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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppina Torregrossa, Cortile nostalgia, 2017

concordanze di «dal»

nautoretestoannoconcordanza
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a lamentarsi, saltava giù dal letto: “Ah, povero picciriddo
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quartiere vuciazzaro, dove fin dal mattino presto echeggiavano da
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impegno, si aggirava fin dal mattino presto per i
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scucire al marito. Infiacchita dal tepore della primavera, la
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lui parlava di povertà: dal fondo dei pantaloni, così
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modi lascivi. Traboccava allora dal suo ventre un vigore
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punto che saltava fuori dal letto e correva a
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lei diafana, appena discosta dal marito; lo strascico, spalmato
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Cin cin» si levò dal gruppo degli avventori del
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taglie più grandi. ¶ Mario dal finestrino la salutò con
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lungotevere, sembrava dovesse staccarsi dal marciapiede e volteggiare insieme
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il battiscopa esultava felice. Dal guscio rigido veniva fuori
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pancia. ¶ Il marito, fin dal primo mese, aveva cominciato
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stranieri dall’Africa e dal Bangladesh. Melina non si
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Le vicine di casa, dal canto loro, la prendevano
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spinse fuori dalla porta. Dal balcone seguì con lo
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giardino: le foglie viravano dal giallo al rosso, il
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coprì di baci acerbi, dal sapore aspro. Mario aveva
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le unghie e soffiò dal naso. ¶ Giacevano nudi infine
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dalla frescura che saliva dal pavimento, assecondò l’onda
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con la voce incrinata dal pianto. ¶ «Coraggio, Mario, non
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lui. ¶ «Porta la picciridda dal dottore e con la
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vispi si muovevano attratti dal pulviscolo che vorticava nella
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buganvillea nodosa si attorcigliava dal portone fino alla pensilina
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sorrise, prese una spazzola dal cassetto. ¶ «È pieno di
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polvere, pare che venite dal cantiere, ora ve lo
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il ghiaccio. ¶ «Lo studentello dal culo secco e le
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come gelatina. ¶ Zia Ninetta dal canto suo pensò che
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arrivi.» ¶ La madre, esclusa dal gioco, era furiosa: «E
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di portare la piccola dal medico: «Sono sicura che
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d’onore, quello progettato dal Vanvitelli. Sedevano al bordo
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Le tartarughe salivano lente dal fondo per scaldarsi ai
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e desiderò di buttarsi dal Gianicolo. Gli pesava la
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attenti. ¶ «Mangia, Mancuso, viene dal mio paese.» ¶ Il maresciallo
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uomini che le sorridevano dal giardino si mescolavano negli
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tripudio, orgoglio sgorgavano disordinati dal suo cuore. Di lì
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che il vento spingeva dal mare al centro della
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la mattina era stata dal parrucchiere: cancellata ogni traccia
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all’orecchio. «Siete scesa dal Cassaro come una regina
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Qualcuno la stava chiamando dal giardino. Lei tornò sui
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qualcosa» rispose Ninetta passando dal voi al tu senza
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scivolò sulla terra indurita dal gelo, la gonna sollevata
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giocare con quei fili dal riflesso blu come un
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quando la richiesta arriva dal presidente del Consiglio in
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passi. ¶ Mario rimase colpito dal silenzio. Non si trattava
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scrivania, un tavolo lungo, dal ripiano affollato di carte
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di operai specializzati che dal Nord si sono trasferiti
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di stoviglie fosse piovuta dal cielo, attirò la sua
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morire di fame?» tuonava dal pulpito. «E poi non
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sabbia, l’intonaco crepato, dal tetto filtravano i raggi
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aveva pensato Maruzza, osservando dal giardino la straniera con
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galletto spennacchiato, due uova dal guscio trasparente, polverine magiche
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di rame sobbolliva fin dal mattino presto sul fuoco
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vecchiaccio, che si svegliò dal letargo e cominciò a
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calle carnose; le pomelie dal cuore giallo, roseo, fucsia
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sorta di esperanto, mutuato dal siciliano e dalle loro
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sbigottiti quelle lumachine, raggomitolate dal freddo, che erano diventati
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ripeteva, intanto si staccava dal corpo per trasferirsi sulle
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di beatitudine, ché lui dal suo corpo se n
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amici aveva trovato refrigerio dal caldo torrido dell’estate
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linea dell’orizzonte. ¶ Ninetta dal canto suo era molto
