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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Aldo Palazzeschi, Sorelle Materassi, 1934

concordanze di «dalla»

nautoretestoannoconcordanza
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è costretta a inghiottire dalla mattina alla sera, e
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a lei darsi dattorno dalla mattina alla sera perché
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metà, e assai mangiato dalla ruggine. ¶ La strada maestra
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freno mostrando la bocca dalla freschezza di un fiore
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il cancello bianco mangiato dalla ruggine, sempre aperto a
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quelle del cancello mangiate dalla ruggine. Nel mezzo, su
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anno, la porta-finestra dalla persiana verde, rivelando uno
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pallore e morbidezza prodotti dalla fatica. Oltre che differire
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periodo che le separava dalla partenza. ¶ Carolina gettò il
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si aprisse la porta dalla quale sarebbe apparso il
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argentei che gli uscivano dalla calotta, la faccia rosea
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da quegli essere esiliati dalla vita e pur tanto
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il marito scompariva anche dalla città senza lasciare le
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silenziosa, magra di corpo, dalla faccia sfiorita, vizza, aveva
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che fosse, e che dalla gola scendeva giù giù
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tanto levar la mano dalla corrente, da rendere poi
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una creatura sola? Pendendo dalla bocca l’una dell
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è sua dote, e dalla vegetazione arida, alpestre, crescente
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racconti, si mostrava ossessionata dalla brutalità del maschio; e
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tutte allontanandosi dall’altra, dalla vita vera divenuta oramai
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in conversari tanto lontani dalla realtà nella quale erano
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ossequiarle. Quasi non uscivano dalla viottola nella quale procedevano
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vesti e le scarpe dalla terra, togliendosi di dosso
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le braccia spalancate reduci dalla disagiosa spedizione. ¶ Né accettavano
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spartire, quasi fossero uscite dalla costola di un re
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soccorsi, e se scorgeva dalla viottola una pesca matura
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incantati e lasciandosi annientare dalla confusione e dal rumore
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simili a cadaveri riportati dalla piena o sopra un
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infuori di qualche tenentino dalla linea diritta e agile
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dal genere delle canzoni, dalla grazia di un gesto
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del loro aspetto, data dalla forza su quelle macchine
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quelle, se ne andava dalla stanza sbattendo l’uscio
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l’espansione vengono tiranneggiati dalla difficoltà dello scrivere per
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di carta. ¶ Le sorelle, dalla loro, rispondevano molto succinte
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di non potersi allontanare dalla famiglia e queste dal
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come per dormire. ¶ Annichilite dalla grandezza della morte, dopo
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via che si allontanavano dalla zona del dolore avvertendone
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una carnosità resa pura dalla forma bellissima. Partendo da
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questo fenomeno per ottenere dalla propria fisionomia il massimo
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e distraendo lo sguardo dalla manovra del cestino, si
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sopraffatta una seconda volta dalla tenerezza, lo abbracciò, lo
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scritta in fronte, fino dalla nascita, l’amara sentenza
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gli uomini ricorrono fino dalla giovane età, in segno
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fosse, capace di smuoverlo dalla sua esemplare attitudine, dimostrando
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curve sopra i telai dalla mattina alla sera, perdute
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tutte le parole: preso dalla tavola un paio di
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la volgarità veniva riscattata dalla bontà e dal calore
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quindi ammirare; e assalita dalla tenerezza dei grandi momenti
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nel trattare, anche perché dalla intimità della vita la
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un’inferriata bianca mangiata dalla ruggine. ¶ Il gradimento da
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Né accennava a distaccarsi dalla porticina, e guardando Niobe
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spalle di Niobe, occupatissima dalla mattina alla sera e
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ma la propria compiacenza dalla quale non era facile
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Scese prima una ragazzina dalla faccia rossa e rotonda
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la direttrice, e mangiato dalla ruggine. ¶ Fermandosi ogni due
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caderle lungo la veste dalla quale con la mano
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volontà, si erano esiliate dalla vita volontariamente, e quel
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che si allargavano partendo dalla faccia, investendo e ingoiando
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di acqua che zampilla dalla sorgente: «la storia», ripeté
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per comporre il sorriso, dalla gioia non li poteva
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sbocciato da lui come dalla pianta il fiore, ha
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sopra ogni cosa risaltava dalla sua figura la forza
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il malcontento prodotto intorno dalla presenza del ragazzo, cosa
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già si volevano bene. Dalla prova era nata la
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tirava fuori il pane dalla credenza, andava a riempire
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che un leprotto scappa dalla siepe, e allo stesso
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da tutte le macchine, dalla più bella automobile alla
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verso una scuola industriale dalla quale sarebbe uscito un
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arte magistrale, e servito dalla Tonina che da mela
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accade per coloro che dalla riva ci stanno a
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pronunziati in tal guisa dalla sua bocca divenivano una
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essersene accorto, era lei dalla parte del torto, e
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che entrare e uscire dalla camera in tempo debito
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e pestavano i piedi dalla voglia di rivederlo, dando
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Palle”. Niobe si recava dalla madre di Palle, a
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lui, della sua presenza dalla quale erano prese fino
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la testa severe volgendosi dalla sua parte per mostrare
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la luce che filtrava dalla camera attraverso le gelosie
