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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Savinio, Tutta la vita, 1945

concordanze di «dal»

nautoretestoannoconcordanza
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1945
gridò novamente la voce dal capo estremo della striscia
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dopo aver espresso Lodovico dal suo fianco aveva esaurito
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voce di città veniva dal fondo di quel viale
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quali come la spuma dal bicchiere di birra trabocca
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su quel lenzuolo scaldato dal suo calore e immollato
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suo calore e immollato dal suo sudore. «Io», pensa
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Chi altri poteva difenderla dal «cattivo» ricordo di Enrico
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farsi avanzare la differenza dal console; ma avute in
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negli «ideali» della vita. Dal tono materno di alcune
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nero. ¶ È vero che dal passo si può indovinare
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fu a un pelo dal buttarsi allo scherzo. Lodovico
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buffo di questa frase. Dal che passa a pensare
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ma sgombro di là dal porto e puro. Pensa
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avanti col pensiero, attratto dal fascino del turpe e
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la sua finzione ispirata dal timore di morire e
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timore di morire e dal desiderio di durare. Fermo
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arte; costruire, costruire, costruire; dal minimo oggetto a Dio
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alcune grandi imbalsamazioni operate dal signor Didaco: quella di
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Teck, uccisa per gelosia dal suo amante settantenne, due
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nel 1937 al signor Didaco dal governo dell’U.R
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taurino, fulvo di mantello, dal muso debitamente ottuso, dalle
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fortuna la contessa, assordata dal dolore, non udì quelle
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Saliscendi e Gerolamo Saltincasa dal sonno dell’amore al
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In questa vecchia zitella dal nomignolo a vapore e
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piccola città di Riva dal monte Brione, la signorina
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bianchi ora neri sbuffa dal fumaiolo a imbuto. ¶ Come
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suo colore di fango dal nero «fatale» della locomotiva
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uno strano uccello caduto dal cielo ad ali spase
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Fufù staccò gli occhi dal foglio come per riprendere
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della Pergola, fu portata dal fiume degli spettatori dentro
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di marmellata che saliva dal sottosuolo, simile alla benedizione
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benedizione delle Madri sotterranee. Dal sommo della scatola dei
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accordatore riaccordava il cordame. ¶ Dal fondo di quella scuderia
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occupa di lei, aiutato dal portiere. E una mattina
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la sera, al levarsi dal letto la mattina, al
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drammatico di uomo schiacciato dal proprio nome. Ma Leone
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il cappotto per guardarsi dal freddo o l’impermeabile
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di vuoto per preservarsi dal contatto degli altri uomini
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tirato su quella voce dal fondo delle sue viscere
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terra altro fuoco scendeva dal cielo, come grossi fiori
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meduse che calano lente dal cielo, la mente di
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gli occhi. E velato dal proprio pianto come un
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sbandito la parola «mistero» dal suo vocabolario. Diceva che
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estrema, è dimostrato soprattutto dal che negli anni dell
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vita come dolore, ebbero dal piccolo Eònio la smentita
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quando l’«aquila» precipitò dal suo volo e il
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che per vent’anni, dal 1880 al 1900, lo portò in
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loro gola, e trascinati dal giùbilo corsero a dare
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dissugarsi, ridursi a scheletro. ¶ Dal sogno Eònio era passato
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morte. ¶ Del resto passare dal sogno nella morte non
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uscita con tremenda fatica dal viscere di un monte
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leggeri da lasciarsi mòvere dal vento. Ma quale vento
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dite che siete riscattati dal peccato originale. Ma dalla
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magma si calavano giù dal treno, sicuri di sé
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su se stessa, e dal campanello infinito calato e
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cuore dell’informe città, dal vano nome che ci
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ombre gravi che emergono dal pallore del muro. Su
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Ismene balza leggera giù dal letto e corre a
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udita. Oggi Billi ritorna dal suo lungo viaggio. Oggi
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del babbo e cavargli dal panciotto l’orologio per
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Ismene allora si alza dal letto, va a prendere
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il cinturino di cuoio dal quale la custodia dell
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la peggio, è uscito dal fumatoio sbattendo l’uscio
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il giardino. Di là dal giardino c’è il
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dei Fischietti. Di là dal giardino dei Fischietti ci
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monte. Arriverà di là dal monte in un paese
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di cuoio pende vuota dal cinturino. Luigino sgancia il
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Luigino sgancia il cinturino dal polso, lo getta lontano
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gli strappò l’orologio dal polso, lo gettò a
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i piedi a staccarli dal pavimento. Dura è la
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La mano pende bianca dal bracciolo. È immota. Pensa
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nappina bianca che pende dal bracciolo della poltrona. ¶ E
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matrimonio si era separata dal marito per cause sulle
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un giorno di funerale dal catafalco, dall’enorme letto
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ai loro posti consacrati dal tempo e dai ricordi
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aver tentato di uscire dal suo «elemento naturale»? Giusta
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burattino. Toglie il ritratto dal cavalletto e lo posa
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giorno avanti. Al ritorno dal camposanto, Candido Bove si
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nell’orribile vuoto, e dal fondo di esso sente
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sussiegose come tante zie dal culo basso, rabescate di
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egli sta per levarsi dal divano e gettarsi tra
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settimana, puntualmente, nella notte dal sabato alla domenica, “più
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argentino, a indizio che dal soffitto anche il lampadario
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aggravato per di più dal peso dello stupore, grida
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salotto all’annuncio dato dal divano, diverso dal primo
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dato dal divano, diverso dal primo e accompagnato da
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il pesantissimo commendatore passa dal divano alla vecchia poltrona
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e uscì di corsa dal salotto, scese a precipizio
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io provai ad alzarmi dal letto... No, sul letto
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facevo tanto di alzarmi dal letto sarei morto... E