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Paolo Maspero, Odissea [traduzione da Omero], 1867

concordanze di «de»

nautoretestoannoconcordanza
1
1867
il fio. ¶ Giove, re de' Celesti e de' mortali
2
1867
re de' Celesti e de' mortali, ¶ Gli rispose la
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1867
i proci ¶ Affrontar, che de' greggi e degli armenti
4
1867
portano veloce ¶ Al par de' venti; e la fulminea
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1867
Prendea di Mente, condottier de' Tafi. ¶ Ivi trovò, corcati
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1867
onde il confuso ¶ Schiamazzar de' rivali il forestiero ¶ Non
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1867
Stendea la destra. Ma de' cibi estinto ¶ E de
8
1867
de' cibi estinto ¶ E de' vini il desio, tosto
9
1867
Anchïalo figliuolo e re de' Tafi, ¶ Che di correre
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1867
benché l'arte ignori ¶ De' vaticini, e di profeta
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1867
più misero io sono de' viventi. ¶ Sangue non vile
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1867
non diede per timor de' Numi, ¶ E ch'ei
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1867
spiaggia, ed al migliore ¶ De' prenci achivi la tua
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1867
eccelse ¶ Imprese narra e de' Celesti, e tutti ¶ A
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1867
Giove talor la fantasia de' vati, ¶ E a cantar
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1867
di questa magione, e de' famigli, ¶ Che Ulisse mi
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1867
a Troia ¶ Il miglior de' suoi figli, il prode
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1867
la diserta. I figli ¶ De' più nobili Achei, che
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1867
assisi ¶ Ad allegri conviti, de' migliori ¶ Vini l'urne
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1867
Deh vi prenda, Achivi, ¶ De' miei mali pietà! Rossor
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1867
pietà! Rossor vi prenda ¶ De' popoli vicini, e il
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1867
qualcuno involontario offese, ¶ Pigli de' greggi suoi, de' suoi
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1867
Pigli de' greggi suoi, de' suoi tesori, ¶ Quanto gli
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1867
Fendean la vana regïon de' venti ¶ Con infausto fragor
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1867
da noi lontano: egli de' Proci ¶ Va meditando lo
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1867
sterminio, e a molti ¶ De' primi Achivi doglie appresta
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1867
assai nell'arte esperto ¶ De' vaticini. Quando il bellicoso
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1867
glorïoso, ed al migliore ¶ De' prenci achivi sposerò la
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1867
un drappello ¶ Si spiccò de' migliori ad incontrarli, ¶ E
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1867
Un allegro banchetto. Ma de' vini ¶ E delle dapi
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1867
che al danno ¶ Veleggiâr de' Troiani, omai palesi ¶ Son
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1867
Menelao; ma il re de' regi ¶ Agamennón gli s
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1867
Ma il gran Giove, de' nembi adunatore ¶ Che fra
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1867
e le trame vendicar de' Proci. ¶ Ma tal contento
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1867
O con l'aiuto de' suoi prodi, Ulisse ¶ Non
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1867
lo brami. L'odio de' Celesti ¶ A morte lo
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1867
fu spento ¶ Il re de' re, l'Atride Agamennóne
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1867
bruciò su l'are de' Celesti ¶ Opimi lombi, ed
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1867
avrai, qualcuno avrai ¶ Pur de' miei figli, che compagno
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1867
farai che voglia ¶ Qualcun de' figli tuoi d'Ulisse
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1867
e cocchi ¶ Alla città de' forti Mirmidóni ¶ La mandava
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1867
udiste, ¶ La storia udiste de' miei mali, e come
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1867
Già la prudenza ¶ Vinci de' più maturi, e appien
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1867
nozze il sommo ¶ Adunator de' nembi avventurosa ¶ Vita concesse
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1867
prodi, onnipossente ¶ Il re de' Numi, come più gli
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1867
al desco sedendo, insiem de' cibi ¶ E dell'alterno
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1867
giuramento, che a nessun de' Teucri ¶ Palesato l'avrei
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1867
rinchiuso ¶ Era il fiore de' Greci, al danno estremo
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1867
