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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Cesare Abba, Cose vedute, 1912

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
1
1912
apparisce in ogni muscolo del David michelangiolesco, mi torna
2
1912
anche in questo sacrifizio del proprio ingegno, anche in
3
1912
egli era, alla gentilezza del sentimento romantico e cristiano
4
1912
lui il modello vivente del suo Ettore Fieramosca. Del
5
1912
del suo Ettore Fieramosca. Del resto riscontrasi in tutti
6
1912
Pelìde della forza sterminatrice del mito, l'uomo che
7
1912
carattere singolare dalla bontà del suo cuore lirico, impulsivo
8
1912
di Gino Capponi e del Niccolini. Un giorno, lì
9
1912
l'umore dei tempi. Del resto i più di
10
1912
mensa, non parlassero caldamente del Generale. ¶ L'Abba ammirava
11
1912
libere ed esaltate, era del dolore, era l'ira
12
1912
prepotenza straniera e macchiata del più puro sangue d
13
1912
In una sua lettera del 73, trovo scritto: "Gli anni
14
1912
in età più matura. Del resto pareva ch'egli
15
1912
volontà a tormentarsi. Uomo del nord, più che della
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1912
della nostra gioconda zona del mezzogiorno, pareva voler aguzzare
17
1912
aveva seguito questi funerali del Tuköry nel giugno 1860, coi
18
1912
formidabile e futile buffonata del caso. Quella sua tempra
19
1912
ebbe l'infausta facoltà del soffrire. Mi diceva a
20
1912
pianticelle esposte sulle mura del paese a quel freddo
21
1912
fattasi della camicia rossa del figlio un ruvido cilizio
22
1912
udendo il primo tuonar del cannone; ma pur tenne
23
1912
i quali, nella sintesi del loro acuto pensiero, poterono
24
1912
passo con l'altro del dubbio metafisico, dell'ironia
25
1912
uomo, nell'infinito ordine del creato, più non intende
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1912
non circoscritta come quella del verme, innalzava gli spiriti
27
1912
ammobigliata, annebbiata dal fumo del suo virginia, con due
28
1912
M'appoggiai al muricciuolo del pozzo e l'anima
29
1912
battevo alla porta modesta del padre mio. M'aperse
30
1912
Ma quando alla luce del focolare guardai più attentamente
31
1912
ragionammo fino alla punta del giorno. Mio Padre fumava
32
1912
grande amico" il cavallo del reggimento, il quale, come
33
1912
anni, all'amara fuga del tempo, all'adolescente che
34
1912
mura sotto la disciplina del buon maestro, da cui
35
1912
famiglia, in quella esemplare del dottor Asquini, è rappresentata
36
1912
tempo. Perchè il cavalleggere del 59, il garibaldino del 60 e
37
1912
cavalleggere del 59, il garibaldino del 60 e del 66, è divenuto
38
1912
il garibaldino del 60 e del 66, è divenuto, in questa
39
1912
trova in pena espiatoria del celibato. Il primo è
40
1912
della quaglia e quello del chiù suonino insieme l
41
1912
in faccia a quella del lupo? Stai al mondo
42
1912
è figliuolo dell'amore del dott. Crisante, il quale
43
1912
averne menomata, l'eredità del padrone. ¶ E il dott
44
1912
Paleari (una seconda copia del dottor Asquini), un giorno
45
1912
Prospero, accortosi dalle parole del padre, che egli non
46
1912
altra figliuola dell'amore del dott. Crisante, fugge dalla
47
1912
dal paese. ¶ - Catena orrenda del male! - esclama allora il
48
1912
può essere un martire del rimorso: fuggito Prospero, senza
49
1912
Crisante rientra nei limiti del suo carattere grossolano, contento
50
1912
perderla per il ritorno del figlio. ¶ Questa novella ha
51
1912
della famiglia, la data del sesto figliuolo che ora
52
1912
libera o serva, ricordi del vecchio Piemonte dispotico, sono
53
1912
novelle, come lo sfondo del piccolo dramma che accade
54
1912
baffi e il cuore del sig. Saul" è un
55
1912
ricordo comico e bieco del vecchio dispotismo. ¶ Il sig
56
1912
fissava da un finestrone del suo palazzo. Manda un
57
1912
il barbiere. ¶ I baffi del sig. Saul cadono a
58
1912
fanciullo. ¶ Solo nella chiesa del suo paese, Foresto esita
59
1912
riconosco tutto l'animo del mio povero amico. In
60
1912
amico. In Foresto più del piacere della vendetta, può
61
1912
termini dell'odio e del disprezzo. Un tale dominio
62
1912
menoma esitazione, le vie del pericolo e del disagio
63
1912
vie del pericolo e del disagio, quando glielo imponevano
64
1912
specchio lì sulla mensola del camino... Non si era
65
1912
fra le comuni reminiscenze del campo, le bibbie vedute
66
1912
