotti dal Balalicchi. Il Balalicchi domandò
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1956
di quella giarra, tornò dal Balalicchi, lo fece coricare
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vento. ¶ Sor Giuseppe andò dal Principe: – Signor padrone, ma
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padrona assoluta, e uscita dal lutto sposò il Sor
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i peluzzi che spuntavano dal neo e li conservò
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tutta soddisfatta s’allontanò dal Palazzo. Quando il Cavaliere
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fecero. Ospitata e curata dal medico e da sua
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prendiamo il medico. Tornato dal suo viaggio, entra in
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Il pittore salì accompagnato dal Grande e dallo Speziale
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e nuore calarono giù dal cielo già litigando. Ma
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fregandosi le mani, tornò dal Milord. – Che t’ha
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Dopo dieci giorni tornò dal Milord: – Ho da tornare
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i danari e corre dal Milord. ¶ – Che t’ha
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e va a sedersi dal Reuzzo. Il Milord va
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La Regina gli raccontò dal principio alla fine: del
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non ricevendo più nulla dal fratello non sapeva più
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marito non poteva uscire dal Palazzo. ¶ Si vestì da
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posato il guanto dimenticato dal Re. Fu come avesse
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che era stata abbandonata dal marito, perché egli aveva
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1956
venite? – lui le chiede. ¶ – Dal rosmarino, – lei risponde. ¶ E
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1956
fratello non usciva più dal giardino! – e, malevole com
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suonare lo zufolo, e dal rosmarino è uscita la
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vostra voce mi scorporo dal corpo di lei, lei
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il finto medico andò dal Re e gli disse
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Non mi esce più dal dito!» «Tagliati il dito
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stati cambiati in cavalli dal Mago Savino. Da’ le
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Ma tu guardati bene dal dargliela, sai, sta’ attento
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che parevano angeli scesi dal cielo, e cominciarono a
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grazia. ¶ Quell’uomo andò dal Signore e gli disse
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San Pietro era benvoluto dal Signore, ci credette. Andò
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arrostisco! Figlio mio, va’ dal Maestro, parlagli, fammi uscire
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guai! ¶ San Pietro andò dal Signore. – Maestro, – gli disse
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regnante non ha giudizio ¶ Dal trono cade nel precipizio
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da mia mamma. ¶ Allora dal canterano uscì una colomba
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nessuno il brigante uscì dal quadro e mise sotto
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Adesso vado a protestare dal Re!», si disse il
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reale. – Si può entrare dal Re? – chiese alla sentinella
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giovane prese una forchettata dal suo piatto, e la
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arare. ¶ I Consiglieri guardavano dal balcone dirimpetto, e dissero
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accidenti! – dissero i Consiglieri dal balcone. ¶ Peppi ci dava
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ai buoi e salì dal Re: – Papà, mi benedica
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o per guerra? – chiesero dal porto. ¶ – Per pace! – disse
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testa della Regina staccata dal busto, si rallegrarono, perché
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erano tante Fate, andarono dal giovane, che era loro
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tutta la sua storia dal principio: che lei era
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giardiniere, finì per scendere dal letto e aprirgli. «Tanto
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e le tira via dal petto la camicina. La
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1956
il Ministro corse subito dal Re: – Maestà, Vossignoria vede
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si fecero uscire sangue dal braccio e firmarono sulla
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sangue mio gentile! ¶ E dal mare si sentì una
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sangue mio gentile! ¶ E dal mare gli rispose quella
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e si fece calare dal sagrestano nella tomba. Disse
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1956
vide una penna cadere dal cielo. Levò lo sguardo
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presero la penna. ¶ Tornati dal loro padre, gli diedero
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1956
parole, cadde in terra dal dolore, e gridò: – Oh
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della Reginella. Uscirono subito dal sotterraneo e celebrarono le
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oro, lo fece accompagnare dal suo seguito fino a
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Re si guardò bene dal disturbare il Conte Pero
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reggimento di cavalleria, mandato dal Re per ammazzarvi. ¶ – Comare
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pieno di terrore, corse dal curato e gli raccontò
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anima gli si staccò dal corpo e prese il
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1956
in fretta in fretta dal massaro e se ne
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Re. Lui si affacciava dal suo palazzo, e dal
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1956
dal suo palazzo, e dal palazzo del Re s
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1956
e fece lo stesso, dal merciaio, dal procaccia del
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lo stesso, dal merciaio, dal procaccia del Re, finché
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rifornito tornò a casa dal Re. La Reginotta vedendolo
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prima. ¶ Si buttò giù dal fico, nel precipizio, ma
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1956
vide senza corna, scese dal fico bianco e s
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1956
non alzavano gli occhi dal piatto, e quando li
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1956
da cerusico e andò dal Re. ¶ – Reale Maestà, io
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non gliene portavano, andò dal Giudice. – Signor Giudice, voglio
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1956
un bastimento salpato ora dal porto. Giufà tira fuori
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casa. E la madre, dal tetto: – Cosa vuoi? ¶ – C
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1956
le monete d’oro dal sacco e ci mise
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sono miei, altrimenti vado dal Giudice! ¶ Ma la madre
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dargli ascolto. ¶ Giufà andò dal Giudice. – Eccellenza, avevo un
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1956
L’indomani mattina andò dal Notaio, e Franchino gli
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aperse un sotterraneo, e dal sotterraneo uscì una donna
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1956
si è mai alzata dal letto. ¶ A Peppino prese
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E questi amici andarono dal dottore e gli dissero
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tanto fece che levò dal letto Mariaorsola, la portò
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stanza, calò la morta dal catafalco, la sdraiò sul
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fu tolto il lutto dal palazzo e cominciarono i
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e lo fecero lontano dal paese. Portarono delle gran
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morirà quando sarà colpito dal piombo. Ma uno dei
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Giovanni, senza fretta, scende dal somaro e si va
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senz’alzar gli occhi dal piatto: – Eh, ho fatto
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Diavolo si guardò bene dal mancar di parola; sparì
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quel che volete. ¶ – Esci dal sacco, allora –. E il
494
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alla Morte: – Salta fuori dal sacco, e attendimi. ¶ – Tu
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orbo, dallo zoppo e dal tignoso è molto diffuso
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da CARR. 3, Il diavolo dal naso d’argento, delle
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versione riassunta in italiano dal CARRAROLI, ma il Barbablù
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gli aiuti magici vengono dal figlio del re che
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due fiabe monferrine pubblicate dal COMPARETTI sono varianti d
500
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le due versioni pubblicate dal COMPARETTI: quella monferrina (2, Ir