Vittorio Alfieri, Saul, 1784

pur troppo, ¶ a ricovrar de´ suoi nemici in seno

migliore. Oggi, nel sangue ¶ de´ Filistei, porpora nuova io

che per tutto Israèl de´ spandersi oggi, ¶ dal ciel

sta su la faccia de´ miei figli? ¶ Chi, chi

forza, ¶ l´alto terror de´ Filistei ti chieggo. ¶ Nell

gloria? dove, ¶ dov´è de´ miei nemici estinti il

Intanto, scelti ¶ più prodi de´ nostri, il duro poggio

che giova, ¶ s´ei de´ soldati il cor non

astuta ira crudel tremenda ¶ de´ sacerdoti. Ad oltraggiarmi, il

Ben questo è grido de´ miei tempi antichi, ¶ che

mai: vendetta è questa ¶ de´ sacerdoti. Egli è stromento

è degno: ¶ e condottier de´ figli suoi lo appella

flagellar della ferrata zampa ¶ de´ focosi destrieri: urli, nitrìti

fantastico altero gregge sei ¶ de´ veggenti di Rama? ¶ Achimelech

umano, il più giusto ¶ de´ figli d´Israèl? Non

nulla già. — ¶ Saul ¶ Profeta ¶ de´ danni miei, tu pur

danni miei, tu pur de´ tuoi nol fosti. ¶ Visto

il puro ¶ astro esser de´ mio testimon di guerra

anch´io non pochi de´ nimici in campo, ¶ al

l´estremo è questo ¶ de´ miei comandi. Or la