vanno speditamente alle conseguenze del bene e del male
67
1912
conseguenze del bene e del male che operano nel
68
1912
più o meno, genterella del borgo, pettegolante, meschina, e
69
1912
parevano sgomente; i versi del Miserere cantati da quella
70
1912
umana. In quei versi del miserere, in quelle campane
71
1912
seguenti: ¶ "Quella bella chiesa del quattrocento.... anche sotto la
72
1912
sotto la gran luce del sole, era sempre mesta
73
1912
Nunzia). ¶ Qui, la chiesa del quattrocento, la lampada accesa
74
1912
Da quest'occhiata intuitiva del sentimento, viene quell'aura
75
1912
vendemmia, nelle ultime pagine, del novembre, da Caserta, quando
76
1912
respira l'aura grande del mare corso dalla nave
77
1912
dell'Etna, ma quella del borgo piccolo e chiuso
78
1912
assidua vigilanza sulla condotta del vicino che nei piccoli
79
1912
insultarlo con un articolo del regolamento di disciplina alla
80
1912
era mescolato nella confusione del campo; chi lo aveva
81
1912
mosso mai; il resto del mondo non gli veniva
82
1912
di tante cose belle del mondo? Su d'una
83
1912
a quei Signori laggiù del comune! Chi le vuol
84
1912
Certo era la donna del padrone di casa. Che
85
1912
suocero: - perchè gli date del voi? Un soldato potrebbe
86
1912
adesso, voi siete disertore del nostro re. ¶ - Avete ragione
87
1912
che era la caccia del diavolo; quella che fanno
88
1912
in quella testa strana. ¶ - Del resto - proseguiva il vecchio
89
1912
cuore. Udir quelle cose del suo paese, dette lì
90
1912
fosse stato in Romagna. ¶ - Del nove! - rispose il vecchio
91
1912
eravate ancora. Però avete del coraggio. Qua la mano
92
1912
felice in quelle carni del viso che le si
93
1912
per la sciocca risposta del padre! Quei piedi nudi
94
1912
ancora la meglio cosa del mondo. Intanto aveva sempre
95
1912
proprio qui, la notte del venerdì santo, saran quarant
96
1912
Anna metteva nella cesta del sagrestano due dozzine d
97
1912
di dove gli occhi del giovane si ficcarono giù
98
1912
a rimestar la rena del fondo di quell'acqua
99
1912
cosa benedetta, il libro del comando in tasca? ¶ - Io
100
1912
che neppur s'accorse del braccio con cui il
101
1912
non aveva paura neppur del diavolo. "Animo Biagio!" ¶ Zitto
102
1912
bianca scantonava dalla parte del fienile... "Ah! disse Biagio
103
1912
d'indovinare un sospetto del vecchio. Si alzò, lo
104
1912
uscito nell'aria purissima del primo mattino, sentì allargarsi
105
1912
monti, le lontananze tutte del cielo. Nulla mai gli
106
1912
carabinieri non parevano neppur del mestiere. Parlavano senza ficcar
107
1912
si mettevano sulle peste del forestiero; ma aveva il
108
1912
si indovinava il luogo del laghetto. ¶ - Nunzia! - chiamava da
109
1912
di sentir la frescura del bagno. Pensava che qualcuno
110
1912
era fermata sul margine del laghetto, nei cespugli fitti
111
1912
uno di quei santi del deserto, ai quali i
112
1912
avevano nemmen più senso del tempo che passava, passava
113
1912
lo dissi, il caso del suo nonno ci ha
114
1912
quel fatto della sorella del giovane, c'era entrato
115
1912
che non fosse scherzo del vino, e cominciarono a
116
1912
tuffò dentro le mani del vecchio; poi ne tirò
117
1912
gambe un po' fuor del lettuccio, e ne tenne
118
1912
piedi larghi e nocchiosi del nonno, e le pareva
119
1912
invetriti, e nell'aria del viso uno stupore mortale
120
1912
da Gamurrino alla Costa del monte; e Biagio, così
121
1912
tante volte i cavalli del marchese con le criniere
122
1912
che veramente una donna del Ponte ai prati era
123
1912
grande è l'ingiustizia del mondo. ¶ Essi invece pensavano
124
1912
la cassa a pie del letto, giaceva; e la
125
1912
nuovo. ¶ Ma il mattino del quarto giorno, prima che
126
1912
accanto, camminando al passo del corteo. Dunque non c
127
1912
e famoso dalle parti del genovesato; ma poteva anch
128
1912
vicina, nelle prime case del borgo. Entrando da quella
129
1912
ci siamo per parlar del morto. Accendete le lanterne
130
1912
dicevano vita e miracoli del morto: poi intonarono il
131
1912
a piè delle mura del borgo; e buia dentro
132
1912
parevano che di due, del padre suo e dello
133
1912
di sotto al braccio del babbo il lenzuolo che
134
1912
a coprir la cassa del nonno; e stringendoselo al
135
1912
a sentire il racconto del fatto, che Anna cavava
136
1912
salvo che l'indomani del funerale del suo nonno
137
1912
l'indomani del funerale del suo nonno, due carabinieri