al danno estremo ¶ Parati de' nemici. Ivi un Celeste
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1867
Celeste ¶ Della gloria sollecito de' Teucri ¶ T'avea, donna
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1867
il fior mi strugge ¶ De' pingui agnelli e de
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1867
De' pingui agnelli e de' giovenchi, e tutti ¶ Mi
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1867
Dunque il codardo ¶ Seme de' Proci non paventa il
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1867
La terribile belva, e de' cerbiatti ¶ Fa scempio insieme
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1867
arresto, ¶ Ma per voler de' Numi, onde lo sdegno
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1867
vieni ¶ Con tre compagni de' migliori, in loco ¶ Atto
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1867
fûr salvi, ¶ Molti perîr de' loricati Achivi ¶ Su le
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1867
il gran Nettuno ¶ Mutò de' venti il corso, e
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1867
Fèdimo, il potente ¶ Re de' Sidoni, quando al mio
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1867
e il divo ¶ Eurimaco, de' Proci i più famosi
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1867
credendo ¶ Che al guardïan de' porci o delle agnelle
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1867
con parole offesa, ¶ Mentre de' re più saggi è
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1867
abbominosi, e la memoria ¶ De' ricevuti benefizi è spenta
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1867
fosse ¶ Questo il maggior de' mali, o mia regina
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1867
Delle sue case e de' suoi campi erede. ¶ Il
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1867
andiamo. ¶ Ciò detto, venti de' migliori elesse, ¶ E al
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1867
sotto il ferro ¶ Perirà de' nemici, il cor battea
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1867
figlio, ¶ Che mai nessuno de' Celesti offese, ¶ Farà da
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1867
ritorno. ¶ Su le porte de' sogni dolcemente ¶ Addormentata, A
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1867
e delle genti ¶ E de' costumi ignaro, all'onde
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1867
dal labbro? ¶ L'adunator de' nembi le rispose. ¶ Forse
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1867
degli Eterni alcuno ¶ O de' mortali; ma su ferma
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1867
portano veloci ¶ Al par de' venti. Indi la verga
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1867
cui su gli occhi de' mortali il sonno, ¶ Come
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1867
Agl'Immortali? Ma nessun de' Numi ¶ Può cozzar col
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1867
Saturnio, e farsi gioco ¶ De' suoi comandi. Ei mi
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1867
al patrio ¶ Nido, struggea de' suoi verd'anni il
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1867
giace ¶ Sotto il peso de' flutti, e indarno tenta
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1867
Morbo consunto, per favor de' Numi ¶ Salute e forza
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1867
Potrìa movermi contro alcun de' mostri ¶ Che la bella
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1867
come ¶ Il solitario abitator de' campi, ¶ Per serbar vivo
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1867
Mentre uscìa per andar de' feacesi ¶ Prenci al consesso
83
1867
groppe ¶ Sonar la fece de' gagliardi muli, ¶ Che, scalpitando
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1867
l'ardue cime ¶ Albergano de' monti o nelle verdi
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1867
mar, che mai nessuno ¶ De' naviganti a trafficar v
86
1867
stranieri ¶ Dal gran Padre de' Numi, e non v
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1867
Vulcano ¶ Abbian l'arte de' bronzi animatrice, ¶ A render
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1867
Nettuno. Ivi gli attrezzi ¶ De' negri legni, gli alberi
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1867
vile i più prestanti ¶ De' Feacesi che l'han
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1867
se alcun l'incontri de' Feaci, ¶ Non lo molesti
91
1867
divo Ulisse. ¶ Ma nessun de' Feaci lo ravvisa ¶ Mentre
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1867
lasciata ¶ Il più diletto de' suoi figli, il forte
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1867
non meno ¶ Che quella de' Giganti e de' Ciclopi
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1867
quella de' Giganti e de' Ciclopi ¶ La stirpe nostra
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1867
Ho per espressa volontà de' Numi. ¶ Ma concedete che
96
1867
Diva, a cui nessuno ¶ De' mortali s'accosta e
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1867
Tale, o regina, ¶ È de' miei casi la verace
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1867
Orsù, principi e capi de' Feaci, ¶ Al fòro, al
