parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «dei»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
e per guardare uno dei miei occhi che sbalzava
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mi consegnava il cilindro dei gettoni. Li sentivo piombare
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a caso le strisce dei marciapiedi. “Dovrei ritornare sui
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di franare. Le assi dei ripiani erano arcuate sotto
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vicino, oltrepassando i mozziconi dei fili del telefono che
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mi dicevo. Dal retro dei caseggiati non veniva da
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senza neanche tenere conto dei suoi spicchi. Mi inclinavo
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mi sembrava di udire dei passi leggeri proprio sopra
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a terra il pacco dei giornali, cominciai a spalancare
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in una delle tasche dei calzoni, che si allargò
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vetrine, quelle file lucenti dei lampioni...” ¶ Correvo a spalancare
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di nuovo su uno dei ripiani dell’armadio. “Le
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neanche più il rumore dei topi sul pavimento, neppure
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qualche eventuale zampetta. Qualcuno dei secchi smetteva di risuonare
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vetri slittati ai margini dei margini della città di
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quella pellicina di vetro dei negozi. Qualche passante si
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gli spigoli tutti piombati dei negozi, mentre stavo già
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sede con il cartoccio dei pezzi di ricambio, il
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al volo la lista dei nomi e degli indirizzi
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rovesciate, ferme. ¶ La lista dei nomi svolazzava e strideva
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le strade. Ma molti dei loro nomi erano già
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corsa, perché stavano venendo dei passi leggeri, dall’interno
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case. “Dovrebbe essere uno dei primi paesi...” mi dicevo
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la strada dal primo dei passanti. Gliela chiedevo quando
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basso, sotto la linea dei suoi occhi. La sua
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Suonavo senza fiatare uno dei tanti campanelli. La porta
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gli ossicini tutti puntati dei capelli. “Che ore saranno
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contro il taglio fumante dei gradini. Entravo rombando negli
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sarà stata la visita dei parenti, quest’oggi! Come
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al volo il pacco dei giornali. ¶ «E questa cos
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Ma qui ci sono dei soldi!» ¶ L’uomo del
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Era infilata nel pacco dei giornali!» ¶ La luce pulsava
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qualche lampioncino sul retro dei caseggiati e nei cortili
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scheggiavano il filo fumante dei gradini, restavano per un
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con fragore a uno dei primi piani della sede
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sformato, mentre scendeva staccandosi dei lembi di ragnatela un
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delle orecchie, dagli spilli dei capelli. ¶ Attraversai tutta la
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poco prima della chiusura dei negozi, di sera...» ¶ «E
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arrivava regolarmente la busta dei soldi assieme al pacco
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soldi assieme al pacco dei giornali. Saliva in piedi
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po’. ¶ Abbassai la leva dei tergicristalli, per indicare che
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per un po’ nessuno dei due riusciva più a
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portafoglio. ¶ Vedevo le dita dei suoi piedi scollarsi a
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passare suonando sulle superfici dei piatti appena risciacquati. ¶ «Che
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Sono stata rovinata, uno dei vostri...» ¶ «Uno dei nostri
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uno dei vostri...» ¶ «Uno dei nostri? Ma chi? Quando
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sapere che era uno dei nostri?» ¶ «Aveva una falce
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la busta dal pacco dei giornali appena arrivati, piano
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stempiato perché l’attaccatura dei suoi capelli era molto
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sempre gli occhiali prima dei comizi?» mi chiedeva, come
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si gettava col pacco dei giornali sotto i porticati
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la lunga fila acuminata dei denti. Scaturiva ancora di
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sentivo passare sulle lenti dei miei occhiali, quando la
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lingua scambiandola per uno dei capi degli addobbi. Correva
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entrata o all’uscita dei paesi, quando la gente
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qualcuno seduto in uno dei posti girati verso il
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leggermente sfuocato alla luce dei pochi lampioni. La macchinina
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mi affacciavo a uno dei lati della balaustra. Tendevo
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interrompesse la regolare successione dei riflessi di luce sul
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giorni, oppure in qualcuno dei tanti paesi che tocchiamo
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rumore della cerniera, poi dei bottoni della camicia che
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in macchina quando sentii dei passi leggeri dietro la
