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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Aldo Palazzeschi, Il codice di Perelà, 1911

concordanze di «dalla»

nautoretestoannoconcordanza
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la strada fosse invasa dalla polvere, è un uomo
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E vedevo due creature dalla chioma d’oro, coperte
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o insieme parlavano. Imparai dalla loro bocca quello che
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gli uomini imparano prima dalla madre e poi dai
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La Regina ne impazzirà dalla gioia. ¶ – Due di voi
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È un cavaliere scappato dalla rivoluzione, si vede dall
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del rinascimento. ¶ – È scappato dalla rivoluzione. ¶ – Vi sembrano gli
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sempre più dallo sconforto, dalla disperazione, dallo spavento. Dove
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che avete tolto ora dalla scatola. Benissimo, ottima posa
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spicciolate? ¶ – Non facciamo altro dalla mattina alla sera. Eccovi
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precedenza quello che dirà, dalla prima parola all’ultima
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davanti al fumo. Sapete, dalla finestra della villa quando
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ho visti centomila volte dalla finestra di mia suocera
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fra pochi minuti usciranno dalla loro orbita. Continuo a
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altrettanta devozione. Sono nauseata dalla sua presenza e assai
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del Re. ¶ – Sarai cacciata dalla Corte. ¶ – E con infamia
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assalita dal freddo e dalla paura. Corsi a casa
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legittima. ¶ – Impossibilità di comprendere. Dalla salute di mio marito
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per qualche tempo allontanarmi dalla patria diletta. La mia
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nome, ma solo attratta dalla curiosità, mia madre chiese
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tutti i mariti ottengono dalla propria moglie il giorno
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corpo, come un serpente dalla veste a primavera, lo
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solo dal suo sguardo, dalla sua voce, dalla quale
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sguardo, dalla sua voce, dalla quale attingevo la mia
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pochi centimetri da me, dalla mia guancia, e mi
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pochi centimetri da me, dalla mia guancia, con gli
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poco a poco, uscivo dalla tomba, perché ero morta
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è a pochissimi passi dalla villa. ¶ «Aggirandomi fra i
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scomposta, rigogliosissima. Un adolescente dalla bocca sensuale e prematuramente
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villa a poca distanza dalla mia, e da quella
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schiaccia, mi lasciai vincere dalla paura e ne fui
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la mente si placò dalla paura, dall’insensata paura
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braccia che cadevano abbandonate dalla mia spalla, come la
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dai paesi vicini e dalla città. Ella rimase in
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decorata dal Re e dalla Regina. ¶ – Signor Perelà, è
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vedono due fantasime vagare, dalla gonna infinitamente lunga, si
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neanche per idea, esce dalla medesima. ¶ – E può temere
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amore soccombeva affogando. Partivano dalla sua gola certi ingorghi
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linguaggio non possono capire. ¶ Dalla cima del prato si
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bassa. La porta ferrea dalla chiusura ermetica ha un
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poco a poco come dalla nebbia che si fa
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scalpitare dei cavalli esce dalla Reggia il nuovo Re
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patria dal disordine e dalla vergogna. Vedete, è ai
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clemenza. Un giorno apprese dalla viva voce del suo
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umana, anche se colpita dalla sventura, è sacra. ¶ «Questo
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Non pensarci nemmeno, levatelo dalla testa”. E nelle mutazioni
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verità è che sentono dalla nascita nel loro corpo
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credevano che quelli incalzati dalla paura fossero lontani chi
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decano dei domestici reali, dalla sera avanti era scomparso
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abitava in città e dalla quale si recava nelle
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straordinario, – risponde un altro dalla pancia enorme e con
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vuoto si lascia sfuggire dalla bocca, alitate dolcemente, queste
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crepa – sbuffa il grassone dalla faccia violacea che si
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mezzo. E soprattutto... allontanatelo dalla società, date retta a
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era bene farla uscire dalla viva voce di esso
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se l’era svignata dalla porta del sotterraneo. Ci
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fatta uscire a piedi dalla Reggia, e fu come
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anno, e io muoio dalla voglia di vedere la
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il cuore. Dalle finestre, dalla soglia delle case, nessuno
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buona, un pretesto. Uscendo dalla camera ha scosso le
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che comprende: la Regina, dalla sua grazia. Ella sa
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amore, come il vecchio dalla sua devozione... «Ma allora
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si apre, il gentiluomo dalla testa quadra e gli
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sono rivolti all’accusato. Dalla marea di popolo, in
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ministro della Giustizia seguìto dalla sua corte. Nell’aula
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vedete dove sono, uscite dalla sepoltura, ditemi che non
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le sue cancrene, liberaci dalla tua, almeno, che di
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Un morto... venuto fuori dalla sepoltura. ¶ – Credete si sia
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a farci morire tutti dalla noia. ¶ – Che cosa ne
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alimentato dal fuoco e dalla voce delle sue nutrici
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Perelà udì un giorno dalla voce di voi tutte
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lato simpatico: per andare dalla Reggia a porta Calleio
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tetto la piccola colonna dalla quale sarebbe uscito il
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in bella simmetria, ma dalla metà in poi la
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a coppia, si stacca dalla via maestra per salire
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tutte chiuse quasi che dalla porta dovesse uscire un
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inesauribili lanciatori d’ingiurie, dalla faccia livida e la