parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «dalla»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
capivo che l’operaio dalla faccia bianca non riusciva
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1998
Le vedevo scollarsi incompiute dalla stoffa, e volare sprezzanti
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ciclostile. Vedevo l’operaio dalla faccia bianca togliergliela all
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le spalle l’operaio dalla faccia bianca, che rischiava
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di sopra dell’operaio dalla faccia bianca, del quale
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testiere. Scorgevo l’operaio dalla faccia bianca agitarsi improvvisamente
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era già scivolato fuori dalla cornice con la bolla
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le braccia ancora occupate dalla bestia. ¶ Dal tettuccio dell
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cane abbaiava. L’operaio dalla faccia bianca correva a
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a guardare. ¶ L’operaio dalla faccia bianca era già
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Scorgevo appena l’operaio dalla faccia bianca, che si
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alcuni istanti. L’operaio dalla faccia bianca si era
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guardare dentro i finestrini, dalla piazza. Ero finito sul
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Sonnolenza e all’operaio dalla faccia bianca, mentre il
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uscendo con molto fragore dalla piazza. All’altro lato
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del sedile l’operaio dalla faccia bianca si era
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del cane spuntava minuscola dalla grande bolla. Stava girata
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era lasciato scivolare giù dalla cabina, mi si era
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il volto dell’operaio dalla faccia bianca, che le
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sarà finito l’operaio dalla faccia bianca?” mi chiedevo
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a staccare gli occhi dalla mia persona. “Ecco dov
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è finito l’operaio dalla faccia bianca!” mi accorsi
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un bambino. ¶ Si alzò dalla sedia, mi fece cenno
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succedendo?» chiesi all’operaio dalla faccia bianca, che stava
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Guardavano tutti l’operaio dalla faccia bianca un po
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dal finestrino!» ¶ L’operaio dalla faccia bianca se ne
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conduceva verso una stanza dalla porta scentrata. ¶ «Ci continuano
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vedevo solo dall’alto, dalla ringhiera di quel seminario
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cieco, Sonnolenza, l’operaio dalla faccia bianca...» ¶ «Sì, sì
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sola parte. ¶ Mi alzai dalla sedia, feci qualche passo
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era alzato di colpo dalla sua poltroncina. ¶ Dal portone
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che saremo certamente raggiunti dalla indipendente possibilità di continuare
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selciati, mentre correvo via dalla città di Slandia. Mi
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mi allontanavo quasi correndo dalla zona. ¶ “Mi è scoppiata
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po’ ricurva. ¶ La staccai dalla montatura, me la misi
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occhi. ¶ Il tempo passava, dalla cornetta continuava a venire
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dissi uscendo di sbieco dalla cabina. “Sembra che non
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poca luce che arrivava dalla sala ammassi di striscioni
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un passo sul balconcino dalla ringhiera piena, in muratura
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ante un po’ scardinate. Dalla strada non venivano suoni
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erano tutte smosse, entrava dalla finestra senza un’anta
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casa...” ¶ Mi alzavo incontrollabilmente dalla sedia tutta inclinata da
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furia e quasi stracciate dalla biro. “Deve aver vissuto
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comperata a poca distanza dalla sede. La tenevo sopra
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accesa qua e là. Dalla stradina arrivava qualche suono
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po’ sollevati. Mi alzai dalla sedia, costeggiai la vetrata
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dietro la vetrata né dalla strada. L’uomo si
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nuovo gli occhi. Veniva dalla stanza di mezzo e
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Non venivano neanche rumori dalla strada, la luce a
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ancora riusciva a venire dalla strada. ¶ «Si è affacciato
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senz’altro quell’operaio dalla faccia bianca!» ¶ La macchinina
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di fronte all’operaio dalla faccia bianca che chiedeva
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garrottati!» ¶ Vedevo l’operaio dalla faccia bianca scalpitare per
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emozione a poca distanza dalla macchinina. Doveva essere stempiato
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di più all’operaio dalla faccia bianca, non si
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cieco e l’operaio dalla faccia bianca. Spostavo leggermente
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cieco e dell’operaio dalla faccia bianca, che stavano
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la sagoma dell’operaio dalla faccia bianca intento a
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gocciolava, mentre l’operaio dalla faccia bianca si era
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i contorni dell’operaio dalla faccia bianca. La sua
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che fosse l’operaio dalla faccia bianca a doverci
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cornice. Si tuffava fuori dalla portiera spalancata o dal
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lingua verso l’operaio dalla faccia bianca, per leccargli