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allora, forse, se era dei vostri... posso chiedere un
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anche aiutato a fare dei lavoretti. Mi ha offerto
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baldacchino per il comizio. ¶ «Dei lavoretti? Che tipo di
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gli stradoni. La rete dei fili della luce si
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neanche più la rete dei fili che le sosteneva
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attorno al baldacchino, prima dei comizi. Scorgevo il volto
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un istante a uno dei lati della macchinina. ¶ «Non
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gala di un colonnello dei piumanti, che stava battendo
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vedevano anche i grovigli dei fili delle trombe, venire
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la lingua. ¶ A uno dei lati della piazza stava
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con deferenza il colonnello dei piumanti, che mi si
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improvvisi degli snodi e dei morsetti, come testine puntate
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della luce. Il colonnello dei piumanti si era accostato
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istante dopo il colonnello dei piumanti, che mi si
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trionfo!» mormorò il colonnello dei piumanti. ¶ E, inchinandosi, arretrò
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strideva con l’arancione dei capelli. ¶ Ora la colonna
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di tanto in tanto dei colpi interminabili di clacson
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uno scatto la fila dei piedini, controllavano ridendo che
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sentiva solo il rumore dei pezzi che il bambino
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emozionato. «Seguiamo l’eco dei tuoi spostamenti. Qui non
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era finita a uno dei piani più alti e
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saliva brillare a uno dei lati della bocca. ¶ «Ma
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a espanderci...» ¶ Le arcate dei suoi denti sbattevano l
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di poterci stampare sopra dei nomi. Muovevo le braccia
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di colpo il numero dei giri del motore, o
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scorgevo a tratti qualcuno dei passanti fermarsi di colpo
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di colpo a uno dei lati della strada, e
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andare, potevo vedere uno dei miei occhi sbalzare nella
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per cogliere lo scalpitare dei piedi sui pavimenti, sulle
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istante dopo, perché avvertivo dei rumori indistinti nell’oscurità
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di scatto, perché avvertivo dei rumori salire dal basso
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che stavo pestando qualcuno dei topi che pullulavano vivi
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Le strade avevano uno dei bordi che andava più
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a tratti le bolle dei passanti. Qualcuno si bloccava
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le mani. Le pieghe dei suoi vestiti si andavano
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neanche il rumore ovattato dei televisori, dalle case. ¶ «Dovrai
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neppure sognando all’interno dei caseggiati spenti da tempo
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mi chiedevo, perché uno dei suoi gomiti era sospeso
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saliva. ¶ Pioveva forte. Uno dei doganieri ci guardava fumando
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scaletta esterna, col pacco dei nuovi giornali sotto il
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le stesse producendo. ¶ “Saranno dei cigni neri...” mi dicevo
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nello spazio, i nomi dei paesi cominciavano a cambiare
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vedevano già le file dei fari venire sgranate giù
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a domandarmi, perché scorgevo dei bagliori improvvisi filtrare di
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ripartivo. ¶ Scorgevo alla luce dei fari fondi stradali dai
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di ghiaccio i nomi dei paesi, ma le ruote
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la macchina a uno dei lati della piazzetta priva
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La colpivano, quasi, con dei calci. ¶ Mi girai verso
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lunghezza i punti lucenti dei gancetti. ¶ Un uomo era
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asfalto. “Bisognerà farci mettere dei piedini di gomma!” mi
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vedevano le nuvolette ghiacciate dei respiri uscire da tutte
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una mano sulla cresta dei capelli ghiacciati, non fiatava
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modellarsi diversamente una piega dei suoi larghi calzoni. La
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colla su una garitta dei piumanti, e la sentinella
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sui tornanti, le luci dei fari mi rimanevano incollate
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restava, e un lembo dei suoi calzoni sventolava fuori
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deformata per l’inclinazione dei raggi di sole nello
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basso le vibrazioni diverse dei selciati. ¶ Le ruote dell
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mentre mi seguiva. Qualcuno dei piumanti si arrotolava i
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di memorabile poltiglia. ¶ Uno dei bordi della folla ripiegò
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indovinava già il luccicare dei piumanti ammassati nei crocicchi
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dalla folla. ¶ Le luci dei negozi si stavano spegnendo
