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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «de»

nautoretestoannoconcordanza
1
1620
e risoluta alla elezione de' partiti migliori. ¶ Né disgiunto
2
1620
chioma della dorata corona de' raggi, non perciò disprezza
3
1620
ascoltare le semplici canzonette de' rozi contadini. ¶ Tanto più
4
1620
vostra. ¶ L'invidia poi de' vostri detrattori non sente
5
1620
il Nunzio Apostolico, gloria de' Prelati, il Signor di
6
1620
Signor di Bettune, norma de' Cavalieri, et Monsignor Rucellai
7
1620
gloria et direi difensore de' suoi scritti, se non
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1620
mi vengono da due de' più cari amici ch
9
1620
gran lunga la capacità de' meriti miei, questo mi
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1620
che non mi turbo de' cicalecci di mille balordi
11
1620
proposizioni con le sentenze de' miei versi, per centomila
12
1620
di tutto il resto de' goffi. ¶ Mi basta ch
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1620
patrocinio le velenose zanne de' cagnacci arrabbiati. ¶ Il meglio
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1620
non solo nella forma de' Panegirici in sesta rima
15
1620
ma ne' concetti particolari de' lor Canzonieri, e non
16
1620
non solo in quelli de' Canzonieri, ma in quelli
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1620
può negare che costoro de' quali io parlo, se
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1620
appena spoppati dal latte de' primi elementi vorrebbono subito
19
1620
che que' medesimi componimenti de quali essi mi appellano
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1620
a seguir le vestigia de' maestri più celebri che
21
1620
Inferno e 'l consiglio de' Demoni, dell'uno et
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1620
si cava dalla lezzione de' libri. ¶ Così fanno tutti
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1620
antiche et le reliquie de' marmi distrutti, poste in
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1620
poi alla caterva dozinale de' pedanti muffi, de' critici
25
1620
dozinale de' pedanti muffi, de' critici falliti et degli
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1620
Orazio, quantunque fusse giudice de' poemi molto severo, sapendo
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1620
il medesimo nel primo de' Sermoni, al decimo [verso
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1620
decimo libro, al capitolo De imitatione? ¶ In magnis quoque
29
1620
più. ¶ Il continovo corso de' miei vari et fortunevoli
30
1620
mio. ¶ Né il vulgo de' poeti correnti dovrebbe con
31
1620
nome, poiché a sostentamento de' seguaci d'Apollo si
32
1620
fosse bisogno al passar de' fossati armar le gambe
33
1620
Adone et la Strage de' fanciulli innocenti. ¶ Ma quando
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1620
farà ridere il mondo. ¶ De' due miei poemi maggiori
35
1620
momento, ¶ lasciando al suol de' catenati fiori ¶ la testura
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1620
bella Cirene inclito figlio, ¶ de' pastori inesperti util maestro
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1620
