Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

ch'egli aveva tratto dalla vita oscura e povera

infelice! ¶ - Difenditi, Marino, difenditi dalla fatal debolezza ch'io

com'io fui vinto, dalla fatal debolezza ch'io

l'istinto malvagio e dalla istessa colpa è stata

dell'ora, del momento, dalla dolcezza del ricordo e

giunti. Una bianca, larga, dalla grande scrittura alla moda

rapidamente l'altra, quella dalla grande scrittura alla moda

triste vuoto infinito. ¶ * ¶ * * ¶ Veniva dalla sua infanzia, forse: da

forse quella irrequietezza angosciosa dalla madre sua, che non

luminoso, il sereno dottore dalla florida giovinezza vibrante di

tempo! ¶ E come Marino, dalla sua poltrona, lo guardava

suo misero corpicino, arso dalla febbre, còrso da' brividi

e sfinita, mi sorrideva dalla sua triste poltrona d

io che debbo condurla dalla sua mamma.... ¶ Ella mi

del nord che imploravan dalla vivida brezza del nostro