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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «dal»

nautoretestoannoconcordanza
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erano pregate di astenersi dal rispondere. ¶ Una formula usuale
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scusi la mia presunzione) dal palco giunse a rivolgermi
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per tutta la strada dal ricordo di un tema
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qui, nella nostra città: dal suo nome mi ero
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mia, il suo sapere dal mio brancolare maldestro. Ma
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lo sono stata fin dal primo istante in cui
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mio padre, tutto preso dal suo ambulatorio, o con
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verso di lui (fin dal primo momento, trovandoselo dinanzi
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apprendistato precoce, reso necessario dal licenziamento della domestica, che
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di stabilirne il colore. Dal vero, non lo rammentava
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leggendo le novità politiche dal Reich e di nascosto
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difficile distinguere l’imperfetto dal passato remoto…), papà dalla
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di chi sia oppresso dal caldo. ¶ Ma con la
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crudeli ragioni per dissuadermi dal farle visita? Lo so
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fiume. Non lo vedo dal mio scrittoio, solo se
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tutte le sue forme, dal piccolo al grande male
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segreta e come preordinata dal principio del mondo, che
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a poco a poco dal libraio. Sto anche cercando
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papà era troppo preso dal suo giornale, che leggeva
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sono accorto subito, fin dal primo momento.» ¶ «Allora, forse
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arrochita avrebbe potuto raggiungerla dal piano di sopra; e
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che è stato consacrato dal tempo e dall’uso
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limpido, ma irresistibile, e dal quale ci sentiamo sospinti
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e ciò che amiamo dal passato, dalla lontananza, da
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quella notte, a giudicare dal volto pallido e tirato
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sentito pronunciare molte volte dal padre nel suo lutto
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a essere letti esclusivamente dal pubblico degli altri poeti
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mente: corrusco ardore… anemoni… dal tuo calice infranto… finché
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essere rimasta addirittura sedotta dal frivolo capolavoro di Johann
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in giardino, sperando che dal fiume, a quell’ora
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cui vetrate si allungavano dal viale le fronde più
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preziosi di ogni sorta, dal solitario alla semplice fede
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osa strappare le ombre dal loro silenzio immemorabile. Una
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insegne dei negozi e dal rombo delle automobili che
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alzammo gli occhi io dal libro, la mamma dal
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dal libro, la mamma dal lavoro a maglia, incontrammo
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economie avremmo potuto fare, dal momento che avevamo già
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sull’agile curva disegnata dal corpo della pianista tra
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il cielo di là dal fiume, nella zona dove
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l’hanno trascinato giù dal letto, insieme con la
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si era udito provenire dal letto vicino. Il pudico
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i morti risorgeranno, e dal cielo cadrà una pioggia
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ripulendo il cielo sin dal minimo resto di polvere
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prima.» ¶ Lei si astenne dal fargli notare che anche
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separati dalla coscienza come dal filo di una lama
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stava emergendo a fatica dal viluppo di vie lastricate
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suo quieto mondo incantato dal quale accoglieva con arrendevolezza
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si proponeva di passare dal letto alla carrozzina o
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presto, Adela. Vi scriverò dal fronte. E se potete
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fierezza, di aver ereditato dal suo illustre suocero e
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maestro, o più semplicemente dal nonno, come la mamma
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la cui gamma variava dal bruno al nero; ma
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cupo, avvilito, rotto soltanto dal suono gracchiante della radio
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e le membra scarnificate dal tempo, era in realtà
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una volta per tutte dal suo vocabolario la parola
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come uno sciame afferrato dal vento. ¶ «Però Hans non
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da noi appena sceso dal treno, in divisa, con
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il volto ancora segnato dal viaggio e negli occhi
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ricordo, un memore oblio… ¶ Dal testo della poesia, che
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che si distingueva appena dal terreno, scuro come un
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dista solo pochi passi dal teatro e dove scendono
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fermo, senza lasciarmi distogliere dal mio cammino neppure quando
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indugio, prese le lettere dal cassetto, e con uno
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di secondo piano pubblicato dal nostro giornale nel supplemento
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allora sporgo la mano dal vagone, ma nessuno risponde
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terreno lambita tutt’intorno dal verde dei boschi, sovrastata
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dell’amore. ¶ Sono scesa dal treno e, a un
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subito sul pagliericcio, sfinita dal viaggio; e crolla anche
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spesso, me ne accorgevo dal calore che mi affluiva
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che altro potevo essere? Dal mio volto, strofinandolo con
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pupilla per un principe dal palato fine. Sì, per
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ordine, come si svolse. ¶ Dal mio angolo, dunque, vidi
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fantoccio, come una bambola dal sorriso vuoto; se non
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smagliate, la mia compagna dal nome francese; o la
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le persiane vedevo sbarcare dal treno (quante volte? Forse
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difficile distinguere l’imperfetto dal passato remoto…) per avviarsi
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giorno per lavare via dal mio corpo l’odore
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scopo: corrusco ardore… anemoni… dal tuo calice infranto… finché
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alla danza, lasciandomi inebetire dal frastuono e dall’euforia
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inerzia. E così, destata dal mio incubo (per modo
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della casa della gioia dal fiotto di luce improvvisa
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qualche notabile. Perché tutti, dal più umile commesso fino
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donna privilegiata si alzò dal letto e scese per
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la sua anima estraniandola dal mondo dei vivi. ¶ Parlava
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schegge trascinate a valle dal vendicativo ribollire della corrente
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vi si chinò sopra dal ciglio della scarpata aveva
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l’aveva dominata sin dal suo brusco risveglio dall
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opere di Schiller e dal punto in cui la
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a destinazione fu arrestata dal suo sguardo puntato su
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in un sopore leggero, dal quale era prontissimo a
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collo e braccia sporgevano dal lenzuolo rimboccato, a stento
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rimboccato, a stento distinguibili dal suo biancore, e tubi
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di riempirmi un bicchiere dal rubinetto.» ¶ «Dal rubinetto? No
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un bicchiere dal rubinetto.» ¶ «Dal rubinetto? No, mi scusi
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che il vecchio, spinto dal rimorso, avesse fatto testamento
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compito di trovarle, disseppellirle dal cassetto, resuscitarne lo strazio
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e a un cane dal nome wagneriano, a un
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erano le lettere avvolte dal nastro rosso e la
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lasciandosi compenetrare senza fretta dal suo splendore. E Adela
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lei sollevò la testa dal giornale per rivolgerle uno