Hans Tuzzi, La belva nel labirinto, 2017

in una seducente ragazza dal seno ancora acerbo, men

sollevò stanco gli occhi dal faldone fissando D’Aiuto

disdegnavano di approfittare, protetti dal ruolo, dei travestiti tanto

di Elvis Presley ammiccava dal muro, in quadricromia. ¶ «Ah

di togliere la sigaretta dal bocchino nero e spegnerla

il basilico, il Tiberio dal volto dissestato si affacciò

tagliare breve, quando esce dal negozio Achille. Che era

che è finita?». ¶ «Però dal 25 aprile Achille non si

genitori» disse l’uomo dal forte accento straniero, alle

del sangue, col quale, dal corpo vivo, era fuggita

battuta: era già fuori dal bar. ¶ «Dottore, m’è

in un posto diverso dal solito? Bene, ti vedo

certo, era tutto preso dal misterioso giovane. ¶ «Guidava il

quella coppia, appena insultata dal tempo rispetto ai due

delle foto, ma segnata dal dolore: nei tratti dell

nella cassetta di mogano dal piano inclinato in velluto

in Questura, era passato dal Carlo Bindi, sprofondato in

in lacrime. Conosceva Glauco dal liceo. E che potevi

modellismo, capisco. No, perché, dal nome, mica è chiaro

Le auto sfrecciavano giù dal cavalcavia. Labiase mise la

quel Bianchi, no, Bindi dal quale sei andato anche

camera questa poesia». ¶ Trasse dal sottomano bordeaux il foglietto

è cavato un ragno dal buco, ho torchiato tutti

capo». ¶ «I fiòi vien dal cuor, e ’l marìo

diseva: la scurìa salva dal fosso. I ghe vol

peggiore delle guerre possibili, dal Kaduna a nord si

morti, il segreto sancito dal più solenne dei nostri

che deve essere protetto dal Segreto di Stato, ciò

Petra e ci sposammo: dal 1976 Anna lavorò presso la

di piatti, Elisa emerse dal retro. Alla vista di

spieghi quel callipigio». ¶ «Callipigio, dal bel par di chiappe

che annunciava una spesa dal calzolaio, riassunse i termini

conceria mandata in malora dal fratello negli anni Settanta

di non aver capito. ¶ «Dal buio balza il nero

Milano. ¶ L’esame, accuratissimo, dal vano motore al tubo

e rosso scivolò fuori dal libro rimbalzando rigido sul

volto dei genitori percossi dal peggiore dei lutti, e

momento» gridò una voce dal retro: «Ci ho da

per Cannistrà, significava passare dal sistema tolemaico a quello

Arcivescovo la necessità, espressa dal Vostro Ufficio, di procedere

beneficio di Melis: «Guardatevi dal disprezzare uno solo di

Poi, lo sguardo gravato dal peso del comando, proseguì

dell’omone di là dal banco del bar. «Mi

asfalto che sembravano venire dal nulla e verso il

suo giorno, talvolta sostituito dal martedì. No, veniva sempre

alla caccia, una libreria dal nome significativo: Thule; quello

nel tempo libero lasciatogli dal lavoro – all’accento era

i soldi e tornò dal poliziotto: «Quanto ai negozi

ci portino i panini dal bar...» ¶ Ma lui non

per dividere il padre dal figlio». ¶ «Vale anche per

prese a incartarlo. ¶ Partendo dal principio che, quando uno

parroco, un cinquantenne pallido dal volto aguzzo. «Dire che

certo tentò di predicare dal pulpito la carità. Però

di quei preti passati dal divino al divano. L

istituzioni, non viceversa; Cancellate dal vostro linguaggio l’espressione

misfatto è quello compiuto dal mondo contro i popoli

cornice che lo osservavano dal pianale della scrivania, e

raggio di duecento metri dal parcheggio, ottenendo il medesimo

il prezzemolo: «Del resto, dal fondo del suo incolto

i balli di coppia, dal walzer al fox trot

Fürmìghe parpaiùse: né principesse dal cül de pessa né

era ricordato che su, dal vicequestore, si aveva intenzione