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il rumore degli scarponi dei piumanti che stavano già
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a mulinare il calcio dei fucili, né dai corpi
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vedevo gli ultimi scarponi dei piumanti fuggire mulinando vicino
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a maglia.» ¶ Il manto dei suoi capelli si era
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sfilò dalla maglia uno dei lunghi aghi, girò tutt
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testa atterrita di uno dei piumanti. ¶ Poi la sua
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rimasti neanche quei corpi dei piumanti...» ¶ «Sono già venuti
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a lungo sotto uno dei lati della cornice che
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di sopra del plico dei giornali. ¶ «Perché non canta
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troppo entusiasta di uno dei cantori, la pila delle
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pila delle assi o dei giornali, la cassetta delle
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già essere in uno dei bar che danno di
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scortecciare con la carne dei denti uno dei fili
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carne dei denti uno dei fili elettrici, per carpirne
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alla fine il taglio dei capelli. ¶ Salivamo di nuovo
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per afferrare il pacco dei giornali. Dentro, i muri
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in strada. Il fascio dei fari rivelava di colpo
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quelle gocce di luce dei lampioni, fino alla porticina
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si muovevano nella luce dei fari quei pulviscoli di
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sfondare continuamente i vetri dei finestrini, il parabrezza, quando
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Incrociavo ogni tanto qualcuno dei seminaristi di ritorno dal
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a turno da uno dei finestroni del solaio. ¶ Sentivo
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Mi inginocchiai a uno dei due lati, dalla parte
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attraverso la fitta rete dei buchini, la testa sincopata
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respirare dietro la rete dei forellini. ¶ «Avanti!» disse la
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bocca vicinissima alla rete dei forellini. ¶ Veniva da quella
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mi pareva che qualcuno dei forellini si fosse col
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dita contro la rete dei forellini. ¶ «Rovescia indietro la
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fuori tranquillamente da uno dei finestroni ancora spalancati, nella
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solo il rumore attutito dei cucchiai, la giostra di
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che stava gridando uno dei seminaristi, rosso in volto
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perché la cerata aveva dei disegni geometrici completamente diversi
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sentiva solo il rumore dei sandali che facevano franare
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cortile venivano le voci dei seminaristi, l’inconfondibile concitazione
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tavolate per la distribuzione dei confetti. La sua mano
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sentiva solo il rumore dei confetti che tintinnavano in
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si distinguevano le file dei letti d’alluminio, le
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prese con la fila dei piccoli bottoni. Mi pareva
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notte, ma le foglie dei tigli tenevano ancora impigliata
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brulicavano tra le corolle dei gigli, dilatate. Passavano saponificate
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era in officina. Uno dei chierici stava facendo cadere
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piedi dell’altare. Uno dei chierici saliva e scendeva
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lustrati, e la barriera dei gigli sui gradoni più
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un istante sulle bombature dei candelieri appena lucidati... Doveva
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ricadendo con le dita dei piedi allargate sulle tovaglie
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non lambissero i petali dei gigli, perché non facessero
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stava girando verso uno dei lati dell’altare, col
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Temevo che il tremito dei denti potesse frantumarla, e
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un po’, la barriera dei gigli e le fiammelle
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città. Tenevo le punte dei piedi ripiegate in dentro
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appena al di sopra dei grandi fogli di cellophane
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distinguevo le venature interne dei bagliori, dove il foglio
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da lontano, dal fiocco dei tigli che appariva di
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un piede su uno dei gradini, cominciai a salire
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solo le rette sghembe dei gradini congiungersi ad angolo
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di una tempia. Nessuno dei due parlava. Veniva da
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subito dopo a uno dei suoi angoli in legno
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a sentire il rumore dei suoi piedi in rapido
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più nello stanzone, quelli dei nuovi arrivati e di
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dagli altri. Il colore dei paramenti era cambiato ancora
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aumentava enormemente l’espansione dei suoni, delle voci, durante
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contorni delle spalle e dei volti nell’aria tutta
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nuca, mentre le ombre dei tigli continuavano a passare