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pomeriggio lo buttò giù dal letto con dolci e
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di cuoio italiano. ¶ Taccitedda, dal canto suo, della propria
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con la voce rotta dal pianto. «Sono stato io
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scirocco per trovare refrigerio dal caldo anomalo che il
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sconosciuto piacere le salì dal profondo. ¶ “È arrivato il
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una randagia: non usciva dal cerchio dei bisogni. ¶ Maruzza
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padre l’aveva portata dal barbiere: «Munnala» aveva ordinato
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tenerezza che lo assolvesse dal senso di colpa, ma
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un gioiello, corse dritta dal padre e gli si
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ripeteva quella parola breve, dal suffisso secco, una dentale
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brillante d’inverno, brunito dal sole in estate. Gli
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a noi più vicini, dal rallentamento del ritmo di
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a quella media prevista dal programma quinquennale…». ¶ «Non è
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alcuni temerari si staccarono dal gruppo tentando un’incursione
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guadagnato spazio. A tratti, dal gruppo alcuni si staccavano
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il pendio. La grossa 1100 dal sedere tondo scivolò con
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Ninetta ad aspettarlo fuori dal Policlinico. Mario stentò a
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spezzate e quelli caduti dal nido. ¶ Era fatta così
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aspettava di essere ricevuto dal comandante, il carabiniere considerava
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non riuscì a togliersi dal viso l’espressione delusa
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comprensivo dell’insegnante, seguita dal mormorio invidioso delle crisalidi
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le sussurrò una mattina dal banco. A ricreazione si
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accostò a pochi centimetri dal suo viso: «Ah, è
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Binah s’era tolta dal viso la solita espressione
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quartiere. Si recò allora dal comandante della caserma Vittorio
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dita magre e nodose, dal tocco rigido, quasi ligneo
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ammonì una volta fuori dal negozio, «devono durare almeno
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Nei sei anni passati dal suo ritorno in città
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non ci vengo!» ¶ Mario dal suo posto osservava il
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fumarla. ¶ Quando si riscosse dal torpore, la moglie era
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cominciarono a ondeggiare smosse dal vento e a tratti
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l’aveva specificato fin dal loro primo incontro; quelle
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Vero è» fece eco dal vano della finestra una
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che così si raffredda. Dal mare arriva un’umidità
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egiziano, il volto butterato dal vaiolo, se ne stava
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numerosa del quartiere. Venivano dal Camerun e avevano sofferto
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cappa del camino, scendevano dal soffitto fino al pavimento
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lenti come acqua fuori dal recipiente. Che fosse una
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La ragazza odiò fin dal primo giorno l’edificio
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legno con un Cristo dal viso smunto, le ossa
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Maruzza rifiutava di alzarsi dal letto. La madre doveva
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compagne. ¶ Maruzza disprezzò fin dal primo momento quelle monadi
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da una signora minuta, dal marcato accento napoletano, che
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se stessa. ¶ «Devi andare dal medico, non è normale
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vestiti, strofinando le tasche dal rovescio. ¶ La sabbia dopo
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salirono su come cadaveri dal fondo di una palude
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alla scena. Era sorpresa dal comportamento della madre, che
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degli gnocchetti di semola dal colore dorato, la consistenza
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mio padre» borbottò Maruzza dal suo angolo. ¶ «Vero è
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storia avvincente che cancellasse dal suo animo l’invidia
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qualcosa di unico. Passi dal retro, però, ché all
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era qualcosa che irradiava dal centrum cordis e cercava
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erano fazzoletti bianchi portati dal vento. ¶ I lampioni si
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pance e seni; scarpe dal tacco alto, visi pesantemente
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e cercò di fugare dal proprio animo la sensazione
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piccioli non bastano mai. Dal mese prossimo cambio casa
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era rimasto molto colpito dal tono accorato di Mamma
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annunciato il padre, turbato dal pensiero di perdere il
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debole luce che proveniva dal sotterraneo. Si mosse in
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alzò la pistola, mosso dal bisogno di vendicare il
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dalla penna come petrolio dal pozzo. Un getto violento
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sprofondando nella nostalgia; Mario dal canto suo si era
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ricordi. ¶ Una notte, mossi dal rimpianto per le occasioni
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verso la cattedrale. ¶ Maruzza, dal catoio di Mamma Africa