Gian Pietro Lucini, Nuove revolverate, 1913

dissanguata dalla Rivoluzione e dal Buonaparte, si sia, - coll

chioma breve della Gloria; dal bluff nordamericano, riproposto come

filosofia vissuta tra noi; dal puff riuscito dall'istrionismo

me esca, come Minerva dal cervello di Giove. Lo

di quelle visioni, suggestionati dal Dio interiore, noi ci

sé stessi carnefici, repugnano dal dolore e se lo

si allontanano per sempre dal pensare, dal produrre, dall

per sempre dal pensare, dal produrre, dall'essere responsabili

superficie di coscienza, preserviamola dal contatto dei nostri imperativi

distruzione ch'io invoco dal Futurista. Perché s'io

la stia dei capponati dal coltello episcopale e savoino

dalla mia razza e dal mio suolo, ma mi

di F. T. Marinetti dal quale io avrei desiderato

dissentendo, su molti punti, dal mio manifesto, pure, come

e L. 100 mi vennero dal Marinetti, compensate del resto

posso dirne il risultato. Dal canto mio, credo però

legge: ¶ "Solita Canzone" Ricevute dal Sig. Lucini n. 524 ¶ di

ed alla rachitide, come dal Genio alla Fama, aveva

e, benché giusto, violento". ¶ dal n. 5732 - anno 1905 - delle ¶ Note

tornò dall'Inferno e dal Mausoleo, ¶ come il rimorso

celeste in convulsione sorretta dal vento, ¶ simulata matrice in

snodano le membra erotte dal peplo le Nubi, ¶ pazze

prova". ¶ Tornò a discorrer, dal trono a proposito, ¶ Leone

il pigolio del passero dal nido? ¶ Bella, nuda e

difender la pubblica decenza, ¶ dal mare, alle montagne italiane

l'Astrea che fuggí dal verde Olimpo ¶ alla prima

del nuovo regno - venuto dal mare - a procurator generale

delle morte città assassinate ¶ dal terremoto e dalla giberna

oscena ¶ riburattata al trescone ¶ dal prepotente bischero confessionale, ¶ nobile

sovversive sardelle boccheggianti, ¶ tratte dal mar corrusco a rigodere

Carmen, olè; ¶ serico velo dal tutú si lacera, se

Very; ¶ rialzan le tonacelle ¶ dal Bollando opulento, ¶ beati e

sera; ¶ ricanta, solitaria capinera, dal bosco de' cipressi, ¶ agreste

non essere buttato fuori dal salotto in cui si

persona. ¶ Ogni parola suoni dal labro omaggio e complimento

cittadini nelle rosse rivolte, ¶ dal piombo questurino per renderti

santa, si dischioda ¶ anche dal Golgotha il Nazareno, ¶ e

profluvio serrato all'entrave, ¶ dal nodo riesce l'impaccio

sode virtú attuali, ¶ rimpastiamo dal fango cittadino ¶ un Icaro

dolore, ¶ che gli trabocca, dal cuore, col vino: ¶ su

vinciana che si scardina ¶ dal velo-pendulo-sottile-palatino

rose allacciate e sode dal corsetto... ¶ ...Debbo descriverti a

compiacente ¶ ad ogni tirannia ¶ dal priapismo, alla ninfomania. ¶ Ho

vespero, ¶ ripreso e singhiozzato dal clarino, ¶ virtuosissimo e comunale

alla mia piena tazza, ¶ dal sangue, l'amore vermiglio

del mondo; ¶ ma infronzolata dal Cantastorie ¶ sui luoghi piú

Maestà! ¶ Questa, che accetta dal rammolito ¶ le tirannie e

mio cuore che sbadiglia, ¶ dal cuor di Cleopatra all

affolta, ¶ tornano a me dal Basso-Impero prurigini insaziate

o Crestaine, ¶ sorprese Midinettes dal mal di mare e

smarrito dalle labra e dal cuore, ¶ il vagir di

ti ha fatto imperfetto dal nulla! ¶ Ma il Pensiero

bimbo moccioso che giungi dal di là? ¶ Dalle mani

per la patria, ¶ come dal gonfio ventilabro semina ¶ il

nostre sorrisero di nuovo; ¶ dal ventre pregno di tanta

enorme fatica ¶ d'uscire dal viluppo della materia amorfa

errarono, ¶ racchiusero l'elisse, ¶ dal nascere al morire. ¶ Azzardata

falsi delfini in giú, dal capo alla cintola Iddii

tra i graniti scheggiati dal piccone, ¶ si rafferman le

aperte, improprii polmoni, ¶ asfissiati dal troppo ossigeno; ¶ faville d

profondi. ¶ Canefore marine! ¶ Profumi dal mare e profumi dalli

riconsacrate dalla Croce e dal Grifo. ¶ La rada si

della Fede, ¶ e ispirata dal genio. ¶ Qui, dove volle

dalle colline, dalle ville, dal borgo, ¶ le donne e

damine. ¶ Salve, o beata dal sole: ¶ qui ognuno si

di libero ossigeno, ¶ tonificato dal jodio e dal sale

tonificato dal jodio e dal sale: ¶ possa ognun quanto

commento morale e impersonato ¶ dal filosofo nuovo all'intontito

desiderate ¶ dai fornitori e dal Dazio-Consumo, che s

e ti collauda. ¶ Svelle dal lauro, che cresce alla

assilli, discesa a riscossa ¶ dal Venusberg, sostituita a Maddalena

pure che sbocciano ¶ su dal mio gonfio cuore, ¶ eccolo

porpora e sangue sventola dal gonfalone, ¶ T'onora imperialmente

imagine della rivolta; ¶ Cristo, dal Golgotha, t'invidia, appeso

di tra i rosai dal sangue ripullulati; ¶ tutto l

lagrime stellanti, ¶ bruciando, patullate dal terrore. ¶ Sereno, compreso, il

respira nell'aria, ¶ inspirata dal nostro polmone ¶ ci innerba

e d'arena, ¶ arsi dal tempo, gialli e friabili

di Nomadi, ¶ o sorpresi dal Simoûn, ¶ vestigia del Caos

e non abrucia, ¶ vibrata dal mio Genio che Ti

contesi a Sciara-Sciat, ¶ dal lembo mobile delle sabbie

mobile delle sabbie grigie, ¶ dal tocul incendiato, ¶ dai minareti

e le Menzogne! ¶ Essi dal latte materno ben altro

piú nobile guerra generati, ¶ dal capezzolo emunsero coll'odio

li applausi, venne: ¶ uscí dal Popolo, stette, concluse, deliberò

in torno. ¶ Trapassare lontano dal figlio senza baci di

purolenti, ¶ colle labra mangiate dal lupus, ¶ colla scabbia, la

Carmen, ollé; ¶ serico velo dal tutu si lacera, se

Maggio 1913, in un articolo dal titolo incisivo e suggestivo