brioche in cellophane offerti dal Grand Hotel Questura, mentre

avevano cavato un ragno dal buco: sicché, mentre le

l’unico saliente ceduto dal Crimine riguardava l’inchiesta

nello scontento dei superiori, dal questore Pandolfini su sino

in concorso a Venezia dal dopoguerra a oggi. Noi

occhi nocciola gli venivano dal ramo materno. Il ragazzo

di fronte al poliziotto. Dal muro, un ufficiale savoiardo

non alzava gli occhi dal complicato intreccio di linee

Silenzio. «Lo conosceva già dal liceo?» ¶ «Sì, abbiamo... avevamo

tenevate?» non si trattenne dal chiedere Melis. ¶ E il

collo, eh? A cominciare dal questore» gli buttò lì

E Fiorenza, di là dal tavolo: «Sai, giorni fa

sia riconoscibile e sceverabile dal suo contrario, come accade

e lievi, ombre spinte dal vento della lussuria. Qualche

e adesso, tirati giù dal letto, Giovannini, Ferrini e

tendendo la mano protetta dal fazzoletto: sul candore del

anni Sessanta – era spiccato dal collo come un frutto

collo come un frutto dal ramo: il volto non

lividi sul collo rilevati dal medico legale, poi, come

impronte, quelle più lontane dal cadavere, erano sue. ¶ Avevano

conclamata bellezza – come dimenticate dal tempo: pochi metri più

forse Liverani, valido traduttore dal tedesco, aveva dovuto far

crescere, nutrire, vestire... Così, dal bilocale dietro piazza Wagner

serie di reati minori, dal furto con destrezza a

Sì. Di un cane». ¶ Dal tono, pensò Fiorenza mentre

la cui forma, sottolineata dal tubino a manica lunga

finita qui: corretto sottovoce dal segretario – climax, climax – ha

elegante, il giovane trasse dal nulla una busta: «I

giorno prima, come appurato dal brigadiere D’Aiuto: o

una donna sui trentacinque dal corpo tonico e dal

dal corpo tonico e dal volto ben disegnato: i

una mattina di pausa dal lavoro e un succo

succo di pomodoro; sciolto dal guinzaglio, sazio di odori

non dalla vecchiaia, ma dal fallimento. Era stata la

differenti modelli, tutti diversi dal nostro. Oggi, chi si

Sofia non era stata dal professore, quel pomeriggio. ¶ Non

che i primi». ¶ «Però, dal poco che raccontate alla

raccontate alla stampa, e dal molto che la stampa

veniva a prender lezioni dal professore. ¶ «Vede» spiegò Chiandussi

essere riservati. Sappiano escludere dal loro mondo segreto noi

e letteratura italiana, insegnava dal 1953. ¶ «Anche lei siciliano, come

gli aveva ingiunto, «parti dal principio che fra i

tra i progettisti. Però dal processo uscì con la

parlando, sono troppo distanti dal mio modo di vedere

unico punto della casa dal quale si vedesse uno

Che è oggettivamente costituito dal liceo» osservò Lapolla. «Chi

si cavava un ragno dal buco, pensò l’agente

appariva chiaramente uno caduto dal pero. Era ormai pomeriggio

tre isolati di distanza dal liceo alla casa di

la testa venne recisa dal corpo, di capire, non

a demolire la fede dal suo interno, con gli

estraneo ai fatti. ¶ Scortato dal generale Pellissier, il giovane

vicequestore, Piccolini lo fissò dal sommo del solenne profilo

Il magistrato Lapolla sfilò dal bocchino nero il mozzicone

inquirente. Lei è assistito dal suo avvocato. Quel che

dalle prove. Perché schiacciato dal rimorso. D’aver ucciso

per primo dallo stupore, dal dolore – dalla rabbia, chissà

a soffocare la ragazza, dal nulla delle campagne intorno

hanno mai dissuaso nessuno dal commettere crimini. E allora

el tuo Melis, eh?» ¶ Dal bagno, dove si stava

a sé stesso, salirebbe dal mondo un fetore tale