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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «dei»

nautoretestoannoconcordanza
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un paltoncino. Nella piazzetta dei Bianchi non passava un
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di Montesanto, di Latilla, dei Pellegrini, dello Spirito Santo
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fosse prestissimo. ¶ Nel vicolo dei Bianchi, per dove si
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calmarono. Sedette in uno dei banchi di legno dipinto
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di legno dipinto, quello dei poveri che non hanno
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e alti, sugli spigoli dei suoi muri oscuri era
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dava sullo stretto vicolo dei Carrozzieri; l’oscurità dell
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nella noia, sugli sfoghi dei rancori amorosi e di
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mattinale, principiò il ticchettio dei tasti sulle incudinette, e
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con quel moto istintivo dei miopi e corse dalla
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e sottovoce già parlavano dei loro amori, più o
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di Natale alla chiesa dei Pellegrini, poi siamo andate
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tu, povera Achard, avrai dei guai. La matrigna ti
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quindi uno stridìo metallico dei coltellini, i corrispondenti che
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del loro discorso o dei loro pensieri. Il corrispondente
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e parlava coi conduttori dei trams, che aspettavano i
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e per aver pubblicato dei versi a una viola
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del registro, del tasto, dei dispacci fermi, egli aveva
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che è lo spauracchio dei bimbi napoletani; ma di
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ai candidati, agli amici dei candidati, ai capopartiti, alle
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Esse impallidivano. La moltiplicazione dei telegrammi era miracolosa, tutti
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il primo novembre, giorno dei Santi, un bianco strato
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al camposanto, il giorno dei morti. E per tutta
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a certune aveva prestato dei quattrini, con l’interesse
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quelle che le dovevano dei denari. Una le faceva
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tormento autunnale e invernale dei telegrafi. Procida aveva subito
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per la pessima manutenzione dei fili, per un uccello
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scarica. Bastava toccare uno dei reofori, o il manico
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dentro questi cestini, cavandone dei lembi di tela o
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intelligenza, che ci mandano dei vestiti azzurri carichi di
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in moto per trovare dei milioni a questa splendida
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lavorìo per l’ospizio dei fanciulletti abbandonati, erano gli
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tutte le ore, noncurante dei suoi vecchi vestiti, dei
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dei suoi vecchi vestiti, dei suoi guanti lavati, dei
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dei suoi guanti lavati, dei suoi capelli arruffati che
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con le boccuccie rigonfie dei bambini che vogliono piangere
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Massimo avrebbe voluto farle dei regali, dei gioielli, senza
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voluto farle dei regali, dei gioielli, senza dubbio, quelli
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un matrimonio di amore, dei brillanti non gliene importava
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altrimenti d’una discendente dei re siciliani. ¶ — Misericordia, misericordia
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Novissimi? Fate la penitenza dei peccati, ragazze? Volete che
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perchè non mandate loro dei quattrini, molti quattrini a
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ci sono a casa dei vestiti che debbo mostrarvi
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lasciavano vedere la bianchezza dei colli, con certi cappelloni
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qua e di là dei piccoli gridi di sorpresa
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portato delle sedie portatili, dei pliants; in quanto ai
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coloro che hanno fatto dei lunghi viaggi, e che
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vizio e di frivolezza dei suoi compagni e amici
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in giro pel passeggio, dei vassoi di gelati furono
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facevano, prese dall’amore dei paesi lontani, mentre gli
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in tondo, la fila dei bei volti muliebri, sorpresi
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sala si andava popolando dei viaggiatori più frettolosi che
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ella parlava del blasone dei Sannicandro e degli antenati
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Sannicandro e degli antenati dei Sannicandro che avevano combattuto
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bisbigliando, indifferenti all’agitarsi dei viaggiatori che affluivano: sottovoce
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promesse della nonna. ¶ — Eccoti dei giacinti, bella mia, — disse
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Massimo Daun, al colmo dei malumore, s’impazientava: l
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rosse innanzi ai vetri dei finestroni; e a destra
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invito, nella fredda cappella dei Cantelmo, fra i parenti
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dote per l’ospizio dei poveri fanciulletti abbandonati. ¶ Un
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passò sotto il fascio dei capelli, che la monaca
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eternità straziante: il fascio dei capelli tagliati rimase nella
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della terra! Le preghiere dei morti continuavano, profondamente penose
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la sala, il movimento dei ventagli ricominciò, il chiacchiericcio
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malgrado la cocciutaggine naturale dei vecchioni, che gli avrebbero
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educate nel nobile collegio dei Miracoli e avevano un
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per abitazione alle famiglie dei militari: venivano a piedi
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non guastarsi i piedini, dei cappelloni eleganti: e si
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Bella Elena, la particina dei due Ajaci, che vengono
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non aveva da offrire dei partiti rispettabili, quelle ragazze
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e là si vedevano dei vuoti. Il signor Canavacciuolo
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acqua doveva essere caldissima, dei giovanotti si attardavano ancora
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resto poverissime. In fine dei conti, quando furono a
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è doppia la fila dei lampioni, andavano tutti quelli
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viale a destra, chiamato dei filosofi, piccolo, stretto, oscuro
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era posto al centro dei gruppi che appartenevano un
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Caputo che aveva messo dei nastri azzurri, regalatile dalla
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musica, adesso, suonava uno dei soliti pezzi concertati, un
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il profumo delle erbe, dei gelsomini di notte, acutissimo
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ella andava ripetendo sottovoce dei versi di Prati, malinconici
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ma già scaltrite, parlando dei loro trionfi teatrali, facendo