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mi parevano infinitamente lontani dalla bocca. ¶ La voce di
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si spostavano tutti quanti dalla parte opposta. Un’ala
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accorto che l’operaio dalla faccia bianca allungava di
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un abbozzo di colonna, dalla presenza leggermente abbagliante di
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succedendo?» domandai all’operaio dalla faccia bianca, perché vedevo
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perché vedevo l’operaio dalla faccia bianca correre all
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per terra, l’operaio dalla faccia bianca stava discutendo
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di fama l’operaio dalla faccia bianca, e che
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dov’è l’operaio dalla faccia bianca?» ¶ «“Non vi
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con emozione l’operaio dalla faccia bianca, poi il
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scooter, che stava incrociando dalla corsia opposta della strada
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uscendo con la testa dalla cornice. «Volete venire anche
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doveva essere molto staccata dalla porta esterna che dava
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comodino, è passato anche dalla banca, ha prosciugato il
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di chiedere una boccata dalla sigaretta. «Si sposta anche
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interloquire, mentre fissavo, evidenziati dalla mano della ragazza, i
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casa è abbastanza lontana dalla strada, ha visto anche
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sul petto!» ¶ Mi alzai dalla sedia. La guardavo con
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per non farsi sentire dalla donna che era rimasta
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quando la vedeva spuntare dalla borsetta. Portava la macchina
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avrà fatto l’operaio dalla faccia bianca, a questo
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si era finalmente voltato dalla mia parte, controvoglia. ¶ «Perché
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senza fiatare l’operaio dalla faccia bianca, che era
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una sigaretta all’operaio dalla faccia bianca per vedere
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retrovisore che l’operaio dalla faccia bianca si portava
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a osservare l’operaio dalla faccia bianca, che saliva
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la voce dell’operaio dalla faccia bianca. ¶ «Ma no
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un tratto l’operaio dalla faccia bianca. ¶ Le ruote
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sul davanti, penzolava fuori dalla cornice, di traverso. ¶ «Chi
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da dietro l’operaio dalla faccia bianca. ¶ La cornice
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si ammassavano tutte quante dalla stessa parte, il più
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in avanti, fuoriuscivano tutte dalla cornice, di traverso. La
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cane pendeva disidratata fuori dalla cornice, perché si scordava
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non si poteva guardare dalla parte di Betania. Sui
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tutti uscissero piano piano dalla chiesa, e cominciassero a
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testa tutta ormai devastata dalla chierica. ¶ Neppure l’indomani
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uscivano già in silenzio dalla camerata, imboccavano le scale
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lustrato andare e venire dalla navicella. Stridevano forte, non
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testa per bere direttamente dalla bottiglia l’acqua macchiata
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sue tegole ormai cancellate dalla luce. Appariva e poi
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figure quasi completamente annullate dalla polvere. ¶ Feci un ultimo
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ne usciva subito dopo dalla parte opposta, rasentava per
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presenza anche da fuori, dalla strada, se solo avesse
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mezzo al cortile. Salivano dalla città o dalla parte
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Salivano dalla città o dalla parte della valle, strappati
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socchiusi nel cortile. Salivano dalla piccola scarpata, si allargavano
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levavano sempre più dispiegate dalla sua curvatura, salivano smatassate
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fari sbucò all’improvviso dalla curva, nell’opposta corsia
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gettò all’improvviso fuori dalla strada. Venivano da non
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senza staccare gli occhi dalla strada. ¶ Mi girai per
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Riprendeva a guardare fuori dalla cornice dell’auto, le
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pettinata e guarda fuori dalla finestra e non sa
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acqua a poca distanza dalla riva. Scorgevo i loro
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calvo. ¶ La pioggia colava dalla sua faccia priva degli
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puntati a poca distanza dalla macchina, fin dove il
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il candelotto di dinamite dalla miccia accesa, legato sotto
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intente ad ascoltare. Fuori dalla finestra la luce declinava
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scusavo. ¶ Uscivo in silenzio dalla casa. Raggiungevo la piazza
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sul mento reso abrasivo dalla barba. ¶ Dietro la finestrella
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sbadigliava uscendo di malavoglia dalla gabbiola riscaldata. ¶ Sentii che
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per guardarmi mentre scaricavo dalla macchina di plastica la
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mani in tasca. ¶ Scesi dalla pedana, con un salto
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il cieco balzava giù dalla parte opposta dell’auto