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1867
Dei. Gioìa ¶ Il re de' prodi Agamennón, vedendo ¶ A
100
1867
con la cetra ¶ Allegratrice de' banchetti. Al fòro ¶ N
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1867
via che i capi ¶ De' Feacesi avean battuto, andando
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1867
Laodamante, che al finir de' giochi ¶ Ai compagni drizzò
103
1867
si chiegga all'ospite de' nostri ¶ Giochi se alcuno
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1867
dovresti; ché il maggior de' vanti ¶ È il trïonfar
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1867
si guadagna ¶ Il favor de' consessi, e ciascheduno ¶ Si
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1867
non l'ascondo, fui de' primi sempre ¶ Finché il
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1867
via, t'allegra, ché de' tuoi rivali ¶ Non sarà
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1867
danze, e il folgorar de' piedi ¶ Stava Ulisse a
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1867
invisibili allo sguardo ¶ Pur de' Celesti; con sì fina
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1867
mia la colpa, ¶ Ma de' parenti miei, che tal
111
1867
Ahi cruda vista, ¶ Ma de' lascivi amplessi, in breve
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1867
il più veloce ¶ Colse de' Numi, che dovrà la
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1867
un banditore ¶ Mandò ciascuno de' suoi doni in cerca
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1867
vedendo i molti doni ¶ De' Feacesi, lieto segga al
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1867
vesti e l'oro de' Feaci, e un vago
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1867
erano chiusi ¶ I migliori de' Greci, apparecchiati ¶ A seminar
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1867
udir degli Achivi e de' Troiani ¶ Le rie vicende
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1867
campi alcuno è morto ¶ De' tuoi congiunti? il suocero
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1867
la città, molti trafissi ¶ De' cittadini, e tutte in
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1867
Ogni nave perdea sei de' migliori ¶ Suoi combattenti, io
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1867
miseri, trafitti ¶ Dall'aste de' nemici. Ed ecco Giove
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1867
ecco Giove, ¶ Il supremo de' nembi adunatore, ¶ Levar repente
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1867
gioconde ¶ Rive al fin de' Lotofagi toccammo, ¶ Che pasconsi
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1867
nel mezzo ¶ Si trovâr de' Lotofagi. Costoro ¶ Di mal
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1867
vista ¶ Al paese giugnemmo de' Ciclopi: ¶ Gente trista e
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1867
feci il dì che de' Ciconi ¶ L'opulenta città
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1867
E vedevam la terra de' Ciclopi ¶ Fumar da presso
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1867
empia, ¶ Od ospitale e de' Celesti amica. ¶ Salii, ciò
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1867
incorruttibile, celeste, ¶ Che nessuno de' servi o delle fanti
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1867
E sbranati altri due de' cari amici, ¶ Il desco
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1867
Due novamente si ghermì de' nostri, ¶ Ed a cenar
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1867
abitanti le vicine ¶ Creste de' monti in solitarie grotte
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1867
Gli chiedean la cagion de' suoi lamenti: ¶ Oh ch
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1867
Monton si mosse, grave de' suoi velli ¶ E di
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1867
le cosce; ¶ Ma poco de' miei voti ei si
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1867
nostro ¶ Scampo, e dolenti de' perduti amici, ¶ Abbandonammo quelle
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1867
a ricca, ¶ Splendida mensa. De' lor canti i figli
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1867
nomi e le vicende ¶ De' Greci condottieri e delle
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1867
me lo porse; ¶ Perché de' venti correttor supremo ¶ Il
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1867
terra ¶ E alla città de' Lestrigoni: eccelsa ¶ Vastissima città
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1867
scoglio, e a due de' nostri ¶ E ad un
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1867
eran serbati. ¶ Mentre così de' miei poveri amici ¶ Fan
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1867
Così potemmo al grandinar de' sassi, ¶ Ma non un
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1867
la storia ¶ Così narrava de' perduti amici: ¶ Come tu
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1867
la prova ¶ Nessun mai de' mortali ne sostenne, ¶ Nessuno
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1867
passammo. ¶ Ma poi qualcuno de' più fidi, a parte
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1867
ardente ¶ Mio desiderio, e de' fedeli amici, ¶ Che con