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la conceria!» ¶ La luce dei fari si era allungata
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mentre scorreva a uno dei lati il muro un
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a rallentare, la luce dei fari si accorciava sempre
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gravitando alternativamente su ciascuno dei fianchi, e ancora mentre
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1998
delle labbra, alla luce dei fari che incrociavamo a
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mi pareva che nessuno dei suoi occhi potesse intercettarlo
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e un po’ gonfie dei conigli, quelle difettose o
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potute vendere, le lische dei pesci e, a guardar
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da non molto lontano dei versi prolungati. Ripercorsi di
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ora del probabile rientro dei colombi, eppure non ne
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incredibile notizia, il presidente dei colombicoltori di Ducale entrò
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della massa. Le mani dei convitati staccarono lentissimamente i
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1998
avesse detto, ma uno dei commensali si lanciò lo
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portare dal Nervo uno dei fucili, e sparava con
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Lenìn e il presidente dei colombicoltori, che non avevo
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di portarle la borsa dei ferri. Nella stanza della
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volta lungo gli esofagi dei gatti. I proiettili dello
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cibo dalla ciotola ubriacata dei fagiani, gatti che avevano
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al limite di uno dei suoi lati. Mi trattenevo
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andatura, per imboccare uno dei vialetti della montagnola. Quando
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nascosta nell’intrico elettrizzato dei capelli. Il suo vestito
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passare attraverso i fori dei proiettili che crivellavano le
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stesso tempo l’unico dei due freni che rimaneva
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la valigia a uno dei lati della moto. Qualcuno
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1998
tempo perché l’ombra dei letti aveva cambiato inclinazione
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1998
molto tempo. Le gambe dei letti proiettavano un’ombra
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1998
sentiva quasi il tonfo dei calci su di esso
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1998
ogni tanto la folata dei seminaristi, la lucina magmatica
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1998
e richiuso i cassetti dei comodini, battendoli con la
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fatto scattare i gancetti dei collari e spazzolato le
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1998
Posavo i piedi su dei nuovi gradini lucidi, di
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po’ bagnato a uno dei lati e uno straccio
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1998
lui!» disse arrossendo. ¶ Due dei seminaristi si strinsero ancora
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contrapposti, prima che uno dei due riuscisse ad avere
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1998
colpo, senza che nessuno dei due fosse riuscito a
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1998
bastava il più leggero dei soffi per farla ruotare
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1998
spostasse proprio mentre nessuno dei due stava soffiando e
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1998
ultimo istante, le luci dei suoi fari non si
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1998
un po’ a uno dei lati della stradina, si
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1998
nella sera. In uno dei primi posti della fila
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1998
altare. Vedevo gli involucri dei loro corpi coricati, le
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1998
ma c’erano ancora dei tratti più lunghi quasi
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1998
qua e là. Qualcuno dei soldati girava col sottogola
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1998
senza fretta verso uno dei due finestroni ancora aperti
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1998
per la visita pasquale dei parenti. Metà del cancello
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1998
era cresciuto il numero dei fogli di cellophane gettati
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1998
prima del cancello. Qualcuno dei seminaristi arrossiva di colpo
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1998
dell’armonio. “Sarà qualcuno dei parenti...” mi dicevo continuando
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1998
precisa nel cortile, nessuno dei tre pareva essere in
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1998
la mia pelle. ¶ Nessuno dei tre parlava. La sarta
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1998
qua e là. Qualcuno dei parenti provava a sedersi
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1998
e abbassati, mentre qualcuno dei parenti provava a sedersi
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1998
alla vecchia costruzione. Nessuno dei tre parlava più da
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1998
ritocchi ai tre corpi dei figli, ancora ammassati al
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1998
alta proprio a uno dei lati dell’entrata, per
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1998
Cercava di spezzargli uno dei lunghi denti ricurvi, di
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tutti i dischetti sporgenti dei proiettili, che l’umidità
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1998
case matte. Stavano venendo dei tonfi dalla parte della
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1998
senza stucco, gli spigoli dei muri non stavano più
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1998
uno stecco, durante uno dei suoi tanti giri. Un
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1998
Un istante dopo sentii dei passi allontanarsi pian piano
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1998
