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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «dei»

nautoretestoannoconcordanza
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stessa smorfia della cena dei cappelletti. Poi se n
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stava aprendo le porte dei grandi: ¶ – Cher Libero, figliolo
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quella sera: il cambiamento dei posti a sedere, misero
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surgelati e i padri dei miei amici di Milano
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più inaspettato e misericordioso dei battesimi. ¶ Papà decise che
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scelsero Deauville, il litorale dei parigini con le berline
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le spalle più strette dei fianchi. Mi salvavo per
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ossatura e alla gentilezza dei modi. La guardai dal
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a fissare la finestra dei miei genitori con la
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doccia e presi uno dei miei libri sugli indiani
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al muro: nella stanza dei nostri ospiti non volava
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che dicono sull’insolenza dei parigini – rispose mamma. ¶ – E
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cos’è che dicono dei parigini? ¶ – Chiedilo al tuo
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due tedesche a Forte dei Marmi; Parigi mi piaceva
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nella camera da letto dei miei e mi scagliai
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andava in giro con dei jeans sfrangiati a metà
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sorella? ¶ – Perché? ¶ – È uno dei suoi preferiti. ¶ – Ce l
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Li accompagnò a uno dei tavoli e si accorse
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avrebbe firmato lei invece dei miei genitori. Come stavano
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me e l’appuntamento dei sogni c’era questo
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di sedermi a uno dei tavolini. Chiese cosa volessi
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comunismo, dell’amicizia e dei litigi con Camus. Mi
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avevano fatto più guai dei discepoli del futuro. Che
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si chiamava Il deserto dei Tartari e l’aveva
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e il mio deserto dei Tartari rischiava di essere
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me stesso. Il divorzio dei miei genitori, l’invisibilità
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mondo, l’inesorabile solitudine dei Marsell che mi accerchiava
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Drogo. Scappa dal deserto dei Tartari. Fu per lui
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avevo stoppa al posto dei capelli. Da nudo ero
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fuori dal mio deserto dei Tartari, fuori dal destino
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di Henry Miller e dei suoi due Tropici, lei
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all’inizio ho avuto dei problemi ma poi è
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a percorrere il perimetro dei giardini finché non le
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giradischi con un disco dei Pink Floyd. E un
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dal cilindro estrasse uno dei sospesi della mia esistenza
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genitori. C’era qualcuno dei Deux Magots, Philippe il
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il maître e uno dei proprietari, c’erano tutti
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gli altri e qualcuno dei miei vecchi professori. Vennero
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del tabacco da pipa, dei carnet del tram usati
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pila di riviste pornografiche, dei gel intimi, alcune matrici
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gel intimi, alcune matrici dei biglietti del Crazy Horse
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biglietti del Crazy Horse, dei preservativi. La tessera del
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il tenore di vita dei miei genitori era stato
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intenzioni parlò ai proprietari dei Deux Magots: mi offrirono
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di servire nel pomeriggio dei giorni lavorativi e per
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sarei stato il cameriere dei nuovi esistenzialisti e avrei
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difesa del cuore e dei deboli. Tra sentimento e
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che sedevano ai tavolini dei Deux Magots per un
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sorella, anche il gruppo dei Deux Magots finse di
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spariva davanti alla bellezza dei Martedì al cinema e
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e aspettai all’entrata dei giardini. Lunette arrivò con
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di gerbere canarino e dei fuseaux che finivano in
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C’era il silenzio dei camposanti, e c’era
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quello, e per ordine dei dottori nessuno ebbe il
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letteratura e il destino dei prescelti. Aveva una semplicità
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voci sulla rivoluzione percettiva dei circoncisi: durante il rapporto
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il primo invito esplicito dei miei vent’anni. Mi
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film indiano che nessuno dei due seguì perché impegnato
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andammo oltre l’incontro dei sensi. Ero ancora illibato
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Maigret erano al pari dei romanzi duri? Io e
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delle mutandine. Le luci dei lampioni entravano dalle persiane
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A volte nella toilette dei Deux Magots. Ignoravo il
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razziste europee, dell’Italia, dei parigini e della fondue
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E di Mitterrand. E dei Bleus, la Nazionale francese
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con le reazioni sconcertate dei laureandi che le stavano
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avevano fatto incontrare, quelle dei dettagli e dello stupore
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c’era la questione dei soldi: le correzioni di
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di entrare pescai uno dei pezzetti di carta: New
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le nostre, come nessuno dei due avrebbe immaginato. Dipese
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Lunette: per lo stile dei newyorkesi, per il senso
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della pista intercettò due dei ragazzi esotici che le
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un lungo corridoio con dei pisciatoi a muro e
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di lui, la frizione dei vestiti, la vischiosità delle
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la tristezza. Al momento dei saluti venne vicino, mi
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di fronte al condominio dei Lorraine mi appoggiai al
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Parlai io con uno dei soci, il signor Leoni
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lire al mese, più dei piccoli incentivi. Avrei dato
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quaderno: Attraversa il deserto dei Tartari. Sapevo che la
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epoca con le lavandaie dei Navigli. La infilai in
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Marie valeva una pagina dei miei comandamenti e l
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Porta Romana ai canali dei Navigli. Un percorso che
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una blu, i correttori, dei fogli bianchi, un telefono
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laurea con il massimo dei voti in Statale, abitava
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affossavano, per non parlare dei pantaloni da clown. Chiesi
