parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «dalle»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
i bossoli caldi espulsi dalle nostre armi volare tutt
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2015
fuochi degli insorti usciti dalle viscere delle case, che
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e le tapparelle strappate dalle esplosioni, intonaci crivellati dai
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di insorti balzati fuori dalle viscere delle case e
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porto. Gli insorti ricacciati dalle barricate, mentre altri gruppi
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atmosfere in fiamme solcate dalle folgori delle conflagrazioni che
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allunga, la catasta avvolta dalle fiamme esplode qua e
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soffrono si riposerà, provenienti dalle esplosioni e dalle resurrezioni
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provenienti dalle esplosioni e dalle resurrezioni cosmiche che ci
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abiti attraversati e squarciati dalle mie scintille che volano
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2015
da una muraglia dissestata dalle continue scosse di questo
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2015
dagli abiti leggeri crivellati dalle scintille, i loro arti
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2015
finestre della villa attraversate dalle mie ombre di fuoco
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2015
resta delle ultime barricate. Dalle loro torrette spuntano busti
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all’indietro senza che dalle loro bocche esca alcun
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dei colpi di mitra, dalle torrette dei carri armati
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altra mano è uscita dalle linee nere dell’armadio
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distesa di altri tetti dalle tegole qua e là
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vetrate fatte a pezzi dalle esplosioni. ¶ “E quello là
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occhi e si staccavano dalle mie ciglia, che si
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2015
luccicanti dei loro caschi dalle visiere abbassate e coi
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sempre più le une dalle altre. ¶ «Togliti pure la
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po’ dissestato e fuori dalle guide. ¶ Io lo guardo
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sul pavimento, che spuntano dalle trombe degli altoparlanti o
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motocicletta, attraverso le stanze dalle mattonelle spaccate che bollivano
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questa vibrazione che sale dalle viscere della sede, nel
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dai loro petti e dalle loro teste che non
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e la fronte crivellate dalle macchie del morbillo, come
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a uscire nel buio, dalle case sventrate dove si
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paura di venire colpiti dalle armi genetiche degli immortali
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nuove armi genetiche sfornate dalle fabbriche che lavorano giorno
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denti che si staccavano dalle gengive, per il vento
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resta dei prati arati dalle bombe dei morti e
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zolle d’asfalto sollevate dalle esplosioni, fermandoci ogni tanto
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di latte che volavano dalle mammelle scoppiate, mentre eravamo
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e dal cielo, irrompendo dalle città con i loro
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Canal Grande è solcato dalle motovedette e dalle navi
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solcato dalle motovedette e dalle navi da guerra degli
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resto del Friuli devastato dalle continue scosse di questo
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nuove armi genetiche sfornate dalle fabbriche che lavorano senza
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e i primi colpiti dalle armi genetiche degli immortali
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isole dell’Oceania investite dalle correnti seminali e dagli
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incendiate i corpi colpiti dalle armi dei morti e
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e milioni di corpi dalle gole modificate e inventate
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di chi viene colpito dalle nuove armi genetiche degli
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città ricamate che affiorano dalle sabbie, dello Yemen, dell
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si combatte in Africa, dalle città arabe del Nord
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lanciati a precipizio giù dalle dune da uomini immortali
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sue orecchie molto staccate dalle tempie appena rasate. ¶ “Quando
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diventando sempre più buia, dalle fessure tra i listelli
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della casa delle monache dalle finestre tutte chiuse e
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2015
veste, le sue mani dalle unghie rosicchiate, la sua
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Ci alziamo in silenzio dalle sedie. Ci incolonniamo verso
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2015
della vecchia costruzione ricoperta dalle impalcature nere, del cortile
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riprendendo a tremare, investiti dalle scosse che salgono dal
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2015
nel seminario buio ricoperto dalle impalcature, con le luci
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file di letti bianchi dalle testiere di alluminio. ¶ Continuiamo
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alle altre che spuntano dalle coperte. ¶ “Ma certo!” mi
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vecchia costruzione buia ricoperta dalle impalcature, dove dormivano prima
