Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

meschina sfera del vivere dalla quale per noi è

così, magico, incantato, trasfigurato dalla luce d’argento dei

con aria freddamente scrutatrice dalla sua sedia a rotelle

lo è, a giudicare dalla sua risposta. «Cara fanciulla

separa la sua esperienza dalla mia, il suo sapere

frase non vuole uscirmi dalla mente, anche se non

lo aiutò a passare dalla carrozzina al letto e

tutto ciò che proviene dalla Germania, specie nel campo

la porta per osservarlo dalla soglia. Capiva poco, allora

sorta di violenta magia dalla vista di un mobile

dal passato remoto…), papà dalla poltrona allungava verso la

dita si ritraevano, mentre dalla gola di lei usciva

lei che rumori sente dalla sua stanza? Perdoni se

esempi clinici e citazioni dalla più aggiornata bibliografia scientifica

sconsolato. A sentir lui, dalla Germania giungono notizie sempre

o non propriamente autorizzata dalla lettera dei nostri rapporti

Maestro, o quanti secoli, dalla nostra magica sera nel

che amiamo dal passato, dalla lontananza, da quel «mai

lo vedo ogni giorno dalla mia finestra.» ¶ «D’accordo

vecchie lettere (le conservo dalla prima all’ultima, avvolte

conseguito la laurea) e dalla soglia mi rivolgeva uno

di Johann Strauss, specie dalla grande scena del ballo

poco simpatica e che dalla platea, al loro ingresso

delle cesoie o curvandosi dalla carrozzina per estirpare un

era di nuovo fuori. Dalla soglia fece un cenno

il tempo di riprendersi dalla malinconia della luna di

la testa di scatto dalla rivista che stava sfogliando

Sonja andava e veniva dalla casa all’ospedale, portava

un ombrello per ripararle dalla pioggia o porgerebbe loro

obbedito a Mosè fuggendo dalla schiavitù egiziana? No, Maestro

ancora dissipate del tutto dalla mente del vecchio e

reggeva più in piedi dalla stanchezza, finì col lasciarsi

dagli anni ottanta, soppiantato dalla succursale cittadina di una

ma senza confondersi, separati dalla coscienza come dal filo

gelato di fabbricazione americana dalla quale, quando il commesso

degli eventi, come chi dalla quiete di un rifugio

la forza di riemergere dalla mia fonte, o di

fonte, o di uscire dalla corteccia del mio albero

più riusciti a staccarsi dalla radio e, troppo tesi

da nessuna penna fuorché dalla sua poteva venire una

molto affezionato, a giudicare dalla frequenza con cui il

si lasciò turbare nemmeno dalla vista del cavalletto incrostato

di traslochi, a toglierlo dalla sua spessa cornice dorata

all’angusta costellazione costituita dalla scuola, dalle partite a

con i coetanei e dalla vita famigliare accanto ai

che un’inutile zavorra dalla quale andava pian piano

donato quelle tre bambole dalla chioma folta e lunghissima

che ascolto ogni notte dalla mia stanza, che è

non era più distinguibile dalla torre, né questa da

abbiamo imparato a calarci dalla finestra della camera. Ma

un agile, elegante volume dalla copertina color avorio, su

scendeva a valle trascinato dalla corrente, turbinando su se

e protetta per giunta dalla calotta dell’ombrello. Insomma

forbici ho staccato pazientemente dalla manica la stella gialla

riesumata per l’occasione dalla cappelliera e riportata alla

guarderò dritto negli occhi, dalla mia ultima fila, senza

in pace. Lo disseppellì dalla catasta di mobili e

meglio, ritornò (ti scrivo dalla solita casa, sebbene da

qualche parete mi separavano dalla sala in cui stavi

di rado si distoglievano dalla pagina per rivolgere alla

collega di Kurt, spalleggiato dalla moglie, insiste perché dedichiamo

tutte le proprietà ebraiche, dalla rinomata gioielleria di Rosenberg

scriverti da qui, non dalla camera rosa, dove adesso

una forza esterna, impersonale, dalla quale eravamo tutte guidate

sentinella che ci sorvegliava dalla torre, pronta a far

uscendo con le altre dalla baracca, la caposquadra mi

docce, un’altra, situata dalla parte opposta del campo

mi raccomando, lavati bene.» ¶ Dalla doccia usciva davvero acqua

prodigiosa come quella subita dalla fanciulla vestita di stracci

sorriso. ¶ Poi la donna dalla vestaglia rosa mi condusse

al silenzioso edificio sormontato dalla ciminiera. Portavano ancora gli

la regola inderogabile imposta dalla signora, da un bicchierino

indietro i capelli schiariti dalla tintura, abbasso con un

nella casa della gioia. Dalla cucina, dove udendo il

non era mai uscita dalla casa della gioia, qualcosa

addirittura, consentendole di allontanarsi dalla camera in punta di

madre aveva davvero cancellato dalla propria memoria quelle prime

o forse azzurre, dipende dalla stagione, in queste acque

ormai, era quasi ammutolito dalla magra: bisognava aprire le

soffrire, staccandosi piano piano dalla vita come una nave

ragazzo, di uscire vivo dalla cantina bombardata. Non sempre

la soglia, come se dalla sera prima lui non

del fiume, di là dalla separazione, di là da

Est. Con discrezione, uscì dalla stanza mentre il prete

assistendo a una conferenza dalla sua poltroncina in terza

se solo potessimo guarire dalla nostra miopia. Le antiche