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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «dalla»

nautoretestoannoconcordanza
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gallina e disse – Impariamo dalla Francia con le sue
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padre era stato trasferito dalla sua azienda farmaceutica. La
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andata la mia vita. ¶ Dalla liberazione il mio carattere
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Dio. ¶ Prese il rossetto dalla borsa e se lo
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parte alta era confusa dalla notte. Mi afferrò la
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lasciò un eros diverso. Dalla sera del cinema passai
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goccia vischiosa era uscita dalla mia intimità. ¶ Adolescenza ¶ Per
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una turista americana affascinata dalla erre moscia. ¶ Comunque, durante
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venivano cambiate con frequenza dalla donna delle pulizie. Un
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Prima di dormire uscii dalla mia stanza, Emmanuel guardava
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rifugio non troppo lontano dalla biblioteca. ¶ – Ti sei fidanzato
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di classe, dalle passanti, dalla stessa Lunette. Si avvicinava
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qualcosa di protettivo, dipendeva dalla stazza e dalla voce
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dipendeva dalla stazza e dalla voce roca. Lo chiamai
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con un brindisi offerto dalla casa. Prendemmo tutti un
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e il posacenere traboccante. Dalla cucina ascoltai scorrere l
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con papà ancora provato dalla finale di Wimbledon conclusa
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smesso di sorridere. ¶ Uscii dalla sala operatoria un’ora
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Procedetti con minuzia. Cominciai dalla camera da letto, rovistai
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mi aveva mai lasciato dalla morte di papà: telefonava
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più lungo di astensione dalla mia attività onanistica. Il
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famiglia. Papà ci fissava dalla fotografia scattata sulla Marmolada
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voltai, Lunette mi fissava dalla porta del bagno, si
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e io la toccai dalla schiena fino alle scapole
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la vidi. Piccola, annerita dalla peluria rasa, il monte
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Ridemmo, mentre mamma sbucava dalla cucina in gonna e
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Marsell la stava portando dalla cucina al tavolo: si
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visita, Lunette era stupefatta dalla varietà delle edizioni. Mamma
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un lettore tardivo attraversato dalla febbre per gli indiani
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fragile per noi. Passavo dalla prima persona singolare alla
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Lo chiesi a papà: dalla fotografia sognante della lapide
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abbracciai. ¶ A un mese dalla laurea di Lunette aprii
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in dieci pezzi. Andai dalla mia farfalla che studiava
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stravolto dal sudore e dalla bramosia. Ricordo che Lunette
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Lei guardava Bleecker Street dalla finestra. ¶ Per il resto
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Monsieur Marsell mi guardò dalla fotografia, l’espressione sognante
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qualche bisca. Tirò fuori dalla giacca una banconota da
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Così, a sei settimane dalla mia entrata da Leoni
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era qualcosa che veniva dalla mia Parigi, ma che
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Giorgio metteva Guccini, Lucio Dalla, De Gregori e certe
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di Belleville. Facce scorticate dalla fatica, bocche assetate, occhi
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Assunta che sgasava già dalla Darsena. ¶ Da quando ero
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dell’equilibrio, Fossati e Dalla. Guccini per spronarmi. Frank
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sentii sollievo. Il primo dalla morte di papà. Una
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sulla moquette. Controllai meglio, dalla tasca del Burberry spuntava
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filo di luce, scesi dalla scala e mi avvicinai
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regalo. Frida si alzò dalla poltrona e rimase immobile
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o dalle confidenze, forse dalla teoria di Antoine, magari
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tailleur. O forse dipese dalla solitudine, e dal nostro
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si alzò e uscì dalla stanza. Io non mi
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mi passò le dita dalla fronte al collo, risalì
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incrocio che mi separava dalla mia via, corsi per
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un pranzo e anche dalla possibilità di farla conoscere
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sarebbe partito alle dieci dalla stazione Centrale. Prima di
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morivo. L’aveva preso dalla pila, spolverato, posato lì
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la mano di Frida dalla mia, infastidito, lei rimase
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forte – estrasse il preservativo dalla borsa e mi disse
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arrosto che si insinuava dalla cucina. Giorgio stava sfornellando
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In piscina – confermò. ¶ Scesi dalla Bmw e lo ringraziai
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ci eravamo più visti dalla vigilia di Natale, a
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arrivarono a due settimane dalla mia partenza per Parigi
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parlare per il cambio dalla Sorbona? ¶ Mi fece segno
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avrei chiesto il trasferimento dalla Sorbona. ¶ Anna si bloccò
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letto della mia adolescenza. Dalla porta socchiusa si vedeva
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incorniciata dal tailleur e dalla dedizione per Leoni, mi
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Hopper, la donna investita dalla mattina, – Mi hai fatta
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film: Balla coi lupi. Dalla tasca tolsi la copertina
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che non mi capitava dalla morte di mio padre
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era una donna straordinaria dalla tenacia di papà nel
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parcheggiò sotto casa. Scese dalla Golf e mi aspettò
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dal sole che entrava dalla finestra. Era spirato quasi
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la lingua che affiorava dalla bocca e un orecchio
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riuscì a ribattere, squittiva dalla contentezza, mi avvertì solo
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di quelle spugne grandi, dalla fronte ai piedi, solleviamo
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rassicurai, avevo capito tutto dalla sua telefonata fiacca e
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ambito della sua vita: dalla foga con cui scriveva
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il quattro di spade dalla base della piramide e
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padre, andato in pensione dalla Bayer, decise di trasferirsi
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quattro anni e mezzo dalla notte delle costellazioni si
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dopo esserci incontrati fuori dalla Statale, io e Anna
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la luce. Era tramortita dalla stanchezza, le diedi un
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lì a un mese dalla diagnosi nefasta del dottor
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stesso. A quaranta giorni dalla nascita di mio figlio
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e prese nostro figlio dalla culla. Lo portò tra