Bernardino Martirano, Aretusa, 1618

loco ¶ possa giamai disciormi dal tuo amore; ¶ salamandra son

e l'alma trema dal capo a le piante

balzare: ¶ quando Eolo scioglie dal cavato chiostro ¶ i suoi

in pene: ¶ pochi scampar dal periglioso canto, ¶ pochi dal

dal periglioso canto, ¶ pochi dal foco ancor si danno

saggio il grand'occhio dal vaso ¶ li cavò con

naso, ¶ né può scampar dal fier artiglio uom vivo

dimenticar quando vicino ¶ vedrai dal mar la Libica marina

bei ¶ e la pelle dal sol bruciata e nera

di disagio peri, ¶ se dal mar campi, ove non

conversa in pietra. ¶ 58 ¶ Ivi, dal dolor vinta e dal

dal dolor vinta e dal camino ¶ stanca, sul terren

Caramana, ¶ il gran Vesevo dal suo monte scese ¶ in

fia. ¶ Questa ninfa gentil dal primo fiore ¶ di sua

ancor lo stral scocca dal nervo; ¶ s'altri le

la saggia Cumana. ¶ 89 ¶ Ivi dal mar Narciso smonta in

dona: ¶ prende ogni terra dal Varo a Marseglia, ¶ e

con mille ale ¶ portò dal mar Ibero a lo

memoria ¶ perpetua, né sarà dal tempo offeso: ¶ ecco ch

Cristo ¶ et è, cadendo, dal suo Cesar visto. ¶ 126 ¶ Onde

Apostata Iuliano, ¶ e, vibrando dal ciel le sue saette

in pianto: ¶ onde vinto dal duol, punto dal fiero

vinto dal duol, punto dal fiero ¶ Amor, tanto cercò

nel fianco ¶ l'avea dal dì che gli carcò

tanti, ¶ che fuggir fanno dal vicino monte, ¶ le nubi