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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ugo Ojetti, Mio figlio ferroviere, 1922

concordanze di «dal»

nautoretestoannoconcordanza
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questa stanza dove tutto, dal soffitto di larice dipinto
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era strappato gli occhiali dal naso, quasi illudendosi che
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di spegnerlo súbito, tutti dal presidente del Consiglio ai
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rammendarlo quando egli tornava dal suo libero tiro a
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peggio, preso di mira dal fucile di qualche sentinella
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in ginnasio. Ma fin dal primo mese le sue
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ajuto onnipotente a liberarsi dal ginnasio inferiore. ¶ Io ricorderò
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sono socialista. ¶ E prese dal vasetto di fiori che
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che io fossi offeso dal socialismo di Nestore. Come
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poco tutti gl’italiani, dal Re in giù, io
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del 1919 fui improvvisamente chiamato dal sottoprefetto. ¶ Il palazzo della
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sottoprefetto impiallacciata di palissandro, dal busto di Pio VI
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fu fermata di colpo dal ricordo che io dovevo
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socialista e ferroviere, e dal pensiero che certamente il
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dai colleghi, le insegne dal farmacista. Ad ogni stretta
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ripetevo il dilemma. ¶ Ma dal vedere riflessa in me
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socialismo, riverito, anzi temuto, dal sindaco, dal prefetto e
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anzi temuto, dal sindaco, dal prefetto e magari dal
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dal prefetto e magari dal vescovo, e perfino dall
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vecchi, m’ero messo dal punto di vista buono
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meschina piazzetta che menano dal Corso a casa mia
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gli occhi già gonfi dal sonno. A mezzanotte sarebbe
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Lavoro la riunione presieduta dal mio ospite giocondo aveva
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margine della pianura (Poreta, dal latino porrecta) e, per
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stinto il verde: cominciando dal tricolore che nei giorni
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di visite di là dal torrente, quando a Porta
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tumulti, – e si tolse dal seno una lettera con
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maniche di camicia, cullata dal ritmo del proprio russare
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sua illusione, apparir loro dal cielo di quelle due
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un sorriso. Dovette acconsentire. Dal fondo d’un cassetto
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pei tiranti. Si udiva dal fondo del sepolcro una
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che ti parevano lanciati dal piede d’una ballerina
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perdoni l’iperbole) superato dal ronfare di quelli che
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la stanzetta del segretario, dal pavimento al soffitto, tanto
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rosea e felice allontanarsi dal confessionale coi piccoli passi
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si trattenne di là dal Piave l’assalto nemico
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ai telegrammi che vengono dal fronte? – E le si
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questi fatti sieno derivati dal fascino del socialismo o
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e tempestava alla porta, dal suo abbaino, dissimulando la
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la contabilità, nè usciva dal Municipio se non portava
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per dovere di carica dal cavalier Pasquarella il quale
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v’è un inganno dal quale il più scaltro
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Hôtel nella colazione offerta dal ministro degli Esteri all
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una ragazza bionda accaldata dal pieno sole; quella polpa
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in tanto piccolo volume dal caso o, come si
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potesse essere stata lanciata dal giardino. Difatti, salvo due
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era stato ricevuto nè dal ministro nè dal sottosegretario
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nè dal ministro nè dal sottosegretario, ma solo dal
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dal sottosegretario, ma solo dal capo di gabinetto il
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fatto egli aveva riportato “dal fronte” due bombe a
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i giorni la nascita dal loro grembo della società
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e con quello estrasse dal bocchino la sacra reliquia
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tornare lungo il binario, dal lontano capannone delle locomotive
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a ridere, a sganasciarsi dal ridere. A momenti l
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fochisti uscivano in fretta dal loro capannone, e presto
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con la barbetta spelacchiata dal turbine della rivoluzione, nascosto
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parlamentare l’avessero sconsigliato dal presentare su questo caso
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lievissima. ¶ — La rivoluzione nasce dal malcontento. ¶ — Dal malcontento contro
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rivoluzione nasce dal malcontento. ¶ — Dal malcontento contro chi? – chiese
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distratto dall’ira e dal bicchiere ed era riuscito
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intelligenza più sobria, ma dal fatto che questa amica
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agilità egli sapesse salire dal particolare al generale: – Nello
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a voltare il cannolo dal capo traboccante e a
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non ottiene più niente dal Governo di Sua Maestà
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don Sturzo spedisse Mignoli dal Presidente del Consiglio. ¶ — Gattamìa
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verso noi, di là dal suo banco di vetro
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proprietà alla borghese. Anzi dal cassetto d’una scrivania
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anche d’un simbolo: dal Comando Supremo al Sindacato
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Parlamento. Vi condurrà lui dal sottosegretario agl’Interni. ¶ — L
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quando vuole. ¶ Io corsi dal sindaco che m’aspettava
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Eccellenza l’offesa fattagli dal guardaportone e dal tenente
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fattagli dal guardaportone e dal tenente. Sua Eccellenza era
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Pazzotti? ¶ Pazzotti si scosse dal letargo: ¶ — No, questa faccenda
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a piovere così che dal finestrino non vedevo nemmeno
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egli si veniva rimettendo dal colpo che gli avevo
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mezzanotte. E si corse dal sottoprefetto, ma in Prefettura
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Tocci. Agli applausi allora, dal gruppo degli operai, risposero
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utilissima a chi parla dal balcone del Municipio perchè
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un lembo, e considerandoli dal diritto e dalla fodera
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si vuole scandali. ¶ — Andiamo dal sindaco. ¶ — Io torno a
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essere bisogno di mandarti dal farmacista. ¶ — Pascone ha la
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non si frenasse, uscisse dal suo letto, s’affacciasse
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Ma quella notte era dal destino consacrata a grandi
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commendator Pópoli appena reduce dal volontario esilio, trionfante, seduto
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lato e ch’io dal mio troppo premessi, il
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di quella gran giornata, dal fantoccio di Pascone all
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state le sei. Scesi dal letto in punta di
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e i mercati, specie dal lato delle donne le
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traeva la testa fuor dal cofano, io dissi per
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hanno chiesto di sciogliersi dal compromesso mediante un premio
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veniva, prima di tutto, dal fatto che io firmavo
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degli stessi santi cominciano dal momento in cui il
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capì che occorreva cominciare dal convincere gli altri per
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cui esito dipende tutto dal pubblico. E gli attori
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quest’uomo che esce dal ventre di sua madre
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uomini, ripeto, vien tutta dal di fuori: dalla fede
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morire in sincerità, spaventata dal vedersi nuda e tanto