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le mani per capire dalla lunghezza se si trattava
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stesso tempo la cornice dalla parte opposta mentre si
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si staccava di colpo dalla parte opposta. Mi avvicinavo
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balaustra s’impennava invece dalla parte opposta. “Forse non
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altri incastri si disarticolava dalla parte opposta, il parapetto
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potuto saltare tranquillamente giù dalla pedana, accostarmi alla macchina
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ribaltare l’intero baldacchino dalla gamba scambiata, battendo di
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suoi calzoni sventolava fuori dalla cornice dell’auto, con
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di venire sospinto lontano dalla folla. ¶ Le luci dei
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rumore come di pioggia, dalla strada. Vedevo quegli scarponi
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ferma e quasi annullata dalla barriera di capelli intrecciati
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improvviso di sferruzzare, sfilò dalla maglia uno dei lunghi
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già tutto l’ago dalla narice. Ci stava passando
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Veniva un leggero fetore dalla sua bocca. ¶ “Deve avere
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si sporgeva un po’ dalla cornice per aspirare il
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attorno. ¶ Sonnolenza scaturiva sorridendo dalla cornice, gli appariva quel
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tavolino, e guardare fuori dalla vetrina come da una
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seduto attorno al tavolo dalla tovaglia intensamente colorata, come
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voce dal cortile, neppure dalla chiesa. ¶ Richiusi di nuovo
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essere usciti di nuovo dalla sala studio, si rincorrevano
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cuscino, provai a guardare dalla parte del Gatto. ¶ Si
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La domenica mattina arrivava dalla chiesa il suono dell
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uscendo a piccoli passi dalla camerata, mi accorsi con
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cortile era tutto deserto, dalla chiesa non veniva nessun
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la dispensa sentendomi arrivare. Dalla giostra con la portella
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che venga soffiata fuori dalla propria parte, o dal
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masticavo il pane pescato dalla scodella col cucchiaio, ne
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con gli occhi arrossati dalla chiesa nel corso della
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schizzare fuori di colpo dalla testa. Rimanevo alla fine
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verde un po’ accecante. Dalla cascina di sotto non
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vedevo qualche ape scollarsi dalla sua crosta molle, incominciare
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perché non sporgesse troppo dalla veste. Nonostante fosse ormai
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i volti ancora accaldati dalla lunga permanenza in chiesa
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sopraggiunto un po’ trafelato dalla vecchia costruzione, tenendo sottobraccio
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api eruppe all’improvviso dalla fessura di una delle
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Qualcuna volava fuori persino dalla pisside, quando il priore
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più lungo gli usciva dalla carne. ¶ L’angelo sollevò
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seminarista, prima di staccarsi dalla finestra e di confondersi
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panchine. Non venivano spari dalla parte del piattello. Eravamo
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un vasetto di marmellata dalla borsa, lo teneva sollevato
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crocchio stava uscendo emozionato dalla sala studio, ma alcuni
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anche dal refettorio e dalla scaletta che portava in
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Aveva tolto una mano dalla tasca, non diceva niente
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gruppo a poca distanza dalla vecchia costruzione. “Saranno andati
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istanti in cui uscirà dalla porta. Forse le hanno
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avrà tirato fuori qualcuno dalla cisterna dell’acqua prendendolo
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uno dei due lati, dalla parte della testa paleolitica
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sentivano spari isolati venire dalla parte del tiro al
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non si distingueva più dalla sera. Il tempo continuava
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del sole lo colpivano dalla giusta inclinazione. Lo perdevamo
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guardavano i suoi occhi. Dalla giostra era arrivato per
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pendeva un po’ sfilacciata dalla sua forchetta, immobile a
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fronte era tutto segmentato dalla luce che filtrava attraverso
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seminarista fosse ancora uscito dalla vecchia costruzione. Venivano urli
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un po’ più rapidamente dalla vecchia costruzione, ma i
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labbra, durante la masticazione. Dalla vecchia costruzione continuavano a
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muro della vecchia costruzione, dalla quale non veniva stavolta
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proprio banco. Mi alzai dalla sedia, varcai la porta
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priore, a poca distanza dalla vecchia costruzione. Alzò gli
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si era alzato improvvisamente dalla panca, era andato a
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testa rasata che usciva dalla veste. ¶ «Solo un gangster
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rumore, nella stanza, neppure dalla parte del cortile. Dalla