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continua, ricominciava la sfilata dei vestiti bianchi femminili. Annina
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anch’esse, dicendo insieme dei versi di Aleardo Aleardi
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e l’amica parlavano dei loro sogni teatrali, del
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tasca, propose di mangiare dei fichi d’India, tre
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scrostato, su cui giacevano dei gingilli antichi e brutti
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sala, la luce meschina dei lumi, la mancanza delle
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era dichiarato il Dio dei maestri di sala. Caterina
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era nervosa, perchè uno dei piattelli delle steariche era
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aperti lasciavano in terra dei rigagnoletti di acqua piovana
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enorme specchio senza cornice, dei quadri religiosi tutti affumicati
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malgrado la sua consuetudine dei saloni nobili: e senza
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uomo galante, vecchio ricordo dei suoi affari usurarii, fece
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donna Clementina de Camillis, dei marchesi di Latiano, vecchia
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donna Clementina de Camillis, dei marchesi di Latiano, la
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si univa il tremore dei vetri, mai cessante. La
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terra, sotto i piedi dei viandanti. Il direttore della
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suo appartamento in via dei Fiorentini, tutta sconcertata. Nella
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gelati e giungevano ancora dei mazzi di fiori; ma
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prestavano orecchio, il ballo dei vetri urtava i nervi
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non sentire il ballo dei cristalli. A tutte le
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notte si poteva giudicare dei progressi della eruzione; circolavano
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alla porta dell’ospedale dei Pellegrini, l’ospedale dei
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dei Pellegrini, l’ospedale dei feriti, non si fermava
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contino Geraci aveva procurato dei biglietti d’invito alle
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porte, le tre stanze dei corsi e la direzione
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nascosto, e l’acconciatura dei capelli, per cui andava
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per eludere la sorveglianza dei superiori. Cantare? Ma in
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che divorava l’ingenuità dei suoi sedici anni; Lidia
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accaduto, come nella formazione dei ranghi militari: ottantacinque ragazze
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del metodo di lettura, dei sistemi froebelliani, a proposito
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di Malta, il teatro dei dilettanti; a Carolina Mazza
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si levò e parlò dei sacramenti, pian piano, con
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nel vestito vecchio, parlava dei sacramenti con tanta vera
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si misurano le cadute dei gravi. Con la mano
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queste leggi sulla caduta dei corpi, a questa indiavolata
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della legge sulla caduta dei gravi! E come passava
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beffarda, che si rideva dei tormenti di quelle fanciulle
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Scapolatiello vantava la parrocchia dei sette dolori, Valente preferiva
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bene eseguito. ¶ Tutte facevano dei progetti per quest’ora
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scuole, portandovi la superbia dei loro vestiti di seta
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loro vestiti di seta, dei loro orecchini di brillanti
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più posto in evidenza dei loro vestiti, con certe
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intervalli di ozio; parlavano dei bagni di mare, a
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folla delle ragazze e dei giovanotti, con le sedie
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non so nulla nè dei giardini d’infanzia, nè
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Diaz che aveva ricucito dei nastri ritinti in verde
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alla riparazione? Dovrebbe pagare dei maestri: poveretta, ha così
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albergo, in un vicolo dei Guantai. Nella convulsione, di
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restò stupefatta avendo preso dei cinque, dei quattro, persino
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avendo preso dei cinque, dei quattro, persino degli zeri
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avendo avuto il massimo dei punti era riuscita la
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un soldo, per portarle dei fiori e hanno seguito
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giornate di vacanza fa dei fiori artificiali: è stata
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elementare nel regio educandato dei Miracoli: nulla a dire
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parte la prima abolizione dei vecchi metodi punitivi. ¶ NON
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quadrilatero, addossandosi alle baracche dei saltimbanchi, alle tende ambulanti
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saltimbanchi, alle tende ambulanti dei venditori di sorbetti, al
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intiera stagione sulle sponde dei lagni: sui balconi illuminati
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Circolo Militare che aveva dei festoni di lanterne chinesi
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Giorgio Lamarra: da uno dei cinque balconi di Rosina
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Ciccillo Mosca, il primo dei tre fratelli Mosca, che
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al Circolo militare accendevano dei fuochi di bengala, Giorgio
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vino di Marsala, lieta dei suoi larghi vassoi d
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larghi vassoi d’argento, dei suoi bicchierini di Boemia
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suoi bicchierini di Boemia, dei dolci che erano venuti
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alle Tarcagnota, a malgrado dei loro quattrini, esse erano
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troppo imbecille. A malgrado dei delicati razzi che si
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per loro. ¶ — Parlate sempre dei bimbi, fra voi. ¶ — Sempre
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lo sguardo serio serio dei neonati: la bocca si
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dolci: offrivano, per giuoco, dei confetti al cristianello serio
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Infine venne la volta dei bimbi: Emma e Ferdinando
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si rizzava sulla punta dei piedi ma non riusciva
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non era la radezza dei capelli male dissimulata, non
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come morte, già tinte dei colori della corruzione e
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poteva vedere l’armeggio dei due innamorati. Ma la
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Udiva tutto il discorso dei due giovanetti, lo udiva
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verdura larga e fitta dei fichi dell’orto Oliver
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ora allegro, ora sentimentale dei due innamorati, si accompagnava
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in macerazione, talvolta strappava dei profumi all’orto Astianese
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lui; Federico, irritato, scrostava dei pezzi d’intonaco e
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farle piacere, Mimì? ¶ — Parlale dei figliuoli: non vuol sentire
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sei matto, Federì: parlale dei maschi. ¶ — A chi vuol