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rasata che spunta appena dalle coperte per il freddo
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zucchetto rosso in testa, dalle unghie interminabili che si
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nella vecchia costruzione nascosta dalle impalcature. Sarà uscito passando
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vibrare forte nella chiesina dalle tapparelle abbassate, in quest
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cingolo mi sfugge continuamente dalle dita. ¶ «Preacinge me, Domine
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2015
vedendo in questa chiesina dalle tapparelle abbassate, dove il
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e ricevere l’ostia dalle sue mani? E lui
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questo non voglio riceverla dalle mani del demonio risorto
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2015
voglio ricevere la comunione dalle tue mani! Io sono
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fiato non esce forte dalle nostre bocche e dai
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dai nostri capelli rasati, dalle vesti, dalle lenti dell
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capelli rasati, dalle vesti, dalle lenti dell’uomo con
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in questo seminario coperto dalle impalcature e con le
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staccano ancora di più dalle altre, sembrano non riuscire
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2015
Sento venire dei passi, dalle mie spalle, segno che
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2015
chiesina buia illuminata solo dalle luci delle candele quando
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2015
batuffolo dell’incenso. «Adesso, dalle tue parole, sembra che
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grattacielo sempre più sommerso dalle acque seminali che salivano
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2015
piviale, se lo stacca dalle spalle e dal corpo
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2015
tra questi alberi neri dalle grandi radici affondate dentro
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2015
stacca dalla strada, sollevata dalle macchine che ci passano
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2015
contro uno dei muri, dalle coperte perfettamente ordinate, un
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2015
stiamo mettendo i piedi. Dalle vetrate irrompe una luce
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2015
saturato dall’organo e dalle sue tastiere e delimitato
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2015
Sono i tracimati colpiti dalle nuove armi dei vivi
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2015
svuotando d’aria azionato dalle mie mani. ¶ «Non avere
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2015
che si sentivano venire dalle altre stanze dei fragori
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2015
di soprassalto nel sonno, dalle case spalancate in piena
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2015
continue ondate di immigrazione dalle regioni del Sud dell
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2015
metalmeccaniche e di medicinali dalle alte ciminiere che si
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2015
che usciva di notte dalle torri con una scimmia
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2015
avrà nascosti per salvarli dalle ondate dei rastrellatori che
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2015
ha staccato le mani dalle tastiere. ¶ Anche gli evidenziati
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2015
masse di marmo cavato dalle montagne sottoposte al sisma
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2015
sciolte qua e là dalle lacrime, nascoste dentro una
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2015
solo le ombre proiettate dalle candele contro l’armadio
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2015
lampi di fuoco scaturire dalle canne dei mitra, nel
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mano. Me la stacco dalle dita. La piego una
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il suono metallico provocato dalle sue mani che cambiano
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sue stanze buie invase dalle biglie d’acciaio. ¶ Passo
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2015
mani e braccia avvolte dalle bende insanguinate e allentate
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due allo scalone invaso dalle biglie, e poi alla
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pavimento, come se, separato dalle sue braccia e dal
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2015
un’unica mano formata dalle nostre due mani che
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2015
da tutte le parti dalle scie luccicanti di bava
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2015
corsa terrorizzata per sfuggire dalle mani di mia madre
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2015
a strapparne altre fuori dalle zone più profonde e
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2015
con le sue mani dalle ossa spezzate, in cucina
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2015
camera da pranzo, sporgendosi dalle ante socchiuse, senza neppure
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2015
non viene nessun rumore dalle altre stanze, neanche di
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2015
della poltrona tutta crivellata dalle unghie del gatto, e
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2015
incollate che spuntavano appena dalle coperte, con la sua
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2015
quattro le braccine fuori dalle coperte, le due bocche
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2015
scalone dai gradini invasi dalle biglie piccole e grandi
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2015
sopra i suoi occhi dalle palpebre chiuse. ¶ «È per
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2015
sentivo dalla mia casa dalle finestre ancora chiuse il
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dalla pelle della schiena, dalle mie pieghe di carne
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2015
la sua bocca sdentata, dalle sole gengive. ¶ Mio padre
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2015