piante d'Esperia ¶ e de' rami di Cuma, ¶ d
38
1620
bionde trecce ¶ (amorosi trofei de' tronchi indegni) ¶ lacerate e
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1620
pareggia ¶ ne la serie de' tuoni; ¶ indi con essa
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1620
Stava l'empia famiglia ¶ de' dolorosi spirti ¶ stupida intorno
41
1620
intanto ¶ per le classi de' tasti, ¶ e per mezo
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1620
per mezo gli spazî de' registri ¶ scherzando ad ora
43
1620
ragion non toglie, ¶ né de' versi, che forma, i
44
1620
e gli altri duo de' falli ¶ conoscitori orrendi ¶ obliaro
45
1620
veloce, ¶ goderesti la mercede ¶ de' tuoi carmi. ¶ Non sperar
46
1620
vero, ¶ ch'avend'io de' begli occhi il sol
47
1620
schegge, e le ruine ¶ de' rotti sassi e de
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1620
de' rotti sassi e de' macigni infranti ¶ mille centauri
49
1620
e dele ghiande ¶ (cibo de' primi eroi) madre ferace
50
1620
e funeral cipresso, ¶ piramide de' boschi, arbor gigante, ¶ emulator
51
1620
a fornir le destre ¶ de' feroci guerrier d'aste
52
1620
l'invitta palma, ¶ premio de' vincitori, onor d'Idume
53
1620
Il nodoso castagno ¶ disserrò de' suoi ricci aspri e
54
1620
irsute barbe, e fuor de' gusci a piedi ¶ gli
55
1620
pianger volesse ¶ per pietà de' suoi casi, ¶ dale foglie
56
1620
gelso, che del sangue ¶ de' duo miseri amanti era
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1620
l'orecchie. ¶ La simia, de' nostr'atti ¶ scherzosa imitatrice
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1620
da l'odorifere contrade ¶ de l'ultim'Euro, ne
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1620
cara. ¶ Giovinetto cortese, ¶ e de' parenti e dela patria
60
1620
e cura. ¶ Altri giamai de' boschi e dela caccia
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1620
cento ¶ il gran Dio de' pastor stupido il vide
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1620
Dea crucciosa ¶ mi fe' de' propri cani e preda
63
1620
pelle ¶ errarono delusi. ¶ Scusa de' semplicetti ¶ l'involontario fallo
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1620
par ch'ivi Natura, ¶ de' cittadini intagli ¶ imitando i
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1620
indistinti. ¶ Intanto dela turba ¶ de' sergenti e de' cani
66
1620
turba ¶ de' sergenti e de' cani, ¶ che riposano al
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1620
quasi sparito ¶ dala vista de' cani e dele genti
68
1620
a posarsi, ¶ al rimbombo de' corni, ¶ de' cacciator, de
69
1620
al rimbombo de' corni, ¶ de' cacciator, de' cani e
70
1620
de' corni, ¶ de' cacciator, de' cani e de' destrieri
71
1620
cacciator, de' cani e de' destrieri, ¶ che tutta risentir
72
1620
insana ¶ arrotan contro me de' morsi ingordi ¶ l'armi
73
1620
Ecco intanto il drappello ¶ de' Cavalier ministri, ¶ che, perché
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1620
sotto il perfido dente ¶ de' domestici cani ¶ condannato a
75
1620
di lui ¶ nel ventre de' suoi cani ebbe sepolcro
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1620
fusse il pampinoso impaccio ¶ de' racemi intrecciati e dele
77
1620
né più col suono ¶ de' cavi bronzi ¶ interrompete ¶ l