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1867
al sangue ¶ S'accostino de' morti i vani capi
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1867
rumore ed alle voci ¶ De' ridesti compagni; ed oblïando
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1867
sgorgava, uscìan l'ombre de' morti ¶ Fuor dell'Erebo
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1867
ch'io trattar solea ¶ De' miei compagni al fianco
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1867
narrato è nella mente ¶ De' Celesti. Ma d'altro
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1867
non l'abbia qualcun de' prenci achivi. ¶ E a
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1867
la sorte è questa ¶ De' miseri defunti, che non
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1867
Ecco in folla apparir de' più famosi ¶ Eroi le
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1867
aver dormito al re de' Numi in braccio; ¶ E
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1867
e caro. ¶ Stranier, soggiunse de' Feaci il sire, ¶ Il
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1867
pietosa ¶ Storia qui narrerò de' condottieri ¶ Che, salvi usciti
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1867
presentò, dai simulacri ¶ Accompagnato de' guerrier che seco ¶ Avea
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1867
difesa ¶ Della patria e de' figli? - Io dissi; e
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1867
e le inani ¶ Ombre de' trapassati? - Ed io risposi
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1867
Non abbracciai, dall'ira de' Celesti ¶ Perseguitato. Te felice
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1867
che il fiore ¶ Mietea de' Teucri, per gli Achei
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1867
questo braccio la baldanza ¶ De' suoi nemici rintuzzar saprei
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1867
Mai con la turba de' guerrier confuso ¶ Ei non
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1867
la prole, ¶ Eurìpilo, trafisse, de' suoi fidi ¶ Cetei nel
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1867
poderosa, allo sterminio ¶ Anelava de' Teucri. Alfin le sacre
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1867
Teseo forse e Piritòo, de' Numi ¶ Ambo famosi germi
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1867
è meglio ¶ Perder sei de' compagni, anziché tutto. ¶ Questo
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1867
vedresti, e tanti ancora ¶ De' compagni rapir, quante sui
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1867
che udito il flagellar de' remi, ¶ E visto il
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1867
terra ¶ Sacra al Sol de' viventi allegratore. ¶ Quindi ai
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1867
allor che Giove ¶ Adunator de' nembi una bufera ¶ Suscitò
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1867
che parea ¶ Il mugghiar de' giovenchi. E nondimeno ¶ Ben
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1867
diedi. ¶ Il gran Padre de' Numi e de' mortali
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1867
Padre de' Numi e de' mortali ¶ Non permise che
177
1867
giro, ¶ Perché al re de' Celesti supplicando ¶ Mandiam l
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1867
avrìa raggiunto ¶ Lo sparvier, de' volanti il più veloce
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1867
gli facean dall'ira ¶ De' negri flutti, sì che
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1867
gli rispose ¶ Il supremo de' nembi adunatore. ¶ Non ti
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1867
paventassi. La superba nave ¶ De' Feacesi, che il ceruleo
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1867
al fratello ¶ Il re de' Numi. Quando i Feacesi
183
1867
punito ¶ Avesse i Proci de' sofferti oltraggi. ¶ Tutto quivi
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1867
Né al corso adatta de' cavalli, e in breve
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1867
Anche al più scaltro de' mortali, tante ¶ Sono le
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1867
usati, ¶ Se la Dea de' guerrieri eccitatrice ¶ Mi serba
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1867
piede, ¶ E la morte de' Proci meditando, ¶ Così la
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1867
Or dimmi ancora ¶ Come de' Proci vendicar mi possa
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1867
in guisa ¶ Che nessun de' mortali ti conosca: ¶ La
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1867
Pallade gli avea ¶ Additato de' servi il più fedele
191
1867
città, l'ingordo ¶ Ventre de' Proci a satollar di
192
1867
Ora l'altro sgridando de' mastini, ¶ Di qua, di
193
1867
e sospirando ¶ Il miglior de' padroni, e i suoi
194
1867
è ben la sorte ¶ De' servi ch'obbediscono tremando
195
1867
la vendetta ¶ Non temono de' Numi, e, tutti a
196
1867
undici stalle; ¶ E ciascun de' custodi una ogni giorno
197
1867
Giove, il sommo re de' Numi, ¶ Lo sappia l
198
1867
alcuno ¶ Degl'Immortali o de' mortali il senno ¶ Guastò
199
1867
ma non men caro ¶ De' legittimi figli mi tenea
