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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «dala»

nautoretestoannoconcordanza
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fiere luci orribilmente infette. ¶ Dala bocca spumante ¶ uscia fischio
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aventò se medesmo e dala lingua ¶ morbo scoccando e
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chiaro del giorno e dala luce ¶ dela vita serena
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e sostenuto tuono ¶ tragge dala voragine più cupa ¶ dela
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l'avea, fu richiamata ¶ dala voce del fato e
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Folle, astener non seppi ¶ dala tua vista i cupid
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sollevò la fronte; ¶ scossesi dala chioma il rigid'Ossa
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compiace, ¶ rapita a trastullarsi ¶ dala luce ala voce, ¶ cangiò
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cura, ¶ era così rapita ¶ dala soavità del'armonia ¶ ch
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di te, che furato ¶ dala bella Napea, ¶ lasciasti in
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che nel ciel pur dala bionda Aurora ¶ fu rapito
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sconosciuto ¶ si mostrar sconoscenti. ¶ Dala mutata pelle ¶ errarono delusi
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dal piacer giovenile e dala vista ¶ del'offerte bellezze
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colpevole mi chiamo. ¶ Eran dala chiarezza ¶ del'onde trasparenti
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innargentate l'ombre, e dala luce ¶ dele candide membra
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corso, ¶ anzi quasi sparito ¶ dala vista de' cani e
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cani, i quai scherniti ¶ dala spoglia fallace et irritati
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spoglia fallace et irritati ¶ dala sdegnosa Dea, con rabbia
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vincitor del Minotauro orrendo, ¶ dala riva di Nasso ¶ salpato
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peso ¶ pendeale a terra dala spalla ignuda ¶ ozioso e
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Forse è Diana, ¶ che dala caccia ¶ tornata stanca, ¶ poiché
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colui, che mi rapio, ¶ dala paterna reggia? ¶ Se fu
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vago d'esser reciso ¶ dala nova d'Amor Parca
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Cillenio impon che cacci ¶ dala montagna al lido ¶ gli
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e con sottil zendado ¶ dala bocca talor terge la
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più gradisce et ama ¶ dala semplice man gli offerti
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orrendi ¶ zolfo rovente e dala gola erutta ¶ sospir di
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avien, dunque, ch'Etna ¶ dala bocca profonda ¶ del'aperto
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ferir le nere terga ¶ dala rigida verga si sentiro
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lido ¶ del nostro nido dala froda stolta ¶ di chi
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volto ¶ piovono incendi, e dala barba scorre ¶ di cocenti
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e col dolce arco dala destra mosso ¶ tutte scorrendo
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fui sprezzato (e sappilo) ¶ dala tua casta Trivia. ¶ Né
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fervide ¶ a volerla campar dala libidine ¶ del troppo osceno
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in lor sempre viva ¶ dala cuna al sepolcro. ¶ Pose
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ma scolorate e tinte ¶ dala luce e dal'ombra
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di quel tragico fonte. ¶ Dala costa del monte ¶ l
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fui l'omicida, ¶ ché dala mia tardanza ¶ nacque la
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occhi. ¶ Non ch'io dala mia sorte ¶ con la
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meco? ¶ Ch'ivi amboduo, dala gran lampa estiva ¶ sotto
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ecco m'assido. ¶ Mentre dala tua bocca ¶ impareranno i
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cor ch'ognora essala ¶ dala fucina sua vive scintille
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tu che, sì come ¶ dala bocca focosa ¶ assai sovente
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e tornate onde partiste ¶ dala doppia pupilla al cor
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et atte ¶ a distornar dala sua fuga il sole
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l mio male, ¶ che dala tua beltà sol si
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che scioglier l'alma ¶ dala sua viva spoglia. ¶ Omicida
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odori s'impingua. ¶ Apena dala forbice tonduta ¶ cade recisa
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forbice tonduta ¶ cade recisa dala viva testa, ¶ che col
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e 'l desiato riso ¶ dala bocca crudel rapisca e
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attende il cibo sol dala mia mano. ¶ LXV ¶ L
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vermiglio e viso smorto, ¶ dala vorace e formidabil fera
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morto; ¶ e come scesa dala terza sfera, ¶ la dea