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dalla parte del cortile. Dalla finestra non entrava altro
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che sporgevano un po’ dalla veste, e mi assaliva
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le teste in fiamme. Dalla vecchia costruzione era uscito
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occhi erano adesso girati dalla stessa parte. Il volto
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questo lo inclinò leggermente dalla parte opposta. ¶ Puntai i
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chissà per quale ragione dalla sua zona originaria per
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Pesca aveva estratto qualcosa dalla tasca della sottana, forse
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tortuoso che scendeva giù dalla montagnola, saliva su un
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fune, balzava fuori adirato dalla vasca. Forse stava orinando
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di balzare fuori infuriato dalla vasca, perché un unico
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gli schizzava fuori lucente dalla bottoniera dei calzoni da
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1998
Lenìn lo trascinava fuori dalla vasca risalendo la scaletta
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era uscita di colpo dalla stanza. ¶ Rimasi fermo ancora
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Bortolana saliva e scendeva dalla piccionaia, si fermava allarmato
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il sole poteva colpirlo dalla giusta angolazione. Continuava ad
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estrarre un’unica foglia dalla massa. Tutta la montagnola
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i mattoni che spuntavano dalla calce sbriciolata fungevano da
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centro fumante del cortile. Dalla piccionaia erano scesi rapidamente
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1998
era scesa di corsa dalla villa. ¶ Molte persone le
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a distinguerla, nel buio, dalla camera da pranzo illuminata
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anche il chiarore proveniente dalla lampadina accesa sotto la
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alte cominciarono a venire dalla zona della massa. Le
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molto solido d’appoggio dalla parte opposta alla terra
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verso il parco. Scaturivano dalla porta della legnaia che
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che si era congedato dalla tavola con la scusa
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1998
un treno in partenza dalla piccola stazione di Ducale
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si erano ancora levate dalla massa, ma si indovinavano
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immobile a poca distanza dalla massa, con la poltroncina
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avevo staccato le mani dalla poltroncina e rimesso tutti
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salivano a getti improvvisi dalla stratificazione delle foglie, scricchiolavano
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levava ancora più alta dalla cuspide, e certo il
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1998
era dovuto balzare giù dalla muraglia, allontanandosi da quella
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1998
si sporgevano sempre più dalla muraglia, qualcuno cominciava già
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Ne piombavano altri giù dalla muraglia, ficcavano il muso
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Stavo già per allontanarmi dalla massa quando si levò
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schiena tutta ben sollevata dalla poltroncina, e mi sembrava
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estratto ancora in fiamme dalla massa. Ne vedevo qualcuno
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1998
un po’ di tempo dalla massa, salivano a mettere
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1998
un po’ di cibo dalla ciotola ubriacata dei fagiani
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all’improvviso, e scendere dalla sella e guardare fuori
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ero allontanato di nuovo dalla massa, percorrevo il vialetto
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vialetto circolare poco distante dalla montagnola quando mi parve
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1998
bagliore che ancora veniva dalla massa. Le pendeva dalla
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1998
dalla massa. Le pendeva dalla parte centrale di una
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1998
a terra incendiata, incenerita. ¶ Dalla massa venivano gli urli
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1998
allontanarsi a piccoli passi dalla massa, e camminare di
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1998
di allontanarsi piano piano dalla massa. Li vedevo camminare
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1998
allontanai a mia volta dalla massa, tornai nella zona
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Dea era uscita improvvisamente dalla stanza. ¶ Mi accostai piano
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il minimo suono neppure dalla parte lontana della massa
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e la gettai fuori dalla finestra. Il suo biancore
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avermi sollevato di peso dalla moto, e portato su
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1998
mani, lasciavo penzolare fuori dalla veste il pene appena
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1998
interno, a poca distanza dalla mia cupola di foglie
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1998
fasciato prima di scendere dalla ghiacciaia con molta precauzione
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1998
occhi quando dovevo strapparla dalla carne viva. Dovevo far
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1998
fogliame, salire e discendere dalla montagnola e poi spuntare
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1998
corpo, le zampillasse infine dalla bocca come accadeva alla
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1998
era a poca distanza dalla grotta. ¶ Poi il getto
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1998
volare di colpo fuori dalla massa. ¶ La zampetta era
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1998
l’Albino si allontanasse dalla macina. Se provavo a
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1998