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frutta. Si sentivano contrariare dalla mancanza di questa seconda
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ventenni la facevano scoppiare dalla felicità, avrebbe fatto ben
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dall’occupazione delle bocche, dalla cucina si apriva un
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e al buio uscivano dalla camera l’una dietro
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il loro cuore sporgendosi dalla ringhiera al fine di
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uno li riconoscevano tutti dalla voce. ¶ «O questo chi
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loro arrivo, si torceva dalla rabbia che venisse tollerata
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gazzarra! È anche proibito dalla legge. E si deve
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di questa specie!”. ¶ Passando dalla grande stanza i giovani
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gola dall’amarezza e dalla solitudine. In casa non
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nell’esercizio tanto che dalla strada i passanti alzavano
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il più sciagurato, diseredato dalla sorte; il più rozzo
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poi con la vanità dalla quale già erano pervase
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esempio o meglio, trasportato dalla corrente, non si ritraeva
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Nemmeno Remo era dominato dalla sensualità, anzi, la dominava
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tutte le altre provengono dalla tumefazione di esso: “je
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nipote di essere passata dalla sua parte. ¶ «Ci riguarda
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sospiro di sollievo dato dalla zia. ¶ «Allora la macchina
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Dove prendi il denaro, dalla russa di Settignano? È
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questo patto tanto lontano dalla loro immaginazione. «Fra mezz
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vi fate aspettare.» ¶ Niobe, dalla porta, colle mani sui
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infinite reticenze e circospezioni, dalla sua custodia in quella
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che non finiva più, dalla porticina del campo venne
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capiva subito, essere iniziato dalla ragazza. Non era possibile
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vi producevano una mischia dalla quale potevano uscire solo
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si è lasciato adescare dalla bellezza, si capisce, si
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si è lasciato trascinare dalla passione, siamo noi che
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scapparle fuori dagli occhi, dalla bocca, da tutta la
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le povere figlie; mentre dalla sua poltrona d’infermo
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preciso momento Remo estrasse dalla tasca un rettangolino di
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vita rude e semplice, dalla quale dipendeva la felicità
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delle zie per liberarsi dalla forza che le avvinceva
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rinchiuse le padrone e dalla quale non giungeva segno
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per combattere l’inquietudine dalla quale si sentiva invadere
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che non finiva mai. Dalla finestra del primo piano
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attimo, trasse la chiave dalla tasca dei pantaloni, deciso
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Materassi”. Fece per prenderla dalla mano della zia, ma
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benissimo, perfettamente.» E assalito dalla fretta di chi debba
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ordinarissima, e tanto lontana dalla sua tutta fretta e
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dopo essere state liberate dalla prigione. ¶ «Alle cinque in
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Zi’ Cà…» Remo chiamò dalla strada scendendo dall’automobile
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acqua fresca perché bruciava dalla sete, mentre Palle, nella
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servile: il padrone bruciava dalla sete e bisognava dargli
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da bere perché bruciava dalla sete, vinse il secondo
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di prendere il bicchiere dalla mano della serva che
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gambe un pochino divaricate. ¶ Dalla stanza muta venne un
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Addio figlioli! Addio gente!» dalla finestra della loro camera
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occhi di Niobe sfavillavano dalla porta, simili a quelli
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ribadiva Carolina. ¶ Anche Niobe dalla porta diceva di sì
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scelto per moglie, o dalla quale s’era lasciato
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cui dita, leggermente discoste dalla cintura, reggevano la sigaretta
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né commosse né sgomente dalla presenza della giovane, ma
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chiesa ancora serrata, e dalla cui porta si partiva
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la porticina dell’orto dalla quale entravano e uscivano
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al cancello bianco mangiato dalla ruggine, rimasto sempre aperto
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quasi si ritraeva spaventata. Dalla porta erano scese, e
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della celebrazione dolcemente compreso dalla santità del rito senza
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indissolubile, lo considerava attratto dalla sua persona, dal suo
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consecutivi entrando o uscendo dalla sala d’ingresso, turchesca
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la cerimonia, all’uscire dalla chiesa la banda di
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contatto con la realtà dalla quale si sentiva estranea
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commozione; prese il libretto dalla tovaglia e lo ripose
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Remo a Palle scendendo dalla macchina, «io salgo in
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Remo prese il cilindro dalla tavola e corse all
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Palle sporgendo mezzo viso dalla porta d’entrata, e
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appoggiatesi al letto ognuna dalla propria parte, sentivano di
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così. Era quasi buio. Dalla finestra, sul tetto della
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facevano non era dettato dalla necessità e, si può
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di quanto doveva uscire dalla bocca della padrona, la
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fronte come quando sopraffatta dalla fatica alzava la testa
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a spillare il vino dalla botte.» ¶ «La motocicletta glie
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anni e non estenuata dalla fatica come loro, sentiva
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cassetti con fragore. ¶ Calmatesi dalla collera, ora che non
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cui parlava Niobe e dalla quale, scorgendola, si erano
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ma si sentivano liberate dalla presenza inquisitrice del testimone
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esatto d’intervenire, giuocando dalla penombra della porta quella
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ad una gemma, e dalla quale si aspettava un
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vai Niobe, vai pure dalla Rosina, dille che glie
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a poco a poco dalla casa di Bucce s
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piccine, staccando i quadri dalla parete e chiedendo spiegazioni