138
1912
casetta, Farinello, il messo del comune, dicendo che doveva
139
1912
cosa voleva quell'uomo del sindaco, che tanto l
140
1912
tre mesi dalla morte del suo nonno, essa se
141
1912
pareva viva l'acqua del rigagnolo che, traboccando dai
142
1912
vacillò sulla proda calante del laghetto; tentò di agguantar
143
1912
a piede, al trotto del cane, la salutò. ¶ - Oh
144
1912
vedete? - rispose il messo del Sindaco: - allegri Anna, che
145
1912
E partì al trotto del cane, ma cogliendo tuttavia
146
1912
amato, goduto anche qualcosa del mondo, se non altrimenti
147
1912
mandorli, nel bell'occhio del sole. Ma non l
148
1912
un buco delle mura del borgo. Ed esso sanguinoso
149
1912
sempre tra le avemarie del rosario ci ficchi: E
150
1912
a farvi qualcosa? Ha del caffè d'orzo e
151
1912
a filare sulla soglia del suo tugurio, guardando il
152
1912
piano lì a piè del colle. E col pensiero
153
1912
facesti altro che far del male? Hai accanto quel
154
1912
a tutti i poveri del Comune, la festa di
155
1912
la donna più felice del mondo. Ha persino avuto
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1912
quattro piatti mise intorno del rosmarino. L'indomani, quando
157
1912
una parte della derisione del mondo. ¶ Così venne, non
158
1912
tarocchi insieme col medico del Comune, col farmacista, con
159
1912
capitano invalido nel caffeuccio del borgo, pieno di signorelli
160
1912
nella notte, la pina del campanile, i tetti delle
161
1912
sfacciato come le scarpe del boia. Lo sentiva che
162
1912
là per le vie del borgo, ciascuno rincasava recando
163
1912
fuggendo. Deve aver dato del petto contro terra... ¶ Il
164
1912
n'è dell'altro del sangue; - disse una contadina
165
1912
che passava coi secchi del latte: - e l'erba
166
1912
trascinandosi, giungeva alla casa del padre suo. ¶ Micco non
167
1912
ventre, che nel respirar del malato dava su; pettorali
168
1912
parevano sgomente; i versi del Miserere cantati da quella
169
1912
fin sopra le mura del cimitero, mentre v'entravano
170
1912
e fredda, sulla porta del cimitero. ¶ - Morta? - rispose il
171
1912
quella bella chiesa parrocchiale del quattrocento, che, anche sotto
172
1912
sotto la gran luce del sole è sempre mesta
173
1912
a vederlo dipingere; e del resto sapeva pure che
174
1912
girar per le vie del borgo per trovare visi
175
1912
nei gruppi di angeli del paradiso che frescava lassù
176
1912
stare, don Giosafatte ha del buon tempo. ¶ Foresto guardò
177
1912
Guardatela lì la nipote del signor Arciprete! Bell'onore
178
1912
trovato come a dar del petto nel muro, e
179
1912
posarsi la gran volta del cielo, proprio come la
180
1912
eccola! Sotto la cappa del camino, ampia come un
181
1912
un piede sullo scalino del focolare e con le
182
1912
mano tutte le saette del cielo, quel Vanni odiato
183
1912
parroco, perchè nel cimitero del suo grosso borgo giacevano
184
1912
le molle nella cenere del focolare, a cui s
185
1912
tutta rapita dallo sguardo del giovine; le palme, la
186
1912
l'Oriente, i luoghi del gran poema del Cristo
187
1912
luoghi del gran poema del Cristo, ch'aveva sempre
188
1912
non aveva mai potuto. ¶ Del resto intorno a quel
189
1912
gran parte degli affetti del dottore. Ivi brillava l
190
1912
lì sopra la mensola del camino. Gli passò un
191
1912
anche stata la figlia del becchino. Ed era bastato
192
1912
becchino. Ed era bastato. Del resto poi, nessun marito
193
1912
due volte il giro del mondo. Ma la verità
194
1912
di dolcezza al cor del dottore. Dolcezza al core
195
1912
figli non era stato del tutto infelice, eppure non
196
1912
un'aria della Forza del Destino. Egli brillò, si
197
1912
essere sbocciato dall'anima del Maestro come certi fiori
198
1912
felici, dove la Forza del destino trionfava con cantori
199
1912
che empivano il mondo del loro nome, come gli
200
1912
calava improvviso sulla fronte del dottore? Ah quei suoi
201
1912
per lo sdrucciolo volgare del matrimonio?". Così gli avevano
202
1912
diceva su per giù del suo Mario quel che
203
1912
E però le parole del dottore le furono di
204
1912
non gli aveva tolto del tutto il senso d
205
1912
su altre cose, parlò del valore di Mario, dei
206
1912
un capello bianco! ¶ - Scuola del Tintoretto! - disse Giomo ridendo
207
1912
le coltri, chi fuori del letto, con le zimarre
208
1912
non di più; ordine del medico. ¶ Ed il frate
209
1912
coltri erano gli stinchi del suo povero amico! Quelle