allontanarci sempre di più dalle grida, dai colpi. ¶ Adesso
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2015
sente venire da lontano, dalle altre stanze, un leggero
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2015
verso la clinica buia, dalle finestre spente. ¶ Però, a
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2015
visto, vedrò, e intanto dalle sue braccia e dai
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2015
i primi feriti, colpiti dalle armi dei vivi che
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2015
alle loro truppe disorientate dalle ultime serie di esplosioni
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2015
scalone dai gradini invasi dalle biglie luccicanti nel buio
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2015
di legno nero crivellato dalle punte dei compassi e
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2015
bianchi come la camiciola dalle maniche corte. «Come sei
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2015
sbudellate, di un trattore dalle grandi ruote scolpite. ¶ Il
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2015
prima credono siano provocati dalle zolle tettoniche che galleggiano
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2015
terra i pezzi spostati dalle vibrazioni dell’ultimo sisma
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2015
farmi sentire. ¶ Nessuna risposta, dalle viscere del motore. ¶ Un
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2015
attraversato qua e là dalle crepe dell’ultima tracimazione
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2015
di sirene, delle grida, dalle nostre spalle, mi pare
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2015
risposta. ¶ «Hai paura che dalle altre macchine della pattuglia
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2015
le guance ti cascavano dalle parti, come i cani
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2015
belle e morbide mani dalle unghie un po’ rosicchiate
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2015
sotto i tavoli ricoperti dalle pesanti tovaglie che scendono
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queste piccole strade lontane dalle grandi vie pattugliate, da
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2015
tra case e cascine dalle finestre chiuse e scentrate
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2015
bianca come borotalco sollevata dalle ruote delle rare macchine
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2015
che continuavano a staccarsi dalle nuche sempre più nude
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2015
della vecchia costruzione nascosta dalle impalcature e mi vede
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2015
della vecchia costruzione coperta dalle impalcature, appare improvvisamente un
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2015
alla vecchia costruzione coperta dalle impalcature, nel mondo. ¶ «Ma
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2015
in questo seminario nascosto dalle impalcature, in questa chiesina
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2015
e turrita che emerge dalle acque e che si
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2015
enormi distese di ninfee dalle enormi foglie orizzontali sull
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2015
si inabissa, trascinata giù dalle acque seminali che scorrono
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2015
e come per incanto dalle case, dopo avere finito
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2015
da sotto di noi, dalle stradine, sentiremo salire il
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2015
lucidi e neri risucchiati dalle acque seminali che scorrono
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2015
per liberare quelle scarpe dalle punte lucenti che fino
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2015
vivi e poi ricostruita, dalle grandi volte e dai
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2015
e di pesci gatto dalle fameliche bocche nere che
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terribili, spaventose, ma non dalle strade, come adesso che
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2015
del legno si staccava dalle loro groppe pelose. E
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2015
di mattoni che sbalzano dalle porzioni di muro annerito
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2015
mano, dalla testa e dalle spalle, quest’ultimo velo
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2015
nere contro le pareti dalle tappezzerie scure e stracciate
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2015
passi, sconnesse le une dalle altre dal sisma, verso
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2015
tappezzerie che penzolano stracciate dalle pareti, lungo un altro
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2015
divano di cuoio martoriati dalle unghie del gatto, la
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2015
e là, tirandole fuori dalle buste lacerate e stracciate
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2015
poca luce che arriva dalle lampade accese, lontane, e
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2015
divano di cuoio crivellati dalle unghie del gatto e
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2015
Mi stacco il corno dalle labbra. Rimango per un
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2015
sotto le seggiole nere dalle gambe ricurve e negli
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2015
tavolo, rasento i mobili dalle ribaltine spalancate e vuote
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2015
la testa che spuntano dalle coperte, e gli occhi
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2015
dall’artrosi che spuntano dalle coperte. ¶ Faccio qualche passo
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2015
calzasse scarpe o stivali dalle suole di ferro e
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2015
poltrone e divano martoriati dalle unghie del gatto, alla
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2015
con le poltrone maciullate dalle unghie del gatto, la
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2015
da parte a parte dalle traiettorie dei colpi. ¶ «Sono
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2015
bianca che sembra emergere dalle acque. ¶ Non dico niente
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2015
di stanze buie e dalle tappezzerie stracciate che pendono
