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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «dalla»

nautoretestoannoconcordanza
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smarrito e tremante, lontano dalla casa ove mia madre
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sbattuta dal vento e dalla pioggia, chiudeva gli occhi
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la protettrice della Villa, dalla fronte volta al Cielo
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mia madre: magro, alto, dalla rudezza quasi contadinesca, nel
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campagna verde e misteriosa, dalla quiete intensa e susurrante
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questo il luogo preferito dalla bizzarra fanciulla. Là, in
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lavorare, preso ancor io dalla pace grandiosa di tutte
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a Nizza; arrivò improvvisa, dalla mamma, nella nostra villetta
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Agata – ci guardò sorridente dalla mirabile tela. Era viva
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neri parevan lampeggiare e dalla picciola bocca, aperta al
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io desinai solo, servito dalla vecchia fantesca, sperduto nella
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giovane pallido, smunto, sciupato dalla vita elegantissima, vecchissimo ne
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ritratto della madre che dalla tela sorrideva bionda e
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pregava sommessamente. ¶ Delfina. ¶ Uscendo dalla Università – la famosa Università
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la piccola rampa che dalla strada innalzava i visitatori
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parve contrariato, più che dalla risposta dalla maravigliata curiosità
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più che dalla risposta dalla maravigliata curiosità dell’uomo
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gli riusciva a trarre dalla mente che la sola
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svegliato dopo tanti anni dalla sua presenza. Passò oltre
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donnina civettuola, scollata e dalla bianca pettinatura, parve sorridergli
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i candidi piccoli denti, dalla sua cornice d’oro
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che le aveva fatto dalla sua seggiolina scorrevole! Ecco
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al naturale del nonno, dalla nota e cara aria
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sole e ancor umide dalla guazza e un frigolìo
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nell’autunno inoltrato. E dalla valle la brezza piena
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il calessino fu attorniato dalla turba giovanile, e la
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imbarazzo. ¶ Fortunatamente a trarlo dalla terribile situazione di quell
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il cielo preso tutto dalla infinita dolcezza di quell
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trasse un fogliolino bianco dalla sua borsetta da viaggio
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pochi sapevano, si staccava dalla via maestra, quella grande
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alberi degli orti e, dalla mia, protetta o meglio
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io tutte le mattine, dalla mia finestra, vedeva il
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una anguilla, solo, abbandonato dalla sposa che se ne
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che era stata presa dalla bella idea di stabilire
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quando allontanatasi un istante dalla fida ancella, due braccia
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scorgeva il tozzo maniero dalla sua bella villa giù
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figura arcigna e selvaggia, dalla grande barba, dallo sguardo
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ha la testa recinta dalla folta capigliatura e sorveglia
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sulla sampogna, sempre celato dalla sua roccia. Il canto
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m’era stato tracciato dalla mia buona amica. ¶ — Deve
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misterioso; nello scompartimento rischiarato dalla prima luce del mattino
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biondo, pallido e smorto, dalla bocuccia contratta e l
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morto in treno, lontano dalla sua casa, sulle ginocchia
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la bianca lapide spedita dalla mamma da Milano, e