210
1912
Sicilia, sdraiato all'ombra del suo cannone, leggeva sempre
211
1912
che passasse alla volta del grosso borgo dove stava
212
1912
godimento grasso e sprezzante del di fuori. Signori e
213
1912
Asquini i clamori intensi del vento nelle sue foreste
214
1912
espressione che nei tratti del viso... Pareva che dentro
215
1912
non avessero più nulla del loro passato, e che
216
1912
Egli non vive che del presente, per lui sono
217
1912
ingenua ignoranza delle cose del mondo gli pareva una
218
1912
che mentre sugli orli del sentiero della vita s
219
1912
dalle guardie il nome del borgo, egli ne ebbe
220
1912
avere, somigliante a quella del padrone che era stato
221
1912
dall'amico, nelle veglie del campo, quando i loro
222
1912
medico, un vecchio amico del babbo, non ci vediamo
223
1912
soggezione, sono tanto fratello del babbo, che posso anche
224
1912
mesi, che all'apparire del dottore, tese le manine
225
1912
d'un altro orologio del piano di sopra, e
226
1912
la visione e pieno del sentimento il core. A
227
1912
battaglione di picciotti, tutti del vallo di Mazzara. Dov
228
1912
che l'Offlaghi chiamava del piemontaccio reale. Malcontento e
229
1912
che sei un chinese del Piemonte, capisci tutto!". La
230
1912
delle Alpi al passaggio del Ticino, reso da un
231
1912
reso da un dipinto del Pagliano. Quelle barche, quei
232
1912
il piede in Lombardia del cinquantanove, chi più tardi
233
1912
le mani sui braccioli del seggiolone, tremando. Salvo l
234
1912
amico. ¶ - Quelle maledette vite del campo, le pioggie, le
235
1912
Ci pensa la natura!... Del resto non me n
236
1912
tu stessi di là del mare! ¶ E l'Offlaghi
237
1912
cantò prima di quello del cuculo. ¶ Poi, ricomponendosi, mentre
238
1912
Te ne ricordi? Chinese del Piemonte! Che sciocchezza ti
239
1912
veduta che fiore, prima del matrimonio! È ancor bella
240
1912
di tutto e chiese del cavallo. ¶ - È già attaccato
241
1912
si doveva riposare ridendo del mondo. Nel camino si
242
1912
capitano della prima compagnia del mio reggimento. Due medaglie
243
1912
amico e le davo del tu... ¶ - Niente, niente! Beati
244
1912
in cui si dava del tu, così alla prima
245
1912
sull'amore, gli davamo del bimbo; ma credo ora
246
1912
a sè l'anima del marito... Basta! L'indomani
247
1912
accovacciava lì ai piedi del letto, sul tappeto. Dunque
248
1912
quel che si fa del cuore di Lantieri! Non
249
1912
divenir sua?... Che misteriacci del cuore umano! Basta!... Ora
250
1912
sere innanzi, in quella del suo focolare. Allora gli
251
1912
Il taglione... la legge del taglione!" e col senso
252
1912
non era ancora levato del tutto, e l'Asquini
253
1912
la testa sulla sponda del letto, vicino a quella
254
1912
letto, vicino a quella del suo figliolo, e s
255
1912
e intorno al letto del bambino un tramestìo dell
256
1912
ivi era un po' del marito, un po' d
257
1912
pensiero che alla fine del suo viaggio fu fermo
258
1912
le case, i tetti del suo paese, ecco là
259
1912
BAFFI E IL CUORE DEL SIGNOR SAUL ¶ - Tant'è
260
1912
da certo tono insolito del padrone; - Galateri è andato
261
1912
Lucrezia parlava colla serva del Giudice, la quale raccontava
262
1912
per altro al canto del gallo sempre si trovava
263
1912
pipa sotto la cappa del camino, badando bene a
264
1912
scavata una fossa fuori del recinto, e ve l
265
1912
e nuova al cuore del vecchio servo. Il quale
266
1912
buttò le gambe fuori del letto, si rivestì in
267
1912
incamminò verso la casupola del povero Colombano. ¶ Stava costui
268
1912
vento con qualche granello del nevischio che cadeva giù
269
1912
bambino e a darsi del vile. ¶ Ora che fare
270
1912
avrebbe pagato quel selvaggio del signor Venanzi; e per
271
1912
nella più gran pace del cielo. ¶ - Sai chi fu
272
1912
pur avvezzo ai godimenti del far carità, non aveva
273
1912
un colonnello, nobile piemontese del vecchio stampo. Terribile uomo
274
1912
durante la gran guerra del dodici, aveva combattuto contro
275
1912
S... si viveva ancora del trentaquattro, mentre già regnava
276
1912
in Genova, nella torre del palazzo ducale. ¶ Ma pel
277
1912
altro, con molto dispiacere del vescovo, che però non
278
1912
la storia. ¶ Un giorno del trentaquattro, il signor Saul
279
1912
piazza, dinanzi al palazzo del Governatore. Amante assai della
280
1912
a furore l'isoletta del Tanaro, che portava il
281
1912
ciabatta che i manigoldi del Galateri gli avevano dati