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2015
solo sporgendomi di scatto dalle finestre e ributtandomi dentro
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2015
inclinazione dei pavimenti provocata dalle continue scosse del sisma
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2015
altre stanze della casa dalle porte aperte, spalancate, scentrate
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2015
gli altri nobili, usciranno dalle loro case che danno
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2015
con le ossicine sfracellate dalle percosse e dai calci
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2015
di sangue secco e dalle unghie spezzate sotto l
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2015
stracciare per tirarli fuori dalle buste già un po
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2015
casa tracimata e disabitata, dalle lacrime sgorgate dai suoi
184
2015
Quando li strappa fuori dalle buste o se li
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2015
afferra, con la mano dalle dita tutte schiacciate, comincia
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2015
con delicatezza le croste dalle labbra, dal volto. «Lascia
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2015
stanze buie rischiarate solo dalle luci seminali che scendono
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2015
luci seminali che scendono dalle volte, muovendo i tuoi
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2015
per riceverle in dono dalle mie mani. Lettere che
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2015
con gli occhi velati dalle lacrime che mi cominciano
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2015
forte, scagliati dall’alto dalle mani bendate di mia
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2015
aperto con la forbice dalle mani bendate di mia
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2015
morti continuano a erompere dalle città sotterranee dei morti
194
2015
il sisma che sale dalle sue remote viscere seminali
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2015
soldati morti che sporgono dalle torrette. ¶ «Voi chi siete
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2015
sterminate di torri e dalle sempre nuove barricate che
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2015
canto, levandosi all’improvviso dalle barricate e dai culmini
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2015
culmini delle torri illuminate dalle luci intensamente nere nel
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2015
braccia si levano ancora dalle barricate e dalle torri
200
2015
ancora dalle barricate e dalle torri con le loro
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2015
dai miei occhi e dalle mie ciglia. ¶ «Vieni con
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2015
sisma che sta salendo dalle più remote viscere delle
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2015
I soldati si alzano dalle panche. Si sgranchiscono le
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2015
di Austerlitz, di Jena, dalle notti negli accampamenti gelati
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2015
notti negli accampamenti gelati, dalle marce di settanta chilometri
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2015
del continente dei vivi, dalle città conquistate, dai campi
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2015
un pastrano militare indistinguibile dalle sue membra o se
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2015
i nostri eserciti formati dalle sterminate plebi dei morti
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2015
al mio passaggio, uscendo dalle porte degli uffici, dei
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2015
violenza dei combattimenti e dalle prime scosse del primo
211
2015
sta cominciando ad affiorare dalle viscere collassate delle città
212
2015
vessilli fradici fatti sventolare dalle torri avvolte dal velo
213
2015
velo torrenziale di pioggia, dalle torrette dei cingolati, dalle
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2015
dalle torrette dei cingolati, dalle fiancate dei camion e
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2015
fiancate dei camion e dalle barricate. Sono già stati
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2015
eserciti in esultanza e dalle grida e dai peana
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2015
scrutando le strade invase dalle colonne in esultanza dei
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2015
mi facevo scaraventare giù dalle scalinate. Quando il mio
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2015
di pioggia nera indistinguibile dalle lacrime. ¶ «E io allora
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2015
intanto corriamo così, incernierati dalle nostre mani che si
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2015
queste barriere di grattacieli dalle cui cime precipitano bagliori
222
2015
nera, nel vento sollevato dalle frustate di questi corpi
223
2015
conteneva, dentro quella cabina dalle pareti arancione che sembrava
224
2015
vendere... comperare e vendere dalle stesse persone alle stesse
225
2015
dai loro fiumi e dalle loro città seminali che
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2015
dita separate le une dalle altre e i suoi
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2015
che si stanno lanciando dalle torri nelle città di
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2015
dispiegate, i rastrellamenti, stanandoli dalle case lesionate dal sisma
229
2015
da parte a parte dalle fenditure del sisma di
230
2015
cristallizzato scaturito a nubi dalle città collassate e dai
231
2015
attraversate da strade lesionate dalle prime crepe del sisma
232
2015
rovi o fatti franare dalle ruote delle moto da
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2015
tutta quella vegetazione tracimata dalle acque primordiali che ricoprivano
234
2015
luce, brilleranno, città turrite dalle stradine di pietra ricoperte
235
2015
lastricati di pietra, incise dalle ruote dei carri e
236
2015
carri e rese lucide dalle valanghe di passi dei
237
2015
dopo, venute e venuti dalle più lontane città e
238
2015
bui e di sale dalle tappezzerie strappate e penzolanti
239
2015
universale di seme scaturito dalle esplosioni sotterranee dei fiumi
240
2015
sue sette figlie colpite dalle frecce di Apollo e
241
2015
o nei grattacieli attraversati dalle crepe di questo sisma
242
2015
frantoio percussivo di corpi, dalle fessure delle donne morte
243
2015
