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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Oriana Fallaci, Penelope alla guerra, 1962

concordanze di «dei»

nautoretestoannoconcordanza
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di scuola, le fotografie dei defunti sopra una mensola
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volte, sono più vivi dei vivi. E ammazzano i
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strade solleticando le corna dei diavoli e i fiumi
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rose e le file dei cavoli. Richard non c
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i saluti di uno dei due americani ormai al
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erba disfatta, l’odore dei cimiteri. Il cane del
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inferno. Che le importava dei loro giudizi e di
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i vetri brillano più dei diamanti. Col buio, bruciano
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ad esso i ritratti dei divi, sulle pareti, scolorivano
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esperimento. Prima le storie dei film si inventavano a
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chiesa annerita e rider dei deboli che si inginocchiavano
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li strappava dalle zampe dei bufali che a loro
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istericamente invocando l’aiuto dei santi e dei familiari
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aiuto dei santi e dei familiari, e più la
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si accendono in corrispondenza dei piani, venti, trenta, quaranta
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Che paura!». Sulle porte dei bar le prostitute si
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come cavoli ogni foglia dei quali era una scodella
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le noccioline, ma nessuno dei due se ne accorse
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che perde, il rumore dei passi. ¶ Andavano da una
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accordo era che nessuno dei due invadesse il terreno
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scrivergli. Ma a quale dei due mezzi ricorrere? Naturalmente
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di un’America orgogliosa dei suoi grattacieli, delle sue
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una generazione priva di dèi. Non è cattolico, non
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braccetto nel parco, ciascuno dei due tenendo la propria
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a piovere il rumore dei passi. ¶ * * * ¶ «Ha telefonato, Martine
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sono squisiti?» Le raccontò dei duecentomila gatti che vivono
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vivono dentro la subway, dei cinquemila falchi che vivono
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a fare il censimento dei gatti e dei falchi
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censimento dei gatti e dei falchi». Le raccontò la
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diffusa dal solito grammofono dei ristoranti. Era una musica
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e la commuoveva più dei discorsi di Richard. Odorava
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morti sono più vivi dei vivi: avevi ragione. Inutile
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delle prime a teatro, dei cocktail, dei flirt destinati
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a teatro, dei cocktail, dei flirt destinati a morire
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lei mi fa firmare dei fogli dai quali risulta
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tormentato dormiveglia: gli urli dei rimorchiatori accompagnarono fino all
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in Harlem, alla Messa dei negri, poi al Museum
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Richard a destra. Nessuno dei tre parlava né si
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anche tu alla Messa dei negri?» «Non con te
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di non perdere nessuno dei due: «Bill! Giò! Cosa
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girandosi verso il gruppo dei negri. ¶ «Certo, uomo.» ¶ Placidamente
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a menar pugni ciascuno dei quali non mancava mai
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coltelli attaccati alle piante dei piedi, trascorrevano in letizia
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E, alzandosi sulla punta dei piedi, lo baciò su
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Giovanna pensò che uno dei prossimi giorni avrebbe comunicato
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quasi raddoppiato alla data dei cinque telefoni. Sede a
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ci fosse da pagare dei danni: li liquido io
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in Italia, allo scader dei due mesi: per portargli
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che erano le voci dei gabbiani, disse Richard. Poi
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chi?» ¶ «È la terrazza dei suicidi, Giò. Se alzi
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americano mi chiederà conto dei delitti commessi contro il
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Giò il più borghese dei week-end. Partimmo a
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dietro, raggiungevano il campo dei meli dove le mele
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è uguale alla somma dei quadrati costruiti sui cateti
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rane gracidavano e nessuno dei tre, impigriti dalla digestione
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Igor? Non sapeva niente dei russi. Non l’avevano
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la lingua alla maniera dei bimbi che fanno le
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Hudson e il profilo dei grattacieli era un ricamo
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trionfo americano. Il padre dei rocket non fu forse
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sfruttabile per la coltivazione dei funghi. Lo shelter elegante
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fu solitudine in nessuno dei due, né paura. Come
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normali: un marito e dei figli.» ¶ «E li vuoi
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per farne tanti piccoli dèi? E sopportavo tutto perché
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non può darti piccoli dèi ma può darti figli
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era qualcosa, nell’atteggiamento dei due, di familiare ed
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indignava pel cattivo gusto dei bambolotti di cera, dei
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dei bambolotti di cera, dei cartelli rossi che annunciavano
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occhi. Kiddieland, il paradiso dei bimbi, era una pista
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giorno: giuliva, dimentica ormai dei singhiozzi con cui s
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esistesse e si occupasse dei fatti degli altri, come
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del campanello, allo strascicare dei passi dietro la porta
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sulla spinola, il vaso dei fiori appassiti dondolò insieme
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il whisky nel vaso dei fiori appassiti. Poi si
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incamminò verso l’Incrocio dei Mondi. Ripetutamente indugiò a
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li buttò sulla melma dei sorci che gridavano, benedivano
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Sguaiatamente rise allo svolazzare dei fogli, al tintinnar dell
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più alta delle insalate, dei pomodori, di tutto, fino
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soffitto cercando il rumore dei passi. Il rumore dei
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dei passi. Il rumore dei passi non c’era
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grande e dalla finestra dei suoi sentimenti poteva osservare
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stanza e dalla finestra dei suoi sentimenti riusciva a
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non sa cosa farsene dei martiri e degli eroi
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essi turbano la coscienza dei semplici, essi sono i
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lavoro di Martine. Parlò dei grattacieli, del buio, dello
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non sa cosa farsene dei martiri e degli eroi