Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

Genova, febbraio 1898. ¶ L'eredità del genio. ¶ Solo, in mezzo

tutti, preso le difese del passionale errore dell'amico

ogni idealità, facendo meravigliare del suo fuoco gli stessi

avea risonato nel profondo del suo cuore e della

Marino ricordava le parole del padre: a lui rivolte

difenditi!.... ¶ * ¶ * * ¶ E la voce del grande infelice vecchio risuonava

con la sottil fragranza del mare un senso di

grande incanto dell'ora, del momento, dalla dolcezza del

del momento, dalla dolcezza del ricordo e della cara

tenda orientale, prezioso ricordo del padre. Davanti a lui

bruna, il venerando color del vecchio legno, sì caro

ben conosceva coteste passeggiate del suo irrequieto padrone! Passeggiate

un sorriso sulla testa del Wagner di creta, arcigno

parete. ¶ Era un quadro del padre: più che un

di luce? Gli parlava del suo paese lontano? dello

gli occhi dal quadro del padre e portò lo

E da la memoria del padre: più d'ogni

precocemente. Istintivamente nello studio del padre aveva preso in

avea continuata l'arte del padre. ¶ Ma a lui

morte de l'entusiasmo del vecchio pittore ferito nella

figliuolo, la triste eredità del vecchio Genio. ¶ * ¶ * * ¶ E Marino

riuscito a liberarsi ancora del tutto. Però nulla di

tutte aperte, in ricordo del nome glorioso che portava

stato lo sfondo costante del suo essere interiore. ¶ Veniva

e la fatal debolezza del padre. ¶ E pure, già

rinnovato il miserando caso del padre? ¶ Non aveva egli

il giovane dottore, più del solito rubicondo nell'imberbe

spalancò. La plumbea cappa del cielo s'era squarciata

a innondare lo studio del suo bacio allegro, fugandone

uscì. ¶ * ¶ * * ¶ Con la partenza del dottore anche il raggio

una volta al quadro del padre. ¶ Com'era stata

disse? Fra il sibilo del vento e la voce

vento e la voce del mare mi sembrò gemesse

note nei nostri paesi del sole e del mare

paesi del sole e del mare tepido, ove tanti

febbre, còrso da' brividi del freddo, sotto le folte

nella parte più intensa del mio cuore. ¶ E, poi

pallida, senza la luce del suo amore! le notti

per lei vanamente primaverile, del profumato inverno ligure. ¶ * ¶ * * ¶ Fu

madre - non sapeva nulla del suo stato - e intanto

Si faceva ella complice del mio amore? Mi spingeva

ad uscire, a godere del sole che empieva di

miss, ai pallidi figli del nord che imploravan dalla

imploravan dalla vivida brezza del nostro mare l'ultimo

quel giorno l'azzurro del mare! Come rideva profondo

ella è il proseguimento del tuo sogno ventenne, è

ventenne, è la fine del tuo primo e vero

occhi la miseranda visione del povero amico morente nello

regina della forma e del senso - che con l

che con l'ebbrezza del suo bacio, avea dato

istrana passione, ch'avea del senile e del fanciullesco

avea del senile e del fanciullesco, a quell'ultimo

ch'avean il nitore del giglio e la suprema

della giovinezza, il fascino del fiore che passa, la

sognato, il trionfo supremo del senso sulle fredde gioie

giovanissimo celebre poeta, ebbro del tutto, si alzò barcollante

dello champagne la visione del povero artista agonizzante in

e della voluttà, signora del mondo.... ¶ Ai suoi piedi