da altri corpi morti, dalle colature che si formano
244
2015
su queste acque fosforescenti, dalle finestre della mia reggia
245
2015
del suo volto investito dalle onde elettromagnetiche della luce
246
2015
lui, lo chiamavo, sporgendomi dalle finestre della mia reggia
247
2015
continente dei vivi e dalle quali si lasciano trasportare
248
2015
interno, che viene prima, dalle miriadi e miriadi di
249
2015
e di schiuma liberato dalle cascate, forse li hanno
250
2015
a questo fiume debordato dalle sue rive per la
251
2015
lungo le sue rive dalle sue esalazioni e dal
252
2015
che escono al buio dalle loro tane e che
253
2015
frecce delle loro teste dalle rive e che si
254
2015
nei suoi effluvi scaturiti dalle caverne buie e profumate
255
2015
tirando fuori la testa dalle schiume, con la sua
256
2015
nera di un elicottero dalle lunghe pale luccicanti nel
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2015
sporge più delle altre dalle acque, in questo clangore
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2015
spuntano appena un po’ dalle acque, anche la cima
259
2015
grande insetto di metallo dalle lunghe pale luccicanti nel
260
2015
stiamo cominciando a scaturire dalle zone più amalgamate della
261
2015
da queste inconcepibili altezze, dalle altezze che ci sono
262
2015
che sale dal profondo, dalle viscere dove è sprofondata
263
2015
di morti in fuga dalle viscere della terra che
264
2015
esterno. ¶ Sto balzando fuori dalle estreme città sventrate, da
265
2015
che salgono dal profondo, dalle più lontane voragini delle
266
2015
sulle barricate, che spuntano dalle finestre e dai varchi
267
2015
da Guadalajara, dalla Normandia, dalle Ardenne, dalle antiche selve
268
2015
dalla Normandia, dalle Ardenne, dalle antiche selve della Germania
269
2015
e da prima ancora, dalle migrazioni che hanno attraversato
270
2015
canati bulgari di Bolgar, dalle trincee di Verdun, da
271
2015
da Cartagine, da Troia, dalle Termopili... Noi siamo quelli
272
2015
nel buio. ¶ “Noi veniamo dalle coste marine flagellate dal
273
2015
stesso a sventolare. “Veniamo dalle prime navi a remi
274
2015
attraversato l’oceano Atlantico, dalle navi negriere salpate dall
275
2015
templi profanati e crollati, dalle rovine di mille altre
276
2015
mille altre città tracimate, dalle miniere di zolfo e
277
2015
miniere di zolfo e dalle montagne di sale della
278
2015
di sale della Sicilia, dalle oscure viscere delle città
279
2015
terre emerse dei vivi, dalle città di fango investite
280
2015
i loro tessuti logorati dalle intemperie e dalle battaglie
281
2015
logorati dalle intemperie e dalle battaglie e dal passaggio
282
2015
dei ribelli che scendevano dalle montagne magri come lupi
283
2015
parte, nel buio, forse dalle barricate e dalle torri
284
2015
forse dalle barricate e dalle torri in mano ai
285
2015
risalendo come uno tsunami dalle viscere delle città sotterranee
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vita dentro la morte, dalle viscere della terra, degli
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della terra, degli oceani, dalle zone più alte del
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già trangugiati nel buio dalle lingue dei cani o
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nel buio, precipitati giù dalle rupi, dai tetti, dalle
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dalle rupi, dai tetti, dalle finestre, colpiti alla testa
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forte, sempre più forte, dalle nostre spalle. Non si
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che salgono all’improvviso dalle viscere della terra quando
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città dei morti investite dalle sempre nuove ondate sismiche
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nera, dalla palma e dalle unghie più chiare, i
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non entrava più luce dalle finestre, eppure quei passi
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sagome di macchine spostate dalle loro sedi e gettate
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stretti e bui attraversati dalle sagome delle macchine gettate
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sale come un proiettile dalle viscere della terra e
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di lamiera balzata fuori dalle viscere della terra dei
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vie che portano fuori dalle città, delle tangenziali, delle
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allontana e ci stacca dalle persone morte e dai
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quei fiori freschi disposti dalle tue mani sopra l
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mani sopra l’altare, dalle corolle dure, come di
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dei miei piedi nudi dalle unghie più chiare che
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sentissero le mie urla dalle camerate in penombra, continuando
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più che poteva, fin dalle prime volte, quando era
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quando ti ha preso dalle mani quel foglio e
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le chiedo. ¶ «Stanno fuggendo dalle città che crollano dopo
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che fuggono all’impazzata dalle città che crollano e
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toccato il corporale inamidato dalle mie stesse mani, dopo
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dei morti in fuga dalle città terremotate e crollate
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ricollocare, fuoriuscite di liquido dalle cellule economiche morte, enzimi
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che proviene dal basso, dalle voragini delle strade ma
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delle strade ma anche dalle zone più alte degli
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sembra salire da lì, dalle viscere di queste città
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luce nera che sale dalle viscere della terra. ¶ E
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tonfi soffici che sale dalle viscere sotterranee delle città
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che sale sempre più dalle viscere della terra, il
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questo sisma che sale dalle profondità infinitamente lontane di
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i rumori che escono dalle carni morte portate al