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1620
forse, ¶ che, come amica ¶ de' salsi umori, ¶ lungo il
79
1620
ch'uscita è fuori ¶ de' suoi cristalli? ¶ Ma quando
80
1620
dolce oblio ¶ al mormorio ¶ de' pianti miei. ¶ Tacete, o
81
1620
e ricerca ¶ il predator de' suoi scherniti amori. ¶ Non
82
1620
Pur ch'io goda de' tuoi ¶ il desiato raggio
83
1620
che l'arrancata voga ¶ de' ben spediti remi ¶ è
84
1620
diletto. ¶ Et ecco allor de' Satiri la turba ¶ con
85
1620
questo canto Libero onorando ¶ de l'Orgie sacre celebran
86
1620
d'altre faville, e de' passati ardori ¶ la memoria
87
1620
e feconda, ¶ figliando van de' coloriti parti ¶ gli odorati
88
1620
uso, ¶ del gran re de' Fenici era la figlia
89
1620
allettavano aprova ¶ l'odor de' fiori e 'l mormorio
90
1620
ridea ¶ tutto il popol de' fiori, ¶ e sì come
91
1620
arabi incensi ¶ le fean de' propri odor votive offerte
92
1620
di brine, ¶ al lampo de' begli occhi ¶ più pomposo
93
1620
del bianco seno e de' cerulei lumi ¶ il candido
94
1620
di Primavera, ¶ la porpora de' prati, ¶ la fenice de
95
1620
de' prati, ¶ la fenice de' fiori, ove la rosa
96
1620
del verde cespo assisa, ¶ de' fior lo scettro in
97
1620
vicina, ¶ videla Amor, Amor de' sommi Dei ¶ unico domator
98
1620
e par che quasi, de' begli occhi fatto ¶ idolatra
99
1620
gli offerti fiori ¶ che de' suoi tanti altari ¶ le
100
1620
carro suo l'un de' giovenchi, ¶ non contenta del
101
1620
fu ministro e mezo ¶ de' divini diletti, in ciel
102
1620
quanto perch'egli solo ¶ de' tre fratelli universali, a
103
1620
a cui ¶ distribuito è de' tre mondi il regno
104
1620
così gli arcani interni ¶ de' più chiusi pensier convien
105
1620
e gli obliqui meati ¶ de' macigni forati, ¶ mentre libertà
106
1620
con l'impeto insano ¶ de' ruinosi soffi ¶ fa scoppiar
107
1620
Vertunno dele selve e de' giardini ¶ cultor famoso e
108
1620
bocca ¶ punica buccia e de' purpurei grani ¶ scopre le
109
1620
nutrica ¶ fecondissimo padre; ¶ benigno de' tesori, ¶ che dal prodigo
110
1620
fu dato ¶ a fin de' tuoi desiri, ¶ e dopo
111
1620
un quadro. ¶ Ciascun quadro de' quattro ¶ sacro ad una
112
1620
prodigio ¶ di futuri imenei, ¶ de' suoi casi ignorante e
113
1620
i pastini ben culti ¶ de' frondosi boschetti ¶ di mirar
114
1620
ossa ¶ dal grave piè de' corridori oscuri, ¶ tenta il
115
1620
l sostenta e folce, ¶ de' tartarei destrieri apena uditi
116
1620
riguardo al zio. ¶ – O de l'afflitto e tribulato
117
1620
temerario signor (Pallade disse) ¶ de' tre germani il più
118
1620
mover si sente, e de' suoi primi amori ¶ comincia
119
1620
oltraggi ¶ ai dolcissimi raggi de' begli occhi. ¶ Lascia pensier
120
1620
Furie, o mostri, ¶ o de' penosi chiostri alme inquiete
121
1620
veleno e del fiele de' serpenti, ¶ umili e reverenti
122
1620
misti ¶ con la turba de' tristi e de' mendici
123
1620
turba de' tristi e de' mendici ¶ tra poveri infelici
124
1620
e contro l'uso ¶ de l'implacabil sua fiera
125
1620
e quindi la plebe ¶ de' cornuti ministri. ¶ Altri i
126
1620
rose colte ¶ nel giardin de' beati ¶ le piume infiora
127
1620
si trastulla ¶ il paese de' morti. ¶ Rompon del'aria
128
1620
scorse, ¶ e come moderando ¶ de' draghi alati e mansueti
129
1620
