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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
1
1896
apparve nel tragico grigiore del crepuscolo, sopra il tenebroso
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1896
sfondo de’ grandissimi alberi del parco, n’ebbi come
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1896
di una larga scranna del passato secolo, vicino a
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1896
tutte quelle cose e del luogo. Ed ella lavorava
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1896
giorno, i pazienti fraticelli del trecento. ¶ Io finiva – in
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1896
tra le rughe contratte del volto di mio zio
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1896
su gli ultimi alberi del parco, i cipressi neri
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1896
mare; le ultime luci del tramonto.... mia madre e
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1896
nulla potea io leggere del loro mistero, il mistero
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1896
aria costernata più presto del solito la sua lezione
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1896
telaino la bella iniziale del trecento, a mezzo incompiuta
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1896
oro nell’ombra fredda del leggìo. Un silenzio tedioso
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1896
madre, ai dolorosi giorni del suo distacco, sentiva l
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1896
trasalii tutto. ¶ A’ piedi del letto, appoggiato alla spalliera
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1896
con le belle rive del Meno tutta l’ambizione
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1896
l’affetto più caro del buon re di Baviera
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1896
animo buono e semplice del mio collega Franz, da
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1896
momento il buon faccione del mio amico e collega
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1896
fraülein Delfina, la signorina del professore, faceva sembrare più
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1896
strada innalzava i visitatori del professore sino al portoncino
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1896
veduto dipinta sul volto del buon Franz. ¶ — Oh, signor
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1896
cervello matematico come quello del nostro buon professore è
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1896
di un qualunque poeta del mio paese.... Piuttosto, ditemi
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1896
a frequentare la casa del professore Ense von Nörten
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1896
Nörten per la sicurezza del metodo e la maravigliosa
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1896
cuore e la mente del professore Ense von Nörten
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1896
mi condusse nello studio del professore. Buon Dio, quale
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1896
di precisione, gelosa cura del professore che non dava
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1896
qui, in un cantuccio del mio cuore, e non
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1896
facilmente! Eppure, quanta acqua del Meno è passata sotto
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1896
Delfina, per quanta acqua del Meno possa ancora passare
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1896
sbirciai: era accigliato più del solito, ma tranquillo, ora
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1896
quei giorni l’animo del mio buon professore Ense
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1896
minaccia buia e paurosa del temporale s’è dileguata
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1896
lui, per capire qualcosa del resto di mondo che
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1896
passeggiata sulle rive verdi del Meno che mi decisi
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1896
Università. ¶ Mai le rive del Meno ci eran sembrate
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1896
chiare le acque scorrenti del libero fiume. E mai
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1896
parlai di me e del mio paese, e gli
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1896
presto pel bel paese del sole con la mia
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1896
m’introduceva nello studio del professore. Prima di entrare
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1896
mano, misteriosa, nel buio del piccolo corridoio, e la
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1896
poco prima, nel buio del corridoio, mi aveva stretto
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1896
l’occhio all’obbiettivo del telescopio – mi faceva sfilare
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1896
specchiava nella vasta lente del telescopio, mentre il Professore
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1896
Professore con l’ardore del dotto e dello studioso
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1896
ricordai il mio discorso del mattino e lo scopo
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1896
sedere in un angolo del terrazzino. Egli si mise
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1896
tagliata dal nastro scuro del fiume, che aveva qua
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1896
più bei giorni sereni del vostro inverno delizioso, che
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1896
trovato usanze, sentimenti, idee del tutto differenti, affatto opposte
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1896
minuto, tutti i progressi del male che l’allontanava
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1896
compiva il ventesimo anniversario del nostro matrimonio.... Non potei
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1896
grazie ai buoni uffici del mio buon professore Ense
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1896
che ci seguiva carica del mio non troppo pesante
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1896
più, la rassegnata frase del vostro paese – che la
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1896
addolora e la forza del dovere mi obbliga a
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1896
spaziosa rivelava l’abito del pensiero e le rughe
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1896
in quella primissima ora del mattino appariva del tutto
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1896
ora del mattino appariva del tutto deserta: un solo
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1896
in alto l’azzurro del cielo sereno. A colui
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1896
scintillava agli alti raggi del sole. Una volata di
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1896
folte e paurose e del folle, misterioso terrore che
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1896
buio, serrato al collo del devoto servo che lo
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1896
contrasto, la chioma vivida del piccol parco che, al
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1896
che contrastava col grigiore del castello e de’ sentimenti
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1896
castello e de’ sentimenti del viaggiatore fermo dinanzi al
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1896
