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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Mario Sobrero, Pietro e Paolo, 1924

concordanze di «dalla»

nautoretestoannoconcordanza
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il primo turno, adesso. ¶ Dalla soglia Davide ha già
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ragazza che canta accompagnata dalla macchina da cucire, dei
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la màcina, come bestie. ¶ Dalla stanza attigua giungono i
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rincasava stanca, la sera, dalla fabbrica di specchi dove
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notti, di prender sonno. Dalla sua prima residenza di
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Secondo, fulminato in officina dalla corrente elettrica, aveva sofferto
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E quando era uscito dalla carriera, aveva pensato subito
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ordinati e nettissimi. Saliva dalla strada qualche raro suono
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filo d’aria portava dalla collina il fiato della
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prigioniero e che, fuggito dalla prigionia, avesse riparato in
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veramente cancellato per sempre dalla vita e dalla morte
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sempre dalla vita e dalla morte, con la falange
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di nuovo nel silenzio. ¶ Dalla densa radunanza, nella sera
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cappello alla moda. Emergevano dalla calca quanti avevan potuto
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abbasso si levavano continuamente dalla massa immobile, come vortici
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vittoria!” ¶ Sparito il giovine dalla tavola, l’applauso finale
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di uomini si levano dalla folla, che fugge con
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Pietro. ¶ Allora il gigante dalla gamba di legno, che
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insomma, degli individui. Soltanto dalla distruzione poteva rinascere, spontaneamente
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suo carattere forte dominato dalla ragione, non poteva di
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e nello sguardo: ¶ — Ognuno dalla sua parte! ¶ Alla memoria
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le fatiche erano cominciate dalla sua infanzia di contadina
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non cessava di uscire dalla chiavetta guasta. Fra un
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tutta rischiarata in viso dalla contentezza. – Hai anche bell
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Poi disse ancora, trascinata dalla passione che vinceva la
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Suo figlio era tornato dalla guerra con la salute
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arricchire quei pochi e dalla nostra parte rimanga tanta
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gagliardo col volto adombrato dalla tesa di un largo
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incontro in istrada: “Ognuno dalla sua parte!” Riudiva il
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ci scacceranno a pedate! ¶ Dalla via laterale dove la
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si vedeva già avvolto dalla nuova guerra; la sentiva
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anche di salotto, entrava dalla finestra aperta il sole
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padre, sorpreso. ¶ — Volevo andare dalla Ferrati, la mia amica
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pistola. La gioventù provata dalla guerra è convinta che
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sconosciuto. ¶ — Eccolo – disse Paolo dalla soglia. ¶ Clelia, che non
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avventuroso viaggio di ritorno dalla Russia alla nativa terra
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di Caserta. Paolo, mandato dalla madre, era riuscito a
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sorriso. ¶ — Dunque tu vieni dalla Russia, – gli disse. – Hai
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già potuto partire, tu? ¶ — Dalla Russia, veramente, deve sapere
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giovine, fuggito anch’egli dalla prigionia, che si chiamava
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gli disse dolcemente. – Va dalla tua mamma. Anche mio
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ultima volta mentre scendeva dalla trincea, sotto il bombardamento
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tante, creature carnali, dominate dalla passione o dall’istinto
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tentava di cancellare; e dalla confusione sempre più torbida
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giorno, smanioso di evadere dalla prigione della propria vita
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lasciato di nuovo attirare dalla grande città ed era
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arenato, non movendosi più dalla tavola dove giorno e
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animo prodotto, o rivelato, dalla guerra, da questo dispendio
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la sua maschera impassibile dalla vuota occhiaia, e Davide
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a quanti venivano dopo; dalla colonna discendente usciva ad
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aspetto che lo distingueva dalla gente ond’era avvolto
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nessuno vi badava. Portato dalla folla, saliva lentamente, come
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gremita un’agitazione improvvisa dalla quale il giovine fu
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dai loro fiati e dalla loro passione la misteriosa
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sarebbe creata. ¶ — Compagni! – urlava dalla tribuna il piccolo uomo
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ovunque un discorrere concitato. Dalla finestra presso la quale
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era della gente intisichita dalla miseria o logora dagli
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stava un bimbo. ¶ VI. ¶ Dalla sua macchina Margherita non
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si rifugiano sempre, incoraggiati dalla nonna. Ne nascono continue
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condannato. Egli si stacca dalla donna con impeto rabbioso
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nel loro paese tormentato dalla fame, camminavano i bimbi
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vicino e, come preso dalla corrente, si mise a
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dell’arnese. ¶ Di là dalla piazza si agitavano ancora
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raggiunse il viale che dalla città si slanciava, dritto
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fronte màdida, fiaccato improvvisamente dalla fatica e dal digiuno
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distogliesse mai lo sguardo dalla porta. Era quasi sempre
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per lavorare al libro. Dalla finestra entrava il fiato
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altrove, per conto mio.... ¶ Dalla scrivania Davide lo guardò
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Giudicare la lotta sociale dalla cronaca quotidiana è come
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angeli. Guarire il paese dalla peste che gli hanno
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padre, quasi dipendesse soltanto dalla volontà di lui. ¶ Così
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già ricongiunti, senza uscire dalla vita, nel mondo divino
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per la prima volta. Dalla madre ora si recava
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gli era più uscita dalla mente. Aveva accettata di
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Pietro, del quale sapeva dalla madre la strana assenza
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e non sanno liberarsi dalla schiavitù del vino. Questa
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senza interruzione un braccio, dalla manica del quale un
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direttore. Nell’omicciolo rachitico, dalla grossa testa ricciuta e
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barba di tre giorni. Dalla sua capigliatura aggrovigliata gli