di giornale reso arancione dalla luce. Imboccai la scala
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1998
Quando uscii di nuovo dalla villa, dopo cena, vidi
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1998
il pene bendato fuori dalla veste per evitare sfregamenti
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1998
la mattina dopo, uscendo dalla serra col libro di
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1998
guardarla ancora a lungo dalla sommità della ghiacciaia. Ero
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1998
Stavano venendo dei tonfi dalla parte della villa. Mi
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1998
sfuocate, mentre saltavo giù dalla ghiacciaia con la testa
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1998
quasi chiusi per difendersi dalla luce abbacinante che si
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1998
che si stava levando dalla ghiaia. ¶ Girai per un
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1998
lanciava giù a capofitto dalla montagnola, sempre brandendo la
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1998
triangolo di luce, entrando dalla porta spalancata, rischiarava solo
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1998
Pesca continuava a manovrare dalla sommità della scala. La
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1998
o se era invece dalla parte opposta, quasi seduta
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1998
Bagliori improvvisi, provocati forse dalla vestaglia elettrizzata della Pesca
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finivo in un istante dalla parte opposta. La torcia
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1998
suoi piedi erano girati dalla stessa parte della testa
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1998
ne resi conto subito, dalla luce che entrava dal
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1998
mentre già correvo giù dalla scala, poggiando le mani
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1998
più nessuno. Corsi giù dalla scaletta esterna. Soltanto quando
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1998
più tardi, ormai disceso dalla villa. Qualcuno degli invitati
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tirare un’ultima boccata dalla cicca e si preparava
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1998
ballare a poca distanza dalla massa. Indicava con la
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cortile. Lenìn corse fuori dalla voliera. Non riuscì a
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incomprensibile, come un cerchietto dalla circonferenza frastagliata. Lo osservavo
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a guardare il cerchietto dalla circonferenza frastagliata impresso sulla
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altro ad alzarsi, sciamando dalla serra. Il Nervo raccolse
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con gli avanzi. ¶ Fuori dalla serra gli invitati si
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infine balzò fuori accaldata dalla porta della serra, lo
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aspettava vicino alla macchina dalla portiera spalancata. Turchina si
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improvviso, mentre balzavo fuori dalla serra con la veste
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1998
cancellato, perché venivano voci dalla villa e anche dalla
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1998
dalla villa e anche dalla casa di Lenìn. ¶ Il
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1998
vetrate. La Dea lanciò dalla finestra un ordine alla
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il padre priore uscì dalla serra e si diresse
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con l’altra testa. ¶ Dalla villa ci stavano chiamando
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su se stesso, scendendo dalla montagnola. ¶ D’un tratto
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staccavo più gli occhi dalla bifora, dietro la quale
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Ziò, che era uscito dalla serra sorretto dalla Dea
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uscito dalla serra sorretto dalla Dea. Anche alcuni ospiti
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superato che si sollevava dalla moto, invadeva ancora una
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apertura di una grotta, dalla cui bocca socchiusa usciva
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di uscire di nuovo dalla parte opposta. Ripresi ad
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sua vestaglia erano sfalsati dalla luce che entrava dal
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la Dea, mentre uscivamo dalla mia stanza passando in
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dalle finestre chiuse, illuminata dalla luce artificiale, i loro
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di ferro che spuntava dalla parete farinosa, cominciai a
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slegato la mia valigia dalla moto, l’aveva appoggiata
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di clacson che veniva dalla stradina giù in basso
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come avesse potuto scorgere dalla stradina la macchia nera
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muovevo. ¶ Mi calai giù dalla ghiacciaia, mi avvicinai al
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già a poca distanza dalla villa, al centro del
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delle finestre, sempre inseguita dalla sarta. Era uscito dalla
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dalla sarta. Era uscito dalla sua casa anche il
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arrestare a poca distanza dalla massa delle immondizie, e
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amplificato per qualche istante dalla volta, poi facevano il
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in un improvvisato carosello. ¶ Dalla villa veniva un gran
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passavo a poca distanza dalla villa per imboccare il
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arrivavano di sempre nuovi dalla villa. Bortolana scorticava coi
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terzo, a poca distanza dalla grotta. Diverse coppie si
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tetto della grotta. Fuori dalla cupola dei rampicanti la
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fiamme quando sbucavano infine dalla parte opposta. Dovevano avere
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tirando le ultime boccate dalla cicca, rilassato. La cenere
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Seduto a poca distanza dalla grotta, lo Ziò si
