Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

ritmi implacabili degli ascari, dal loro capresco rincorrersi e

In questo mondo, chiuso dal reticolato che circondava l

un ascaro che viene dal IV». ¶ E così è

con l’amarlo indipendentemente dal fatto guerra. Non un

fegato di giornalista avvilito dal degenerare quotidiano della polemica

cosa: l’ascaro parte dal suo paese senza cartolina

difficile far l’idolo, dal culmine dell’altare il

tornando, avrà la pensione dal Governo e verisimilmente diventerà

del IV Battaglione eritreo dal quale proviene ed enumera

i governatori della colonia dal Martini in poi. Io

italiani che han conosciuto: dal maggiore Graziani al tenente

noi che si calava dal picco roccioso di Forte

molto «più meno» – contratto dal sullodato suocero un giorno

di tribù confinanti, atterriti dal cupo brontolio del cannone

hanno costruito la strada dal confine ad Adua: quaranta

Giusti che viene frettolosamente dal fondo. ¶ GIUSTI: Cosa volete

la bottiglia (Spada obbedisce. Dal fondo, sollevando il telo

incantata dalla mia divisa, dal fatto che andavo a

non bisogna escluderlo mai dal novero delle possibilità… Mi

poi cavando un anello dal dito): Ha ragione, Signor

e esce. Lunga pausa. Dal di fuori, donde già

materiale. È il crepuscolo. Dal di fuori viene un

Rumori fiochi notturni vengono dal di fuori. Poi da

indigeni ¶ Goitana Toselli ¶ Venuto dal mare era il Goitana

a baciare l’altare. ¶ Dal tempio di Bet Mariam

Ecco venuti i Goitana dal mare ¶ e gli ascari

Camicie nere ¶ Sono venuti dal mare ¶ e han salito

di luna. ¶ Sono venuti dal mare ¶ e cantavano con

per questo. ¶ Sono venuti dal mare ¶ e gli ascari

delle onde. ¶ Sono venuti dal mare ¶ i vendicatori di

alla iena. ¶ Sono venuti dal mare ¶ e ras Seium

capre. E cantano. Cantano dal primo passo all’ultimo

precipitanti, tenuti alla gola dal pugno del comandante. ¶ Mai

funesta e le montagne dal triste nome. Invecchia pian

laggiù vicino all’amba dal triste nome. Gli tornava

colossali, abbattute in volo dal moschetto infallibile di Pirzio

domani. ¶ Domani: lascerò interpretare dal trillo dell’allodola la

un’onda che vien dal Tigrai, dalla prima linea

non ti liberi più dal maleficio. Da quindici anni

così, le stelle precipitano dal cielo, rimbalzano sulle rocce

avanti m’aveva scritto dal deposito: ¶ Illustrissimo Signor Tenente

come un puledro, scendeva dal mulo ed esigeva che

e questo accadeva proprio dal giorno in cui il

si mise a rapporto dal maggiore il quale, di

un tratto, dico, preceduto dal silenzio e seguito dal

dal silenzio e seguito dal silenzio, un colpo di

sulla paglia ormai indurita dal tuo giacere, ti bèi

ai dancali che salgono dal bassopiano? E il XX

un segnale che veniva dal cielo. Ai primi colpi

la solennità la misuravi dal silenzio degli ascari: fondo

il plotone: mandato apposta dal Governo, per noi. Darà

il nuovo Goitana: scende, dal forte, cantando. Cammina dietro

Un limaccio ti sale dal fondo, si mescola coi

è arrivato. È arrivato dal mare sulla grande nave

vengono sulle grandi navi, dal mare. E ora, sulla

mantella che pareva illuminarlo dal didentro come una zucca

dall’alto, come cadessero dal cielo, anche quando ci

col commissario – e già dal giudice aveva ottenuto che

giorno, le api usciamo dal bugno e facciamo tanti

Goitana, le stelle nascevan dal buio, si moltiplicavano, s

e scacciandogli le mosche dal naso. ¶ «Cosa c’è

molto contento perché, partendo, dal paese, già si portava

su una grande nave, dal mare. Più nessuno verrà

su una grande nave, dal mare, che sia bello

su una grande nave, dal mare. Perché così fa

Amhara. Lo vedremo rinascere dal biancospino e montare sul

effimere scaraventate sulla polvere dal riflettore giallo rosso bianco

bella lunga vacanza dataci dal Gran Babbo in premio