il pigiama in uno dei cassetti e l’indossai
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1998
spazzoloni per la pulizia dei pavimenti, bustine di sementi
251
1998
La seguivo tastando uno dei muri con la mano
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1998
puntata contro i volti dei fratelli, illuminandoli alternativamente da
253
1998
rimescolato e i corpi dei due fratelli erano ruotati
254
1998
nuovo tra i volti dei due fratelli che continuavano
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1998
Mi pareva che uno dei fratelli fosse finito in
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1998
testa addormentata di uno dei fratelli. La Pesca l
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1998
verso la zona lontana dei cuscini, quando la torcia
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1998
gonfiato enormemente a uno dei lati del lettone. L
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1998
sentivo il fragore ininterrotto dei loro pneumatici che frantumavano
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1998
di fronte alla casetta dei fagiani, aveva chiamato a
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1998
invitati abbandonarono la casetta dei fagiani per accorrere attorno
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1998
quanto accadeva nelle gabbie dei conigli, quando un nuovo
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1998
il fazzoletto contro uno dei lati della bocca, si
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1998
per ricomporre le ciocche dei capelli. Intanto, senza che
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1998
tavolata anche i volti dei commensali erano sempre più
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1998
di posto quando qualcuno dei commensali si accostava a
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1998
neppure quando a qualcuno dei commensali capitava di trovare
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1998
nella bocca di uno dei pesci sul piatto di
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1998
allontanava con la pila dei piatti da lavare, con
270
1998
l’altra le lische dei pesci contro la finestra
271
1998
si sollevò sulla punta dei piedi nell’atto di
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1998
braccia tra le zampe dei colombi. Non ne era
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1998
stava dicendo, durante uno dei miei giri accanto alle
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1998
stavo accanto alla casetta dei fagiani. Mi circondò le
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1998
verso il più vicino dei viali. Continuava a premere
276
1998
nuovo accanto alla casetta dei fagiani. Il cortile era
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1998
Dirce oppure di qualcuno dei fratelli. C’erano punti
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1998
parte, perché almeno uno dei suoi occhi riuscisse a
279
1998
Lo spingeva nell’intrico dei capelli crepitanti e spezzati
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1998
su per l’attaccatura dei capelli, si era leggermente
281
1998
che aspettava con uno dei vagoni dal portellone spalancato
282
1998
intervalli regolari ai limiti dei viali. Lo Ziò era
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1998
cinta, afferrava i rami dei rampicanti che cominciavano a
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1998
solo le masse compatte dei sempreverdi e delle magnolie
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fuori lucente dalla bottoniera dei calzoni da lavoro, mentre
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girare verso la casetta dei fagiani senza aver rasentato
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parco arrivavano i suoni dei rami che piombavano a
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questo certe volte uno dei suoi stivali di gomma
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del muro i rami dei rampicanti erano cresciuti a
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minima mutazione d’angolo dei raggi solari per la
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la punta di uno dei piedi sul terreno, cominciò
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di colpo contro uno dei muri esterni della villa
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invisibile sotto il peso dei rampicanti, fino alla statuina
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coi piedi su qualcuno dei pochi pioli non troppo
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lentamente, a tratti qualcuno dei pioli si sfilava dal
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un po’ le foglie dei rampicanti che formavano una
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penzolare nell’aria uno dei segnalibri di stoffa colorata
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ma a volte qualcuno dei nodi si scioglieva e
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grotta. Fuori dalla cupola dei rampicanti la musica si
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collegamenti funzionavano nel migliore dei modi, trasportando la corrente
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arrivati fino alla casetta dei fagiani, che continuavano a
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a danzare agli angoli dei viali e tra le
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ormai stanche e appesantite dei ballerini avevano tranciato le
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il parco. Nella casetta dei fagiani e dentro la
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le mani il cartoccio dei calli, che cresceva e
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calli dentro le gabbie dei conigli, potevo sentire i
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nuovi minuscoli frammenti, ciascuno dei quali riprendeva un istante
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legnaia, verso la casetta dei fagiani e le voliere
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Cercava di attirare con dei piccoli versi gutturali i
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i battiti d’ali dei numerosi stormi sovrapposti. ¶ Il
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a pioli all’apparire dei colombi. Forse era salito
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La biancheria nel primo dei cassetti, la valigia vuota
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ancora per un po’ dei passi lungo le scale
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per abbreviare i tempi dei saluti, finché la macchina