200
1867
guardi sotto il cumulo de' mali ¶ A cui soggiacqui
201
1867
in breve per voler de' Numi. ¶ Un mese appena
202
1867
Fidon m'accolse. ¶ Un de' suoi figli m'incontrò
203
1867
Fosse alfin la misura de' miei mali, ¶ Di me
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1867
o fra le braccia ¶ De' suoi congiunti; ché gli
205
1867
Ch'appo il re de' Cretensi, Idomeneo, ¶ L'avea
206
1867
Compagni, ¶ Conducetemi un porco de' più grossi, ¶ Per ch
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1867
fuoco ¶ Il collocâr. Né de' celesti Numi ¶ Il prudente
208
1867
Maia ed alle Ninfe ¶ De' boschi abitatrici, ai servi
209
1867
per suo cenno ¶ Alcun de' servi gli cedesse il
210
1867
orsù, qualcuno ¶ Al re de' regi Agamennón, che tosto
211
1867
sconosciuto Ulisse ¶ Nel mezzo de' suoi servi. Ma il
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1867
degli uomini terrore ¶ E de' mastini. Così tutto in
213
1867
in moglie ad Eurimaco, de' Proci ¶ Quello che più
214
1867
disse, ¶ Ch'abbia alcun de' Celesti a noi mostrato
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1867
strage ¶ Non v'apparecchia de' superbi amanti. ¶ E Telemaco
216
1867
piacesse ¶ Al gran padre de' Numi! ed io preghiere
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1867
in su le groppe ¶ De' corsieri sonar, che a
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1867
indefessi battean la via de' campi; ¶ Né lungamente ad
219
1867
divino Polifide ¶ Concesse Apollo de' presagi il dono; ¶ Ed
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1867
se alle insidie ¶ Sfugga de' Proci, o vi rimanga
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1867
grazia aggiunge all'opre de' mortali, ¶ Nessun mi vince
222
1867
ardisci ¶ Con la turba de' Proci, onde la stolta
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1867
non io, né alcuno ¶ De' miei compagni n'avrà
224
1867
ei chiede ¶ La fine de' suoi dì; tanto si
225
1867
mai perir non possa ¶ De' miei cari così! Finché
226
1867
s'allegra il cor de' servi. ¶ Dunque, Eumeo, replicò
227
1867
tanto ¶ Con la storia de' mali un dì sofferti
228
1867
si consola col racconto ¶ De' suoi dolori l'uom
229
1867
sedusse il più scaltrito ¶ De' que' nocchieri, e l
230
1867
travolser nell'onde, esca de' pesci ¶ E delle foche
231
1867
greggia ¶ E i lavori de' servi, e voi guidate
232
1867
accoglierà, l'illustre ¶ Eurimaco, de' Proci il più valente
233
1867
Clito, il più prudente ¶ De' suoi compagni, favellò: Pireo
234
1867
egli ¶ Prende la via de' campi, e studia il
235
1867
dimora ¶ Il custode fedel de' suoi maiali. ¶ LIBRO DECIMOSESTO
236
1867
accorto eroe ¶ Quel blandir de' mastini, ed il crescente
237
1867
ed il crescente ¶ Rumor de' passi, e al mandrïan
238
1867
tetto, o già qualcun de' Proci ¶ L'ha disposata
239
1867
peregrinando vide ¶ Per voler de' Celesti. Al fin sul
240
1867
valente ¶ E più ricco de' Proci, e seco passi
241
1867
ti fallisce ¶ L'aita de' fratelli, in cui pur
242
1867
dì vegliava ¶ Al lavoro de' campi, e co' famigli
243
1867
di Palla ¶ A concertar de' Proci la ruina. ¶ Ma
244
1867
se qualcun le chiederà de' Proci, ¶ Risponderai, che dal
245
1867
due ¶ Delle fantesche e de' famigli intanto ¶ L'animo
246
1867
or la mente investigar de' servi; ¶ Perché, mentre vagar
247
1867
tua casa ¶ Fanno vergogna: de' famigli il core ¶ Spiar
248
1867
nel porto ¶ La nave de' compagni, in cui le
249
1867
loco, ove nessuno, ¶ Che de' Proci non fosse, entrar
250
1867
costui. ¶ Su la cima de' monti alla vedetta ¶ Stavano
251
1867
che il capo ¶ Era de' Proci usciti dall'erbosa
252
1867
lega ¶ Unito a danno de' Tesproti; e questi, ¶ Per
253
1867
in vecchio lo trasforma ¶ De' suoi cenci coperto; onde
254
1867
a gara ¶ Il chiedean de' suoi casi. Apparve in
255
1867
eccelsa ¶ Pilo, al pastor de' popoli Nestorre ¶ Mi presentai
256
1867
sua tana, ¶ E pria de' figli e poscia della
257
1867
opre inique ¶ Va spiando de' Proci, ed in segreto
258
1867
Capre alla mensa conducea de' Proci, ¶ Le più belle
259
1867
Quel vil ghiottone, peste de' conviti ¶ Che, fregandosi agli
260
1867
di Giove, ¶ Alme Ninfe, de' fonti abitatrici, ¶ Se mai
261
1867
o sotto il ferro ¶ De' prenci achivi, come certo
262
1867
giacea ¶ Su lo sterco de' muli e de' giovenchi
263
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sterco de' muli e de' giovenchi, ¶ Sparso innanzi alla
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s'impinguano al desco de' padroni. ¶ Il pastor gli
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madre ti tenga o de' miei servi. ¶ Ma questo
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Or mentre, per gustar de' Proci i doni, ¶ Alla
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che il migliore ¶ Sembri de' Proci, poiché un re
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la corrente, altri lasciai ¶ De' miei nocchieri a custodir
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dell'illustre donna. ¶ Se de' suoi campi o de
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de' suoi campi o de' suoi pingui armenti ¶ Pugnando
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O se l'Erinni de' mendici han cura, ¶ La