Valli, montagne e piagge, ¶ de' miei lunghi lamenti ascoltatrici
130
1620
a un raggio sol de' tuoi begli occhi ¶ il
131
1620
infelice, ¶ godrò l'ombra de' tuoi rami. ¶ Del tuo
132
1620
ognor co' vivi fiumi ¶ de' miei lumi ¶ irrigarla ti
133
1620
e 'ntempestivi baci. ¶ Indi de' sacri et onorati fregi
134
1620
istoria dolorosa e trista ¶ de' suoi lugubri e sventurati
135
1620
la giovane, ¶ ch'aborrì de' pastor sempre il commercio
136
1620
et inclito, ¶ c'ho de' pastor l'imperio. ¶ Dio
137
1620
che le bellezze amabili ¶ de' dilicati giovani. ¶ Tal qual
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1620
segni e i caratteri ¶ de' miei baci indelebili. ¶ Parlar
139
1620
con tutta la progenie ¶ de' germi vegetabili, ¶ che 'nsu
140
1620
per le selve italiche ¶ de' toscani pastor l'appella
141
1620
scala armonica ¶ l'un de l'altro maggior saglion
142
1620
giubilo, ¶ siate (pregovi) ¶ testimonii ¶ de l'essequie ¶ ch'oggi
143
1620
narra il fiero caso ¶ de' duo malnati, in cui
144
1620
dove mancava ¶ la grandezza de' corpi, ¶ supplivano de' cori
145
1620
grandezza de' corpi, ¶ supplivano de' cori ¶ le piaghe smisurate
146
1620
bagni materni ¶ l'acque de' propri pianti. ¶ Erano apena
147
1620
chiedere aita ¶ ale pene de l'alma. ¶ Tra quella
148
1620
Ridean, contenti e lieti ¶ de' fanciulleschi amori ¶ i vecchi
149
1620
e 'l martire, ¶ che de' begli occhi il raggio
150
1620
s'incontraro i desiri ¶ de' duo, ne le cui
151
1620
picciola parte e breve ¶ de' sentimenti miei ¶ distinguer non
152
1620
dianzi mi vidi ¶ privo de' tuoi begli occhi, ¶ e
153
1620
ami, ¶ che ogni stilla de' rivi, ¶ che spargono i
154
1620
era al libero corso ¶ de' lor desir focosi ¶ freno
155
1620
garriti ¶ l'annunzio presagiva ¶ de' funesti successi. ¶ Giacean dal
156
1620
su l'oziose piume ¶ de' domestici impacci ¶ non prendean
157
1620
tentone al buio ¶ fuor de' paterni tetti, ¶ e con
158
1620
ciel fatto è spia ¶ de' nostri dolci furti. ¶ Ne
159
1620
ciel, chiare stelle, ¶ ministre de' suoi mali, ¶ e nemiche
160
1620
illustrar bastava ¶ il lume de' begli occhi. ¶ Fonte già
161
1620
i sospiri, ¶ tu dea de' miei desiri ¶ volata al
162
1620
con la querula schiera ¶ de' malgraditi amanti ¶ abbia, la
163
1620
da cui la turba ¶ de' moderni pastori ¶ apprese in
164
1620
nel commune universal concorso ¶ de' più sinceri amici, ¶ solo
165
1620
i Notturni amori, ¶ e de' Baci tralasso ¶ la gentil
166
1620
crederei che 'l fumo ¶ de' miei spessi sospiri ¶ t
167
1620
occhi divini, ¶ dal brillar de' cui giri ¶ ne l
168
1620
risponde; ¶ la bocca sol de' baci ¶ vicendevoli e dolci
169
1620
nel ciglio, ¶ vaga arciera de' cori, ¶ ond'ognor l
170
1620
vibra ¶ dolcezza al'un de' duo spesso mortale. ¶ Ecco
171
1620
freme ¶ tra le cime de' faggi, ¶ tromba è di
172
1620
finalmente ¶ dal vulgo abietto de' pastor n'andrai ¶ rifiutata
173
1620
cal molto. ¶ Fileno ¶ Fortuna de' suoi doni a me
174
1620
Laurino ¶ Là nel giardin de' cedri ¶ ne le nozze
175
1620
foco ¶ degli spirti e de' sensi ¶ ad usurpar la
176
1620
Lerna. ¶ Mandami ale spelonche ¶ de' Lestrigoni orrendi, e de
177
1620
de' Lestrigoni orrendi, e de' Ciclopi. ¶ Mandami tra le
178
1620
vergine a Natura, ¶ se de' nostri imenei ¶ non fia
179
1620
