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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

concordanze di «dal»

nautoretestoannoconcordanza
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immobilità delle cose garantisce dal trascorrere del tempo e
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terrena, al di fuori dal possedere una casa in
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per tergersi la fronte dal sudore. Sembrava molto impressionato
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essa non era diversa dal mare, ridotta a incisioni
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l’immaginazione era stranita dal «male del ferro» che
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lo sguardo si distrae dal mare per posarsi sulla
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la mente già staccata dal mondo non si preoccupa
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Olanda e Danimarca... e dal trono di dio. ¶ – Ma
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Era gente che scendeva dal bar per la strada
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bianco della donna, modellato dal seno, era volata della
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erano ripidi e serrati dal cielo. ¶ Il crinale vibrò
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come un maroso artigliato dal vento. ¶ Si ricordò che
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E altri cieli emersero dal tenebrume della memoria, alti
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lentischi sulla strada battuta dal sole. Andava piano e
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escoriato. ¶ La bara usciva dal paese e le chiome
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i mulattieri che scendevano dal Furcuino ¶ avevano lenzuola bianche
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gettò lí brutalmente, attratto dal punto che gli stava
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era il piú serrato dal cielo. Solo le erte
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Egli prese la chiave dal buco dell’ulivo. ¶ – Dove
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Francia. ¶ Ritirando la caffettiera dal treppiede, Edoardo disse qualcosa
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nell’azzurro, sentieri tracciati dal freddo in arrivo. Sui
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un perditempo guardarla. ¶ Ma dal fondo del locale, dalla
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come un marinaio, assediare dal sogno. Nel nuvolo, nella
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caduto il grecale temuto dal pastore. ¶ Una macchina, quasi
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c’era un frantoio dal tetto scoperchiato. Cercò di
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Sembrava scendere a strappi, dal cielo, insieme al sole
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era lontana, ma era dal Settecento che da Avrigue
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animalità oscura. Quei giovani, dal leggero fardello, si portavano
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in direzione del mare. ¶ Dal cielo laggiú si schiodava
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angelo tocca!» ¶ Toccava sempre dal capo l’angelo accoccolato
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e la spada spezzata dal portico di Ardegunda. (Che
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toccava dalla testa toccava dal dito: angeli sui feretri
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La costa era battuta dal vento largo che portava
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mosse di casa. ¶ 13. ¶ Scendevano dal bar per la strada
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di narcisismo. ¶ Si staccò dal muro. Se lo aspettava
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queste ore notturne convogliate dal freddo. Finalmente sentí Laurence
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era neve dappertutto lontano dal mare. Peccato che i
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Notò che aveva perduto dal petto la leggera tinta
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e passò la rupe dal lato d’oriente. ¶ Vi
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o quasi. ¶ Si staccò dal suo gruppo il giovane
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regno, una luce spinta dal vento, e in una
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lo informò Gregorio. Sgretolate dal vento, luccicavano al sole
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ricordi. Ma fu distratto dal pittore che domandava di
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partiva, la tirò fuori dal garage dal tetto di
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tirò fuori dal garage dal tetto di lamiera. Doveva
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scogliere. ¶ Indossava un maglione dal collo ampio. I capelli
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torre di Berlioz. ¶ Usciti dal ristorante lasciarono Nizza e
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questi viaggi. ¶ Laurence tornò dal bagno seminuda. ¶ Si stese
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cominciava a diradare; emergevano dal buio i pendii quasi
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era difficile ricostruirla partendo dal pomeriggio o dalla sera
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di quel ragazzo attanagliato dal male e a cui
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diventato un vortice morboso dal quale si rischiava di
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dalle foschie che salivano dal mare. Giungeva sino ad
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episodio si staccava nettamente dal campo di polvere in
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sei qui al riparo dal vento, – lei disse. – Mi
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ora. Liberò la testa dal foulard che teneva schiacciati
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tesa e lucente. ¶ Uscí dal bungalow ch’era già