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sopra i segni lasciati dalla pressione delle mie dita
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un oggetto tagliente estratto dalla borsa, ne mozzò qualcuno
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in tanto la testa dalla sdraia. ¶ Feci un nuovo
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acqua usciva a parabola dalla bocca della statuina di
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come un sasso giù dalla bifora della piccionaia. Credevo
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via. ¶ «Dea!» stava chiamando dalla serra lo Ziò, con
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traboccando dal cartoccio. ¶ Uscì dalla serra. Corse nella legnaia
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il braccio, corse fuori dalla legnaia, verso la casetta
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I fagiani uscivano zampettando dalla loro casetta in muratura
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si spenzolava talmente fuori dalla bifora che dovevo a
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sul davanzale della bifora. Dalla parte più alta dello
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colombi. Forse era salito dalla parte della legnaia, arrampicandosi
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cominciava a ricevere già dalla mattina presto, mentre ancora
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silenzio. Li potevo vedere dalla finestra della mia stanza
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con il volto seminascosto dalla veletta, verso la villa
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a estrarre di colpo dalla borsetta deformata. Poi i
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come se niente fosse dalla serra, tenendo per mano
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tutti a gran voce, dalla sala. La sarta si
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delle prolunghe, guardavo fuori dalla finestra ancora aperta. La
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vetro della serra. Arrivavano dalla cucina nuove portate che
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Poi correva di nuovo dalla sarta, che l’attendeva
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abito nuziale calandoglielo piano dalla testa, distendeva una per
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rapidamente, li gettavo fuori dalla finestra. Erano così inconsistenti
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con la mano spenzolandomi dalla finestra, li allontanavo con
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non staccavo gli occhi dalla strana crosta gelatinosa e
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entrava a capofitto. Uscivamo dalla piccola quinta, con una
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le orecchie molto staccate dalla testa, come quelle di
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un gran brusio. Uscendo dalla mia fila assieme agli
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un saltello per passare dalla vasca più bassa a
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era quasi completamente nascosta dalla vecchia, come per cercare
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nella sala studio. ¶ Uscii dalla camerata, raggiunsi lo stanzone
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avanti. ¶ Anche all’uscita dalla chiesa il padre priore
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Non staccava gli occhi dalla cerata a quadretti che
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fumo che si alzava dalla sua fondina di minestra
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senza staccare gli occhi dalla città che già luccicava
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Rabbrividivo un po’, allontanandomi dalla piccola scarpata. Riuscivo appena
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terra. ¶ Uscimmo in silenzio dalla chiesa, incamminandoci in fila
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ormai a pochi passi dalla porta, ma sentivo che
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posto. Singhiozzò, uscì correndo dalla camerata. Lo sentivo volare
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voci che arrivavano attutite dalla vecchia costruzione. Dall’angolo
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nuove, non ancora intaccate dalla fiamma. ¶ Il Gatto si
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un canto inequivocabilmente osceno dalla cascina sottostante. Saliva e
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finalmente mezzanotte. ¶ Uscimmo allineati dalla quinta. Turibolavo piano, camminando
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intanto staccato gli occhi dalla grande ostia posata sull
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per non rotolare giù dalla collina. Il mio cuore
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indietro contro il cielo. ¶ Dalla cascina sottostante, dov’era
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voci maschili che venivano dalla cascina ammutolivano di colpo
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Gatto era già uscito dalla chiesa, che era già
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per sfuggirmi. Ma già dalla sera stessa, mentre camminavamo
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fuori dai polsi e dalla radice della testa, dove
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dove non erano coperti dalla veste. Quando era in
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nuova costruzione o addirittura dalla sommità del palo del
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e un po’ stritolata dalla pressione tremenda delle mani
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Mi fermavo a guardarlo dalla piccola scarpata. Mi pareva
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i tendini sbalzargli fuori dalla carne del collo, dove
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fretta. Il priore accorreva dalla vecchia costruzione e dopo
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voci che arrivavano concitate dalla camerata, si sentiva sempre
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quelle sere, mentre uscivo dalla chiesa e mi accingevo
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altri erano già usciti dalla chiesa. Sentivo i loro
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per la vasodilatazione provocata dalla fiamma, le sue minuscole
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di certo attraversati telluricamente dalla crepa, a non perdere
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dimensioni, un uomo serrato dalla testa ai piedi in