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ciò che ottenni furono dei vestiti al passo con
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cher Libero. L’odore dei quaderni, i bistrot stipati
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amava Dickens, lo scrittore dei sogni realizzati, erano suoi
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esima strada, nei gol dei portieri e negli eventi
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un tempo era stato dei barconi e adesso era
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legno, era il rifugio dei randagi di Milano. Spillavamo
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E come disse uno dei primi clienti: Il francesino
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valutando la possibile espulsione dei tre cristi. L’amica
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impauriti per la bruttezza dei clienti, vecchi sdentati e
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tirò fuori la cesta dei libri. Avevo adocchiato il
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avevo schivato l’invito dei loro genitori e l
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ci chiudemmo nella stanza dei faldoni me la ritrovai
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Crocetta, il ritrovo storico dei tassisti in pausa, i
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che Palmiro si accontentò dei pistacchi che gli passavamo
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Li aveva rivestiti con dei foulard indiani e dei
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dei foulard indiani e dei cuscini orientali. L’amante
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Petits Hôtels, lo sgabuzzino dei Deux Magots che usavamo
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e prese la scatola dei Tegolini, me ne offrì
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le solitudini. Se uno dei due possiede una percezione
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prima ricerca alla teoria dei luoghi emotivi: quanto più
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premiato con il massimo dei voti all’Università Pierre
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annunciò che il gruppo dei Deux Magots si era
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della mancanza di Parigi, dei miei amici, dell’impermeabilità
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Mi mettevo su uno dei pouf, lei caricava il
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che stava pensando a dei tagli. Il risultato fu
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Lodi e i binari dei tram e le aiuole
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come i francesi, peggio dei francesi, e lei ridacchiava
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mi godetti la meraviglia dei randagi di Milano per
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disse a colazione, mangiando dei biscotti alla nocciola e
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finestra, circondati dallo zigzag dei miei romanzi e con
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valigia fino alla colonna dei taxi, salii con lei
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e usai una parte dei soldi di mamma per
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un aiuto per ammassare dei tavoli inutilizzati. ¶ – Sai guidare
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una freccia nella notte dei Navigli. ¶ Grand! ¶ Ieri sera
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deciso per “La collina dei conigli” e mentre glielo
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di me, alla stregua dei suoi ordini lavorativi. In
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amiche. Conobbi la Milano dei panettoni e dell’inaspettato
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un cotechino, un disco dei Queen e i libri
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sul divano con uno dei suoi gatti tra i
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argento, velluti. Indossai uno dei vestiti di papà, senza
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la radica del mobiletto dei liquori. Una nonna la
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avevo sentito: il logorio dei corpi, la stanchezza dell
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portava a un assaggio dei corpi. Le domande erano
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a collo alto e dei jeans attillati. Il sorriso
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che le avevano trovato dei problemi alla tiroide, rien
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mese avrei ricevuto metà dei soldi, come li avrei
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Giorgio e dell’osteria, dei ragazzi e di Palmiro
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di Palmiro, di Marika. Dei cinema con la fidanzata
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avevo abbuonato la separazione dei miei genitori. ¶ Baciai mamma
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Marie sulla maggior parte dei maschi era uno: portarsela
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Non le avevo detto dei miei intenti con Lunette
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con la trousse. Uno dei due cuscini orientali era
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mi chiamò nella stanzetta dei fusti: c’era qualcuno
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presentava alla sua corte dei miracoli: mi fece conoscere
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bulimia portava all’idealizzazione dei ricordi. Aveva ragione: Parigi
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fuseaux e la maglietta dei Rolling Stones. Scartò il
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classi. Entrammo in quella dei più piccoli. C’erano
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fissai allo stesso modo dei suoi allievi, curiosi e
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John e qualche pezzo dei Queen. A volte prendevamo
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le raccontai della separazione dei miei genitori, della morte
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sfogliò fino alla pagina dei cinema. – Per farti perdonare
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osteria. Mario era uno dei miei migliori amici e
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di predire la sorte dei legami: spiega il tradimento
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altre forme di restituzione dei legami: coniammo lì il
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figlio durante la separazione dei genitori, e lo comparammo
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Borsalino di tela e dei Persol, li mise da
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Le feci la cronaca dei miei anni milanesi e
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mio amico, magari Philippe dei Deux Magots, o qualcuno
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Deux Magots, o qualcuno dei ragazzi delle riunioni. Accettai
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la sistemai in uno dei piccoli hotel della mia
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in programma. Quei coglioni dei medici l’avevano torturata
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la camminata in direzione dei tavoli di lettura. Poi
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Édith Piaf, la raccolta dei successi. ¶ L’antipasto della
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Al metodo furono dedicati dei corsi e una conferenza
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al Parini nel settembre dei miei trentaquattro anni. La
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apertura de Il deserto dei Tartari, e quello fu
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stessa lezione alla classe dei diplomandi del Parini e
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il mondo del gruppo dei Deux Magots, lo stesso
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addormentata con i disegni dei bambini del Centro sul
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gesso per la stecca. Dei vecchi tempi era sopravvissuto
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seguì fino all’entrata dei controlli di sicurezza. Quando
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mi ha dato più dei bianchi. È la pazienza
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Studiava il ciuffo indisciplinato dei miei capelli, i titoli
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i titoli di coda dei film, il vestiario delle
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sera prima, assieme a dei cappelletti che mise nel
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l’avevano sottoposta a dei colloqui telefonici e le