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le espressioni sui volti dei primi due gruppi di
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luce calante, il contorno dei merli sopra il muro
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cinta, gli ultimi voli dei colombi prima di entrare
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pesante sotto i piedi dei fratelli della Pesca, che
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precedenza lungo la rete dei suoi punti di connessione
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punti di connessione e dei suoi snodi, e che
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sigaretta dentro la rete dei fagiani, che correvano a
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di fronte alla pila dei piatti da lavare, spolpava
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ghiaia accanto alla casetta dei fagiani, alla voliera. Camminando
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fino alle metalliche foglie dei gladioli ai margini del
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tutto ciò le scaglie dei calli profuse dal Nervo
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penombra, con gli spuntoni dei peli tagliati a fior
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la mira e uno dei proiettili mancava per un
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di Maciste, il maggiore dei suoi figli, e lo
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e sulle spalle. Nessuno dei due pareva accelerare il
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perdere il più impercettibile dei suoi movimenti nello spazio
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capivo se almeno uno dei suoi occhi fosse in
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sua volta attraverso uno dei fori nel fogliame, aiutandosi
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fermarsi accanto alla casetta dei fagiani. Era molto vicina
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là dentro il maggiore dei figli, girandosi ogni tanto
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tronco, ci tracciava sopra dei piccoli segni col taglio
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di colpire i genitali dei due maschi, che sotto
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sulla spalla lo stanzone dei lavandini, lunghi come abbeveratoi
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le lastre di marmo dei gradini e non c
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si accertava della solidità dei nodi che le mie
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il messale a uno dei lati dell’altare, accanto
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scarpata, dove i lavori dei muratori attorno alle fondamenta
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piscina prosciugata ai limiti dei tigli, per poi scorgere
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testa affiorante del maggiore dei prefetti, che pregava in
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in tanto il maggiore dei prefetti, che era soprannominato
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entrambe le teste. ¶ Qualcuno dei seminaristi, intanto, riconoscendo i
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entrare confuso nel gruppo dei parenti?» chiese il Gatto
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un solo blocco. Qualcuno dei seminaristi stava collaudando sul
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mio turno di lettura dei Salmi, prima che il
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che correva lungo uno dei bordi, la mano femminile
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Lì, affacciato a uno dei finestroni senza serramenti, riuscii
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i riflessi di alluminio dei comodini e delle testiere
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comodini e delle testiere dei letti allineati in doppia
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punto terminale di uno dei segmenti della tavolata, accanto
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veniva attratto dall’ascolto dei Salmi letti nel generale
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conversando vicino alla pila dei mattoni forati, che erano
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tratti le traiettorie stupite dei suoi occhi. Il padre
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fegato. ¶ Scorgevo, attraverso uno dei finestroni, l’interno deserto
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cera. Seduto a uno dei banchi più lontani, il
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la tensione, mentre molti dei seminaristi si scambiavano occhiate
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per attenuare la violenza dei suoi colpi. ¶ Si separarono
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slacciando una buona metà dei bottoni della veste con
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guardando fuori da uno dei finestroni senza serramenti, vidi
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nel cortile in compagnia dei due prefetti. Camminava in
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far udire il suono dei sei fragorosissimi batacchi senza
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per collocare i vasi dei fiori e le candele
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forza sufficiente perché ciascuno dei batacchi colpiva l’interno
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batacchi colpiva l’interno dei campanelli in tempi differenti
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che presiedevano alla formulazione dei punteggi, ammesso che fosse
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entrato veramente nella tasca dei calzoni, perché una mezz
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da dietro la catasta dei mattoni forati, dall’alto
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Si gettava nella mischia dei giocatori di pallone e
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sotto i denti. Quelle dei biliardini erano invece dure
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le mani di qualcuno dei giocatori da farne esplodere
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una più generale regola dei silenzi?” ¶ Poteva al massimo
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impedire all’incessante movimento dei corpi che produce suoni
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Si creavano di continuo dei catalizzatori, come quando il
