Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

rosso che mi fissa dal tettuccio di un’auto

riverbero lattiginoso che proviene dal neon appeso al soffitto

vuoto una volta recintato dal legno e ora solo

televisione, nei film, mai dal vivo, perché a Napoli

poi saputo, non accadeva dal cinquantasei e come non

di neve appena raccolto dal marciapiede. Se chiudo gli

e il freddo portato dal vento. ¶ Sasà mi guardò

mamma doveva ancora tornare dal lavoro e Bea guardava

mi piace, lo scollo dal muro con una spugnetta

più buffo. Uscii sconsolato dal negozio nonostante mamma e

proteggermi dagli sguardi e dal giudizio dei nostri vicini

quando il giornalista sbucò dal portone, proprio nell’istante

braccio, per niente imbarazzato dal fatto che stessimo usando

ogni due per tre dal naso. ¶ La mia ricercata

Zico), quando vidi sopraggiungere dal fondo della strada Viola

era a pochi metri dal portone quando due ragazzini

nonostante mi sentissi svenire dal dolore. ¶ Superman è un

infine, spostando lo sguardo dal giornaletto, “come sei noioso

e afferrò il portapenne dal quale cacciò un Uniposca

ha un’entrata laterale dal palazzo. E suo padre

paio di torce rubate dal cassetto degli attrezzi del

dalle auto che salivano dal centro di Napoli, dirette

intenso della stoffa intervallato dal rosso fuoco tatuato con

in realtà, non nacque dal nulla; qualche mese prima

scrutare lo specchietto retrovisore dal quale pendevano un rosario

silenzio dietro al bancone, dal quale tirò fuori, con

spiegarle che ero diverso dal mio prepotente amico. ¶ “Perché

della mano che uscivano dal gesso, poi ebbi un

assenza di Sasà, che dal litigio di qualche giorno

afferrò un’agenda rossa dal sedile del passeggero, poi

viso a un palmo dal mio. “Che hai fatto

con un contratto definitivo dal giornale”, e tornò a

mie parole furono ricoperte dal clang con il quale

sguardo da Sabrina, anzi, dal seno di Sabrina; c

nonno era appena uscito dal gabinetto), per riprovarci e

il pesce (di nascosto dal marito però, ché altrimenti

aveva risposto come suggeritogli dal padre (ero presente alla

soprattutto, a Sasà, che dal battibecco fuori dalla salumeria

si era fatta prendere dal delirio popolare, come Beatrice

con il busto fuori dal finestrino per cantare come

visto scaturire quell’abbraccio dal nulla, mi domandavo se

occhi di papà accecati dal sole avesse intravisto la

si fossero lasciati rapire dal pensiero che l’universo

non fosse stata fermata dal maltempo. Perciò un sabato

la sala da pranzo dal corridoio. Era un luogo

qualcuno avrebbe potuto calarsi dal tetto e a quel

sul cemento ancora arroventato dal sole quando un cigolio

che seguì fu rubato dal borbottio della Mehari. Dopo

muso della Mehari fuori dal parcheggio. ¶ “Che idea?” e

giubbino fucsia corto aperto dal quale prorompeva il grande

fu rubato come sempre dal costume di Spider-Man

bel film, fa morire dal ridere,” commentò Nicola. ¶ Cacciai

Solo una volta uscito dal negozio tornai a respirare

Alessandro che mi guardava dal primo piano. Sasà alzò

una panchina, riscaldato solo dal corpo del fedele amico

Sasà era rimasto affascinato dal soprannome aggressivo, e aveva

per staccare il foglio dal muro. Purtroppo non eravamo

giunti sotto casa e dal mio palazzo era sbucato

riguardava, ero così deluso dal fatto che Viola non

come se fossero posseduti dal diavolo, dando vita a

stanza, invece, era occupato dal Go Dawn, il domino

la moglie andava dicendo dal bagno (che era fuori

il padre di Viola dal letto, ma il cane

lo sguardo, gli occhi dal profilo di mandorla e

l’orecchio, si alzava dal letto e si sedeva

Saiwa, burro e cacao dal nome alquanto volgare che