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e le teste sormontate dalle matasse dei loro profumati
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concentrazione inimmaginabile, che scaturiscono dalle caverne sterminate dei corpi
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caverne sterminate dei corpi, dalle loro viscere e dalle
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dalle loro viscere e dalle loro fessure genitali morte
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da infinitamente lontano, salgono dalle immense città che ardono
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queste voci che salgono dalle città nere palpitanti di
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da qui in basso, dalle sempre nuove città che
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maschile morto che cola dalle loro aperture in corsa
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questo clangore che sale dalle viscere della terra e
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luce nera che esce dalle loro enormi finestre spalancate
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la sua bella testa dalle labbra e dagli occhi
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pare. Si sente venire dalle sue immense finestre spalancate
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i suoi piedi nudi dalle piccole unghie dipinte camminare
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contro i miei occhi dalle palpebre chiuse. «Non avere
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tutto questo buio illuminato dalle esplosioni nere dei lampadari
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dai vivi, guardano fuori dalle finestre delle loro stanze
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delle scolature che escono dalle cellule massacrate, i corpi
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il mondo è attraversato dalle carovane dei morti. ¶ Viene
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la linea dell’orizzonte, dalle vetture tutte piene di
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tabelloni elettronici degli orari dalle tessere che ruotano senza
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si sono già alzati dalle loro poltrone, si allineano
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il travaso di liquidi dalle strutture delle cellule divorate
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con le sue mani dalle nocche leggermente in rilievo
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altre teste che sporgono dalle finestre, spenzolate sugli spazi
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di morti che spuntano dalle distese dei grattacieli illuminati
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fessura sotto la porta, dalle linee degli stipiti, dalle
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dalle linee degli stipiti, dalle sconnessioni delle pareti o
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lastre infilate e sfilate dalle loro viscere, dei carrelli
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dove stavo seduto, nascosto dalle foglie degli ippocastani crivellate
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di assestamento che scuotono dalle fondamenta le città dei
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postale comincia a tracimare dalle prime zone di fronteggiamento
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enormi spinte contrapposte escono dalle loro sedi, mi arriva
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e che stanno scuotendo dalle fondamenta le città dei
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seggiole rovesciate, il pavimento dalle mattonelle spaccate. ¶ «Siediti qui
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un tenue bagliore proveniente dalle bende che serravano il
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la mia mandibola imprigionata dalle bende. «Se lui non
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per aiutarmi a liberarlo dalle bende in cui era
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toccandola con le dita dalle ossa pestate. Me la
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vedeva niente, però capivo, dalle poche case isolate che
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tanto dal buio e dalle altre irriconoscibili cose balenanti
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sua voce era bloccata dalle lacrime che stavano salendo
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il grattacielo è lesionato dalle crepe del terremoto! Se
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che si accalcano fuori dalle porte scentrate delle discoteche
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delle macchine incagliate e dalle portiere chiuse, un rumore
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spenzolate nel vuoto, manipolate dalle lunghe dita dipinte di
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Alcuni sono balzati fuori dalle porticine lesionate dei grattacieli
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filo con le strade, dalle vetrate dei ristoranti, senza
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ancora sono balzati fuori dalle discoteche da cui viene
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da parte a parte dalle crepe, nei grandi stadi
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le persone le une dalle altre nella morte che
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sporgendo le teste fuori dalle pareti di vetro dei
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nostre teste morte fuori dalle brecce delle pareti di
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salire improvvisamente dal basso, dalle strade, mentre pensavamo di
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tutti i loro corpi dalle crepe dei grattacieli di
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dei grattacieli di vetro dalle pareti infrante dal terremoto
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bolle dei nostri computer dalle luci nere che palpitano
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lungo queste strade dissestate dalle continue scosse sismiche che
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queste enormi piazze spaccate dalle crepe aperte dal terremoto
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base dei grattacieli e dalle vetrine illuminate e accecate