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sé nel più indiscriminato dei silenzi. E, al termine
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l’estremità di qualcuno dei tubi fumare un po
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elastica sfilacciata, perché uno dei due fermagli non chiudeva
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era deserta, le gambe dei letti di alluminio, allineati
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si impigliasse negli incroci dei tubi. Arrivai a terra
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di cuoio a uno dei fianchi della moto. Lo
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giri. Scorgevo il cerchio dei seminaristi che stava per
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foglioline e l’intrico dei rami abbagliati, come lavorate
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parte. Abbassavo la leva dei tergicristalli, se era venuto
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con forza il fascio dei fili avvelenati, li staccava
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giorno dopo, col pacco dei giornali nuovi sul sedile
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il contorno del volto, dei capelli. ¶ Si chinava sulla
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alla causa col pagamento dei bollini, alla mia età
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a tagliare le unghie dei piedi, schizzavano via calcificate
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sentiva solo il rumore dei piatti, dei cucchiai. ¶ «Ecco
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il rumore dei piatti, dei cucchiai. ¶ «Ecco, ho finito
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molto vicino l’attaccatura dei suoi capelli perfettamente bianca
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la linea tutta spezzata dei gradini. ¶ «Bisognerebbe togliere un
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occhi verso la fila dei finestroni, all’altro lato
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riempivano con le grinze dei volti, delle braccia. ¶ Corsi
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parrucchiere!» ¶ Guardavo il casco dei suoi capelli rigidi, arricciati
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appena cessato di emettere dei suoni. ¶ «Ecco... adesso non
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le nuvole di fiato dei cavalli! Raggiungevamo una villa
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di colpo la nube dei cosacchi. Salivano a cavallo
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una grande sala. Faceva dei giochetti con gli occhi
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professore. Lo vedevo fare dei movimenti di bocca, si
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dalla testa. Passavano ancora dei giorni. Poi tutto ritornava
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cominciare a buttar giù dei codici, delle tabelle, andare
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carrozzella fin contro uno dei finestroni, entrava quella luce
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tutti i muri, costruire dei macchinari per portarli giù
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Camminava sul bordo esterno dei piedi, sbadigliava con gli
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copriate ciò che resta dei loro volti con una
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non coprire col rumore dei denti quell’altro versolino
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arrivava ancora il rumore dei giri di chiave che
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pareti, vedevo l’ombra dei suoi calzoni tutti sforbiciati
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tutti graffiati dal taglio dei badili. Il cielo era
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quelle chiazze di luce dei negozi che restavano accesi
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ghiacciato. Riconoscevo alla luce dei fari il costone di
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case quell’alone azzurrino dei televisori. ¶ Poi la porta
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casa, sentivo il suono dei nostri passi lungo il
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nei crocicchi. Nelle frazioni dei paesi qualcuno imbacuccato faceva
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di colpo, a uno dei giri del tornante. ¶ La
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cimitero!» ¶ Andavano nella luce dei fari quelle polverine sfasciate
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interno dell’auto. ¶ Sentivo dei rumorini venire dal sedile
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acceso. La macchina faceva dei piccoli scatti, sobbalzava. ¶ «Via
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un colonnello di chi?» ¶ «Dei piumanti!» ¶ 21 ¶ I rifugi ¶ La
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per un po’, sentivo dei passi salire per la
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della pistola nel fagotto dei suoi vestiti lasciati cadere
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lasciava guardare, riscaldare. Sentivo dei rumorini venire dalla sua
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in giro quel colonnello dei piumanti?» provavo a domandare
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su ciò che resta dei viali, per il parco
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il fascio di luce dei lampioni. ¶ Mi fermai ad
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scatoletta. Tutta la ressa dei corpi cambiava posizione senza
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la notte la piega dei calzoni. Mi giravo sulla
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mi hanno dato persino dei quattrini per questo, arrivati
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Sfioravo con le dita dei piedi una cosa velata
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intorno le forme consuete dei sedili un po’ tagliuzzati
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tagliuzzati, le piccole leve dei comandi, mentre il motore
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vedevo solo la luce dei suoi fari gettarsi ancora
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fosse anche quella ragazza dei nastri, volata dentro anche
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nella notte. ¶ 23 ¶ Il colonnello dei piumanti ¶ Girai l’angolo
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non è il colonnello dei piumanti?» ¶ Mi aspettava con