solitudine e la quiete del fitto viluppo di verde
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1896
che nascondeva la porta del silenzioso fabbricato e che
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1896
echeggiare la stridula voce del richiamo fra quel silenzio
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1896
tra le folte erbe del viale e una vecchissima
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1896
tra le aste ferrate del cancello chi era colui
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1896
a rompere la pace del Castello solitario. Ma non
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1896
Tutto è pieno ancora del ricordo maledetto.... Oh, signorino
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1896
debole e tremante mano del vecchio e il visitatore
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1896
quietamente sotto la mano del vecchio custode. ¶ Il visitatore
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1896
spenta ancora, al passaggio del visitatore e gli mandavano
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1896
forse per la oscillazione del pavimento sotto i piedi
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1896
po’ triste delle donnine del secolo passato, sopra i
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1896
doveva essersi quetata ancora del tutto. Qualcosa doveva piangere
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1896
mani pietose.... Ai piedi del letto era il grande
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1896
l’altra immagine: quella del suo uccisore. ¶ Si gettò
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1896
il ritratto al naturale del nonno, dalla nota e
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1896
vide il volto buono del nonno, del quale egli
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1896
volto buono del nonno, del quale egli piccoletto, era
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1896
Addio. ¶ La dolce faccia del nonno parve rischiararsi a
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1896
luce e nel verde del giardino. Il cielo s
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1896
e silenzioso. ¶ La casetta del vecchio custode era a
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1896
vigorosi; la selvaggia vitalità del verde s’era imposta
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1896
ricordò. ¶ — Ecco la robinia del nonno.... ed ecco il
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1896
Rico, il giovane mozzo del signor Conte, ed il
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1896
il rumore delle ruote del calessino. In quel momento
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1896
sua frusta nuova e del cavallo che non voleva
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1896
fermo. ¶ — Sente l’aria del mattino! – commentò egli. – Farebbe
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1896
sui cuscini di crine del calessino, e Rico fece
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1896
il cavallino fu fuori del paese: nel sole, in
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1896
nelle sue belle sale del Conservatorio, il povero sior
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1896
femmine – della microscopica scuoletta del villaggio non lo avevano
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1896
alle sue belle sale del Conservatorio, ai suoi bei
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1896
più vispa e diabolica del solito, lo trasse ella
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1896
della sua confusione e del suo imbarazzo. ¶ Fortunatamente a
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1896
istante, venne il servo del signor Conte, il buon
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1896
per rinfrescarsi un poco del.... lungo viaggio. ¶ Sior Tonino
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1896
seguir Dante l’ombra del buon Virgilio quando questi
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1896
sotto le ali protettrici del signor Conte. Questi s
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1896
il nostro bravo professore del lieto avvenimento che rende
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1896
d’una delle torrette del castello: una delizia di
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1896
visione dei grandi alberi del parco baciati in alto
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1896
alto dai bagliori infuocati del tramonto: il cielo preso
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1896
misteri notturni degli alberi del parco. ¶ Ella era ritornata
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1896
era ritornata la pazzarella del mattino. ¶ * ¶ * * ¶ Il giorno dopo
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1896
la carrozza da posta del Conte giù per la
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1896
ormai lontani, sul dorso del monte. ¶ Il Paradiso di
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casa, dietro la mia, del tutto sepolta tra gli
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1896
operazione, i migliori trattati del genere, e quanto era
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Oh, come le rughe del suo volto di vecchietto
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tazzina calda e fumigante del prezioso liquido alle labbra
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solo della quiete e del silenzio: oh no! I
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per attaccarsi agli svolazzi del manto della bella signora
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crome e delle biscrome del suo buon papà.... e
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all’entusiasmo più pratico del commercio.... ¶ Siccome il buon
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il cantuccio più quieto del mondo e se lo
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1896
n’era felice!... ¶ Però del suo passato, de’ giorni
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1896
Parigi, nei primi anni del secolo, in un’asta
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1896
come tanti altri oggetti del genere, dopo i giorni
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1896
a finire nelle mani del buon maestro Piero, che
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1896
tempo, di grappoli color del rubino.... Come era felice
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1896
ad olio di Rossini – del buon Rossini prospero e
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1896
pel tempo, a dispetto del buon pittore che lo
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1896
scorsi in un angolo del nuovo giardino, seduto sopra
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1896
il suo ragazzo, quello del ritratto – aveva alfine fatto
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1896
s’era tanto innamorata del cantuccio solitario di verde
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1896
sotto la luce viva del sole, mi abbacinavano gli
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1896
buona tazzina di caffè, del «suo caffè» che il
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1896
altri tempi. ¶ * ¶ * * ¶ «Il castello del conte Oldrado ergeva la
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1896