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nera di cuoio, luccicante, dalla quale spuntavano solamente gli
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Nervo, che era disceso dalla moto e l’aveva
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la cerniera centrata obliquamente dalla luce mandava barbagli così
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quel po’ che spuntava dalla calotta luccicante. Il suo
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prima di uscire finalmente dalla camerata. ¶ Avevo lasciato la
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faceva cenno di scendere dalla impalcatura. ¶ Discesi piano, badando
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stava per finire. Uscimmo dalla stanza, mentre il metronomo
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emergere i bordi taglienti dalla pelle lucente della tuta
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sorsate dal bicchiere, raccoglieva dalla tovaglia e subito dopo
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salutava, illuminata in pieno dalla luce del fanale, sembrava
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stanza di mezzo e dalla scala anche il suono
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si staccavano un po’ dalla testa, le stanghette si
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Mi alzavo di scatto dalla sedia. “Eppure non mi
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schizzava fuori di colpo dalla valvola non ancora completamente
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era un po’ impolverato dalla luce, quella che entrava
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tanto rumori di passi, dalla strada, li sentivo allontanarsi
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schizzava fuori quasi completamente dalla guaina. Il motore cessava
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di staccarsi di colpo dalla testa, nelle curve, quando
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alto, sui cartelli. Scendevo dalla motocicletta, cercavo una per
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nelle vie già invase dalla folla. “Sta diventando buio
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traffico era come attutito dalla luce. Controllavo il primo
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tutti assieme in dormitorio, dalla chiesa, dopo che il
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Mi alzavo di scatto dalla sedia, cominciavo a spostarmi
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piccola piazza tutta tagliata dalla luce, imboccavo col cuore
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gli occhi sbarrati, fuori dalla testa. ¶ Raggiungevo un nuovo
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la sua preda fuori dalla sede, nel sacchetto dell
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venire strappato di colpo dalla moto. La luce cambiava
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correre giù dalle scale dalla ringhiera tutta piena di
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piumata, appesantita. Mi alzavo dalla sedia, mi accucciavo per
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aria indifferente. Mi alzavo dalla sedia, mi accostavo alla
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giro!» ¶ Sollevavo la testa dalla tavola, tendevo l’orecchio
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la vetrata. Mi alzavo dalla sedia, staccavo gli avanzi
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le braccia puntate giù dalla prima rampa, colpivo tutti
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frusciare del vento veniva dalla strada, il cigolare del
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attorno prima di uscire dalla portafinestra, e di entrare
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gonfi di sonno, fuori dalla testa, mi gettavo giù
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testa, mi gettavo giù dalla rampa, a capofitto. ¶ “Questo
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O mentre mi sporgevo dalla cucina tendendo l’orecchio
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dal cerchione. ¶ Venivo giù dalla rampa con quanto restava
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qui vicino.» ¶ Mi alzai dalla sedia. ¶ «Ma allora andiamo
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dov’è!» ¶ Si alzò dalla sedia, controvoglia, imboccò le
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traverse a poca distanza dalla sede. Il ragazzo mi
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quanto le potevo staccare dalla poltiglia dell’aria, della
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sue dita tutte annerite dalla morchia. ¶ «Ma perché ti
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prima di allontanarci troppo dalla sede?» mi parve di
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a domandare. ¶ Si allontanava dalla stufetta, veniva a mettere
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volta!» mormoravo correndo giù dalla scaletta esterna. ¶ Saltavo sull
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sentivo il Gagà gridare dalla stanza da letto. ¶ Richiudeva
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camminare. ¶ Prendeva la giacca dalla gruccia, sembrava che non
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i capelli, leggermente staccata dalla testa. ¶ «Hai giù la
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scantonando per non uscire dalla vetrata con l’osso
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un uovo!» ¶ Saltai giù dalla sedia. Buttai di lato
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quel momento al salone, dalla strada. ¶ «Il portone era
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come se niente fosse dalla sedia. Vedevo il vice
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una torcia. ¶ Uscivamo compunti dalla sede, salivamo in macchina
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non sentisse il rumore dalla sua stanza, mi sono
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neve, si sentivano venire dalla strada i tonfi delle
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cappotto, lo scuotevo. Fuori dalla vetrata la neve riprendeva
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parlare!» gridava la donna dalla stanza da letto. ¶ Correvo
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donna usciva di nuovo dalla stanza. ¶ «Non ti ho
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della finestra erano bordati dalla neve. ¶ «Ero un Gagà
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una villa isolata, sepolta dalla neve. Salivamo per gli
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sporgeva ancora di più dalla coltre di pelli, guardava
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una chiesa. Vedevo levarsi dalla punta del chiodo scintille