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spïando ¶ Virtuose o malvagie de' mortali. ¶ Ma chiuse a
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capo tacito scuotendo ¶ Macchinava de' Proci la ruina. ¶ E
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eroe cenava. Il guardïan de' porci ¶ Ella quindi chiamando
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che disceso alla contrada ¶ De' Tesproti, v'udì ch
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sue sciagure. ¶ Ma pavento de' Proci la baldanza; ¶ Ché
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ristorato, ¶ Prese la via de' campi, abbandonando ¶ La cerchia
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recar solea ¶ Le imbasciate de' Proci. Avea la soglia
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nessun ti prenda ¶ Timor de' Proci; ché dovrìa con
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aiuto del padre e de' fratelli, ¶ Molte in vero
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vuoto il ritorna. ¶ Ma, de' suoi mali Anfinomo presago
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Il recusarli. Ma nessun de' Proci ¶ Di tua casa
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non si mosse, e de' bracieri ¶ Avvivando la fiamma
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tenzona, e tutta omai de' prandi ¶ Svanì la gioia
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E pensando alla strage de' rivali, ¶ Col figliuol si
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se qualcuno ¶ Le cercasse de' Proci, a lui rispondi
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la morte a congiurar de' Proci. ¶ Pari a Cinzia
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ospiti mi curo e de' mendichi ¶ E de' pubblici
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e de' mendichi ¶ E de' pubblici araldi, e sospirando
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acchetâr gli ardenti ¶ Spiriti de' garzoni; ed io la
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che gli amanti ¶ Fan de' suoi beni. Ma su
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e per la mensa ¶ De' suoi guerrieri pingui buoi
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riversata ¶ Su le cime de' monti, si discioglie ¶ Al
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solea, ¶ O se qualcuno de' compagni in mare ¶ Od
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alle beate ¶ Rive sospinto de' Feaci; e questi, ¶ Che
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ferìa, quando la turba ¶ De' cacciatori in un'angusta
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terra. ¶ Quando, al latrar de' cani ed alle grida
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cani ed alle grida ¶ De' garzoni accorrenti, udì la
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fanti a guardia ¶ E de' suoi beni; o se
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Già ti spiegava. Niun de' Proci omai ¶ Può sottrarsi
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senso occulto a penetrar de' sogni, ¶ Or veri, or
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differir. Prima che alcun de' Proci ¶ Il lucid'arco
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ove dall'ira ¶ Scamperò de' parenti? - E rispondea ¶ Palla
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Avean perduto per voler de' Numi; ¶ Ed orfane rimaste
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fulminante Iddio, ¶ Che tutti de' mortali o tristi o
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signor degli uomini e de' Numi, ¶ Tu dall'alto
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capre ¶ Per la mensa de' Proci. Ei tutte in
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Samo abitator. Costui, superbo ¶ De' paterni poderi, ambìa con
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bagno, o a quel de' servi ¶ Che più gli
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conforto a sposar quello de' Proci ¶ Che più doni
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stranier! Su via, qualcuno ¶ De' nostri servi l'accompagni
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scherni ¶ E le ingiurie de' Proci; ed essi allegri
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dal cimento oggi, e de' Numi ¶ Obbedite al voler
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goduto alcun non ebbe ¶ De' pari tuoi? Ma te
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offese ¶ Degli uomini e de' cani, e poi con
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s'aspetta; né verun de' Proci, ¶ Sia d'Itaca
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te più forte. ¶ Così de' Proci il fossi ancor
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Doglia trafigge il cor de' Proci, e a tutti
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Gli altri chiudea, che de' superbi Proci ¶ Indi a
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Dei vi prese ¶ O de' mortali. Or tutti, o
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E a noi perdona. De' rapiti armenti ¶ E dell
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piaga s'indugia, alcun de' Proci ¶ L'assalga non