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aria calda che entravano dalla finestra, un tetro odor
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di essere portato avanti dalla marea rivoluzionaria. ¶ Quando infine
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Le ha viste Vincenzo dalla torre. ¶ — Ma c’erano
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stato medicato alla peggio dalla moglie del custode con
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in alto. Dalle terrazze, dalla torre alcune voci gagliarde
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i due cavalli. Ma dalla scuderia questa volta era
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poco lontana, non occupata dalla maestranza ch’era d
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bocca. ¶ Quando Maria tornò dalla Camera del lavoro, sotto
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a caso, fossero perquisite dalla custode. Da una porta
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con le membra rotte dalla stanchezza, si era assopito
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che divideva il cortile dalla strada, si moveva una
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parve levarsi un carico dalla spalla. La mente di
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da una certezza come dalla luce abbagliante d’un
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giovani discesi con lui dalla terrazza, aveva cercato, aveva
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avevano seguito là dentro. Dalla lampada della scrivania venne
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pensiero. Nella luce che dalla stanza si spande sul
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giacca invece gli spenzola dalla sedia fino a terra
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di vedermi. – Scostandosi alquanto dalla sua porta, aggiunge a
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resto del mondo e dalla vita. Agli occhi di
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Attraverso il cortile giunse dalla strada un rombo di
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grossi motori, appena attenuato dalla distanza, un lento fragore
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Dovini è stata invasa dalla forza: pare che vi
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una carta di riconoscimento: – Dalla Fonderia di caratteri mi
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attacco di malaria; poi dalla propria camera udì un
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era suo figlio, tormentato dalla febbre e certamente triste
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di tristezza e oppresso dalla solitudine? Perchè non trovava
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sopraggiungevano ancora. Erano sbiancate dalla veglia, dalla frescura mattutina
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Erano sbiancate dalla veglia, dalla frescura mattutina; più pallida
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arresti, le perquisizioni eseguite dalla polizia nei quartieri popolari
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senza asciugarsi le lacrime. ¶ Dalla Camera del lavoro la
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Dopo di essersi accertato, dalla finestra, che all’uscita
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lacrime: – L’ho veduto dalla finestra! Passa sempre. Perchè
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e ricondurla nella vita. ¶ — Dalla guerra, mia cara Clelia
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crucciato che ostile. Anche dalla madre andava adesso raramente
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com’era e lontano dalla realtà in atto, lo
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ora gli affari, dominato dalla passione politica. Il padre
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più giorni, Davide apprese dalla sua confidente abituale ch
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troppo sovente di smoverlo dalla sua decisione, per timore
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oscuro. Dopo la fuga dalla fabbrica nell’ultima giornata
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che un giorno, scongiurato dalla donna di dargli dei
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ebbe il primo saluto dalla madre del fochista, la
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rompo il cerchio, esco dalla mia classe. Voglio essere
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l’anima ancora trascinata dalla bufera. ¶ Dopo una lunga
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ch’ella era uccisa dalla verità con la quale
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casa, vagheggiava di ottenere dalla cognata un imprestito, per
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esistere, le nuvole indorate dalla luce del mattino, i
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iniquo. Appena, nel tornare dalla campagna, vedeva distendersi nella
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s’ingegnava di scuoterlo dalla sua inerzia, forzando la
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donna non era tranquilla. Dalla fabbrica tornava sempre con
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della donna era avvivata dalla dolce stagione; nell’aprile
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sangue che le usciva dalla bocca, Maria si abbattè
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la capigliatura rossa sfuggente dalla berretta nera messa di
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pure stava per uscire dalla vita e che avrebbe
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stato ferito al tallone dalla scheggia di una bomba
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disse poi la vecchia dalla soglia. ¶ Stando a sedere
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demagoghi! ¶ — Anzi, è posto dalla vita stessa, ogni giorno
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vasta ma rischiarata malamente dalla luce che scendeva in
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ancora una foglia trasportata dalla bufera della guerra, che
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sentiva respinta, più che dalla sua mano, da un
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parola affettuosa, una domanda. Dalla fabbrica ritornava stanchissima: spossata
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motori era stata creata dalla “Vassallo” per lucrare sulle
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làscialo! – disse in fretta. Dalla sua fronte, dagli occhi
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brigate rumorose che tornavano dalla collina, dai sobborghi, di
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costui aveva voluto evadere dalla propria sorte e romper
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bella strada sembrava allontanarsi dalla città per accompagnare il
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posassero sopra la terra. Dalla città assai lontana non
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appena, con oscuri contorni, dalla distesa tutta eguale della
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sulla tavola, nel rientrar dalla fabbrica, il biglietto di
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il suo fragoroso russare. Dalla porta spalancata sul ballatoio
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si diceva Antonia, ripresa dalla paura di cui aveva
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il cortile, di là dalla porta del ballatoio, si
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Non ebbe risposta. Vinta dalla stanchezza la povera creatura
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volere inesorabile che traspariva dalla sua figura magra. Antonia
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il passo, senza che dalla gola serrata le uscisse
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della giacca a riparo dalla frescura che i finestroni
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le cose fossero uscite dalla notte per un prodigio
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figure gli parevano uscire dalla visione di una battaglia
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altra riva, nell’esistenza. ¶ Dalla tavola di marmo la
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pensò al Cristo staccato dalla croce. Poi si disse
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dinnanzi all’uomo deposto dalla croce del suo destino
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labbra sulle fronte diaccia. Dalla porta si volse a