282
1912
da noi! Strane cose del mondo! E dire che
283
1912
senza quella mala azione del Galateri, che ho sognato
284
1912
e tirò il cordone del campanello. ¶ - Son qui! - disse
285
1912
parlò di sepoltura fuori del Cimitero; pochissimi dissero che
286
1912
cristiani. Invece una donnicciuola del popolo, così come nella
287
1912
discorsi. Ma l'arrivo del carro mortuario li troncò
288
1912
dimenticare il gran cuore del suo morto: e anzi
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che nell'altre ore del giorno l'occhio non
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cresciuto senza saper nulla del mondo, sempre a pascer
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ne' fianchi i calcagni del padrone, affrettò ancora un
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buon'ora da Pilo del Pian de' galli. ¶ - Del
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del Pian de' galli. ¶ - Del Pian de' galli? Ma
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le dita nei ricci del fanciullo. ¶ Subito questo gli
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più lunga di quelle del babbo. Sei contento? Sicuro
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dabbene, esemplari. Ferri, ferri del mio mestiere, voi tagliate
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doveva fare il battesimo del loro bambino! Ma già
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lei di certe storie del proprio uomo con qualcuna
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modo: "l'altro medico del borgo non aveva moglie
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m'ero mica dimenticato del battesimo del nostro bambino
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mica dimenticato del battesimo del nostro bambino; ma ho
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di soldati nella nascita del nostro bambino? Piuttosto ci
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libro della vita, anzi del gran dovere della vita
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bel paniere nelle mani del più grandicello, il dottore
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poco discosto dalla casa del Paleari, nella farmacia del
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del Paleari, nella farmacia del signor Saverio, dalla cui
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per godersi l'ombra del campanile, e a vivere
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parassita cui tutti davano del canonico, e dicevano che
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dicevano che nelle cose del Comune tutto dipendeva da
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dottor Crisante, amico sincero del Paleari benchè suo collega
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facevano male al cuore del vecchio conte. Alla fine
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tutto quel chiasso? ¶ - È del nostro buon Paleari - s
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si venisse a sparlare del Paleari proprio lì nella
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dottor Crisante - dunque è del Paleari quel bambino? E
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i capelli grigi prima del tempo! Lasciamo far così
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scansie tutti i barattoli del farmacista. ¶ Il dottor Crisante
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con lo stesso tono del capitano Nicostrato disse: ¶ - Ma
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Ma che le bestie del paese si diano tutte
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farmacista dall'altro capo del borgo? Per reggervi aveva
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egli di quell'insolenza del dottore? Vedeva bene che
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accompagnato da un'occhiata del signor Saverio, che pareva
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che, sotto il balcone del suo collega, razzolavano ancora
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che se in casa del dottore comandava, il perchè
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della signora Valeria e del suo bambino; si erano
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morti, massime a proposito del bambino battezzato poco prima