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Il vide ¶ Il guardian de' porci, e al suo
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Io col figliuolo basterò de' Proci, ¶ Benché valenti, a
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capre ¶ Guidavi al desco de' voraci amanti. ¶ Disse, ed
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acerba lotta ¶ Render mercé de' benefizi antichi ¶ Mentore ti
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Elato quella ¶ Del guardïan de' porci; e con un
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Suo malgrado cantar solea de' Proci, ¶ Schivò la morte
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Spïava intanto se qualcun de' Proci ¶ Sfuggito avesse la
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nulla io vidi; ¶ Ma de' trafitti i gemiti e
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penetrar l'ascosa ¶ Mente de' Numi. Tuttavia n'andiamo
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fiore, i più prestanti ¶ De' suoi garzoni abbiamo ucciso
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casa custodir. - Restava ¶ Così de' Proci lo sterminio ascoso
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ne difesi ¶ L'entrata. De' suoi rami indi spogliando
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Ti ricondusse la pietà de' Numi, ¶ Pronto fia sempre
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il fertile paese ¶ Visitò de' Lotofagi; che al crudo
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il vento. ¶ Disse che de' feroci Lestrigoni ¶ Alla terra
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un legno e pochi ¶ De' suoi campò. L'astute
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io supplirò co' doni ¶ De' generosi Achivi, o con
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sé dintorno ¶ L'alme de' Proci radunate, in pugno
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onde su gli occhi ¶ De' mortali a talento or
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seguono i vani ¶ Simulacri de' Proci. Avean del negro
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Sole e il popolo de' sogni ¶ Attraversato, quando ai
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Arrivâr, dove stanza hanno de' morti ¶ I vagolanti spettri
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lo spettro ¶ Del re de' regi Agamennón, co' prodi
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alto Ilïon, trista sorgente ¶ De' nostri affanni. E te
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quindi la sacra oste de' Greci ¶ Un tumolo superbo
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Ermete, ¶ Guidando l'ombre de' garzoni uccisi ¶ Dagli strali
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ad incontrarle ¶ L'ombre de' greci capitani; e tosto
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dove il guardïano ¶ Abitava de' porci, e dove anch
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cor volgendo ¶ Lo sterminio de' Proci, alla cittade ¶ Avvïaronsi
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il valid'arco ¶ Un de' servi più fidi; e
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futuri, ¶ E sul labbro de' vati glorïoso ¶ Suonar faranno
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compagnia del figlio ¶ E de' pastori, giunto era all
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servi addetti ¶ Al lavoro de' campi. Anche una buona
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Con Laerte abitava, e de' cadenti ¶ Desolati suoi giorni
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suoi rinvenne o alcun de' servi; ¶ Ché dal veglio
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tu fosti ¶ Sì largo de' tuoi doni; ancor ch
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diviso, egli fu preda ¶ De' pesci in mare, o
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messi alle vicine ¶ Città de' Cefaleni. - E il divo
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onde le salme ¶ Traea de' Proci, dando sepoltura ¶ Agl
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costui! Molti ei condusse ¶ De' nostri cari alle dardanie
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flutti, al suo ritorno ¶ De' Cefaleni i più prestanti
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la divina Elide, terra ¶ De' bellicosi Epei, tutti d
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per sempre ¶ Disonorati. Se de' morti figli ¶ E de
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de' morti figli ¶ E de' fratelli non prendiam vendetta
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Ulisse ¶ Senza l'aiuto de' Celesti. Io stesso, ¶ Vidi
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dicendo: ¶ Padre e re de' Celesti, e quali in
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della vendetta ¶ Nel cor de' padri e de' fratelli
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cor de' padri e de' fratelli intanto ¶ Noi spargeremo
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grida ¶ Terribilmente. Il re de' Numi allora ¶ Con immenso