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in qualche piccola caserma dei piumanti, in qualche pensioncina
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stanza...» diceva il colonnello dei piumanti imboccando la scala
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sentivano ancora i colpi dei tasti che avevano ripreso
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è questa!» ¶ Il colonnello dei piumanti apriva una porta
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si lamentava il colonnello dei piumanti spuntando come se
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Chiamava arrossendo un sergente dei piumanti che stava seduto
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l’orecchio il colonnello dei piumanti, in un posto
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polsi, su una macchina dei piumanti. «Ammesso poi che
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altre impronte, il cigolare dei cancelli, qualche trasferimento all
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tagliato, sbudellato...» La macchina dei piumanti scivolava quasi senza
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lo stesso il colonnello dei piumanti sospirare al mio
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dita. ¶ Sentivo la macchina dei piumanti ripartire di colpo
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teste brulicare nella fila dei caffè dalle vetrine sporgenti
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bisbigliò all’orecchio uno dei due «è a nostra
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discarica grande, nel regno dei rifiuti!» ¶ Le ruote andavano
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Vedevo già la fila dei caseggiati ormai spenti da
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baricentrico. Sentivo gli spigoli dei caseggiati cantare ogni tanto
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Mi accostai a uno dei comodini. C’era sopra
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vento contro gli spigoli dei caseggiati, mentre andava ancora
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filando tra le dita dei piedi, quando mi giravo
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all’indietro il manto dei capelli, starà sbadigliando... entrerà
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Hanno trovato l’imbottitura dei sedili fino in cima
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anche pezzi del volto, dei capelli...» ¶ Gettava indietro la
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quello è il colonnello dei piumanti!” mi accorsi girando
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parlarmi, mentre si liberava dei baffi con una forbicina
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trasparenti, capisco dal luccicare dei miei dentini appuntiti che
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gli aerei, sulle cime dei grattacieli isolati, delle torri
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sfrecciare tra la folla dei corsi quegli schettinatori. Mi
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dai gradini più alti dei sagrati. Salgono per un
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Mi accostai alla pila dei piatti sporchi ammucchiati nel
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dicevo scorgendo i riflessi dei suoi calzoni di pelle
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plastica gonfio. Ci conficcava dei semi, ci pressava sopra
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di appoggiarci il blocco dei fogli a quadretti, con
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un istante la pila dei piatti, il sacchetto delle
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muovendo incontrollabilmente le dita dei piedi, nell’orgasmo, l
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da sera sullo sfondo dei caseggiati isolati, tutti ricamati
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nel primo pomeriggio uno dei suoi scrittori...» sentivo che
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da tennis, a seconda dei casi, lo scacciamosche, l
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il dito in uno dei fori di un disco
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smoking staccarsi dalla ressa dei volti, e avvicinarsi con
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un istante le sagome dei viaggiatori seduti all’interno
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l’acciarino...» ¶ Si sentivano dei rumori correre dentro le
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staccata in una cabina dei fragori come di bottiglie
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po’ scrostato. C’erano dei cartoni contro le sue
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dal cerchio di luce dei lampioni. Sentivo che cominciavo
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non ci sono solo dei gatti, a guardare bene
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passando vicino alle luci dei ristoranti. Distinguevo tutti quei
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distinguevo al loro interno dei cristalli di vetro scheggiati
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Credevamo che tu fossi dei nostri!” mi diranno. Ma
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fissati per la valutazione dei manoscritti, non capiscono neanche
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lampione, scorgevo le lenti dei suoi occhiali sbalzare, scintillare
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a vedere le lenti dei suoi occhiali scintillare un
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sentire quel rumorino sfrenato dei fornelli per strinare gli
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tutta deserta, gli zoccoli dei palazzi resi fosforescenti da
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a tratti il rumore dei suoi denti quando la
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vedere fin le unghie dei piedi, se abbasso la
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specchio, sentivo le ossa dei suoi piedi scricchiolare sul
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senza parlare. Scorgevo solo dei lampi al magnesio venire
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venire da poco distante, dei bagliori. “C’è ancora
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la testa, la massa dei capelli. Ruttava con le
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Si sentiva il rumore dei suoi denti che si
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si sentiva il rumore dei nostri passi, di quel