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quelle feroci belve umane dalle mascelle protuberanti? Quali orrori
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da parte a parte dalle crepe, per precipitarmi giù
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stata lesionata anche quella dalle ultime scosse di terremoto
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da ciò che emanava dalle loro voci e dai
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e strappa le une dalle altre anche le persone
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attraverso i territori abitati dalle tribù animiste dei Malinké
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Antartide, nelle estreme estancias dalle porte delimitate da vertebre
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nere messe in movimento dalle groppe lucide di mille
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sono presi d’assalto, dalle truppe, dai civili, sono
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questa poca erba carbonizzata dalle esplosioni, cavalli senza sella
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che fischieranno, quando partivano dalle stazioni dalle tettoie nere
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quando partivano dalle stazioni dalle tettoie nere, ansimando, oppure
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cancellava, e si levavano dalle loro masse lanciate quelle
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dal muso slittato e dalle ruote fuori asse che
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di sfollati che debordavano dalle porte spalancate e assalite
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fumaiolo e poi trasportate dalle nuvole nere di fumo
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in quella stanza buia dalle finestre sbarrate, in quella
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suo volto erano bagnati dalle mie lacrime che sgorgavano
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nostro abbraccio, scivolando piano dalle spire dei nostri corpi
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nelle case abbandonate e dalle porte sfondate, ho bevuto
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sono riuscita a sganciarmi dalle zone presidiate dagli immortali
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un po’ deragliata e dalle lastre dei gradini divelti
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lastre dei gradini divelti dalle esplosioni. Avrà raspato negli
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crivellate, dai tetti franati, dalle finestre esplose. ¶ Anche il
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della sua bella mano dalle dita tagliate... E certe
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attraverso questo cielo sconvolto dalle bombe genetiche degli immortali
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è dall’altra parte, dalle pareti gonfie e piene
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leggeri abiti estivi crivellati dalle scintille... ¶ Mi giro di
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stata sollevata nell’aria dalle esplosioni. ¶ Attraverso il cortile
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stati sradicati e capovolti dalle esplosioni. ¶ Ci sono altre
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con i suoi occhi dalle lunghe ciglia abbassate e
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sue dita li liberano dalle asole. ¶ Ecco, adesso la
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la stanno togliendo sfilandomela dalle spalle e dalle braccia
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sfilandomela dalle spalle e dalle braccia. ¶ La mette sul
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il mio corpo denudato dalle sue mani in questa
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stiro negli armadi sfondati dalle bombe, una presa della
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divanetto e le poltrone dalle imbottiture sfondate da calcinacci
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tua voce che usciva dalle profondità buie del tuo
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le sue mani calde dalle dita leggere e dalle
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dalle dita leggere e dalle morbide unghie mi stanno
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alito caldo che scaturisce dalle sue cavità segrete in
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armadi della villa sfondati dalle bombe e che poi
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che restava della stanza dalle pareti e dal tetto
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il suo sangue profumato dalle mani, dalla bocca e
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via il sangue profumato dalle mani, dalla bocca e
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venire intercettati e colpiti dalle nuove armi degli immortali
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Si staccava la sigaretta dalle labbra, mi guardava per
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mi sono fatto incantare dalle liturgie scarlatte dell’idolo
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gli uomini resi schiavi dalle ideologie e dalle visioni
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schiavi dalle ideologie e dalle visioni batteriche della vita
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o i corridoi bui dalle scansie rovesciate di qualche
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con fatica la bocca dalle labbra sfondate. ¶ Rimango attonito
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carcassa del suo corpo dalle ossa spaccate. ¶ Non vedo
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all’altro nella miseria dalle ondate speculative che passavano
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degli Stati Uniti, provenienti dalle metropoli messicane e sudamericane
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mendicanti, di zingari venuti dalle antiche migrazioni di popoli
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previsto, che avevano espunto dalle loro analisi del futuro
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loro analisi del futuro, dalle loro magnifiche sorti progressive
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delle loro profezie e dalle loro dottrinarie utopie, e
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e le dottrine e dalle loro rivoluzioni e dalle