non dissero nulla e dal giorno dopo Mauro fu

altra fetta di torta, dal frigo invece presi una

il corridoio di ritorno dal bagno e al nostro

sollevati di qualche centimetro dal pavimento e la fronte

con un sorriso melanconico. ¶ Dal punto di vista caratteriale

della notte era turbato dal frastuono di un camion

ritirando l’immondizia e dal brusio del ventilatore che

campagna per intenderci, rotto dal canto sommesso dei grilli

lo sguardo fu rapito dal nome che chiudeva il

rubinetto, sfilò una sedia dal tavolo e si sedette

senza distogliere lo sguardo dal distributore, mentre succhiava un

della schiena che usciva dal top scollato e il

sua voce invece che dal piano, sarà che Matthias

ma mi sentivo tradito dal suo gesto, la rivelazione

esterno del fabbricato, fuori dal perimetro del balcone.” ¶ Sasà

corsa la piazza arsa dal sole. Era stato in

ciao” appena sussurrato. Fuori dal palazzo c’era Nick

punto alzai il capo dal libro. Lui sorrideva, i

peli che mi escono dal naso e dalle orecchie

due che avevo visto dal terrazzo degli Scognamiglio e

a parlare, appena sbucato dal palazzo con indosso una

stanza, “...da ragazza.” ¶ Fuori dal cerchio ¶ I giorni di

gatti e scarafaggi; scongelò dal garage la sua Panda

Quando Viola si alzò dal telo dicendo di avere

un cassetto della credenza dal quale sfilò diecimila lire

al tavolo quando fuori dal locale si era presentato

Fabio mi aveva risvegliato dal coma profondo nel quale

Alberto (avevo accompagnato mamma dal parrucchiere dopo tanta insistenza

ai fagiolini. ¶ Convinto che dal vasetto dovessero venir fuori

viso a pochi centimetri dal mio. Il cuore aveva

i desideri non cadono dal cielo, semplicemente arrivano, un

improvviso ero stato preso dal panico, avevo salutato in

aveva urlato Loredana Russo dal gabinetto, in preda a

aveva sollevato il capo dal piatto, “non esisterebbero i

il silenzio, intervallato solo dal commento alla televisione di

mentre raccoglieva la borsa dal sedile. ¶ “Per l’attacco

contratto di due mesi dal giornale, per la sostituzione

sfilato subito il rosario dal reggiseno per baciarlo e

intero guardaroba. ¶ “Rosà, è dal viaggio di nozze che

Mamma, non farti prendere dal panico, il Panthera leo

mano, un simile tesoro dal quale apprendere ogni giorno

gli altri animali. Vederli dal vivo, però, fu tutt

faccione a pochi centimetri dal mio. Dalla persiana aperta

l’orologio, “dai, scendi dal letto.” ¶ Mi stropicciai gli

e mi feci rapire dal suo dormire sereno, il

di sole che sbucavano dal mare impastavano di giallo

che separa il Tirreno dal lago Miseno. Di fronte

baseball che lo proteggeva dal sole fin sotto i

di non lasciarsi vincere dal pianto. “Non voglio fare

muco che mi colava dal naso, eppure lui manteneva

proprio nel posto occupato dal mio amico e, poco

del nonno, il quale, dal canto suo, interveniva lo

a contenerli. ¶ Mi stacco dal parapetto e mi avvicino

il vento che entrava dal finestrino della Simca, le

troppo alto e impastato dal vino, il quale non

giorno!” aveva esclamato spodestandomi dal compito e iniziando a

la stanza da letto dal soggiorno). Lui, però, era

quercia che mi riparava dal temporale. Nell’aria l

braccia. ¶ Lui sembrò colpito dal gesto perché arretrò d

pure entrò qualcuno, richiamato dal casino che stavo facendo

non riuscivo a sfilare dal petto. La nonna si

Non lo so. Perché dal fondo della strada una

di questo pomeriggio invernale, dal cielo iniziano a cadere

suo visino pallido cinto dal cappello, quando infine mi

droga più potente utilizzata dal genere umano”. Le parole

la poggia appena fuori dal negozio e ci si

e un giovane giornalista dal volto sorridente. ¶ Voglio credere