vassalii indocili, sulla vetta del colle, dai fianchi vestiti
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ne’ pressi della villa del nobile conte Della Torre
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Giselda, la unica figliuola del conte. ¶ Oldrado, solitario e
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mai si fosse valso del tradizionale jus che gli
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occhi azzurri della figliuola del Conte, tanto lo colpirono
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di una delle torrette del castello del conte Oldrado
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1896
delle torrette del castello del conte Oldrado. Una lunga
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dopo la rapida scena del bosco, quando allontanatasi un
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rassicurata alquanto dalle parole del giovane, si alzò e
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Ella era dunque prigioniera del conte Oldrado! Di quel
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misterioso e rustico signore, del quale si scorgeva il
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giù nel piano e del quale aveva sentito parlare
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che potè: le parlò del Conte Oldrado, dell’ardente
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di fuga – la venuta del Conte per parlargli ed
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momenti, il giovane scudiero del conte Oldrado! ¶ Così nacque
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non si accorgeva troppo del suo indugio.... ¶ Finchè un
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E per il resto del giorno lo scudiero non
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Traversò i sontuosi appartamenti del castello e nell’ultima
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rispose alle appassionate parole del giovane, ma, come rialzandosi
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Giselda diveniva la castellana del tozzo maniero di Oldrado
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dal molle cielo colore del latte. Lo Stagno, si
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è proprio nel mezzo del praticello ed è, tutto
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giorno, narrandosi i sogni del Poeta padrone della Villa
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sente il primo sospiro del flauto che già piacque
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agitan lievemente l’erbette del praticello d’argento. Le
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larghe foglie. Il canto del flauto di Pane seguita
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gli occhi ancor pieni del sonno e si volgon
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parla dei liberi amori del bosco e delle dolci
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e delle dolci ebbrezze del piccioletto iddio di un
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se non il Sogno del Poeta.... ¶ Ma il bagliore
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sussurrii le fronde, e del lavorìo degl’insetti industriosi
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industriosi le piccole erbe del prato. ¶ Una visita. ¶ Mentre
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luminosa pei primi raggi del mattino, io consultai il
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nome dello sconosciuto paesello del quale andava in cerca
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luminosa pei primi raggi del mattino, dopo aver fremuto
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rischiarato dalla prima luce del mattino il povero bimbo
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conca verde ai raggi del sole: la povera madre
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dirle nulla. Ai finestrini del lungo treno, che freme
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dove andranno, il ricordo del triste quadretto di dolore
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è discesa la moglie del capo stazione, è accorso
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sotto il sole gaio del mattino. ¶ * ¶ * * ¶ Questa la scena
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seppellito lassù, nel cimitero del paesello bianco, tra il
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piccola tomba. Il curato del villaggio aveva promesso alla
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mamma spediva ogni mese del danaro al custode del
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del danaro al custode del cimitero. Dovendo ora io
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discesi alla piccola stazione del paesello, tutt’ora quasi
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quel mattino, nella luce del primo sole. Mi fermai
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feci indicare la casa del curato e andai a
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di dire la messa del mattino ed era corso
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un colosso di contadina del paese che mi guardava
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il suo latte frugale del mattino. Il pane era
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colazione prendemmo la via del cimitero. Esso sorge fuori
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cimitero. Esso sorge fuori del paese sopra una collinetta
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castagni, il bianco muricciuolo del camposanto e distingueva la
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verde!... ¶ Poi mi disse del morticino che andavamo a
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a visitare. Il fatto del povero piccino morto in
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fiore anche pel tumoletto del povero signorino, come lo
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collinetta, un poco prima del muricciuolo bianco del camposanto
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prima del muricciuolo bianco del camposanto, era il casolare
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camposanto, era il casolare del guardiano, un bravo contadino
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a baciare la mano del curato, guardandomi di sottecchi
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timorosa. ¶ — Ecco la guardiana del signorino – mi disse sorridendo
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nere. Però il tumoletto del signorino mi apparve subito
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è affezionata al tumoletto del signorino, e vi porta
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come il padre, guardiano del piccolo cimitero, volendo corrispondere
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avessero cura della tomba del suo morticino, non aveva
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era attaccata alla tunica del buon prete e mi
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ch’erano sulla tomba del signorino. ¶ — Sono per la
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da parte della mamma del signorino.... ¶ Il buon prete
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e tutte le erbe del piccolo prato benedetto le
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era arrivato «un parente» del signorino. Tutti mi guardavano