voi disgombrate la caligine de' miei dolori, et aprite
180
1620
levante, sdegna i saluti de' semplici uccelletti. ¶ Né picciola
181
1620
sospiri? ¶ s'al verno de' tuoi sdegni il fiore
182
1620
Ditel voi, selve, o de' miei tristi amori, ¶ selve
183
1620
e tu, che talor de' miei lamenti ¶ ti stanchi
184
1620
e senza intoppo ¶ vien de' miei polli a divorar
185
1620
assai. ¶ Vedrassi il foco de' begli occhi spento ¶ e
186
1620
spento ¶ e lo splendor de' luminosi rai; ¶ dele labra
187
1620
fresca e verdeggiante riva. ¶ De' dipinti augelletti ai versi
188
1620
mia sonora piva, ¶ e de' cristalli limpidi e fugaci
189
1620
Quivi d'Amor, che de' miei danni è fabro
190
1620
affanna, ¶ finché 'l girar de' begli occhi soavi ¶ soavemente
191
1620
or, le prime rose ¶ de' giardini più chiusi e
192
1620
mira ¶ ch'ai trastulli de' duo gli occhi converte
193
1620
dele viole, e tu de' gigli. ¶ LXXV ¶ Che parli
194
1620
ascoltare le semplici canzonette de' rozzi contadini. E senza
195
1620
orecchio. Però il vulgo de' poeti correnti non dovrebbe
196
1620
vostra. L'invidia poi de vostri detrattori non sente
197
1620
pensier più fermo. ¶ Ne de la fiamma mia leggiadra
198
1620
Ò se t'havesse de l'estrema tana ¶ orsa
199
1620
pasciuto ò 'l gel de' monti caspi ¶ o sù
200
1620
lacci accoglia? ¶ Tu sol de le sue gioie in
201
1620
è fonte, e specchio de le cose belle; ¶ che
202
1620
in man le pon de' suoi pensieri il freno
203
1620
tonar sospira; ¶ a lei de' semi suoi feconda il
204
1620
ciel vago augelletto, ¶ cui de l'alato Arcier l
205
1620
sicura, ¶ che la virtù de l'amorosa fiamma ¶ sgombra
206
1620
meno si dole ¶ che de la cara sua perduta
207
1620
pallide recise ¶ si lagnan de la man, che l
208
1620
inculto; ¶ ma per virtù de l'amoroso innesto, ¶ che
209
1620
erra ¶ il severo Signor de l'odio eterno, ¶ e
210
1620
eterno, ¶ e lui, che de le fiamme ha scettro
211
1620
o 'l gran Pastor de l'Aricinto atteo. ¶ 50 ¶ S
212
1620
che più piangea, ¶ giste de le mie lagrime corrente
213
1620
infra l'eletta schiera ¶ de le compagne tue vezzosa
214
1620
pedal d'un pioppo ¶ de la tua viva imagine
215
1620
E se à me de' suoi doni il Cielo
216
1620
solo con l'arco de' suoi strali Amore. ¶ 82 ¶ Un
217
1620
Movente il dì fuor de l'ovile, ¶ che per
218
1620
fregiarci le ramose corna ¶ de' più bei fregi suoi
219
1620
scerse, ¶ né di man de le Grazie in Amatunta
220
1620
opra ch'opra è de l'arte e quasi
221
1620
man Natura ammira. ¶ 92 ¶ Qui de la Dea, ch'à
222
1620
d'un preggio altero ¶ de la madre d'Amor
223
1620
e finto, ¶ parte ancor de gli Amori, e come
224
1620
è Zeffiro, che for de la spelonca ¶ spiega dipinte
225
1620
l'aura errante, ¶ sparse de' bei zaffiri, e di
226
1620
lieti ardori ¶ la Dea de le bellezze, e de
227
1620
de le bellezze, e de gli Amori. ¶ 100 ¶ E con
228
1620
e far ritorno, ¶ lieta de la vittoria al terzo
229
1620
giro; ¶ e via portar de l'aure i lieti
230
1620
fiati ¶ la bianca coppia de' canori alati. ¶ 103 ¶ Ecco incontro
231
1620
Le zanne arrota, e de l'aguzzo dente ¶ la
232
1620
si strugge e sface; ¶ de l'adusto marito il
233
1620
e nel bel volto ¶ de la candida Dea s
234
1620
Diva, ¶ e le promesse de la bianca lana, ¶ dal
235
1620
è ricco il freggio ¶ de la faretra, ch'io