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perché bruciasse meglio. Uscimmo dalla baracca. “Dove dobbiamo andare
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la schiena di scatto dalla poltroncina. ¶ «L’uomo attese
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le punte tenute unite dalla spilla, mi pettinavo i
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per guardare...” Si alzò dalla sedia. Camminava. “Non lo
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muro annerito dal camino, dalla sala... Dovevamo arretrare tutti
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sempre un po’ fuori dalla testa. Passavano ancora dei
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Usciva con la scodella dalla sala. Il tempo passava
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con qualche urgente dispaccio dalla capitale. Una staffetta balzava
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che qualcuno mormorava guardando dalla porta lontana, della sala
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gli occhi, balzando fuori dalla vetrata, anche il laghetto
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mentre mi spostavo. Venivano dalla vicina foresta rumori di
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fuori l’intero gruppo dalla sala?” riprendeva a considerare
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lingua?” sentii ridere Benno, dalla sua sedia. ¶ Teneva tutte
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tutti spiegazzati. ¶ Non guardavo dalla parte del professore, di
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donna usciva un istante dalla stanza. Rientrava subito dopo
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mi accorgevo che fuori dalla finestra era già diventato
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gridava poco più tardi, dalla stanza accanto. ¶ Veniva a
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senza guardarmi. ¶ Mi alzai dalla sedia. La testa del
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una stradina quasi annullata dalla neve. ¶ Il fondo era
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Non lo sentivo uscire dalla stanza, facevo fatica a
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occhi, mi assopivo. Veniva dalla scaletta un rumore di
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Sentivo dei rumorini venire dalla sua branda, dopo un
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Lo vedevo balzare giù dalla branda, camminare. ¶ «C’è
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che entrava di sbieco, dalla strada. ¶ Il lampione oscillava
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guardare dentro le finestrelle, dalla strada. Li sentivo bisbigliare
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a guardare per molto dalla finestrella, prima di entrare
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sorprendevo mentre mi osservava dalla sua striscia di gomma
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arrestai, a pochi passi dalla casa dove eravamo diretti
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senza mai scontrarsi, scivolando dalla zona del Sempio, da
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Il campanello era fuori dalla sua nicchia, sbudellato. Provai
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uscì senza fare rumore dalla stanza. ¶ Veniva dal letto
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occhi, di dormire. Veniva dalla sua bocca un odorino
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notte. La fiamma usciva dalla piccola rosa, le incendiava
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in una stanza diversa dalla cucina e tutta buia
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stesso cuscino impastato. ¶ Uscivo dalla finestra, andavo a fumare
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Si sente che fuori dalla finestra comincia a piovigginare
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salutava un po’ insonnolita dalla sua garitta. ¶ Si sentiva
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rumore sulla stradina sepolta dalla neve. Vedevo dal sedile
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alzato nell’assoluto silenzio dalla sua poltroncina. ¶ «Adesso la
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le goccioline più succulente dalla montatura. Ci si abbarbicavano
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sente la porta scollarsi dalla parete, sbatte sempre leggermente
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fronte al caseggiato. Veniva dalla strada il fragore di
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balzare fuori di colpo dalla porta, e a mettersi
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vedeva il buco scavato dalla maniglia dentro la calce
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invitati, prima di uscire dalla finestra opposta, vado con
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di tanto in tanto, dalla gomma.’ ¶ Sto sorvolando Milano
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le braccia. Veniva su dalla strada un leggero boato
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suo lavoro da tempo. Dalla giusta distanza, si capisce
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Misi i piedi giù dalla branda, mi infilai le
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stanza, prima di uscire dalla portafinestra. ¶ Le pareti della
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perché sta correndo?” Veniva dalla parte dell’autostrada il
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Era sempre otturato, spuntavano dalla portella certi oggetti voluminosi
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a guardare la gettoniera dalla scanalatura allargata. “Cosa bisognerà
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le strade... a giudicare dalla forma che ha assunto
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melmina che schizza fuori dalla gola, nel parlare. ¶ “Devo
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colpo, svirgolare. Mi alzavo dalla brandina, la rimodellavo a
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il lampione. Mi allontanavo dalla mia zona, oltrepassavo altre
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di piccole luci. Veniva dalla griglia di qualche citofono
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Potrebbe uscire di corsa dalla cabina, scomparire!”» ¶ Si sentiva
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di tanto in tanto dalla mia parte, sorrideva. “Devo
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Facevo per correre fuori dalla cabina. ¶ «Non si getti
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per le strade...”» ¶ Uscivo dalla cabina dai vetri presi