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dovuto alzar anche prima del solito, perchè tutta la
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sua famiglia decaduta, dava del voi a tutti. ¶ - Il
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distanza contro la spalletta del ponte, continuò: ¶ - Non avete
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tornava; e arrossiva quasi del facile sdegno con cui
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le cose anche più del capitano: ond'egli pigliato
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stornelli adattati ai casi del dottor Crisante, mentre questi
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sonava lontano al campanile del borgo, e Valeria s
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ecco improvviso a piè del colle un ombrello da
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ombrello da sole, quello del dottor Crisante, che era
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un capo all'altro del territorio. Di dove era
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capo, tutta nella luce del sole sul verde del
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del sole sul verde del prato, pareva più bella
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Valeria, non s'accorse del turbamento che questi provò
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tetto e un po' del piano superiore d'una
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chi quella giovane fosse. Del resto ora è una
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quando fui a piè del colle e guardai quei
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par di morire proprio del tutto...". "Sì, sì, la
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sopra il filare. ¶ - Sei del paese, bel giovine? ¶ - Signor
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piacere di sentirsi dar del tu da quell'uomo
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un neo alla base del collo, il neo che
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la sposa pel figlio del loro signore. Ripetendo le
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capivano meglio la onnipotenza del Signore dei cieli, e
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sono figli di gente del paese che ho invitati
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cenno d'insistere; e del resto, il Paleari lo
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a quel tal punto del filare di viti, se
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in un'altra parte del vigneto quel lavoratore, e
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tal sera nella farmacia del signor Saverio. ¶ - E ti
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certo discorso sulle donne del borgo, intanto che egli
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e altro la voce del mondo. ¶ I fanciulli passarono
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sedersi su quel muricciuolo del ponte a quell'ora
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qualche bella campagnola o del borgo! La sapeva essa
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mandato giù il giorno del suo arrolamento: egli, quasi
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accusare d'avere qualcuno del proprio sangue perduto pel
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Quando furono nella luce del primo fanale Prospero si
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dottore sedendosi a pie del letto, come usava fare
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in faccia a quella del lupo? Stai al mondo
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capito tutto il pensier del dottore. ¶ - Catena orrenda del
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del dottore. ¶ - Catena orrenda del male! - si mise a
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sette chiese. ¶ - Ah infamia del mondo! ¶ E bestemmiando il
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dire; ma nella farmacia del signor Saverio il capitano
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le siepi per fargli del male. Poi, come l
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lo incantava nella nicchia del focolare e gli faceva