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dalle loro rivoluzioni e dalle loro resurrezioni dentro la
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buttando fuori i mobili dalle finestre, i materassi, su
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che si protendevano fuori dalle finestre buie spenzolate sopra
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neve seminale che saliva dalle viscere delle città inabissate
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dai suoi fiumi e dalle sue regge e dalle
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dalle sue regge e dalle sue città seminali e
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da parte a parte dalle crepe, scorgendo per un
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specchi neri, buttandomi fuori dalle finestre nel momento stesso
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sul suo volto rischiarato dalle lucine che salgono dal
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forse quello che veniva dalle fonderie della Germania era
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saliva dai fiumi e dalle città inabissate e dagli
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poi in una casa dalle porte tutte spalancate e
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porte tutte spalancate e dalle luci accese a perdita
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tutto il gruppo giù dalle scale, e poi ancora
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di neve seminale staccate dalle nostre scarpe e dalle
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dalle nostre scarpe e dalle nostre ciglia, di fronte
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oscillano, le mattonelle escono dalle loro sedi, si spaccano
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correre forte, sta uscendo dalle vie illuminate a perdita
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avvolta nella carta stagnola dalle grinfie degli incernieratori, quella
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le persone fuggono rigenetizzate dalle case in fiamme e
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dal golfo mistico e dalle gole e dalle bocche
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e dalle gole e dalle bocche dei cantanti immortali
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buie e spente o dalle poche finestre accese qua
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colpiti dai missili lanciati dalle rampe degli immortali. Ci
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negli improvvisi imbuti aperti dalle sortite, lungo corso Lodi
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dal cielo, dallo spazio, dalle grandi portaerei ferme a
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nord del pianeta, partite dalle viscere del piccolo continente
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dai loro genocidi e dalle loro tracimazioni, la Russia
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le loro voci scaturire dalle loro teste tracimate nel
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disegnate, dipinte e scolpite dalle loro mani nella vita
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da se stesse e dalle tele, dai muri affrescati
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in fondo al corso dalle case e dai palazzi
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poche tubature non divelte dalle esplosioni. ¶ Tutta Milano è
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in là sono percorse dalle pattuglie degli immortali ma
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mobili, infissi scagliati lontano dalle esplosioni, mentre molti, da
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dall’alto delle case, dalle finestre, dalle terrazze, dai
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delle case, dalle finestre, dalle terrazze, dai tetti, donne
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insorti venuti da fuori, dalle campagne, espugnavano Porta Comasina
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quelle traiettorie che partono dalle rampe e dagli aerei
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state bombardare e incendiate dalle armi degli immortali e
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e uomini fuggono fuori dalle vetture abbattute, piegate in
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scalo Farini sono percorsi dalle orde in esultanza degli
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dai tracimati che erompono dalle periferie lontane, da Sesto
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e assalito di continuo dalle unità di guerriglia dei
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urli delle donne stuprate dalle sue truppe lasciate libere
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e che si chiamavano dalle viscere della città di
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fin dall’inizio, fin dalle prime righe, che non
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filo nero che sgorgava dalle mie dita e dalla
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non saprò. Subito, fin dalle prime pagine e dalle
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dalle prime pagine e dalle prime righe degli Esordi
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spaccata in due fin dalle prime righe, la transustanziazione
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parola, subito, così, fin dalle prime righe, mentre mi
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correre all’improvviso giù dalle scale con il mio
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rischiarato dai bagliori e dalle fiamme del mondo che
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delle scolature che escono dalle cellule massacrate... Adesso è
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corpo di cadermi giù dalle spalle. ¶ Il cortile non
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il mio corpo giù dalle mie spalle. ¶ Mi butto
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fino all’incrocio arato dalle bombe, dal sisma. ¶ Sono
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vita e morte e dalle esplosioni.» ¶ Non si sente
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per non venire investito dalle lingue di fuoco che
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aria trasfigurati dal fuoco, dalle schegge delle case scagliate